Gli Umarell sono quei signori, spesso pensionati, che, con le mani rigorosamente intrecciate dietro la schiena, amano trascorrere le giornate osservando e controllando gli operai al lavoro nei cantieri in giro per le città, commentando e, talvolta, elargendo consigli non richiesti.
Negli anni gli umarell sono diventati un fenomeno nazionale, fino a raggiungere lo status di “eroi metropolitani”, la figura si è “evoluta” al punto tale da trovare in commercio la sua miniatura da alcuni anni, nella classica postura da osservatore privilegiato. Da lì l’ispirazione per la canzone.
“Tempo fa un mio amico mi ha regalato la statuina di un umarell (a proposito, grazie ai ragazzi del Superstuff.it): la tengo nel mio studio, sul leggio della tastiera. Mi osserva quando suono, quando canto. Una settimana fa sembrava che volesse chiedermi che cosa stessi facendo per il dramma che stiamo vivendo, in che modo mi stessi adoperando per questa emergenza. Ma cosa dovrei fare in quarantena? Mi sono chiesto, guardandolo…e così è nata L’Umarell”, racconta Fabio Concato, che l’ha scritta di getto nei giorni scorsi e cantata in milanese perché fosse testimonianza di una terra tra le più ferite al mondo dalla pandemia.
“Ho cercato di dare il mio contributo come autore, senza alcuna retorica, con un pizzico d’ironia e con molto cuore. Ho registrato la canzone senza orpelli tecnici, è tutto molto casalingo, l’ho cantata con il telefonino ed è stato un grande piacere condividerla con i miei musicisti, con cui siamo fermi da un po’ per ovvie ragioni”.
Un paio di settimane orsono è arrivata una mail all’attenzione
del mio staff - bello, metterla giù pesante - nella quale un signore che non ho
mai visto né conosciuto, mi chiedeva gentilmente di dare un’occhiata al
video che aveva realizzato per me, in occasione della pubblicazione de “L’Umarell”.
Un regalo, come dire, senza velleità di nessun tipo, senza pretese e sopratutto senza aspettarsi niente in cambio - forse un grazie? Il video mi è piaciuto molto; ho trovato che quel modo didascalico di raccontare la mia storia attraverso un disegno animato, fosse coerente al clima che ho cercato di esprimere con la canzone.
Il messaggio si chiudeva con: “se le piace, lo usi pure, ne sarò felice,
viceversa sarà stato comunque un piacere”.
Quel signore si chiama Adriano Merigo, vignettista, scrittore e musico, che vive a poche centinaia di metri dall’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo e che ringrazio tanto, e non solo per il cadeau
che ha voluto farmi.
fabioC.
Scritta, prodotta e cantata da Fabio Concato
Suonata dai suoi inseparabili amici musici: Ornella D’Urbano (piano, tastiere e arrangiamenti), Larry Tomassini (chitarre), Gabriele Palazzi (batteria)
Missaggio e masterizzazione di Pier Carlo Penta
Video & Animazioni: Adriano Merigo
Ideazione e realizzazione grafica di Francesco Bozza e Donato Colaleo
Tutti rigorosamente distanziati, nei propri studi.
Con la speciale partecipazione dell'UMARELL by Superstuff.it