lunedì 31 ottobre 2022

Cento anni da quella marcia

 

Su Domani, a cento anni da quella marcia.

Il testo è dello storico Marco Mondini

https://www.editorialedomani.it/.../una-farsa-di-successo...

#fascismo #MarciasuRoma #roma #Mussolini

Marilena Nardi

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#28ottobre #MarciasuRoma #100anni #venerdì
Staino



#28ottobre #MarciasuRoma #100anni #venerdì
Mauro Biani

Effetti collaterali.
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#orasolare #indietro #crisi #fascismo #ilmanifesto #lelecorvi
Lele Corvi



Ricorrono i 100 anni dalla Marcia su Roma che portò Mussolini al potere e il Maestro rappresenta La Russa che, nel suo nuovo ufficio, cambia il quadro. Si tratta del famoso dipinto di Giacomo Balla, e ci auguriamo che la dichiarazione del neo presidente del Senato “in Italia non può più esserci la perdita della libertà” non sia appunto una balla. A questo proposito la sospettosa sezione Sezione Traslochi della Redazione fa notare che in realtà il quadro è stato semplicemente girato, ma alla fine rimane sempre lo stesso.
Non ci resta che concentrarci sulle orecchie di Spock, come a dire che dal saluto fascista si è passati a quello vulcaniano.
Infine una nota sulla carta che riveste il retro dell’opera: è la carta Varese, qui in una preziosa versione Naj Oleari, e forse il Nostro vuole lanciare un messaggio alla città lombarda di stare in guardia. [Gerarcheologia]
Giannelli


Ellekappa


Marcia su Roma, le opposizioni: "Mai abbassare la guardia". E il Pd attacca: "Da Giorgia Meloni nemmeno una parola" #MarciasuRoma #MeloniPremier #meloni #opposizioni #pd
Durando


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venerdì 28 ottobre 2022

Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio

 

La Première

#melonipremier #Meloni #italy #italia #editorial #caricatura #editorialcartoon #cartoon
Marilena Nardi



GIORGIA, L’ALIENA 

Possiamo attaccare La Meloni per le scelte politiche reazionarie che non si risparmierà. Dobbiamo farlo. Possiamo tenerla d’occhio per le evidenti tendenze sovraniste e nazionaliste denunciate persino dal suo linguaggio istituzionale. Anzi, dobbiamo. Così come dobbiamo preoccuparci per la tenuta delle sue garanzie pre-elettorali circa i diritti delle minoranze e dei ceti più fragili. Insomma, dobbiamo vigilare sulla prima presidente del consiglio aliena.

Però dobbiamo, con altrettanta onestà, ammirare la volontà con cui questa donna si è fatta da sé, pur essendo gravata da enormi handicap sociali e familiari. E c’è riuscita da sola e contro tutti, pur appartenendo alla periferia della società politica, quella maledetta e giustamente sospettata per i suoi infami trascorsi storici. 

Ce l’ha fatta a scapito di tutto e a dispetto di molti, se non di tutti. E questo le va riconosciuto. Sull’ascesa dal nulla al massimo scanno governativo, la sinistra, a cominciare dai rimasugli comunisti che si vergognano del proprio passato, dovrebbe riflettere. Quando comunisti e socialisti stavano con i proletari, con gli operai, con i sottoproletari, con chi partiva svantaggiato, quelli come la Meloni stavano con loro. Da quando la sinistra schifiltosa taccia di populismo il disagio sociale che si trasforma in rabbia, si barrica nei quartieri alti, emigra nelle isole dei Parioli per evitare il contatto. Ed è allora che le Meloni e i Meloni, che sono tantissimi, cercano e trovano altri tutori, altri cavalli, altre bandiere. E le trovano. Morale della favola:  chi è causa del suo mal pianga se stesso.

Ivano Sartori



#sovereignty #Meloni

Marco De Angelis



Cerimonia della campanella

Portos


Meloni risponde a Serracchiani: «Mi guardi, le sembra che io stia un passo dietro agli uomini?»

Portos


Foto non autorizzata
Portos

Ombre.

- #governo #destra #Meloni #Premier #ilmanifesto #lelecorvi


Giannelli


Governo, la replica di Meloni alla Camera #GovernoMeloni #Camera #meloni #discorso #fiducia #25ottobre
Durando


Le mani del governo Meloni sull'Agenzia delle Entrate #meloni #nero #evasionefiscale #bankitalia #GovernoMeloni
Durando


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22 ott
«La smorfia»: #ilcaffedigramellini sul 
@Corriere
 di #sabato #22ottobre.
https://corriere.it/caffe-gramellini/22_ottobre_22/smorfia-b4de3592-517d-11ed-a3c2-abd521eeb21c.shtml





martedì 25 ottobre 2022

By By Liz Truss

 Regno Unito, Liz Truss si dimette dopo un mese e mezzo: è il mandato più breve di sempre

Liz Truss si è dimessa da leader del Partito conservatore e rimarrà premier solo fino a quando non sarà scelto un successore. Lo ha annunciato la stessa primo ministro britannica in una breve dichiarazione a Downing Street dopo settimane disastrose alla guida del Regno Unito.

O-Sekoer / Luc Descheemaker (Belgique / Belgium)



Marassi



Omar Perez


David Rowe

LIZ TRUSS (Bye Boris) 09/07/22
Priego 



Liz Truss is out - 
© Chappatte in NZZ am Sonntag, Zürich
 > https://chappatte.com/en/images/liz-truss-out


Liz Truss, watercolor sketch.
Jan Op De Beeck


La nuova premier inglese ultraconservatrice, Liz TRUSS, Truss tradotto in italiano significa traliccio, in effetti sarà per la working class britannica e per l'Europa stessa, un bel traliccio nel cu...ore😁
Tiziano Riverso
vignetta del 6 settembre ... profetiche parole!




Terry Anderson
6 September 2022
UK leaders
Twelve years of Conservative rule, three prime ministers in just half that time, and following David Cameron, Theresa May and Boris Johnson, Liz Truss takes power as the effects of multiple crises – Brexit, the pandemic, war in Ukraine, energy costs, industrial disputes – coincide to promise a "winter of discontent" not seen in Britain since the nineteen-seventies.
https://cartoonmovement.com/cartoon/uk-leaders



Mac on #LizTruss #ToryChaos #ToryLeadershipContest 


The Curseof Brexit
Peter Schrank on #LizTruss #LiztrussResign #liztrussout #Blundertruss #ThickLizzie #torychaos #ToryBrexitDisaster #BrexitBrokeBritian #BrexitChaos 

Maarten Wolterink (Pays-Bas / The Netherlands)
Liz scimmiottava la Lady di ferro ma invece....


Peter Brookes on Liz Truss’s resignation as prime minister #LizTruss #ToryShambles #ToryChaos 




Dave Brown on #LizTruss #LizVsLettuce #ToryShambles #ToryChaos #ToryCostOfLivingCrisis #ToriesUnfitToGovern #ToriesOut #GeneralElectionNow 





Welcome to Britaly - The Economist
“Benvenuti in Britalia” . Il gioco di parole usato da The Economist in prima pagina non è particolarmente elaborato, ma ha il pregio di essere chiaro.

Per il settimanale economico il Regno Unito sta diventando come l'Italia, e questa non è una buona notizia. “Un Paese di instabilità economica, di bassa crescita e soggetto ai mercati finanziari”, così i media britannici definiscono il Regno Unito “italianizzato” degli ultimi anni. Un paese che sembra andare in rovina.

Prendendo l'Italia come esempio negativo, come campanello d'allarme, che logicamente non ha soddisfatto i destinatari di questo confronto. Tanto più che, per illustrare le sue parole, The Economist ha disegnato una Liz Truss vestita da gladiatore romano (o da dea a seconda dell'interpretazione). Il presidente del Consiglio è armato anche di una forchettata di spaghetti e di una pizza come scudo. Il tipo di stereotipi culinari che non sono mai molto apprezzati.

Dieci giorni prima lo stesso The Economist  aveva osservato che tolti i dieci giorni di lutto nazionale per la morte della regina Elisabetta II, Truss era stata davvero in controllo della situazione politica per soli sette giorni, «più o meno il tempo che si conserva una lattuga in un supermercato»

Il Daily Star ha raccolto l'idea e in una diretta TV si era chiesto se la sua nomina sarebbe durata  più di una lattuga-
Ha vinto la lattuga!






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domenica 23 ottobre 2022

Lorenzo Fontana eletto Presidente della Camera

 Il presidente della Camera dei deputati è la terza delle Alte cariche dello Stato della Repubblica Italiana, dopo quella di presidente della Repubblica e quella di presidente del Senato. 

Dal 14 ottobre 2022, per la XIX legislatura, il ruolo è ricoperto da Lorenzo Fontana.


Lorenzo Fontana
Franco Portinari




Il nuovo presidente della Camera si presta a numerosi calembour e siamo certi che con la vignetta di oggi il Maestro abbia inaugurato un ciclo a lui ispirato.
“Matteo, come here!” Uno scenario felliniano quello che rappresenta il Nostro, con la Meloni un po’ sirena (di celerini) e al centro della fontana di Trevi proprio la statua di Fontana, a ribadire la sua immanenza.
Pesantissima è l’assenza di Berlusconi, che non inquadrato nella vignetta, oltre a piangere come una fontana, starà lanciando monetine addosso ai due (ex?) alleati oppure le sta tirando all’indietro con la speranza di ritornare come un tempo al comando della coalizione.
Ad ogni modo il sottotesto di Giannelli è chiaro: l’alleanza del centrodestra sta iniziando a fare acqua da tutte le parti. [FontanaDiGrevi]
Giannelli



Mancava... la ciliegina sulla torta.
Vauro


di Fulvio Fontana

Signore e signori, vi presento il nuovo Presidente della Camera.

“Prima l’itagliano” 🤦‍♂️

Lorenzo Tosa

https://www.facebook.com/photo/?fbid=669578087870985&set=a.281497466679051


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Nota




PENSIERINO del venerdì di Michele Alselmi 14/10/2022

(pensando al leghista Lorenzo Fontana. Vuole “restringere il diritto all’aborto”, è contro le nozze gay, avversario dell’eutanasia, ostile alla società multietnica, s’è fatto sposare con rito tradizionalista tridentino Non basta: è stato a lungo incallito tifoso di Putin, si fece fotografare con la maglietta anti sanzioni, prefigurava la Lega “partito cerniera” tra Trump e il Cremlino, ne elogiava il sistema dei valori, naturalmente nutre ammirazione per Orbán e Marine Le Pen. Oggi diventerà presidente della Camera, terza carica dello Stato)

■ di Jean Louis Auguste Commerson

“Una tartaruga merita più stima di certi conservatori reazionari. Almeno la tartaruga cammina”.

https://www.facebook.com/photo?fbid=1779727055724249&set=a.110979979265640

sabato 22 ottobre 2022

La Russa, Presidente del Senato.

Ignazio Benito Maria La Russa, politico italiano, è dal 13 ottobre 2022 presidente del Senato della Repubblica nella XIX legislatura. 
È il primo politico di formazione neofascista a ricoprire la carica di Presidente del Senato, la seconda carica di Stato della Repubblica Italiana.

Servi della Gleba - copertina del misfatto 2010
La Russa
Gianni Burato ( fonte )


 

La Russa

Frank Federighi


La Russa al senato. #LaRussa #LilianaSegre #senato #centrodestra
Durando


La Russa al senato. 
Riccardo Mannelli

by Riccardo Mannelli




100 anni dalla marcia su #Roma… La nuova vignetta di Vauro #13ottobre #Meloni #LaRussa 
Vauro




Possiamo stare tranquilli.
Lamberto Tommasini / Tomas


Presidente del Senato. Questo tizio. Pertini perdoni gli italiani.#larussa #larussapresidentedelsenato #ElezioniPolitiche2022
Stefano Disegni


Cos'è mai un bacio?
Il Sen. La Russa eletto alla presidenza del Senato per la XIX Legislatura.
Il caso o forse il fato ha voluto che a consegnargli lo scranno fosse la senatrice Liliana Segre. 
Tra i due un  simbolico abbraccio e un bacio  destinato forse ad inaugurare una nuova stagione politica.
Uber
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Nota 

 La Russa è stato eletto alla prima votazione con una ventina di voti dell'opposizione... Nessuno è stato!
Sergio Staino

Giancarlo Covino

giovedì 13 ottobre 2022

Angela Lansbury

 

Angela Lansbury pencil 2013

Jan Op De Beeck 


Angela Lansbury
GIO / Mariagrazia Quaranta


Animazzoli


Ieri, 11 ottobre 2022, è deceduta a Los Angeles in California, Angela Lansbury, un'attrice, doppiatrice e scrittrice britannica con cittadinanza irlandese naturalizzata statunitense, vincitrice dell'Oscar alla carriera nel 2014. Era nata il 16 ottobre 1925 a Londra, Regno Unito.
Carrera Arcangelo





David García Vivancos...

RIP #AngelaLansbury
Ed Hall


Angela Lansbury, la famosa Signora in Giallo, parte per la sua ultima indagine, all'età di 96 anni. Chissà se finalmente qualcuno riuscirà a sgominare la banda più diffusa e radicata al mondo.
#AngelaLansbury #angelalansburyrip
Roberto Mangosi



rebel yellow
#angelalansbury
Fabio Magnasciutti



Angela Lansbury
Marzio Mariani
#caricature #dailydrawing #procreate #drawing #funnyface #angelalansbury #jessicafletcherforever #instaart


#legislatura #PresidenzaDelSenato #AngelaLansbury 
Giallo, horror. La signora Fletcher sapeva già.
Oggi su la Repubblica
Mauro Biani



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 Interessante l’intervista all’attrice inglese che fu pubblicata da “Vanity Fair” 

di Paola Jacobbi.

Prima o poi doveva succedere, però che dispiacere. Considero una delle (tante) fortune della mia vita da giornalista averla incontrata così, a casa sua, senza nemmeno un ufficio stampa a tenere il tempo. Fu un'intervista cercata con insistenza, un inseguimento durato cinque anni.  

Scrissi la prima mail alla sua assistente facendo subito una gaffe. Mi riferivo a lei chiamandola Dame, dando per scontato che un’attrice inglese, così famosa da tanto tempo e in tutto il mondo, avesse già ricevuto un’onorificenza dalla corona britannica. Alla risposta della terza mail, nel mezzo di un continuo rimandare di date e luoghi, l' assistente mi segnalò garbatamente che la signora Lansbury voleva farmi sapere di non essere mai stata insignita di alcunché e che quindi non era il caso che la chiamassi Dame.

Ho chiesto scusa, ho pregato di intendere le mie parole come auspicio, ho scritto che, insomma, a mio modesto parere, la signora avrebbe meritato un riconoscimento. Altre mail, altri rinvii (loro), altre insistenze (mie), ma niente intervista.

Nel frattempo, Lansbury, che si avvicina ai 90,  gira il mondo, letteralmente. Torna a recitare e riempie i teatri in Australia, a Londra, a New York. Riceve un Oscar onorario. Rilascia anche, con mio sommo dolore, un’unica intervista a Christiane Amanpour della Cnn.

Io, più o meno ogni volta che incoccio in un episodio della Signora in giallo in tivù, corro al computer e insisto, niente da fare. A un certo punto, la regina Elisabetta  la fa Dame of the British Empire. Mi congratulo, scrivo con impertinenza «visto, che avevo ragione?». Silenzio. Passa un altro anno, su Internet, per poche ore, un giorno gira persino la bufala della sua morte. Io, timidamente, provo a scrivere di nuovo.

Arriva un sì.

Ecco l'intervista

E adesso sono qui, davanti alla porta di un appartamento di New York. Ho in mano un ingombrante mazzo di fiori male assortiti e Angela Lansbury apre la porta. Indossa pantaloni neri, una bella camicia stampata a disegni bianchi e neri, è leggermente truccata.

Comincio col dire che sono ammirata dal fatto che non abbia mai smesso di lavorare. In teatro, poi.

«Io amo il teatro, il mio cuore è lì. Ogni volta che, nella mia vita, qualcosa non andava bene, ci sono sempre tornata. Dopo la morte di mio marito (il produttore Peter Shaw, ndr) sono stata ferma tre anni per il dolore ma poi il teatro mi ha riportato un po’ di gioia. E, anni prima, quando scappai da Hollywood, fu il palcoscenico a farmi sentire bene di nuovo».

Lei è nata a Londra, si è trasferita negli Stati Uniti da ragazzina e, nel ’44 ha debuttato nel cinema, nel film Gaslight con Ingrid Bergman e Charles Boyer. 

«Avevo 19 anni, loro erano due star ma furono gentilissimi. E, del resto, io avevo molto talento, adesso lo posso dire! Il cinema allora si faceva provando ogni scena, a volte per giorni interi. La Metro Goldwyn Mayer mi mise sotto contratto. Cominciai a guadagnare benissimo: 500 dollari a settimana per 62 settimane. Un sacco di soldi. Ma pochissima libertà».

In che senso? 

«Non si poteva scegliere niente. Eravamo burattini messi in un film o nell’altro a seconda delle esigenze produttive. Ci obbligavano ad andare alle prime e ci dicevano anche con chi saremmo dovuti arrivare alla serata».

Vi fornivano anche i vestiti? 

«No, quelli ce li dovevamo comprare. O, al massimo, potevamo prenderli in prestito al guardaroba dello studio. Non c’era l’interesse che c’è oggi per i vestiti addosso alle attrici. È tutto un parlare di Tizia che indossa Balenciaga e io non ho niente contro Balenciaga o altri stilisti ma vorrei anche capire se in giro ci sia gente capace di recitare o solo di indossare dei begli abiti da sera».

Le attrici di oggi guadagnano un sacco di soldi facendo pubblicità a marchi di moda e profumi.

«Anche noi facevamo i testimonial per dei prodotti, ma i soldi li prendeva lo studio. E di me, inglese, non la classica bellezza che andava di moda allora, Hollywood non sapeva che farsene. Scappai a Broadway, a fare musical. Adoravo cantare e ballare. A furia di ballare e saltare mi sono rovinata le ginocchia e le anche. È tutto finto, adesso, sono piena di protesi. Ma funzionano, ed è quel che conta».

Nei primi anni a Hollywood si sposò la prima volta, con l’attore Richard Cromwell. Lui era gay e la lasciò dopo nove mesi con un biglietto che diceva: «Non posso andare avanti così». 

Una cosa del genere oggi non potrebbe più succedere.

«No, oggi una ragazza non sarebbe così ingenua ed è ormai rarissimo che i gay si nascondano dietro matrimoni di facciata. Ma io ero affascinata: era bellissimo, era un artista, era intelligente».

Ma con Peter, il suo secondo marito, è stata molto felice.

«Sì, e mi manca ogni giorno. Era tutta la mia vita, partner e complice, padre dei miei figli, un uomo attento agli altri, fin nei piccoli gesti. Era di quelli che ti aprono la portiera della macchina, capisce? Un uomo di quelli che oggi non esistono più. Conosco donne giovani che darebbero un occhio della testa per incontrarne uno».

Avete avuto due figli. 

«Anthony e Deirdre, sì, ma considero mio figlio anche David, che Peter aveva avuto da un matrimonio precedente. Quando Anthony e Deirdre erano adolescenti hanno avuto problemi di droga, io e mio marito eravamo impegnatissimi con il lavoro e non ci siamo resi conto subito di che cosa stava succedendo».

E poi? 

«Poi, per fortuna, abbiamo preso in mano la situazione e ci siamo dedicati a loro, fino a farli uscire dalla strada che avevano preso.L’importante è che tutto sia finito per il meglio. Deirdre ha sposato un italiano e insieme gestiscono un ristorante, Enzo e Angela».

E Anthony? 

«Anthony inizialmente voleva fare l’attore ma poi ha capito di essere più bravo come regista ed è venuto a lavorare con me, mio fratello Bruce e il suo fratellastro David. Ha diretto moltissimi episodi della Signora in giallo, mio fratello li ha scritti e David li ha prodotti, seguendo le indicazioni di suo padre che è rimasto sempre nell’ombra ma che era il vero ispiratore di tutto».

Più che la signora in giallo, una famiglia in giallo! 

«Sì, è stato il nostro progetto. Io avevo 58 anni, le occasioni al cinema e a teatro scarseggiavano e, con mio marito, decidemmo che era arrivato il momento della televisione. Non fu facile far passare l’idea di una serie tivù con una protagonista della mia età».

Già, ma poi 264 episodi e un successo che neanche abbiamo bisogno di spiegare. Ma lei che rapporto ha con Jessica Fletcher? «So benissimo che sarà nella prima riga del mio necrologio, quando morirò.  L’anno scorso, a Londra, ogni sera, quando uscivo da teatro per andare a casa, c’erano decine di persone ad aspettarmi. Italiani, spagnoli, francesi, turchi… Erano tutti lì per Jessica. Mi sono sentita una rockstar, il che alla mia età è un po’ ridicolo. Preferirei essere conosciuta per il mio lavoro a teatro o al cinema? Forse. Ma così è la vita!».

Lei viene da una famiglia di politici, suo nonno è stato leader del Labour Party e anche suo padre è stato un attivista di sinistra. A lei interessa la politica? 

«No, forse proprio perché vengo da quella famiglia lì me ne sono sempre disinteressata».

Le piace il presente, l’epoca in cui viviamo?

«Mi piacerebbe dirle di sì, per civetteria, per sembrare giovane, ma non posso. Non mi interessano i film di fantascienza che vanno di moda e non capisco niente delle nuove forme di comunicazione. Francamente, anche fossi in grado di maneggiarle, le pare che alla mia età, possa mettermi a twittare?».