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mercoledì 14 agosto 2024

Le meravigliose ragazze olimpiche

Le meravigliose ragazze olimpiche:



Alice D'Amato alla trave: il primo oro nella ginnastica artistica femminile alle olimpiadi

Manuel De  Rossi




ORO

Makkox



da Manuel De Rossi


#HomeOfTheOlympics #Paris2024 #ItalVolley #volleyball #Pallavolo #dreamteam
Sorelle d'Italia.
Mauro Biani




All'attacco.

Gio

Nada Hafez è incinta al settimo mese di gravidanza, ma nessuno lo sapeva. L'atleta egiziana di sciabola, dopo aver vinto contro la n.7 del ranking mondiale, la statunitense Elizabeth Tartakovsky, è stata poi eliminata. Ma ha comunque celebrato la sua partecipazione alle Olimpiadi con un post su Instagram in cui ha rivelato di essere incinta. 

"Quelle che a voi sembrano due persone sulla pedana, in realtà erano tre! Eravamo io, la mio avversaria e il mio piccolo bambino che ancora deve venire al mondo!" ha scritto Hafez sul proprio profilo Instagram, usando il termine “baby” che in inglese non fa capire il genere del nascituro. "Io e il mio bambino abbiamo dovuto affrontare la nostra giusta dose di sfide, sia fisiche che emotive. Le montagne russe della gravidanza sono già dure di per sé, ma dover lottare per mantenere l'equilibrio tra vita privata e sport è stato davvero faticoso, ma ne è valsa la pena. Scrivo questo post piena di orgoglio. Sono fortunata ad aver condiviso la fiducia di mio marito (Ibrahim Ihab) e quella della mia famiglia per essere riuscita ad arrivare fin qui".

https://www.rainews.it/articoli/2024/07/nada-hafez-latleta-egiziana-gareggia-alle-olimpiadi-al-settimo-mese-di-gravidanza-b6997513-3dab-4165-8399-910cedaf2470.html






UN RISVEGLIO D'ORO! 🥰🥇

Che buongiorno per l’#ItaliaTeam con le nostre campionesse olimpiche Sara e Jasmiiiiiiiiiiiine!!! 



Alice D'Amato ORO e Manila Esposito Bronzo alla trave 


ALICE DELLE MERAVIGLIE! 🥇

#ItaliaTeam Fijlkam Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali #Paris2024








Tre lettere per due giganti della vela: O-R-O 🥇
Che campioni Ruggero Tita e Caterina Banti! 






Che madison incredibile per le nostre Chiara Consonni e Vittoria Guazzini!!!!
Escono alla distanza e conquistano una medaglia d’oro clamorosa!!








Ginnastica artistica Italia Bronzo






Cerimonia di chiusura in grande stile a #Paris2024.

Sfila l’#ItaliaTeam allo Stade de France con in testa i nostri portabandiera Rossella Fiamingo  e Gregorio Paltrinieri.


venerdì 27 ottobre 2023

Ciao direttore! per Sergio Staino gli amici artisti.

ciao Sergio è proprio il caso di dire "riposa in pace", dopo tanto dolore grazie per l'impegno, per la lotta per aver cercato ostinatamente, fino all'ultimo, quell'angolo di luce nei tuoi occhi per i brevi momenti condivisi chissà come avresti trattato questi tempi bui tu che al buio davi del tu
Fabio Magnasciutti


Se ne va un grandissimo amico.

Un affabulatore eccezionale, una persona splendida dotata di grande senso dell'umorismo".

Dino Aloi, vignettista e storico della satira, conosceva Staino dal 1983 e con lui aveva un forte legame.
    "Era molto preciso nelle sue vignette, riusciva a far sorridere anche raccontando aneddoti, le sue esperienze. Gli abbiamo attribuito nel 2002 il premio Giorgio Cavallo. Fu una grande festa: ci intrattenne con i suoi ricordi, anche quelli su Cavallo che conosceva bene" ricorda Aloi che, con Claudio Mellana, organizzò in quell'occasione una grande mostra dedicata a Staino a Moncalieri (Torino).
    "Ha quasi inventato un genere perché da comunista - osserva Aloi - diventò l'anima critica del Pci: attraverso il suo personaggio Bobo ha raccontato il teatrino della politica degli ultimi quarant'anni. Ha fatto satira politica vista dall'interno, un grande intellettuale della sinistra che amava e però criticava, Non potevi non volergli bene. Era un geniale battutista, bravissimo anche disegnatore. Ultimamente purtroppo tutti sanno che aveva problemi di vista" Staino aveva creato la copertina per Buduar, la rivista satirica online che Aloi dirige con Alessandro Prevosto. Insieme hanno tenuto conferenze sulla storia della satira. "A scoprirlo - ricorda Aloi - fu nel 1979 Oreste del Buono che pubblicò le sua vignette su Linus. Fu direttore dell'Unità e prima, nel 1986, l'inventore di Tango, il supplemento dell'Unità, poi diventato Cuore sotto la direzione di Michele Serra. Ha ideato supplementi come La domenica del cavaliere, molto divertente e raffinato, Emme. Amava molto i giovani. La stessa ElleKappa maturò proprio con lui".
    "Mi mancherà tantissimo, oltre che un amico, era la persona giusta a cui chiedere un consiglio", dice con tristezza Aloi.
 

Per Sergio
Ellekappa 




Ciao Direttore

Ti ringrazio di avermi fatto fare un pezzetto di strada con Te. Grazie alla pubblicazione su Buduàr e su L'Unità, quando eri Direttore del giornale, ho vissuto la bellissima avventura del World Press Cartoon.

Conservo le tue email con molto affetto!

Gio


Sul giornalone della Stampa per l'omaggio a Staino ho plagiato alcuni suoi sodali di Tango
Andrea Bozzo


Ciao Staino.
Lele Corvi



Voglio salutare Sergio con questo disegno, che realizzai per la simpatica mostra organizzata nel 2020, a Firenze, dal comune amico Stefano Giraldi per i suoi ottant'anni (e per quelli di Francesco Guccini) dal titolo "Ottanta voglia di raccontare". E ricordando il nostro ultimo allegro incontro in occasione di "Racconti nella Rete" a Lucca. Ciao Sergio!
Le mie più sincere condoglianze alla famiglia.
Marco De Angelis




È morto Sergio Staino. Vorrei dire qualche parola in più sul nostro rapporto. Complicato, oppure molto semplice: non so. Magari ci proverò, ma per ora lascio la parola a Bobo: la scena è sua.

#staino #bobo #sergiostaino #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor
Mario Natangelo



Ciao Staino
Romaniello U.


A Sergio Staino Sergio Staino Due
#satira #bobo #SergioStaino #perte
Kutoshi Kimino



by Joshua Held



#SergioStaino La mia vignetta oggi nel paginone dedicato a Sergio, su 
@repubblica
Mauro Biani


#SergioStaino 💗 #propagandalive
Makkox



È morto Sergio Staino.
#Staino #SergioStaino #satira #lutto #scomparsa #Bobo
Tartarotti


SERGIO STAINO, UN COMUNISTA ERETICO MA ANCHE ORTODOSSO 
L'AMICO MICHELE SERRA LO RICORDA COSÌ SU “LA REPUBBLICA” 
■ di Michele Serra per “la Repubblica”
Sergio Staino non è stato solo un grande autore e narratore satirico (uno dei più importanti del Novecento italiano). È stato anche un intellettuale generoso e indomabile, neppure scalfito dal sospetto che la politica, la cultura, l’arte potessero mai perdere rilievo e significato sotto i colpi dei tempi nuovi. Intellettuale nel senso più profondo e più concreto del termine: una persona che suscita pensiero, lo provoca, lo organizza, e nel tumulto che ne deriva si sente vivo e utile.
Oggi, in un mondo ideologicamente scardinato, non è facile capire quale ingegnoso, incredibile azzardo fu il suo “Tango”: un giornale di satira dentro l’organo ufficiale del Partito comunista, "l'Unità", un bivacco chiassoso e programmaticamente libero dentro le mura già intaccate ma ancora imponenti di quel partito che per lui, come per milioni di italiani, era ancora casa e chiesa. Sergio, in quell’ormai lontano ’86, era già il padre di Bobo. Ovvero l’autore di una vera e propria saga del disincanto, autobiografia collettiva di un mondo perfettamente cosciente della morte dell’ideologia eppure appassionatamente vivo, persona per persona; e fermamente intenzionato a non diventare mai cinico, mai immeschinito.
In quelle strisce l’intenzione artistica di Staino era indistinguibile da quella politica: quel gruppo di famiglia era una specie di parlamentino domestico. Bobo è una delle più fortunate, limpide applicazioni dell’idea sessantottina che niente è solo privato, niente solo politico. Si trattava di elaborare il lutto (la casa comune si stava sfarinando, la Bolognina era alle porte) senza piangersi addosso e anzi ridendo di sé stessi, terapeuticamente, intelligentemente. Bobo lo faceva a partire dai suoi esordi politici giovanili, la militanza in un partitino marx-leninista settario e moralista del quale parlava quasi con tenerezza, come di una malattia formativa. Da quell’angustia il giovane Staino, architetto già con il guizzo del disegnatore, era sortito con una gran voglia di campo aperto e di avventura intellettuale.
Ma la vittoria di Bobo, il suo successo ben presto molto solido, non gli bastava. Bobo era un eroe collettivo, insieme a Cipputi è stato ed è il testimone impavido di un trapasso d’epoca di quelli che tutto travolgono tranne i sentimenti forti e i princìpi solidi. Il suo romanzo non poteva esaurirsi nell’autobiografia, era un romanzo sociale ed era un romanzo politico. Aveva necessità di compagni di viaggio e andò a snidarli quasi ovunque. (Me, molto giovane, mi inchiodò al bar Basso di Milano dicendomi: tu sei un autore di satira. Non mi risultava e glielo dissi, ma non mi sembrò che la mia opinione reggesse davanti alla sua, che era quella di un capo).
Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto, Sergio, a mettere insieme un gruppo di autori così lontani tra loro e così lontani da lui, gli anarchici, i menefreghisti, quelli del Settantasette, i comunisti, i radicali, gli allegri sporcaccioni “alla francese”, i moralisti pan-politici. Con un tasso di narcisismo e di ombrosità che, per giunta, tra i satirici è spesso altissimo, perché alla foga politica tocca sommare la prosopopea artistica. Ma la sua fiducia nella interminabile e sempre inconclusa discussione che costituisce l’essenza stessa della sinistra era così forte da vincere una scommessa che, sulla carta, sembrava quasi insensata. Andrea Pazienza con Ellekappa, Vincino con Altan, Angese con Domenico Starnone, Mannelli con Francesco Guccini, tutto si tenne. E Paolo Hendel, David Riondino, le feste di Tango a Montecchio: “Cuore” fu, di quella storia, una fortunata discendenza. Il figlio di quel padre.
Già lo slogan di lancio di “Tango”, ovvero “chi si incazza è perduto”, diceva tutto dello spirito di Sergio, che era aperto, curioso, disponibile, mai arcigno, mai escludente. Da Mao a Matteo Renzi (non è una battuta, è l’enunciazione di una vastità) non c’è fase o personaggio della storia della sinistra e della post-sinistra con i quali Sergio non avesse voglia di aprire un contraddittorio permanente. Perché Sergio aveva la fortuna di essere – o di essere diventato per intelligenza e per voglia – al tempo stesso un eretico e un ortodosso, un riformista e un incendiario, un polemico e un tollerante, un uomo di partito e un artista irriducibile a qualunque convenienza politica, una persona schieratissima eppure dal giudizio sempre libero. Lasciando un segno che, a volerlo intendere, è tanto più importante quanto più la discussione pubblica va facendosi acrimoniosa e suscettibile: essere appassionati ed essere tolleranti non solo non è incompatibile, ma l’una e l’altra facoltà possono darsi reciproco sostegno. “Chi si incazza è perduto”.
Le persone che, sulla scena artistica e culturale italiana, devono qualcosa a Sergio Staino sono parecchie: la sua capacità di “fare ambiente” e anzi crearne di nuovi, la sua voglia di animare giornali, riempire teatri, organizzare incontri è stata ininterrotta (fino alla presidenza del club Tenco, la cui rassegna è in corso proprio in questi giorni sul palco dell’Ariston). Ha fatto incontrare persone, ha incrociato altri artisti e li ha fatti incrociare tra loro, ha preso di petto i leader della sinistra da pari a pari, è intervenuto in tutti o quasi i dibattiti esistenti perché rimanersene zitto non era nelle sue facoltà. Ha sollecitato chiarimenti e ha sollevato polemiche, e sempre come se nessuna partita fosse chiusa e tutte le occasioni ancora aperte. Era ottimista, spiritoso, coraggioso. Non si è mai arreso alla cecità progressiva che lo ha tormentato per quasi tutta la vita. Ha continuato a lavorare con l’aiuto di suo figlio Michele e il sostegno inesauribile di sua moglie Bruna.
Mancherà molto a chi gli ha voluto bene. Oltre agli amici, milioni di lettori, che gli saranno sempre grati per avere raccontato gli sconvolgimenti della sinistra italiana come se la sinistra, anche in mezzo ai cocci, fosse ancora una comunità, e il suo viaggio non debba mai avere fine.






*****

venerdì 30 giugno 2023

Mediterraneo: ogni giorno una tragedia.

 

Marilena Nardi

19 June 2023

Massacre in the Mediterranean

'It is the greatest tragedy in the Mediterranean', said Ylva Johansson, EU Commissioner for Internal Affairs. 

https://cartoonmovement.com/cartoon/massacre-mediterranean



Emanuele Del Rosso
15 June 2023
The cold shoulder
https://cartoonmovement.com/cartoon/cold-shoulder

#Grecia #Europa #persone #migranti #rifugiati 
79 morti, centinaia di dispersi.
"L'abisso di Calipso", il nostro abisso.
Mauro Biani

Mauro Biani @maurobiani
·18 giu
#Grecia #Europa #LuttoUniversale #persone #migranti #rifugiati
C'era mare calmo. Centinaia di invisibili scompaiono. Chi li conosce?


"È colpa di tutti, nessuno escluso."

600 persone morte nel naufragio di Kalamata in Grecia.
Stimati circa 100 bambini a bordo.
Sono stati recuperati i corpi di 78 persone tutti gli altri dispersi.
104 le persone tratte in salvo.
Gianluca Costantini





E L E N A . ospina
20 June 2023
Everyday tragedy
All developed countries, blind, deaf and dumb with this daily tragedy...
https://cartoonmovement.com/cartoon/everyday-tragedy


Due giorni fa un grande ex #peschereccio è affondato al largo del #Peloponneso, in #Grecia.
L’imbarcazione era stracolma e si stima potesse contenere da 400 a 750 persone.
Si ritiene probabile che anche la stiva fosse affollata. Di solito vi si sistemano donne, anziani e bambini, per proteggerli dal sole.
C'è chi parla di almeno cento bambini, ma non ci sono conferme.
Per tredici ore prima del naufragio erano partite decine di richieste di soccorso.
Martedì 13 alle 9.47 un aereo di sorveglianza di Frontex aveva allertato l’autorità italiana e quella greca. La guardia costiera italiana ha girato la segnalazione a quella greca. Questa alle 13.50 ha inviato un elicottero, che alle 15.35 ha avvistato il peschereccio. La guardia costiera greca sostiene di non aver avviato le operazioni di soccorso perché dalla nave non è arrivata una richiesta soccorso.
Questo nonostante dalla nave continuassero a giungere telefonate di richiesta di aiuto (sono state 19) e le persone sul ponte affollato della nave si sbracciassero verso l’elicottero.
Lo stesso è avvenuto alle 18.00 quando una motovedetta greca si è avvicinata, senza però iniziare i soccorsi.
All’una di notte l’ex peschereccio si è rovesciato ed è affondato in pochi minuti.
Finanziare i lager in Libia e ritardare e rimpallare le responsabilità di salvataggio nel tentativo di non dover poi prendersi carico di quelle persone in pericolo, uccide centinaia di uomini, donne e bambini.
Un giorno, nel futuro, la storia riconoscerà le responsabilità dei governi e (in parte) di chi li ha votati.
Stefano Tartarotti 16/06/23
#immigrazione #naufragio



Più di 600 morti nel naufragio di migranti in Grecia, la realtà è che c'è una totale indifferenza, quando va bene, altrimenti c'è anche chi gioisce.
Paolo Lombardi




Ora cosa si farà di fronte alla nuova enorme strage di migranti sulle coste della Grecia ?
Il Manifesto propone il  "Lutto Universale", ovviamente considerandolo molto più necessario del nostro recente lutto nazionale, ma io temo che in effetti sarà un bel suggerimento come utile salvataggio delle coscienze di tutti coloro che dovrebbero e potrebbero fare qualcosa.
Gianfranco Uber




Aiuto Grecia
GIO / Mariagrazia





by Makkox




Schot

16 June 2023

Boat refugees

Asylum seekers to Europe/EU. Human trafficers

https://cartoonmovement.com/cartoon/boat-refugees



Marco De Angelis

26 June 2023

Dirty plates

How Europe thinks about migrants.

https://cartoonmovement.com/cartoon/dirty-plates


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Fonte Internazionale

L’imbarcazione su cui viaggiavano Moshin Shazad e gli altri era partita da Tobruk il 9 giugno, era diretta in Italia, lungo una rotta da cui sono arrivati nel 2023 la metà dei migranti partiti dalla Libia.

“Secondo le prime testimonianze sarebbe corretta la stima di 700-750 persone a bordo, tra cui almeno quaranta bambini, che probabilmente erano nella stiva. Se questi numeri fossero confermati, si tratterebbe del secondo naufragio più grave avvenuto nel Mediterraneo dopo quello dell’aprile 2015”, racconta Flavio Di Giacomo, dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Settantotto corpi sono stati recuperati finora in mare al largo della penisola del Peloponneso. Ma l’Oim ha affermato di “temere che altre centinaia di persone” siano annegate. Il portavoce della guardia costiera greca Nikos Alexiou ha detto che l’imbarcazione è naufragata, dopo che le persone si sono spostate bruscamente su un lato. L’imbarcazione è affondata in quindici minuti.

Frontex li aveva avvistati

Secondo le autorità greche, un aereo di sorveglianza dell’agenzia europea Frontex aveva avvistato la barca il 13 giugno. In un comunicato Frontex ha confermato di avere visto l’imbarcazione in mattinata, alle 9.47 (12.47 ora greca) del giorno precedente al naufragio e di averlo comunicato alle autorità preposte al soccorso, cioè alla guardia costiera greca. Anche la guardia costiera italiana e due mercantili avevano segnalato alle autorità greche la presenza dell’imbarcazione in difficoltà. Ma secondo la guardia costiera greca, i passeggeri dell’imbarcazione “hanno rifiutato qualsiasi aiuto”, perché i migranti si stavano dirigendo verso l’Italia.

“Nel pomeriggio, una nave mercantile si è avvicinata alla barca e le ha fornito cibo e rifornimenti, mentre i (passeggeri) hanno rifiutato ogni ulteriore assistenza”, ha detto la guardia costiera greca in un comunicato. Una seconda nave mercantile in seguito ha offerto più rifornimenti e assistenza. Ma anche questa volta sono stati rifiutati, secondo i greci.

Alle 22.40 (ora greca), una motovedetta della guardia costiera ha raggiunto la nave “e ha confermato la presenza di un gran numero di migranti sul ponte”, è scritto nel comunicato delle autorità greche. “Ma hanno rifiutato qualsiasi assistenza e hanno detto che volevano continuare in Italia”. Tuttavia le leggi internazionali sul soccorso in mare avrebbero imposto in ogni caso ai greci di intervenire per le condizioni in cui l’imbarcazione stava navigando. Diverse testimonianze contestano la versione delle autorità greche.

Il motore della barca si è rotto intorno all’1.40 del 14 giugno e intorno alle 2 la barca si è ribaltata ed è affondata, secondo quanto ricostruito dalle autorità greche. Il naufragio è avvenuto 15 ore dopo la prima segnalazione. I naufraghi hanno chiesto aiuto, telefonando alla rete di volontari Alarmphone, già dal 13 giugno, dicendo di avere contattato anche “la polizia”. L’attivista Nawal Soufi, che vive in Italia, ha raccontato che i migranti con cui era in contatto telefonico le hanno detto che alcune imbarcazioni si sono avvicinate, distribuendo delle bottigliette di acqua.

“Il 13 giugno 2023, nelle prime ore del mattino, i migranti a bordo di una barca carica di 750 persone mi hanno contattata comunicandomi la loro difficile situazione. Dopo cinque giorni di viaggio, l’acqua era finita, il conducente dell’imbarcazione li aveva abbandonati in mare aperto e c’erano anche sei cadaveri a bordo. Non sapevano esattamente dove si trovassero, ma grazie alla posizione istantanea del telefono Turaya (telefono satellitare, ndr), ho potuto ottenere la loro posizione esatta e ho allertato le autorità competenti”, scrive Soufi, condividendo la sua ricostruzione su Facebook.

“La situazione si è complicata quando una nave si è avvicinata all’imbarcazione, legandola con delle corde su due punti della barca e iniziando a buttare bottiglie d’acqua. I migranti si sono sentiti in forte pericolo, poiché temevano che le corde potessero far capovolgere la barca e che le risse a bordo per ottenere l’acqua potessero causare il naufragio. Per questo motivo, si sono leggermente allontanati dalla nave per evitare un naufragio sicuro”, continua l’attivista nel suo post.

“Durante la notte, la situazione a bordo dell’imbarcazione è diventata ancora più drammatica. Io sono rimasta in contatto con loro fino alle 23 ore greche, cercando di rassicurarli e di aiutarli a trovare una soluzione”. Fino all’ultima chiamata in cui “l’uomo con cui parlavo mi ha espressamente detto: ‘Sento che questa sarà la nostra ultima notte in vita’”, conclude. Il parlamentare greco Kriton Arsenis, che ha parlato con i sopravvissuti a Kalamata, ha confermato la versione dell’attivista Soufi e ha dichiarato che l’imbarcazione si è ribaltata dopo essere stata trainata con delle corde dai greci. Secondo Arsenis, i greci volevano spingere l’imbarcazione di migranti nelle acque di ricerca e soccorso italiane. Ma le autorità hanno negato questa ricostruzione.

mercoledì 28 giugno 2023

In ricordo di Francesco Nuti

 

Per Francesco Nuti
Makkox



“Ho sempre pensato che quando Francesco Nuti sarebbe morto avrebbe finito di soffrire, ma non avevo pensato che avrei iniziato io. Ora tocca a me”. 

Giovanni Veronesi

E dopo una lunghissima malattia ci lascia l'attore toscano Francesco Nuti 
Carrera Arcangelo


IN RICORDO DI FRANCESCO NUTI (1955-2023)
Nel giorno in cui è morto Silvio Berlusconi se ne va anche Francesco Nuti, da Narnali, frazione di Prato, attore e regista, uno dei quattro "malincomici" (con la emme) che rilanciarono il cinema italiano negli anni Ottanta. Lui, insieme al corregionale Roberto Beningni, al campano Massimo Troisi e al romano Carlo Verdone. Aveva 68 anni, dal 2006 era sulla sedia a rotelle, in una condizione di vita sempre più atroce e sofferente. Ci sono stati anni, quando io lavoravo a "l'Unità" e lui era all'apice del successo, prima con "Io, Chiara e lo Scuro" e poi, passando alla regia, con titoli come "Willy Signori e vengo da lontano" o "Caruso Pascoski (di padre polacco)", nei quali ci si conosceva bene. Era divertente sentirlo parlare di donne e politica, sfotticchiare il prossimo, inventare storie da cinema.
Veniva dalle Case del Popolo toscane, dal trio dei Giancattivi, sapeva comporre, cantare e suonare la chitarra, la fossetta sul mento, un po' alla Kirk Douglas, fece la sua fortuna, insieme a un atteggiamento da bischero brillante: ora timido, ora aggressivo, ora tendente al triste, ora sbruffone. Forse i suoi film migliori li fece facendosi guidare da Maurizio Ponzi, i primi; poi con i soldi e il successo venne anche la pretesa di dirigersi, alla maniera appunto di Benigni, Troisi e Verdone. Di sicuro possedeva il senso del ritmo, anche il piacere di piacere e di sentirsi desiderato dalle "donne con le gonne". Ha saputo vivere con dignità l'infermità, ritirandosi da tutto, sorretto dalla figlia Ginevra, per provare a non farsi schiantare dalla malattia, forse pure dalla vergogna. Francesco era esagerato in alcune sue manifestazioni, certo l'alcol a un certo punto diventò un problema serio, la sfortuna, con una brutta caduta, fece il resto. Una strana misoginia "democratica" animava il suo cinema, oggi sarebbe impossibile per un comico girare alcune scene che Nuti, con gusto provocatorio, inserì nelle sue commedie, sempre più cupe, amarognole.
Le mie condoglianze più sincere alla sua famiglia.
Michele Anselmi


 
Sessantotto anni fa, il 17 maggio 1955, nasceva a Prato, Francesco Nuti. Attore, regista, sceneggiatore produttore cinematografico e cantante italiano. Mi ricordo che nel 1984, durante una "Domenica in" di Baudo, uno degli autori, Franco Torti, ci presentò dandomi il piacere di conoscerlo. Buon compleanno. Carrera Arcangelo 17 05 23




 ALCUNE CONSIDERAZIONI PERSONALI : Una volta nel mio ufficio entrò una ragazza che voleva fare l'attrice. 24 anni era la sua età. Avevo alla parete tante foto di Francesco Nuti scattate da mio padre, lei le guardò e mi chiese chi fosse. Ecco bisognerebbe ricominciare da qui. Se si studia cinema o si ha l'ambizione di fare l'attore o il regista non si può non conoscere il lavoro di Francesco Nuti. Qualcuno in questi giorni, anche personaggi noti, hanno lamentato il fatto che le TV non trasmettono i film di Nuti. In realtà qualche volta l'hanno fatto ma non così spesso come hanno fatto nel ripetere martellando alcune produzioni straniere. Magri Rambo è passato 100 volte e Stregati una, ma questo vale per molti altri artisti italiani. Perché è così importante far vedere i film di Nuti? Perché sono realistiche favole piene di dolce e romantica umanità qualcosa che oramai sa di vecchio ma che è più che mai necessario. Il sogno romantico di un racconto dolce sa di vecchio, meglio i complessi e tormentati racconti di una società malata ma presente e più o meno reale. Ma al di là di questo vedere un film di Nuti significa imparare a "vedere" come si fa il cinema. Dal soggetto alla sceneggiatura, alla regia. Nuti era completo come un artista del rinascimento italiano. Ogni suo film è una poesia raccontata per immagini. Poi c'è la sua faccia. Il suo sorriso unico. La fossette sul mento. Un viso straordinario che "spaccava" lo schermo come pochi. Nuti era un toscano internazionale per questo i suoi film erano amati anche all'estero. Era un cantante, un musicista ed un pittore (pochi lo sanno). Ora ci vorrebbe l'impegno, per chi può farlo, di cominciare a diffondere il lavoro completo di Nuti come parte fondamentale della nostra cultura cinematografica. Andava fatto già prima, secondo me, ma come sempre ci si accorge della grandezza di certe persone solo quando oramai non ci sono più. Fabrizio Borni 

 ***
   

Tratto dal mitico film del 1982 "Madonna che silenzio c'è stasera" uno strepitoso Francesco Nuti in "Puppe a pera" !!! ;-)))

 

Francesco Nuti - Sarà per te (Sanremo '88 Serata finale) - live.
 Written-By – Riccardo Mariotti. Arranged By – Riccardo Galardini. Restoration sound and montage by VM (Vladimir Mastica).
Ad ovest di Paperino è un film commedia del 1981 scritto e diretto da Alessandro Benvenuti con Francesco Nuti e Athina Cenci, ossia, il trio cabarettistico dei "Giancattivi". Trama: Firenze, dal mattino alla sera, tre giovani incontratisi casualmente vivono una giornata di routinario non-sense, percorrendo senza meta le strade di una città surreale, popolata di luoghi e personaggi quasi impossibili. Il fine è la semplice attesa del domani, passando il tempo nella costruzione di situazioni grottesche, all'interno delle quali liberare uno stralunato e irriverente genere comico. La Rai, con tutti i canali che ha, non trasmette nemmeno un film di Francesco Nuti, poiché è impegnata a celebrare un pluripregiudicato, piduista, colluso con la mafia e complice degli attentati del 1993. Pertanto segnalo che su Youtube sono disponibili i primi due film di Nuti completi, probabilmente i migliori in assoluto: "Ad ovest di Paperino" e "Madonna che silenzio c'è stasera" e su Dailymotion tanti altri https://www.dailymotion.com/video/x8lt5ms

martedì 27 giugno 2023

Addio Silvio: la satira, grata, ti saluta! (Seconda parte)

 


By Riccardo Mannelli


B

Makkox


Camera ardente

Pillinini



La Repubblica del Banana. Silvio #Berlusconi è morto a 86 anni: capo di 4 governi, pregiudicato per frode fiscale, finanziatore della mafia e 9 volte prescritto. Le tv lo beatificano, domani funerali di Stato e pure lutto nazionale #funeralidistato #luttonazionale

Christian Durando




Berlusconi 

Valerio Marini



Berlusconi siamo noi #berlusconi #mafia #corruzione #beatificazione #fascismo #razzismo #italia

Paolo Lombardi


#Berlusconi #lutto #dudu
Tartarotti


don't you forget about me
Magnasciutti



Mike Comics



ROBA PASSATA
In effetti la vita del paese l'ha cambiata radicalmente.  
Decisamente in peggio.  
Ha rimbambito generazioni di italiettani 
con insulsi programmi televisivi fatti di volgarità, 
aggressioni verbali e ignoranza, riducendo poi 
anche il servizio pubblico a tale livello.
Ha sdoganato la prostituzione minorile e 
trascinato il paese nel ridicolo grazie agli infantili 
cucù alla Merkel e corna nelle foto di gruppo nei G8, 
per non parlare dei procedimenti penali decaduti 
per prescrizione "grazie" alle sue stesse leggi.
Parlare della vita di un pregiudicato come fosse quella di un santo 
è infamante nei confronti di tanta gente che ha vissuto 
un'esistenza per il bene e la crescita morale e culturale 
della collettività, pagando spesso con la vita 
scelte di altissimo profilo.
Roberto Mangosi





14 giugno 2023 - Ci piace ricordarlo così.

© Milko Dalla Battista



By Mario Bochicchio


Lutto e omaggio nella Repubblica del Banana

"Ahi, povera Italia ridotta in schiavitù, dimora di sofferenza, nave alla deriva nel pieno della tempesta, non più signora dei popoli, ma luogo di prostituzione!"
Puglia Paride


Io non dimentico, non perdono: non posso

"Io vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo. Il male che l'uomo fa vive oltre di lui, il bene sovente, rimane sepolto con le sue ossa...e sia così di Cesare."(da Giulio Cesare di W. Sheskspare)
Paride Puglia


"E questo è tutto gente".
Gianni Fioretti

Luca Ricciarelli




By Vanessi



By Riccardo Mannelli


By Riccardo Mannelli


La satira ringrazia
Tiziano Riverso