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domenica 1 novembre 2020

La terra un pianeta senza piano B (mostra)

 


Salva il pianeta Terra!

Di Francisco Puñal Suárez

L'Università di Alicante, e l'associazione dei fumettisti FECO Spagna, hanno  tenuto il 20° Seminario sull'umorismo sociale, un evento annuale tanto atteso per il suo riferimento obbligatorio agli aspetti di interesse, e questa volta l'argomento è stato: “La Terra: un pianeta senza piano B”.

Dobbiamo riconoscere il sostegno dato dal rettore dell'Università, Manuel Palomar Sanz, dal curatore della mostra, il fumettista Enrique Pérez Penedo, e dal vice presidente della FECO, Spagna, Juli Sanchis "Harca", in modo che, nonostante le attuali difficoltà dovute all'epidemia di Covid 19, e con un numero limitato di visitatori,  l'evento e la mostra sono comunque giunti ad una conclusione positiva.

Ancora una volta i fumettisti analizzano l'attualità con occhio critico, sensibilizzano lo spettatore e mettono in guardia sui pericoli che tutti i paesi devono affrontare e sulla necessità di una risposta energica.

Problemi così gravi e urgenti come il riscaldamento globale, la presenza di spazzatura e plastica negli oceani, la crescente desertificazione di molti paesi, lo scioglimento dei poli, gli incendi che divorano le foreste, l'uso di energie inquinanti, la crescita disordinata delle città e il consumismo esasperato, tra gli altri, sono fatti innegabili, che il disegno satirico affronta con la sua abituale lucidità ed il suo peso di denuncia.

Ci sono paesi inquinanti come Cina, Stati Uniti, India, Russia, tra gli altri, che non possono più invocare l'ignoranza e continuare a guardare dall'altra parte.

E non abbiamo un altro pianeta di riserva! I cartoonist denunciano questa situazione amara e priva di significato, davanti alla quale dobbiamo agire ora, per il bene e il futuro dell'umanità.

Dobbiamo applaudire questo importante lavoro dell'Università di Alicante e della FECO Spagna, che da vent'anni con queste mostre pubbliche avvicinano gli studenti, i docenti e il personale amministrativo di questo centro di alta formazione al lavoro degli umoristi grafici che focalizzano il loro sguardo su questioni di ampio respiro, come la disoccupazione giovanile, il maltrattamento delle donne, la corruzione, l'intolleranza, l'importanza della lettura, la discriminazione, la crisi dei valori ed altri aspetti in cui, con gli elementi dell'umorismo e della satira, vengono messe in discussione le cause delle molteplici manifestazioni che influenzano lo sviluppo sociale.


In questo evento, ogni anno  viene assegnato il titolo di "Notaio dell'umorismo" a uno o due prestigiosi fumettisti, per il loro contributo con il loro lavoro al miglioramento della società, e in questa edizione quel riconoscimento corrispondeva a Manuel Álvarez Junco, e che ha ricevuto una borsa di studio dell'Università e un trofeo, una bambola creata da Antonio Ortiz Fuster "Ortifus", realizzata sulla base di uno stampo di argilla, ricoperto con fogli di carta, scavato, unito e dipinto, cioè come tradizionalmente si facevano le figure delle Fallas de València.

Nel catalogo di questa ventesima Giornata, viene reso omaggio anche all'umorista grafico e fumettista spagnolo Santiago Almarza Caballero (Santa Cruz de la Zarza, Spagna; 1931-Madrid, 19 aprile 2020), noto con lo pseudonimo Almarza, che ha ricevuto diversi premi internazionali e nazionali, tra cui il Paleta Agromán e anche il Notaio dell'umorismo. Jesús Zulet, amico di mille battaglie, lo ricorda nel suo testo, per il suo lavoro in varie pubblicazioni come "Don José", "La Quaorniz", "Diez Minutos" e il quotidiano ABC, ecc.

Come sono nate queste giornate dell'umorismo all'Università di Alicante. Juli Sanchis "Harca" ci dice:

 “Nel 1999, in una città della Germania, vicino a Stoccarda, si tenne una mostra di disegni umoristici sull'immigrazione, insieme a vignettisti spagnoli e tedeschi, sponsorizzata dalla grande illustratrice Marlene Pohle, vicepresidente della FECO (Federation of Cartoonists Organizations) e quella stessa mostra poi si potè rappresentare anche  all'Università di Alicante. Gabino Ponce, allora vicerettore dell'Università si innamorò del disegno umoristico e del fumetto, ed ebbe la geniale idea di proporre all' ateneo,la sponsorizzazione della stessa, per proseguire con la Mostra, che in questo l'edizione compie 20 anni ”.

David Vela 

martedì 18 agosto 2020

Il re emerito Juan Carlos I va in "vacanza" all'estero

Emerato
© Omar Peres

Il re emerito Juan Carlos I va in "vacanza" all'estero 
Di: Francisco Punal Suarez 
Speciale per Fany Blog

 Finalmente sappiamo che dopo la sua fuga dalla Spagna, a causa di pressioni giudiziarie e politiche, il re emerito Juan Carlos si trova negli Emirati Arabi Uniti, nel Golfo Persico! 

 Seguendo la sua politica di opacità e non trasparenza, sono dovuti passare quindici giorni alla Casa Reale per degnarsi di informare la società spagnola dove è andata sua "maestà", che ovviamente non si è dimessa dalla sua carica, né raccogliere duecentomila euro l'anno per quella "occupazione". 

 Nominato dal dittatore Franco, nel 1969, suo successore, Juan Carlos dovette attendere la sua morte, per poter, nel sacrosanto passaggio del 1978, intervenire per cambiare ciò che non poteva essere cambiato. Nominò Adolfo Suárez, presidente del governo, e legalizzò il Partito Comunista, per poi indire le elezioni nel 1977, e approvare la nuova costituzione nel 1978. Quando il colpo di stato militare di F 23, 1981, Juan Carlos fermò i golpisti sulle loro tracce , e lì punti guadagnati nella società.

 Passarono gli anni e invece di essere prudenti iniziarono i disastri, e senza dover rendere conti di alcun tipo, essendo "protetto" dalla stessa costituzione e godendo dell'immunità mentre governava, Juan Carlos I fece le sue: la collezione di innamorate, e ad una di loro, Corinna Larsen, ha donato 65 milioni di euro; caccia in Africa, con la foto di un elefante morto inclusa, loschi affari del genero Undargarin, basati sui suoi legami con il re, l'opacità delle sue azioni e la sua messa in dubbio "esemplarità", nel mezzo di una Spagna colpita dalla crisi e disoccupazione. In questo modo è stato costretto ad abdicare il 19 giugno 2014, a favore del figlio Felipe. E ora con gli ultimi fatti, in cui il re emerito è indagato dalla Procura della Repubblica di Svizzera e Spagna, per aver accusato commissioni per intercedere nel contratto dell'AVE alla Mecca, e non aver dichiarato tali entrate al tesoro di Spagna, il personaggio va in "vacanza" all'estero. 

 Il re emerito, con la sua azione di fuga dalla Spagna, una volta perso il potere di nascondere i suoi scandali, senza restituire i soldi, ovviamente, perché la monarchia ci riporta sempre ai secoli passati, occupa lo sguardo caustico degli umoristi grafici che, con le loro linee e colori, confermano che in una democrazia moderna l'accesso al Capo dello Stato deve avvenire attraverso un processo elettorale. 

 Non esistono valori "sacri" che non possano essere esaminati attraverso il prisma dell'umorismo. Questo elemento espressivo è in grado di affrontare in modo creativo qualsiasi argomento della vita sociale e politica con le sue armi desacralizzanti. 

 Le vignette sul re emerito sono la testimonianza di una ribellione, una protesta contro un personaggio, e contro un'istituzione anacronistica, che la storia, a seconda di chi la scrive, metterà al suo posto. Questi lavori riflettono ancora una volta che "il potere è una droga" e che quando il re, il presidente, il sindaco, il capo di un'azienda, il padre di famiglia possono agire senza essere responsabili, senza spiegare la loro azione, senza la necessaria trasparenza, la società pagherà per queste incoerenze e arbitrarietà. 

 Oggi più che mai valgono le parole dello scrittore e attore Darío Fo, Premio Nobel per la letteratura 1997: “La satira è l'arma più efficace contro il potere: il potere non supporta l'umorismo, nemmeno i cosiddetti governanti democratici, perché il riso libera l'uomo dalle sue paure ”.

Juan  Carlos - André Carrilho



Juan Carlos vuela - David Pablo Pugliese


©Vasco Gargalo


©Vilma Vargas


Juan Carlos I - Asier Sanz


Cazador de elefantes - Osmani Simanca



Jan Carlos I - Ramses Morales

Al ladron... al ladron! - Ramses


Juan Carlos Crusoe by Joep Bertrams, The Netherlands
https://politicalcartoons.com/sku/242130/

Juan Carlos già scappato dalla Spagna.
#spagna #JuanCarlos #coronaspagnola
 Christian Durando


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Il re emerito di Spagna, Juan Carlos I, si trova negli Emirati Arabi Uniti. Lo ha annunciato oggi la Casa Reale spagnola mettendo fine a settimane di speculazioni.

Nel comunicato di poche righe si legge che il re si trova ad Abu Dhabi dal 3 agosto, lo stesso giorno in cui dal palazzo della Zarzuela era stata resa pubblica l'intenzione di lasciare la Spagna e prendere residenza in un altro Paese, ma non specifica quanto durerà il suo soggiorno, né se gli Emirati saranno la sua destinazione finale: un'evenienza, quest'ultima, esclusa dai media spagnoli che citano fonti vicine a Juan Carlos I.
Il fatto che il padre di Filippo VI viaggiasse in incognito aveva generato un crescente disagio nel Governo e nella stessa Casa Reale. La mossa infatti non ha fatto che rafforzare nei più critci l'idea che il re fosse a tutti gli effetti un latitante, compromettendo così uno degli obiettivi principali della sua partenza dalla Spagna, ovvero quello di salvaguardare l'immagine della Casa Reale dallo scandalo causato dalle indagini sui suoi conti nei paradisi fiscali.

Juan Carlos I ha lasciato il Palazzo della Zarzuela il 2 agosto e ha trascorso la prima notte a Sanxenxo, nei pressi di Vigo, in Galizia. Il giorno dopo ha preso un jet privato che da Vigo lo ha portato ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati.

Il noleggio dell'aereo che lo ha portato negli Emirati, scrive El Pais, è costato 140.000 euro, ma stando al quotidiano conservatore Abc, generlamente bene informato sulle questioni monarchiche, non si sa chi abbia pagato.

Il re Juan Carlos è un amico di vecchia data del principe ereditario Mohamed bin Zayeb Al Hahyan. Era stato a Abu Dhabi per l'ultima volta nel novembre dello scorso anno, per partecipare al Gran Premio di Formula Uno.

mercoledì 27 maggio 2020

Covid e censura, denuncia di Elchicotriste

Shameful management of the spanish government  Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
The shameful management of the spanish government in the sanitary crisis of covid-19 brought us to be world nº1 in rate of death and contamination per million inhabitants. Also nº 1 in the world for rate of sanitary workers infected. Ignoring WHO warnings til 9th march to allow massive parades for political reasons, buying disfunctional material to non approved enterprises, monitorising social media and censoring profiles of journalists critical with their scandals and silencing and firing authorities ready to report their reckless management.
Gestione vergognosa del governo spagnolo  Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
La vergognosa gestione del governo spagnolo nella crisi sanitaria di covid-19 ci ha portato ad essere il numero 1 al mondo in termini di mortalità e contaminazione per milione di abitanti. Anche nº 1 al mondo per tasso di operatori sanitari infetti. Ignorando gli avvertimenti dell'OMS fino al 9 marzo per consentire enormi parate per motivi politici, acquistare materiale disfunzionale per le imprese non approvate, monitorare i social media e censurare i profili dei giornalisti critici con i loro scandali e silenziare e licenziare le autorità pronte a denunciare la loro gestione sconsiderata.
27 maggio 2020



Manipulated press  Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
The governments are censoring "non subventioned" press on TV, radio and social media.
14 Apr 2020




Non dormire. Non perdere la tua capacità di indignarti, il tuo spirito critico, non smettere di denunciare tutto ciò che stanno facendo, instancabilmente, informare, condividere, resistere.
La premessa è che se una rana viene improvvisamente messa in acqua bollente, salterà, ma se la rana viene messa in acqua tiepida che viene lentamente portata a ebollizione, non percepirà il pericolo e si cucinerà a morte.
La storia è spesso usata come metafora dell'incapacità o della riluttanza delle persone a reagire o essere consapevoli delle minacce sinistre che si presentano gradualmente anziché improvvisamente ".
Elchicotriste con questo disegno trovato sul web spiega la situazione che sta vivendo.





I got this notification in my mail this morning, I don't know or they never specified the content they talk about being against their norms since I've been blocked for 7 days, I wasn't posting contents since a week agor after they blocked me. My old profile with more than 12 years old has been literally deleted if you try the access, from PC or mobile phone. I had been posting lots of cartoons and newspaper links, related to the terrible gestion of the sanitary system that our new socio-communist government has done. I was being harrassed by chavists some days before. Now when I click to try to get it back they ask me for a document (which they already have), but when I upload again my DNI for identification they block the access anyway. The old profile "Miguel Villalba Sánchez" has been literally deleted, disappeared, and the page of "Elchicotriste" keeps online but I can't manage it anymore or access to it: my artist page was depending on my leading profile "Miguel Villalba Sánchez", so I don't have access to it anymore. I'm not the first one, not the last of the profiles with a certain amount of followers which is suffering of this totalitarian censorship abuse. 2 months ago Zuckerberg signed an agreement with Newtral, and Madito (maldito bulo), two organisms depending on spanish government to monitorise social media, censoring critic contents about the gestion of the new minoritie's coalition government of Pedro Sánchez (socialist) and Pablo Iglesias (communist).They are now in full process of Macarthism, censoring and eliminating dissident profiles, just like they do in the chavist Venezuela or the Castrist Cuba, but in the heart of europe. This is terrifying. Please denounce and report this dangerous lack of freedom of expression which is worringly increasing in the last times, conveniently manipulated and hidden behind a theoretical state of allarm which the government use to eliminate their critics. Thank you! (Elchicotriste)

Miguel Villalba Sánchez, aka “elchicotriste” (Tarragona 1972), cartoonist and clinical psychologist. He has published in several newspapers around the world such as universal post (Sunderland,UK), Il Tempo (Italy), El Triangle (Spain), Le Monde (France), France Ouest (France), Cartoon Movement (Netherlands). Currently onTottarragona.cat (Spain), “Notícies Tarragona”,TV3 (catalan TV) or “Siné Mensuel” (France) among others.
He has received several prizes such as “Fundació Victor Mora”comic award, “SOS Racisme”,”comicstrip contest Barcelona”, “Canadian Committee for World Press Freedom- UNESCO”, Digital data (Colombia) etc. Member of CARTOONING FOR PEACE, founder of the NGO “CARTOONISTS WITHOUT BORDERS” and of the comic fanzine DELIRÓPOLIS Surrealismo y Arte secuencial” (www.deliropolis.com), also coordinator of the “COMICART WEEK” in Tarragona.


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Purtroppo non solo in Spagna, ma in tutto il mondo c'è censura.
Riporto due articoli molto interessanti pubblicati il 3 maggio scorso in occasione della giornata mondiale della libertà di stampa.

Perché la pandemia sta minacciando la libertà di stampa in tutto il mondo
È in pericolo fra ritorsioni, attacchi e censure governative. L’allarme è stato lanciato da diverse organizzazioni internazionali: nel “new normal” non devono rientrare anche le limitazioni al ruolo dei giornalisti

Tre giornalisti su quattro hanno affrontato restrizioni ufficiali, ostruzioni o intimidazioni durante la copertura della Covid-19. Questo è il dato più importante che emerge da un sondaggio condotto dall’Ifj (International Federation of Journalists) su oltre 1300 giornalisti in prima linea in 77 paesi in occasione della giornata internazionale per la libertà di stampa. Un’analisi che ha visto concordare gli intervistati in “un peggioramento delle condizioni” dei loro media nei rispettivi paesi.
Eppure, ricevere tempestivamente le informazioni con dati precisi e puntuali significa compiere le giuste decisioni e avere un’opinione pubblica informata: il tutto allo scopo di contrastare la diffusione del virus, ridurre il contagio e vincere. Ma, se già all’inizio della pandemia, in Cina la censura ha avuto la meglio – non a caso vari post che criticavano le autorità sono spariti dai social network e alcuni citizen journalist sono stati direttamente censurati – anche nel resto del mondo, evidentemente, le cose non stanno andando meglio. Anzi.

Sergei Satsuk, in Bielorussia, rischia dieci anni di carcere per un editoriale che metteva in dubbio i dati ufficiali sui casi di contagio nel paese. Dina Zelenskaya, giornalista televisiva di Espresso Tv in Ucraina, ha subito un’aggressione mentre faceva un servizio sui ristoratori e le regole da rispettare durante il lockdown. In Venezuela, i giornalisti Darvinson Rojas di Tw e Beatríz Rodríguez di Verdad de Vargas sono stati arrestati per avere documentato casi positivi a Caracas. In totale, il 24 per cento degli intervistati dall’Ifj dichiara di avere difficoltà a reperire fonti indipendenti, il 3 per cento di essere stato aggredito e il 2 per cento denunciato.

I dati fanno preoccupare perché mostrano una tendenza globale. E, anche se in Europa la situazione appare più sotto controllo, non bisogna abbassare la guardia, considerati anche gli episodi avvenuti in Spagna e Belgio. Volendo categorizzarli, i tipi di attacchi alla libertà di stampa durante la pandemia possono essere suddivisi in cinque aree: un uso improprio della legislazione di emergenza, una repressione delle segnalazioni “non patriottiche”, restrizioni sui viaggi e sugli accrediti stampa, l’abuso delle leggi sulla disinformazione e un attacco ai whistleblowers, scrive Meera Selva sul sito del Reuters Institute for the Study of Journalism. Eppure, come sostiene Pierre Haski su France Inter “un’informazione libera e affidabile è indispensabile per superare questa prova”.

Perché la pandemia sta minacciando la libertà di stampa in tutto il mondo
È in pericolo fra ritorsioni, attacchi e censure governative. L’allarme è stato lanciato da diverse organizzazioni internazionali: nel “new normal” non devono rientrare anche le limitazioni al ruolo dei giornalisti

Tre giornalisti su quattro hanno affrontato restrizioni ufficiali, ostruzioni o intimidazioni durante la copertura della Covid-19. Questo è il dato più importante che emerge da un sondaggio condotto dall’Ifj (International Federation of Journalists) su oltre 1300 giornalisti in prima linea in 77 paesi in occasione della giornata internazionale per la libertà di stampa. Un’analisi che ha visto concordare gli intervistati in “un peggioramento delle condizioni” dei loro media nei rispettivi paesi.

Eppure, ricevere tempestivamente le informazioni con dati precisi e puntuali significa compiere le giuste decisioni e avere un’opinione pubblica informata: il tutto allo scopo di contrastare la diffusione del virus, ridurre il contagio e vincere. Ma, se già all’inizio della pandemia, in Cina la censura ha avuto la meglio – non a caso vari post che criticavano le autorità sono spariti dai social network e alcuni citizen journalist sono stati direttamente censurati – anche nel resto del mondo, evidentemente, le cose non stanno andando meglio. Anzi.

Un paradosso – ma soprattutto una necessità – di cui si erano subito accorte nove associazioni (Ifj compresa) che, difendendo da sempre questo diritto, hanno scritto, lo scorso 25 marzo, una lettera a difesa della libertà di stampa indirizzata alle istituzioni europee con l’obiettivo di contrastare i ricorrenti attacchi in Europa. “Scriviamo perché siamo profondamente preoccupati dalle azioni dei governi, che si approfittano della pandemia da Covid-19 per punire i media indipendenti e introdurre restrizioni al margine di manovra degli stessi”, precisavano. Con il timore che esempi di restrizioni da paesi più autoritari arrivino a infettare anche le democrazie liberali.

Una minaccia globale
[...]




La libertà di stampa non può cadere vittima del Covid-19
L’intervento e l’appello del Ceo della Thomson Reuters Foundation nel World Press Freedom Day
di Antonio Zappulla*
Mentre il mondo cerca di far fronte alla velocità e alle dimensioni della devastazione provocata dal Covid-19, la necessità di accedere a informazioni fidate, accurate e indipendenti è più intensa che mai. Con tassi mondiali di mortalità che non sembrano voler rallentare, un’economia mondiale sbalzata dal suo asse e la società in una situazione di stallo, questa è un’emergenza che non ha precedenti. Lo faremmo con gli occhi bendati. Ogni giorno che passa ci costa migliaia di vite. Ma senza la libera e vitale circolazione delle informazioni – insegnamenti appresi da altri paesi, avvertimenti dei medici, perizie degli scienziati, comunicazioni di orientamento al pubblico – non siamo nemmeno in grado di lottare.

La presenza di media liberi e vitali è più importante che mai. Eppure, uno degli effetti catastrofici di questa crisi è che sta spianando la strada alla repressione della libertà di stampa in tutto il mondo. Sembra che stia emergendo uno schema pericoloso: alcuni governi approfittano sempre più della pandemia per adottare misure di severità via via crescente, che impongono limitazioni alla copertura giornalistica. A breve termine tali misure sono estremamente dannose. Ma le conseguenze a lungo termine della soppressione del giornalismo indipendente potrebbero erodere in modo significativo le libertà civili.

Perché si sta verificando tutto ciò? Esistono tre ragioni principali alla base della limitazione della libertà di stampa diretta dallo stato. La prima: alcuni governi, mossi dalla disperazione, stanno intervenendo soprattutto per contrastare la rapida diffusione di informazioni fuorvianti, alimentata dall’elevata fiducia riposta nei social media e da una maggior sete di notizie. Ma le misure adottate da questi paesi – persino da nazioni democratiche che finora hanno sostenuto la prosperità e la diversità dei media – non conoscono precedenti. Solo un mese fa, il governo del Sudafrica ha varato una nuova legge che criminalizza la disinformazione sul Covid-19, sanzionandola con pene detentive. Questa mossa ha destato la preoccupazione delle organizzazioni mondiali di difesa della libertà di stampa, tra cui il Committee to Protect Journalists, che fa notare che, per contrastare la minaccia della disinformazione, il governo dovrebbe concentrarsi esso stesso sulla comunicazione di informazioni affidabili, invece di aprire la strada alla censura della stampa.

Nel Regno Unito, la forte reazione del governo a determinate coperture mediatiche che criticavano la sua gestione della crisi, ha indotto Richard Horton, direttore della rivista medica The Lancet ad accusare il governo di «riscrivere deliberatamente la storia, con la sua continua campagna di disinformazione sul Covid-19». Nel frattempo, il primo ministro Narendra Modi ha presentato una serie di richieste che incoraggiano le principali agenzie di stampa indiane a pubblicare «storie positive e ispiratrici» sulla risposta del governo alla pandemia, citando la necessità di respingere le «dicerie» e la «negatività».

La seconda ragione per limitare la libertà di stampa è quella di sopprimere attivamente le notizie che potrebbero far sollevare critiche alle politiche e alla leadership in risposta alla crisi. Il Presidente Trump ha attirato le critiche delle organizzazioni per la libertà di stampa dopo aver biasimato apertamente i giornalisti che pongono domande sulla sua gestione della crisi durante le conferenze stampa. In Serbia è stato segnalato che alcuni giornalisti sono stati arrestati per avere pubblicato servizi sulle carenze di attrezzature mediche, mentre in Slovenia e nella Repubblica Ceca ai giornalisti viene impedito di partecipare alle conferenze stampa. Nel frattempo, a marzo l’Egitto ha espulso Ruth Michaelson del Guardian a causa del suo articolo sullo studio di un team di specialisti di malattie infettive che metteva in dubbio il numero ufficiale di casi di coronavirus nel paese. Analogamente, ad aprile l’Iran ha revocato la licenza dell’agenzia di stampa Reuters per aver segnalato una discrepanza tra le cifre ufficiali e quelle effettive del coronavirus. La sospensione è stata in seguito revocata.

Infine, nei paesi in cui la libertà di stampa si trova già sotto attacco, l’intervento di controllo delle informazioni per il «bene pubblico» viene attualmente sfruttato per acquisire maggior potere politico. Solo tre settimane fa, il parlamento ungherese ha varato una legge che autorizza il Primo Ministro Viktor Orbán a governare per decreto, assegnandogli poteri d’emergenza senza precedenti, apparentemente fino al termine della pandemia. Chiunque diffonde «informazioni false» rischia una condanna a cinque anni di reclusione. Le misure hanno attirato le dure critiche della Commissione in data europea, e tredici Stati membri dell’UE hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che esprime grave preoccupazione in merito al potenziale impatto sui diritti e sulle libertà fondamentali.

Lo stato di emergenza recentemente dichiarato dalla Giordania attribuisce al Primo Ministro Omar Razzaz il potere di «monitorare il contenuto di giornali, annunci e di ogni altro metodo di comunicazione prima della pubblicazione, e di censurare e chiudere qualsiasi agenzia senza
giustificazione», oltre che di imporre numerose altre limitazioni ai diritti fondamentali. La violazione della legge può essere sanzionata anche con pene detentive.

La Cina intanto insiste che grazie alle sue misure autoritarie – tra cui la revoca dei visti di un ampio numero di giornalisti internazionali – è riuscita a controllare il virus. Questa tesi è difficile da contestare in mancanza di notizie da parte della stampa libera. (La giornalista freelance Li Zehua, una delle prime a coprire la pandemia, è scomparsa).

Dagli arresti in Venezuela e Turchia al decreto di emergenza della Romania che consente alle autorità di chiudere siti web ed eliminare i contenuti considerati «fake news», fino alla Russia, dove nuove leggi vengono utilizzate per censurare i servizi sulla pandemia: la legge viene trasformata in un’arma contro la libertà di stampa, e i giornalisti vengono azzittiti. Se ignorate, le conseguenze reali e devastanti per il libero accesso alle informazioni saranno durature e catastrofiche.

Thomson Reuters Foundation utilizza il potere del giornalismo insieme a quello della legge per difendere e promuovere la libertà di stampa, il vero fondamento della democrazia. La nostra risposta più immediata alla pandemia comprende la collaborazione con organizzazioni partner – tra cui il World Economic Forum, il Global Fund, Google e l’OCSE – al fine di valutare le capacità giornalistiche nei paesi su cui incombe la pandemia. Il Covid-19 ha fatto molte vittime. Ma non possiamo permettere che tra le vittime della pandemia ci sia anche la libertà di stampa.

*Ceo della Thomson Reuters Foundation

lunedì 18 dicembre 2017

Barcellona: Illegal Times, un numero unico satirico contro la censura

Illegal Times
Vignettisti di tutto il mondo denunciano la repressione dello Stato spagnolo in una pubblicazione satirica.



Fonte: http://illegaltimes.org/

Illegal Times 

Sorry, this entry is only available in Catalan. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.

Pilotes de goma, cops de porra i destrosses. La brutalitat policial es va desfermar el passat 1 d’octubre a Catalunya per impedir que la ciutadania pogués votar en el referèndum d’autodeterminació, un dret, el d’autodeterminació, reconegut internacionalment i que tots els estats de les Nacions Unides estan obligats a adoptar. Per sort, no van poder impedir-ho del tot, la ferma voluntat de resistir de milers i milers de gent anònima va permetre que 2.286.217 persones, el 43,03% de l’electorat sobre un cens de 5,3 milions acabessin votant, això sense comptar els vots de les urnes que es van acabar emportant tant la policia nacional com els mossos d’esquadra.

Les imatges d’aquella violència ferotge –que va deixar més de mil ferits, un dels quals va perdre la visió d’un ull–, de la policia entrant als col·legis electorals i agafant les urnes, van recórrer mig món i van mostrar la naturalesa autoritària d’un estat espanyol que segueix vulnerant drets humans bàsics com el de la llibertat d’expressió.

Però igual que la vulneració dels drets democràtics per part de l’estat no començava l’1 d’octubre, tampoc va acabar aquell dia. Després vingueren la dissolució del Parlament de Catalunya i del govern de la Generalitat elegits democràticament pels catalans i catalanes el 27 de setembre de 2015, la intervenció política de l’autonomia (la intervenció econòmica ja s’havia consumat feia uns mesos), així com l’encausament judicial i la presó preventiva per a dos activistes civils noviolents i de deu membres del govern, així com l’exili de la resta, i la censura, altre cop la censura, tancant un centenar de webs, assetjant mitjans de comunicació, investigant i encausant tuitaires, mestres, dibuixants i actors.

Aquesta publicació que teniu a les mans vol ser un crit plural i valent per denunciar els atacs contra els drets col·lectius i individuals, i entre ells la llibertat d’expressió. I ho fem utilitzant com a tota arma la ploma, en forma de vinyetes i de reflexions, les vinyetes que aporten una vintena llarga de dibuixants satírics d’arreu del món, molts dels quals col·laboren amb diaris de prestigi internacional, i les reflexions escrites per una quinzena d’activistes socials i culturals.

Juntes alcem la veu per cridar prou repressió. Ni a Catalunya ni enlloc.


Illegal Times
contro la censura e per maggiori diritti,
un numero unico gratuito satirico.

25 cartoonists internazionali hanno collaborato con diciotto scrittori spagnoli in una pubblicazione satirica che  mira a denunciare le politiche repressive della Spagna. Si tratta di una pubblicazione unica (non si prevedono altri numeri in futuro),  in formato giornale e vi è anche un sito web dove si può scaricare il pdf della pubblicazione.

Artisti spagnoli e catalani e Kap, Ferreres, Manuel Fontdevila, Eneko, Fer, Azagra e internazionale Anthony Garner (collaboratore ARA), Martin Rowson (Guardian), Liza Donnelly ( 'The New Yorker' ), Marilena Nardi, Coco ( 'Charlie Hebdo'), Khalid Gueddar Terry Anderson o Tjeerd Royaards hanno contribuito disinteressatamente a questa pubblicazione con i loro disegni rivendicando la libertà di parola o di poter criticare gli eventi che hanno avuto luogo in Catalogna negli ultimi mesi , dalla violenza della polizia del 1 ottobre fino all'arresto dei membri del governo.

domenica 1 ottobre 2017

Barcelona hoy

Urna infranta

Un'amica stamattina mi scrive:

[10:55, 1/10/2017]Enrica (nome di fantasia) rischia di trovarsi i nonni catalani, convinti indipendentisti, in gattabuia..

[10:56, 1/10/2017] A parte gli scherzi è un casino. Sono sbarcati i 10.000 agenti spagnoli dalla nave che era attraccata davanti al porto di Barcellona per impedire che i catalani votino.. Sono entrati nelle scuole occupate spaccando i vetri delle porte.. Mah! 

A Barcellona oggi si votava per l'indipendenza dalla Spagna

REFERENDUM AD ALTA TENSIONE
Catalogna, violenza su voto  
Prime proiezioni, sì all'87%
Mondo.
Secondo il governo di Barcellona il bilancio dei feriti dopo le cariche della polizia sale a 844: "Porteremo la Spagna davanti alle corti internazionali". Madrid: 33 agenti feriti. Chiusi i seggi, in corso lo spoglio. Martedi' sciopero generale 'contro repressione stato spagnolo'. Rajoy: 'Oggi non c'e' stato alcun referendum'. Difensore Barcellona Pique': 'Non votare e' cosa da franchismo' -  La 'resistenza dei  pigiami': 163 seggi occupati per impedirne la chiusura (Ansa)


domenica 1 ottobre 2017
La reazione violenta di Madrid contro il  Referendum Catalano è stata ingiustificata e stupida.
Ingiustificata perchè nel mondo occidentale dovrebbe essere un principio intoccabile lasciare esprimere la volontà del popolo, stupida perchè spaccare le urne impedisce di valutare anche i probabili tanti NO.
E' che la perdita di potere sembra un pericolo che nessuna classe politica e nessun governo vuol correre e così anche la UE, che doveva e poteva essere la soluzione civile e pacifica per tutte le esigenze di autonomia, rischia di spaccarsi ancor di più.
Gianfranco Uber



Ben Jennings - the guardian





CATALAN DOUBLE OPPRESSION    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
Catalans must face a double oppression these days. On one hand. the spanish government forbidding a referendum, on the other hand a biased referendum designed for the profit of the option YES to the Independence, with a majority of catalans opposing, with no democratic guarantees or international approval, by the catalan government. HELP!!!!
27 Sep 2017



Elections in Catalunia.    Ramses Morales Izquierdo
Elections in Catalunia.
27 Sep 2017


Kap‏ @kapdigital
#CatalanReferendum #1Oct




La Vanguardia, Spain, September 29, 2017 | By Kap



referendum....
Cecil Bertrand



genio civil                                  
Portos



1 OTTOBRE 2017
Voto in Catalogna, Concita De Gregorio al seggio con Puigdemont: "Ecco l'irruzione"
Nelle immagini di Concita De Gregorio, al seggio di Girona con il presidente catalano Puigdemont, l'arrivo delle forze dell'ordine spagnole che fanno irruzione nella palestra di Sant Julià de Ramis dove era previsto il voto del presidente
Video di Concita De Gregorio





Referendum Catalogna
Siete puntos clave para entender qué ha pasado en la mañana del 1-O

mercoledì 23 agosto 2017

Per Barcellona, seconda parte.

-EL MARTIRIO DE LOS INOCENTES
El Universal 19/8/17
Boligan


Barcellona, ultimo (ma non ultimo) esempio di vulnerabilità…
NADIA REDOGLIA

Questa mattina la mia amica Ve’ esordisce con “L’Europa è una di quelle belle famiglie che si riunisce solo per matrimoni e funerali con baci e frasi di circostanza, ma quando poi tutto finisce torna alle sue postazioni elevando muri/musi alti e silenti almeno fino al prossimo evento. Da qui, pertanto, ai parenti serpenti di Monicelli capolavoro, il passo è breve
Spessa sostanza su cui riflettere…
Se la UE desse retta a Ve’, approfondendo il concetto/assunto parenti serpenti quali siamo al momento, saremmo una UE migliore,  anzi meglio: una Europa Unita (per davvero). Invece siamo Europa in balia di decerebrati estrapolati a caso dalla massa (enorme) di decerebrati  che appartiene al pianeta. In quanto tali, dunque manipolabili da chiunque ha parvenza, seppur squallida, del più infimo potere. Ovvero: trova il soggetto adatto  pronto a distruggere incondizionatamente, cioè perlustra ambienti per tossici in astinenza, deficienti plasmabili, disperati obnubilati, parossistici fanatici del rambo prima maniera, e il “gioco” è fatto…
Europa Unita vorrebbe dire potere forte dato proprio dal termine “Unità” dei Paesi che la formano. Al momento pare invece che il suo destino sia in affido al Paese che, a seconda degli eventi, appare con più potere. Da qui la nostra (europea) vulnerabilità?



« Je suis Barcelone »
Bado











Portrait of a Barcelona terrorist    Tjeerd Royaards
...
18 Aug 2017



Esempio
Cecigian



Essere
Cecigian

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prima parte

giovedì 17 agosto 2017

Contro la violenza!



Contro la violenza!
Gio / Maria Grazia Quaranta
www.caricaturegio.altervista.it




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Un furgone bianco ha travolto a tutta velocità decine di persone sulla Rambla di Barcellona, a pochi passi da Plaça de Catalunya. Il veicolo è salito sul marciapiede centrale e si è schiantato contro un chiosco uccidendo 13 persone e ferendone altre 90. L'Isis ha rivendicato l'attentato terroristico.
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"Attack in Barcelona"
The Islamic State (ISIS) struck the heart of Barcelona yesterday and left at least 13 dead and more than 100 injured in the most serious attack on Spain since 11 March and the first jihadist since. A van was launched against the hundreds of people who were in La Rambla. The Mossos confirmed that this is a coordinated attack.
Rodriguez
https://elpais.com/ccaa/2017/08/17/catalunya/1502982054_017639.html
#BarcelonaContigo #TerroristAtack #AtentadoBarcelona #Cataluña #ISIS #AtentadoRamblas #Terrorism #terrorismo #terrorisme #Catalunya #barcelonaambtu




.....vicino ai famigliari delle vittime e agli amici spagnoli
Perazzolli



Isis, the strategy of terrorism in Europe.
Durando


Again those animals bites... No doubt they are running down...
Ramses


LA CARRIDA
I started thinking about a van like a killed bull, then I thought it would be an offense for a noble beast that does not slip into cowardice and I opted for the hope of his inevitable victory over blind, brutal and certainly sterile terrorism.
La mattanza
Ero partito pensando ad un furgone-toro "matato", poi ho pensato che sarebbe stata un'offesa per una nobile bestia che non pecca certo di vigliaccheria e ho optato per l'augurio di una sua immancabile vittoria sul terrorismo cieco, brutale e sicuramente sterile.
Uber


From Barcelona to terrorists.    Tomas
...
17 Aug 2017



17 agosto 2017 - Attentati in Catalogna: numerose vittime e feriti tra Barcellona e Cambrils.
© Milko Dalla Battista



Apicella



Guernica?    Luca Garonzi
Barcelona / Aug. 2017


Simanca




Valerio Marini


Fleo, Alfio Leotta


Mario Bochicchio


Attacco di Barcellona - © Chappatte a Le Temps , Svizzera


Barcelona.....    Fadi Abou Hassan-FadiToOn
No to Terrorism
17 Aug 2017


Barcelona    Paolo Lombardi
.
17 Aug 2017




New Terror    Osvaldo Gutierrez Gomez
The attack in Barcelona once again turned an ordinary car into a weapon of death and destruction.




TERRORISME EN EUROPE: Barcelone, après Londres, Manchester, Berlin, Stockholm, Nice, Bruxelles, Paris...
Plantu



A message to jihadism from Barcelona    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
We'll be in the streets tomorrow again. You wont.
17 Aug 2017