Peppino e la memoria - Gianni Allegra |
Un piccolo casolare di campagna e la sua memoria...
Stretto
tra il monte Pecoraro e le piste dell’aeroporto è ancora lì, come se
non fossero trascorsi 33 anni. Ancora guarda dalle sue piccole
finestrelle gli uccelli d’acciaio che atterrano a Punta Raisi, come
dicevano a Radio Aut, e i treni che passano veloci sulla linea ferrata
Palermo-Trapani. Non è altro che un piccolo casolare di campagna, sito
in contrada Feudo. Prima piccola stalla, poi destinato ad essere
qualcos’altro, teatro di una triste, tragica vicenda. È proprio lì,
infatti, che Peppino venne portato la sera dell’8 maggio del 1978 ed è
proprio lì, all’interno di uno dei suoi piccoli vani, che venne
malmenato pesantemente, preso a sassate, per poi essere trascinato sui
binari e fatto saltare in aria, con una carica di esplosivo.[...] (continua)
Stretto
tra il monte Pecoraro e le piste dell’aeroporto è ancora lì, come se
non fossero trascorsi 33 anni. Ancora guarda dalle sue piccole
finestrelle gli uccelli d’acciaio che atterrano a Punta Raisi, come
dicevano a Radio Aut, e i treni che passano veloci sulla linea ferrata
Palermo-Trapani. Non è altro che un piccolo casolare di campagna, sito
in contrada Feudo. Prima piccola stalla, poi destinato ad essere
qualcos’altro, teatro di una triste, tragica vicenda. È proprio lì,
infatti, che Peppino venne portato la sera dell’8 maggio del 1978 ed è
proprio lì, all’interno di uno dei suoi piccoli vani, che venne
malmenato pesantemente, preso a sassate, per poi essere trascinato sui
binari e fatto saltare in aria, con una carica di esplosivo.[...] (continua)
"Salviamo questo casolare, è tutto ciò che qui attorno conserva l'ultimo respiro di Peppino".
44 disegnatori di tutta
Italia si sono mobilitati e hanno realizzato altrettante tavole dedicate
a Peppino e al luogo in cui fu ucciso per sostenere la campagna per la
memoria. "Sono le immagini dentro di noi a mantenere viva la memoria e
questi disegni sono i simboli che stanno qui a manifestarlo.
GalleryBlog Peppino Impastato Immagini della memoria
Flaviano Armentaro Marilena Nardi
Un museo nel casolare di Impastato e 44 disegnatori gli rendono omaggio
di ADRIANA FALSONE
Qui gli assassini di Peppino Impastato, dopo aver eseguito il delitto, misero a punto la messinscena che diede vita poi al depistaggio. Adesso questo casolare diventerà proprietà della Regione che lo destinerà a museo. La proposta dell'assessore all'Economia Gaetano Armao, d'intesa con il Comune di Cinisi, risponde all'appello lanciato attraverso "Repubblica" da Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che aveva denunciato lo stato di degrado in cui si trova la struttura di contrada Feudo, a Cinisi: "Salviamo questo casolare, è tutto ciò che qui attorno conserva l'ultimo respiro di Peppino". Dopo la pubblicazione dell'articolo, 44 disegnatori di tutta Italia si sono mobilitati e hanno realizzato altrettante tavole dedicate a Peppino e al luogo in cui fu ucciso per sostenere la campagna per la memoria. "Sono le immagini dentro di noi a mantenere viva la memoria e questi disegni sono i simboli che stanno qui a manifestarlo. Nonostante tutto Peppino non è morto, è qui con noi adesso e potete vederlo con i vostri occhi - spiega Lelio Bonaccorso, promotore della mobilitazione degli artisti - Sarebbe meraviglioso se a questa iniziativa partecipassero molte altre persone, esprimendo così con forza che "Peppino è vivo e le sue idee non moriranno mai"".di ADRIANA FALSONE"
Qui gli assassini di Peppino Impastato, dopo aver eseguito il delitto, misero a punto la messinscena che diede vita poi al depistaggio. Adesso questo casolare diventerà proprietà della Regione che lo destinerà a museo. La proposta dell'assessore all'Economia Gaetano Armao, d'intesa con il Comune di Cinisi, risponde all'appello lanciato attraverso "Repubblica" da Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che aveva denunciato lo stato di degrado in cui si trova la struttura di contrada Feudo, a Cinisi: "Salviamo questo casolare, è tutto ciò che qui attorno conserva l'ultimo respiro di Peppino". Dopo la pubblicazione dell'articolo, 44 disegnatori di tutta Italia si sono mobilitati e hanno realizzato altrettante tavole dedicate a Peppino e al luogo in cui fu ucciso per sostenere la campagna per la memoria. "Sono le immagini dentro di noi a mantenere viva la memoria e questi disegni sono i simboli che stanno qui a manifestarlo. Nonostante tutto Peppino non è morto, è qui con noi adesso e potete vederlo con i vostri occhi - spiega Lelio Bonaccorso, promotore della mobilitazione degli artisti - Sarebbe meraviglioso se a questa iniziativa partecipassero molte altre persone, esprimendo così con forza che "Peppino è vivo e le sue idee non moriranno mai"".di ADRIANA FALSONE"
Mauro Biani |
disegno di Alessandro Buffa |
Luigi Alfieri |
disegno di Lelio Bonaccorso |