+Ho chiamato questa mattina Luigi Bona per scusarmi per l’esclusione di @museoWOW dai contributi per l’emergenza Covid. Un errore di interpretazione degli uffici che correggeremo subito. I fumetti sono arte e il @_MiBACT in questi anni ha sempre lavorato per valorizzarli. https://t.co/Tw2RaYhFIi
— Dario Franceschini (@dariofrance) November 13, 2020
Coronavirus, Franceschini: altri 17 milioni per il ristoro dei musei non statali, incluse realtà finora non beneficiarie
e fondi anche per il Museo del Fumetto di Milano
Il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, ha firmato un decreto che destina ulteriori 17 milioni di euro per il ristoro dei musei non statali e soddisfare così integralmente tutte le richieste di ristoro pervenute. Prosegue così l’azione di sostegno nei confronti di importanti istituzioni culturali private fortemente danneggiate dall’emergenza sanitaria includendo diverse realtà finora escluse, tra le quali il Museo Fumetto di Milano, spazio WOW.
“I fumetti sono arte e il MiBACT in questi anni ha sempre lavorato per valorizzarli”, ha dichiarato il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, anticipando il provvedimento e ribadendo così il proprio impegno nel riconoscimento di una forma di espressione culturale e creativa. Prosegue in questo modo il percorso avviato nel 2018 con il progetto Fumetti nei Musei, che ha portato alla realizzazione di una collana di 51 albi in cui alcuni tra i principali fumettisti italiani hanno raccontato, con tratto creativo e originale, diversi musei statali e ha dato vita al primo Fondo statale del fumetto, custodito all’Istituto Centrale per la Grafica. Fumetti nei Musei è stato anche lo spunto per la realizzazione di tre mostre dedicate al linguaggio del fumetto ed è stato anche uno tra i progetti di punta selezionati dal Ministero per gli affari esteri e la cooperazione internazionale per la XX settimana della lingua italiana, appena conclusa con successo con la realizzazione di webinar, mostre e l’invio di 1.300 copie della collana alle biblioteche degli istituti di cultura italiana nel mondo.
L’azione di valorizzazione culturale del fumetto intrapresa dal MiBACT passa anche attraverso i due tavoli istituti dalla Direzione generale creatività contemporanea, per quantificare il valore delle tante manifestazioni attive in Italia, e dalla Direzione generale biblioteche e diritto d’autore, per la ricognizione del patrimonio fumettistico custodito nelle biblioteche statali. Importanti anche le azioni a sostegno delle principali fiere del fumetto che si svolgono in diverse città italiane e ciò che si sta facendo per verificare gli impatti della pandemia su di un comparto articolato in diverse professionalità, al fine di poter sostenere tutti coloro che partecipano alla realizzazione di un fumetto. Infine, il MiBACT partecipa con un finanziamento la realizzazione del museo del fumetto di Lucca.
Roma,
13 novembre 2020
Ufficio Stampa MiBACT
Ma cosa era successo:
Lo spiega il direttore Luigi Bona:
La notizia è stata ripresa da tanti giornali e tv, le proteste sono state tante e così per fortuna il ministro è intervenuto e la questione si è risolta.
Intanto un burocrate romano ci ha appena dichiarato che WOW Spazio Fumetto - Museo del Fumetto di Milano "non rientra tra i musei e luoghi della cultura che espongono beni culturali" in quanto "luogo espositivo di cose prive della qualità di bene culturale" (alla faccia di tutti i nostri riconoscimenti anche formali, in barba alla Regione Lombardia e al Comune di Milano, e con un bel messaggio per tutte le realtà culturali italiane - come gli Uffizi - che evidentemente si stanno sbagliando). Quindi non abbiamo possibilità di fruire del minimo Fondo emergenza (questa è la sostanza della dichiarazione) stanziato in agosto dal Ministero. Siamo comunque solidali con le altre realtà in difficoltà anche se fruitrici di quel contributo.
Intanto un burocrate romano ci ha appena dichiarato che WOW Spazio Fumetto - Museo del Fumetto di Milano "non rientra...
Pubblicato da Luigi F. Bona su Domenica 8 novembre 2020
Si perchè i fumetti sono arte.
“Quando ho voglia di rilassarmi leggo un saggio di Engels, se invece desidero impegnarmi leggo Corto Maltese” scrisse una volta Umberto Eco
Umberto Eco fu uno dei primi ad analizzare in modo approfondito, con i suoi pro e contro, il fumetto, arrivato ad essere considerato col tempo la nona arte.
Umberto Eco, semiologo, filosofo e scrittore italiano scomparso recentemente, ha lasciato in eredità ai posteri milioni di spunti di riflessioni e, con la sempre più crescente popolarità del fumetto, è impossibile non prendere in considerazione il saggio “Il mito di Superman”, contenuto nella raccolta Apocalittici e Integrati.
Già nel ’64 Eco, analizzando attentamente quello che era al tempo la figura iconica dei supereroi (Superman) e contestualizzandola con i bisogni, gli usi e i costumi di una società inevitabilmente in fase di cambiamento, riuscì a carpire la grande potenzialità comunicativa e a catalogare il fumetto nella concezione generale di “cultura di massa”.
Analizzando Superman, alieno originario del pianeta di Kripton (dove è conosciuto col nome di Kal-El) e che vive sulla terra “camuffato” da giornalista sotto le mentite spoglie di Clark Kent, lo scrittore introduce il nuovo concetto di mito il quale, per essere tale e ben identificabile dalla società, deve avere caratteristiche divine, inserite però in un contesto comune e familiare, quotidiano.
Ecco che allora il mito “scende sulla terra” e viene abbassato a livello dei comuni mortali: Clark Klent diventa così un giornalista alle prese con l’esuberante personalità della collega Lois Lane, con la quale ha un conflitto di amore-odio che gli provoca inoltre pene d’amore.
Il concetto fondamentale che emerge dall’analisi di Eco è però il meccanismo inconscio che scatta nella massa, dettato dalla cognizione del tempo che le avventure supereroistiche hanno: nelle avventure non c’è nessuna continuità, perché questo vorrebbe dire “usare” il mito (il personaggio in questione), spingerlo un passo in avanti nella strada verso l’invecchiamento e la morte.
Non esiste più un concetto di tempo lineare, non esiste più una programmazione del futuro poiché il flusso del tempo scorre interamente nel presente . In questo modo, la massa può essere influenzata nella decisione di qualunque azione programmata e convinta che, se avesse potuto, le azioni in questione sarebbero state comunque scelte e fatte.
La critica mossa da Eco (che di fumetti fu un grande appassionato, come testimoniato dalla celebre frase “Posso leggere la Bibbia, Omero o Dylan Dog per giorni e giorni senza annoiarmi”) è figlia di un’analisi sociologica del tempo che, forse involontariamente (o no) ha influenzato tutti gli universi fumettistici dei supereroi.
Da tempo ormai le Continuity (gli archi narrativi dedicati a ogni supereroi) sono corpose, lineari, fatte di morti improvvise e colpi di scena che dimostrano l’evoluzione di “miti” ormai rivisitati sotto un’altra prospettiva.
Allo scrittore va data, oltre che la gratitudine eterna per l’apporto letterario, sociale e filosofico donato al nostro paese (e non), anche il merito di aver spianato la strada all’ascesa di un fenomeno di massa che, passo dopo passo, si è meritato l’attenzione della critica fino ad essere considerato, finalmente, la nona arte.