Phone hacking scandal
By Dave Granlund
Politicalcartoons.com
Uno scandalo di intercettazioni telefoniche illecite da parte di un famoso giornale domenicale News of the World, ha portato dall'inizio dell'anno all'arresto di mezza dozzina di giornalisti ed alla chiusura dello stesso settimanale di proprietà del magnate dell'editoria Rupert Murdoch.
E' uno scandalo di proporzioni enormi e non è solo giornalistico, ma anche politico perchè coinvolge uno degli uomini di fiducia del primo ministro inglese David Cameron, Andrew Coulson. Questi è stato l'ex-vice-direttore del News of the World, ed è sospettato da anni di essere coinvolto nelle intercettazioni di telefonini di attori, calciatori, membri della famiglia reale, Vip della politica e dello spettacolo.
Cameron ha sempre dato la sua fiducia al suo portavoce ma mi chiedo: "Sono tutti così ingenui e creduloni questi premier?" Rupert Murdoch da parte sua ha sempre appoggiato con le sue televisioni e testate giornalistiche
prima Blair e poi Cameron e tutta questa rete di informazioni occulte non avrà in qualche modo favorito la loro elezione? (la notizia)
Martin Rowson on Rupert Murdoch and the phone-hacking scandal –
cartoon-guardian.co.uk
His Master's Voice
Dave Brown -The Indipendent
Execution of a Red Top
Dave Brown -The Indipendent
Bob Telegraph
Adams Telegraph
9/7/2011
Londra, le nuove allegre comari dei tabloid
MASSIMILIANO PANARARI
Lo sciacallaggio dei giornalisti-spia e degli investigatori privati intenti a rovistare nei telefonini delle vittime di varie vicende tragiche dell’ultimo decennio, per conto delle pubblicazioni di Rupert Murdoch, è l’episodio finale (ma non necessariamente il capolinea) di una storia di lunga data. La Gran Bretagna, madrepatria di tante cose si è inventata anche lo strapotere del gossip, nella sua valenza economica di industria dall’enorme fatturato, come nella sua dimensione (ebbene sì...) politica.
Dal tardo Rinascimento delle shakespeariane allegre comari di Windsor al Medioevo del domenicale «News of the World», la «perfida Albione» rimane sempre la scena del misfatto, il luogo dal quale il voyeurismo morboso e il tifone della calunnia (altro che venticello...) soffiano irresistibili. Proprio perché quello che un tempo si chiamava pettegolezzo, sia pure con caratteristiche differenti, nel più antico Stato liberaldemocratico d’Occidente (e, in passato, suo maggiore Impero), è divenuto un formidabile combinato disposto di fonte di profitto e di instrumentum regni.
Gli ingredienti, difatti, c’erano tutti, belli pronti e disposti in ordine. La Gran Bretagna è la nazione del Vecchio continente con la struttura sociale più piramidale (quasi castale, si potrebbe dire), dove l’estrazione si riconosce dall’accento, e dove i consumi culturali (o sottoculturali) connotano indelebilmente la provenienza di ceto (o di classe, come un tempo). Già sul finire dell’Ottocento, Lord Alfred Charles William Harmsworth, visconte di Northcliffe, il «Napoleone della stampa», si inventò, con il «Daily Mail» e il «Daily Mirror», il giornalismo popolare (nei temi come nel prezzo, all’epoca mezzo penny), antesignano dei supermarket tabloid. E quando la working class si ritrovò orfana dei piccoli privilegi legati all’essere l’aristocrazia operaia del reame che possedeva colonie in ogni parte del globo, la riduzione della razione di panem che le spettava venne compensata aumentando esponenzialmente la quota di circenses. Del resto, per titillare i sogni e incitare a guardare dal buco della serratura una monarchia risultava ideale, dal momento che, come si sa, i destini regali appassionano moltissimo anche il pubblico delle meno fiabesche repubbliche. Con l’avvento al potere della signora Thatcher, e la correlata sterzata neoliberista, che riduce l’intervento assistenziale pubblico e non risulta certo tenera con le fasce popolari, si incrementa ulteriormente il bisogno di incentivarne gli svaghi e le distrazioni rispetto alla scena pubblica di un Paese che fa da apripista alla finanziarizzazione dell’economia e alla deindustrializzazione. Sempre meno classe lavoratrice, e sempre più agglomerato atomizzato di precari e disoccupati, la «gente» anglosassone trova nella lettura dei tabloid e nella tv trash un rifugio parziale, il quale fa anche da solidissimo ancoraggio al populismo della nazione laboratorio della postdemocrazia. E il pettegolezzo, vista pure la sua utilità a fini di creazione del consenso elettorale, nell’età postmoderna si fa così direttamente gossipcrazia. Gli spin doctors, esperti di quella che l’anglista Roberto Bertinetti chiama la «manipolazione democratica», finiscono quindi per fare a gara nell’accreditarsi presso Murdoch, il potentissimo tycoon globale della stampa gossipara. Il magnate di origini australiane, populista convinto anche per ragioni di avversione personale nei confronti delle élites dell’antica madrepatria colonialista (da lui considerate spocchiose ed esangui), si erge allora, grazie alla potenza di fuoco dei suoi media (a partire dal vendutissimo Sun), ad attore diretto della politica inglese, appoggiando prima Tony Blair e poi David Cameron, con gli esiti che sono poi stati sotto gli occhi di tutti.
Proprio in queste ore, il figlio James ha annunciato la chiusura del domenicale da 3 milioni di copie nell’occhio del ciclone, il cui ex direttore, arrestato ieri per questa squallida faccenda, Andrew Coulson, ha rivestito il ruolo, guarda un po’, di portavoce del premier conservatore in carica, a conferma delle sliding doors che intercorrono tra la comunicazione politica e il giornalismo dei basic instincts nella postdemocratica Gran Bretagna dei nostri giorni. Dove i lettori di tabloid, la cui fiducia è stata tradita, come scriveva su queste colonne Bill Emmott, coincidono con altrettanti elettori, di fronte ai cui comportamenti di voto la teoria politica liberale interessata alla qualità della democrazia contemporanea non può non porsi, con la giusta dose di preoccupazione, alcuni quesiti.
Schrank -The Indipendent
Dave Brown -The Indipendent
Rebekah Brooks
Dave Brown -The Indipendent
Rupert Murdoch ha quattro figlie, ma c'è chi dice che ne abbia una quinta: Rebekah Brooks, l'amministratore delegato di News International al centro della bufera sulle intercettazioni del tabloid News of the World, pupilla e confidente del magnate australiano. Quarantatrè anni, una cascata di riccioli rosso fiamma, Rebekah è una tenace self made woman del Cheshire che da segretaria di un piccolo giornale di provincia nel 2009 è arrivata ai vertici di uno dei gruppi editoriali più potenti del mondo.
Mac Cartoons
07 July 2011
A huge phone hacking scandal has surrounded The News of the World newspaper.
“We’re not fired yet, but I’ve just hacked into Rupert Murdoch’s phone and we’re about to be.”
Mac Cartoons
08 July 2011
News International Newspapers have announced that they are closing the News of the World.
News of the World phone hacking
By Jimmy Margulies, The Record of Hackensack, NJ - 7/8/2011
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The ancient mariner
Chris Riddell on the choppy waters facing David Cameron
Chris Riddell
guardian.co.uk, Sunday 10 July 2011
Schrank -The Indipendent
Paride Puglia
Le notizie:
http://www.guardian.co.uk/media/newsoftheworld
GB, lo scandalo delle intercettazioni Murdoch chiude "News of the World"
Nota : i due protagonisti