Political Cartoons by Chip Bok
''Per quelli che sono qui stasera che sentono il bisogno di contraddire i miei ricordi con la verita', ricordo che anche io sono qui. Ho storie su tutti voi, foto di molti di voi e conosco un giornalista del Rolling Stone''.
L'illustre carriera di McChrystal ha ricevuto un brusco arresto dopo che e' stato costretto a dare le proprie dimissioni da comandante Usa in Afghanistan a seguito del discusso articolo della rivista Rolling Stone nel quale si e' lasciato andare a critiche contro alcuni funzionari dell'amministrazione Obama.
Dopo l'ironia, pero', McChrystal ha raccolto il saluto dei vertici militari, della Casa Bianca e dell'ambasciatore in Afghanistan con un sorriso amaro velato dalla tristezza.
''Ho lasciato una missione che ho sentito fortemente. Ho finito una carriera che ho amato e che ha avuto inizio oltre 38 anni fa. Lascio degli impegni senza averli portati a termine, impegni che avevo preso con i miei compagni di battaglia, impegni che considero sacri'', ha ammesso con commozione.
''Il mio servizio non e' finito come avrei voluto'', ha concluso il generale.
Sacked
By Olle Johansson Sweden
Il presidente Barack Obama ha rimosso il comandante della guerra in Afghanistan Stanley McChrystal che aveva sbeffeggiato i civili della sua amministrazione. Il presidente ha affidato il comando delle forze Usa e Nato a uno stratega collaudato, il generale David Petraeus, popolare architetto della strategia dei rinforzi del 2007 in Iraq che ha debellato la contro-offensiva.
General McChrystal
By Nate Beeler The Washington Examiner
McChrystal ha perso il posto per aver parlato a ruota libera: "Il dibattito nella mia squadra e' benvenuto, ma non tollero le divisioni", ha detto Obama nel Giardino delle Rose della Casa Bianca, al suo fianco Biden, Petraeus e il capo degli Stati Maggiori Mike Mullen. "Cambio un uomo ma non la strategia', ha detto il presidente e al quartier generale della Nato il segretario generale Anders Fogh Rassmussen ha confermato: la strategia "non cambia".
Daryl Cagle
McChrystal, segaligno e asceta, e' scivolato su un beffardo articolo della rivista anti-militarista Rolling Stone: un lungo profilo del giornalista freelance Michael Hastings infarcito di parolacce e commenti da caserma sul presidente e sul suo staff.
L'intervista a rollingstone:
The Runaway General
Stanley McChrystal, Obama's top commander in Afghanistan, has seized control of the war by never taking his eye off the real enemy: The wimps in the White House
Stanley McChrystal: Generale in fuga(l'intervista tradotta)
Improvied-Explosive-Device
McCrystal Problem Saluting
By Bill Schorr
Cagle Cartoons
McChrystal-Foot
by Bennett
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Intervista-shock, McChrystal in bilico
Mario Platero
23/06/2010-NEW YORK. Dal nostro corrispondente
Barack Obama è stato chiarissimo: si risolverà soltanto oggi, durante un incontro alla Casa Bianca che si preannuncia drammatico, il destino del generale Stanley McChrystal, richiamato d'urgenza a Washington dopo la pubblicazione su Rolling Stones di dichiarazioni sue e dei suoi uomini, irriverenti e offensive su ambasciatori americani, consiglieri di Obama e persino sul vicepresidente. McChrystal, il comandante in testa delle truppe schierate in Afghanistan, ha già chiesto scusa. Ma il suo destino è in bilico, perché, improvvisamente, dalle dichiarazioni polemiche il dibattito politico si è esteso alle difficoltà che incontra l'offensiva americana in Afghanistan e alla coesione e al morale delle truppe al fronte. Anche perché molte delle dichiarazioni offensive giungono dai più vicini collaboratori del generale. «I commenti del Generale McChrystal dimostrano poco buon senso…ma voglio parlare faccia faccia con il generale prima di prendere una decisione» ha detto il Presidente ai giornalisti subito dopo una riunione del governo. Poi ha aggiunto: «Ci tengo a sottolineare però che al di là della mia decisione quel conta è la nostra missione in Afghanistan e il benessere dei nostri soldati». Le indiscrezioni riprese da Time magazine secondo cui McChrystal avrebbe già rassegnato le dimissioni non sono state confermate al momento di stampare questo giornale. Coloro che premono per una conferma di McChrystal rilevano che suoi virgolettati diretti non erano così offensivi e che la missione non viene mai messa in dubbio. Insomma nell'articolo c'è lo sfogo personale di un soldato. Obama inoltre ha già licenziato un generale, David McKiernan, il predecessore di McChrystal, il primo licenziamento di un generale in 50 anni. Resta il fatto che le dichiarazioni e il tono dell'articolo sono inaccettabili, al limite dell'insubordinazione, per qualunque soldato di qualunque grado. Il titolo dell'articolo, “The Runaway General”, il “Generale Ribelle” contiene uan frase provocatoria: «I veri nemici del Generale? I mollaccioni alla Casa Bianca». A Obama è bastato leggerlo per infuriarsi, ha rivelato il suo portavoce Robert Gibbs che ha aggiunto «il generale ha commesso un errore enorme». Il problema principale per McChrystal è che il titolo di Rolling Stones non era “tirato”. Rifletteva lo spirito di sue dichiarazioni virgolettate e non smentite che attaccavano tutti, incluso il Presidente degli Stati Uniti d'America, il suo “commander in chief”, Barack Obama. La revisione ordinata da Obama sull'andamento della guerra diventa così «un periodo doloroso…Volevo far passare una linea che non era possibile far passare». Un suo aiuto riferisce che «anche se il boss ha votato per Obama, non si sono mai presi…», e aggiunge: «Il capo era molto deluso…il Presidente non sapeva nulla di lui…ecco l'uomo che deve combattere la tua guerra e lui non sembrava essere interessato…dieci minuti di rapido incontro alla Casa Bianca, una foto e via…». Sono le dichiarazioni di uno dei soldati, tra una birra e l'altra tra un viaggio e l'altro, tra una missione e l'altra. Michael Hastings, l'autore dell'articolo, in effetti ha seguito per un mese il generale e la sua squadra, la mitica “Team America”, fatta da spie, sicari, avvocati, intellettuali anticonformisti per scrivere un profilo sul generale, conosciuto fin dai tempi dell'accademia militare di West Point per la sua irriverenza nei confronti dei superiori, per il suo machismo e per una serie di azioni al margine della corte marziale. E ce n'è per tutti. Il Viceprsidente Joe Biden viene ridicolizzato, un uomo «di corte vedute…creerà il Chaos-istan». McChrystal attacca anche Richard Holbrooke, l'inviato speciale del Presidente nella regione: «un'altra sua email…? Non ho neppure voglia di aprirla». «Il capo considera Holbrooke un animale ferito, uno che crede continuamente di sentire voci su un suo possibile licenziamento e questo lo rende pericoloso» spiega un altro aiutante di campo. Sotto attacco anche l'Ambasciatore americano a Kabul, Karl Eikenberry, un ex generale che «cerca di coprirsi il fondoschiena con dichiarazioni negative su quel che facciamo in Afghanistan senza neppure consultarsi prima…». Jim Jones, il capo del consiglio per la Sicurezza Nazionale è un «pagliaccio, rimasto fermo al 1985, alla guerra Fredda». L'unica che si salva è Hillary Clinton: «Ha difeso il generale – dice l'aiutante (che sia lo stesso McChrystal?)– lo ha appoggiato e gli ha dato tutto quello di cui aveva bisogno». Osservazione che semmai ha aumentato l'irritazione della Casa Bianca.
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Gen. Stanley A. McChrystal, commander of NATO's International Security Assistance Force and US Forces-Afghanistan, works on board a Lockheed C-130 Hercules aircraft between Battlefield Circulation missions.
US Navy Petty Officer 1st Class Mark O'Donald/NATO
CHAPPATTE
Toles
John Darkow, The Columbia Daily Tribune, Missouri
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Political-Cartoons/McChrystal-Finished.
Stephen Breen
CHAPPATTE
Toles
John Darkow, The Columbia Daily Tribune, Missouri
*
Political-Cartoons/McChrystal-Finished.
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Una guerra disastrosa: è il ritratto del conflitto in Afghanistan che emerge dalla poderosa fuga di notizie, innescata da Wikileaks, secondo cui tra le carte «potrebbero esserci le prove di crimini di guerra». Civili morti e di cui non si è mai saputo nulla, un’unità segreta incaricata di «uccidere o catturare» ogni talebano senza alcun processo, i droni Reaper telecomandati a distanza da una base del Nevada, l’escalation della campagna talebana con le mine nascoste (che finora ha causato almeno 2.000 vittime civili), la collaborazione tra i servizi segreti pakistani (Isi) e i talebani: gli archivi segreti della guerra in Afghanistan sono stati svelati da Wikileaks -il portale Internet creato proprio per pubblicare documenti riservati, autore nel passato di numerosi scoop- e consegnati al New York Times (in Usa), al Guardian (in Gran Bretagna) e a Der Spiegel (in Germania).
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Sbavagliamoci
Wikileaks svela la 'vera' guerra in Afganistan.
MAURO BIANI - http://maurobiani.splinder.com/