Tutto il mondo aspetta di avere le prove della morte di Osama bin Laden , un video anche solo una foto, ma Osama preferisce non mostrare nulla, lasciando tutti nella perplessità.
Due autorevoli pareri , Gramellini e Camon e tante vignette:
È meglio nascondere che eccitare
di
Massimo Gramellini
Mostrare o non mostrare, questo è il problema. Se sia più saggio oscurare il cadavere bucherellato e far dubitare gli scettici, oppure esibirlo in mondovisione e far imbufalire i fanatici. La civiltà dell’immagine è priva di immaginazione. In essa esiste solo ciò che appare. Le narrazioni possono ancora sfamare qualche riserva residua di sognatori. Gli altri non si fidano. Vogliono la prova visiva: il labiale, il plastico, il moviolone.
Non è stato sempre così. Il Tommaso che per convincersi della resurrezione del Maestro ha bisogno di toccarne le ferite con mano è probabilmente il frutto di un’insinuazione malevola, ma anche la prova lampante che in duemila anni lo scenario si è ribaltato. Allora, quando si voleva parlar male di qualcuno, si diceva che doveva vedere per credere. Adesso, in tempi di scarsa fede e di scarsissima fiducia verso le autorità costituite, il vedere è diventato invece una condizione preliminare del credere. E’ tipica delle epoche barbare, questa necessità di esibire in pubblico lo scalpo del condottiero nemico ucciso, la cui testa decollata veniva infilata in cima a una picca e mostrata dagli spalti della fortezza per sollevare il morale alle proprie truppe e indurre alla resa quelle altrui.
Angel Boligan
Nella società dello spettacolo il fenomeno si è dilatato e complicato. Grazie alla tecnologia, gli spalti da cui mostrare lo scalpo si affacciano sul mondo intero. E l’emotività esasperata del bambin-uomo moderno rende le reazioni del nemico assai meno prevedibili. Chi garantisce alla Cia che la foto dei lineamenti deturpati di Osama bin Laden, lungi dal deprimere i suoi seguaci, non finisca piuttosto per fomentarne il fanatismo, trasformandosi in un oltraggio anche peggiore della morte, in una provocazione da vendicare? L’immagine corre in superficie, e corre veloce, accidenti a lei, e basta che un fessacchiotto bruci il Corano in un paesino sperduto della Florida perché due ore dopo, e a due oceani di distanza, le piazze degli integralisti entrino in ebollizione.
Per questa e altre ragioni, condivido la decisione americana di non mostrare «la pistola fumante». Tanto gli scettici continuerebbero comunque a dubitare della verità rivelata, come già dubitano della conquista della Luna e dell’Undici Settembre. Insinuerebbero di foto rivisitate al computer. E nelle ultime e cruente immagini di Osama troverebbero sicuramente un particolare a cui appendersi per giustificare la teoria della messinscena. In compenso i fanatici di Bin Laden non verrebbero attraversati dal minimo dubbio e farebbero di quelle foto la loro Spoon River. No, meglio lasciar perdere. Alle barzellette ho sempre preferito i proverbi e ce n’era uno che mio padre non si stancava di ripetermi durante l’adolescenza: «La verità è nuda. Tocca alla saggezza rivestirla».
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dica formaggio
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REALITY (BIN BROTHER I S WATCHING YOU)
Il raccapricciante video dell'uccisione di Bin Laden visionato alla Casa Bianca in maniera riservata, per il momento.
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uber
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Dave GRANLUND |
4 maggio 2011, ore 17
Bin Laden e noi
Di
Ferdinando Camon
Ho (ma anche voi l’avrete) una coppia di islamici che abita qui vicino, discreta, silenziosa, educata. Gente a posto.Non ho mai capito cosa pensavano di Bin Laden, io non andavo e loro non andavano sull’argomento, però a un certo punto hanno avuto un figlio, maschio, e l’hanno chiamato Osama. Un segnale? Non lo escludo. C’erano, ci sono, islamici intorno a noi, per i quali Bin Laden era una “figura interiore”, un totem a cui affidare il riscatto e la salvezza. Non illudiamoci che non sia così.
Ora Bin Laden è morto, e la sua morte lascia tanti dubbi. Chi gli ha sparato? Era armato o no? Perché hanno buttato subito il suo corpo in mare? Dove sono le foto, si posson vedere? Dove sono la moglie ferita e il figlio ammazzato? Dei 4 elicotteri impiegati, uno è andato perduto, s’è guastato? è stato colpito? chi l’ha fatto esplodere? Il governo del Pakistan non era informato del blitz, è un paese inaffidabile? e come mai ha la bomba atomica? Qualcuno ha tradito Osama? Per denaro? C’era su Osama una taglia di 50 milioni di dollari, questa è una vittoria del dollaro? Sì, sapere queste cose aiuta, ma la novità non cambia: Bin Laden è morto, un’epoca è finita. Cosa rimane di quell’epoca, cosa insegna al mondo, all’America, all’Europa, e a noi, che abbiamo a che fare con tanti islamici in casa nostra?
Gli islamici che odiano l’Occidente, non lo odiano per come l’Occidente li tratta, ma per quello che è. Sono emigranti poveri, ma si sentono portatori di una civiltà superiore. Il “califfato” che era nel programma di Bin Laden indica un sistema in cui il capo sia un’autorità insieme politica, militare e religiosa. Bin Laden proponeva se stesso in questo ruolo. Quelli che lo seguivano sognavano un mondo islamico non calpestato dagli scarponi dell’America, non compromesso dagli affari con l’Occidente, non arrendevole ai costumi corrotti delle società cristiane, un ritorno alla purezza originaria. Questa marcia a ritroso nella storia andava imposta con la forza, e la forza delle organizzazioni che non hanno esercito sta nel terrorismo. Al Qaeda era un’organizzazione insieme chiusa e aperta. Emetteva ordini a militanti organizzati in squadre, come l’attacco alle Due Torri, e direttive a coloro che volevano-potevano eseguirle, spontaneamente. Tutt’e due questi comandi contavano sull’autorità di Osama. Ora che Osama non c’è più, le due forme di comando entrano in crisi. Non c’è un vice-leader predestinato al comando. Una parte dei commenti americani pensano che Al Qaeda possa morire. Potrebbe succedere se coloro che combattono contro l’Occidente in nome di Al Qaeda lo facessero perché Al Qaeda glielo ordina, e non perché odiano l’Occidente, ma temo che non sia così. E che la fetta di Islam che odia l’Occidente possa farsi viva d’improvviso, con qualche colpo micidiale per noi, che siamo (America ed Europa) vulnerabili e non posiamo farci niente. Ma il sogno di Osama era quello di guidare, con la sua fetta di Islam fanatico, l’Islam globale. E ora sappiamo che la storia non lo segue. Nell’Islam a noi più vicino l’epoca dei regimi totalitari e dei popoli sottomessi si sta sfasciando. I popoli vogliono la cacciata dei capi e più democrazia. Non sanno cos’è la nostra democrazia, e non sono maturi per gestirla, ma sanno che la loro non è democrazia. Non siamo stati noi a uccidere il qaedismo, a espellerlo fuori-storia, sono le rivolte dei popoli arabi. Le società arabe erano le più deboli economicamente, e la grande crisi globale, abbassando il livello di vita di tutto il mondo, ha ridotto il livello dei paesi più deboli sotto la soglia della fame. Le rivolte per la democrazia sono state anche rivolte per il pane. Man mano che quelle rivolte trionfavano, il qaedismo crollava. Alla fine Osama è morto, ma era già un vinto.
Obama rebirth certificate
By Jimmy Margulies, The Record of Hackensack, NJ
Conspiracy Theory Stimulus
1°- President Obama today decided not release
Oggi il presidente Obama ha deciso di non rilasciare
2°- photos of osama bin laden's allegedly dead body
la foto di Osama bin Laden cadavere
3°- as part of a secret government plan to create new jobs
come parte di un piano segreto del governo per creare nuovi posti di lavoro4°- for millions of out-of-work conspiracy theorists.
per milioni di senza lavoro, teorici della cospirazione.RJ MATSON
Giannelli
http://www.corriere.it/
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