Sette anni che raccolgo animali... no vignette!!
Seven years I collect animals? ... no cartoons !!
wow
you're all invited!!
Siete años que recogen animales de dibujos animados? ... no cartoons !!
wow
están todos invitados !!
Sept ans je collectionne les animaux ... pas de bande dessinée !!
impressionner
vous êtes tous invités !!
Sete anos eu recolher animais ... não dos desenhos animados !!
wow
todos vocês estão convidados !!
Le vignette dedicate all'avvenimento
Lunga vita!!!
Tiziano Riverso
Tanti cari auguryahoooooooooo!!!!
Paride Puglia
Buon Compleanno, da me stesso in persona!
Armando Lupini
AUGURISSIMI
Mario Bochicchio
Ciao Raffa Raffaella Spinazzi...
Leo Magliacano
Auguri!
Olimpia De Angelis
Lamberto Tommasini
Tra settenni ci s'intende :D Ciao :)
Umberto Romaniello
Tanti Auguri FANY-BLOG! Abbraccio del Brasile!
Silvano Mello
Auguri da una delle tante matite a cui Raffaella da sempre risalto
Paolo Lombardi
Auguroni FANY-BLOG!
Mario Airaghi
Augurissssimi ...
naturalmente con i colori dell'arcobaleno!!!
Ciao
Gio
I miei ringraziamenti più sinceri a tutti in particolar modo ai lettori
Un po' di numeri:
1.703.095 pagine lette ad oggi
e
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Nota:
Thanks a Vladimir Kazanevsky per la cover evento
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giovedì 21 luglio 2016
7 compleanno Fany-Blog
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domenica 6 marzo 2016
Oscars 2016
Olimpia De Angelis
I vincitori degli Oscar 2016
La notte del 28 febbraio al Dolby theatre di Los Angeles si è tenuta l’88ª edizione dei premi Oscar. Il caso Spotlight, il film che racconta l’inchiesta del Boston globe sulla pedofilia nella chiesa cattolica a Boston, ha vinto il premio per il miglior film.
Leonardo DiCaprio ha vinto il suo primo Oscar, quello per il miglior attore protagonista in Revenant - Redivivo. Brie Larson è stata premiata come miglior attrice protagonista per Room.
L’Oscar per la regia è andato ad Alejandro González Iñárritu per Revenant - Redivivo. Ennio Morricone ha vinto il premio per la miglior colonna sonora, quella del film Hateful eight di Quentin Tarantino. Anche per lui è stato il primo Oscar, dopo quello alla carriera ricevuto nel 2007.
Il riconoscimento per il miglior film in lingua straniera è andato a Il figlio di Saul, del regista ungherese László Nemes.
Mad Max: fury road è il film che ha conquistato più statuette (sei in tutto), raccogliendo tra gli altri l’Oscar per il montaggio e quello per i costumi.
The Oscar is MINE!!!!! Ramses Morales Izquierdo
The Oscar is MINE!!!!! finnally says Leo di Caprio
29 Feb 2016
Oscar for DiCaprio
BY DARIO CASTILLEJOS, DIARIO LA CRISIS - 2/29/2016
Óscares 2016 Vasco Gargalo
DiCaprio
29 Feb 2016
venerdì 15 agosto 2014
Omaggio a Robin Williams (II parte)
Benny
Gustavo Rodriguez, El Nuevo Herald
fonte Bado's blog
Bado
Olimpia De Angelis
Clay Bennett
Rabiscando um Robin Williams...
Mello
Rabiscando um Robin Williams...(II)
Mello
"ROBIN WILLIAMS" PORTRAIT
by Karayel
"ROBIN WILLIAMS" PORTRAIT-2
Erdogan Karayel
Robin Williams
By Dario Castillejos, El Imparcial de México - 8/13/2014
Ci sono persone che anche se non fanno parte della tua famiglia o del giro di persone che conosci in maniera diretta è come se in qualche modo lo fossero. O meglio, lo diventano, seppur 'virtualmente', perchè ti accompagnano lungo il tuo cammino...durante l'infanzia (Mork & Mindy), durante l'adolescenza (Mrs. Doubtfire, Hook), durante la scuola (L'Attimo Fuggente), durante l'inverno (L'Uomo Bicentenario), in compagnia di amici (Il film più pazzo del Mondo), sotto esame (Will Hunting), per trovare ispirazione (Le avventure del Barone di Munchausen), per distrarsi da cose tristi (Jumanji), per riprendere fiato e continuare a combattere (Patch Adams), etc. Certo, nel cinema forse i meriti dovrebbero essere distribuiti meglio perchè ogni film è un grande lavoro di squadra (senza contare anche gli autori dei libri da cui vengono tratte determinate storie) ma se abbiamo provato particolari emozioni è grazie a persone che hanno dato un volto a tutto questo, a persone con capacità speciali, uniche...come Robin Williams.
InkyJohn
Robin Williams
By Tim Campbell, Indianapolis - 8/13/2014
An Australian tribute
Robin Williams
KNEDO
Robin Williams (1951-2014) R.I.P.
Petar Pismestrovic
Robin Williams
By Adam Zyglis, The Buffalo News - 8/13/2014
Robin Williams
By Joe Heller, Green Bay Press-Gazette - 8/12/2014
Depression
By Joe Heller, Green Bay Press-Gazette - 8/13/2014
Sei una persona AFFETTUOSA? 1 tua carezza in più può fare la differenza talvolta.. Non tenerti dentro i TI VOGLIO BENE: sperperali con gioia! 11/08/2014 Robin Williams si è suicidato.. Mi è venuto un crepacuore.. Forse una carezza, un abbraccio in più e un TI VOGLIO BENE avrebbero fatto evitare questa grande perdita..
Emanuela Oliva
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Gustavo Rodriguez, El Nuevo Herald
fonte Bado's blog
Bado
Olimpia De Angelis
Clay Bennett
Rabiscando um Robin Williams...
Mello
Rabiscando um Robin Williams...(II)
Mello
"ROBIN WILLIAMS" PORTRAIT
by Karayel
"ROBIN WILLIAMS" PORTRAIT-2
Erdogan Karayel
Robin Williams
By Dario Castillejos, El Imparcial de México - 8/13/2014
Ci sono persone che anche se non fanno parte della tua famiglia o del giro di persone che conosci in maniera diretta è come se in qualche modo lo fossero. O meglio, lo diventano, seppur 'virtualmente', perchè ti accompagnano lungo il tuo cammino...durante l'infanzia (Mork & Mindy), durante l'adolescenza (Mrs. Doubtfire, Hook), durante la scuola (L'Attimo Fuggente), durante l'inverno (L'Uomo Bicentenario), in compagnia di amici (Il film più pazzo del Mondo), sotto esame (Will Hunting), per trovare ispirazione (Le avventure del Barone di Munchausen), per distrarsi da cose tristi (Jumanji), per riprendere fiato e continuare a combattere (Patch Adams), etc. Certo, nel cinema forse i meriti dovrebbero essere distribuiti meglio perchè ogni film è un grande lavoro di squadra (senza contare anche gli autori dei libri da cui vengono tratte determinate storie) ma se abbiamo provato particolari emozioni è grazie a persone che hanno dato un volto a tutto questo, a persone con capacità speciali, uniche...come Robin Williams.
InkyJohn
Gianni InkyJohn |
Robin Williams
By Tim Campbell, Indianapolis - 8/13/2014
An Australian tribute
Robin Williams
KNEDO
Robin Williams (1951-2014) R.I.P.
Petar Pismestrovic
Robin Williams
By Adam Zyglis, The Buffalo News - 8/13/2014
Robin Williams
By Joe Heller, Green Bay Press-Gazette - 8/12/2014
Depression
By Joe Heller, Green Bay Press-Gazette - 8/13/2014
Sei una persona AFFETTUOSA? 1 tua carezza in più può fare la differenza talvolta.. Non tenerti dentro i TI VOGLIO BENE: sperperali con gioia! 11/08/2014 Robin Williams si è suicidato.. Mi è venuto un crepacuore.. Forse una carezza, un abbraccio in più e un TI VOGLIO BENE avrebbero fatto evitare questa grande perdita..
Emanuela Oliva
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Omaggio a Robin Williams( I parte)
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martedì 4 marzo 2014
Gli Oscar 2014 e La Grande Bellezza
E... l'Oscar per il miglior film straniero dopo 15 anni torna in Italia grazie a La grande bellezza di Paolo Sorrentino: a lui e a tutto il team creativo e produttivo del film i migliori complimenti della nostra redazione.
di Olimpia De Angelis
......complimenti e orgoglio!
Pierpaolo Perazzolli
La grande bellezza, recensione della recensione
Mauro Biani
"THAT'S AMORE! - Oscar 2014, trionfa La Grande Bellezza"
Fran De Martino
Tiziano Riverso
Ci disegnano così
Massimo Gramellini
Ma ti pare possibile, sospirava al telefono un amico dopo l’Oscar a «La Grande Bellezza», che per gli altri noi siamo sempre e soltanto la nostalgia del passato, la decadenza infinita, i monumenti che cadono, i mosaici che si scrostano, l’antica Roma e la Roma dei papi, entrambe manipolate nel ricordo e inscatolate dagli stranieri dentro una sequela di luoghi comuni? Ti pare possibile che di un’Italia senza gladiatori, pizzaioli, pittori, mandolinisti, tenori, sarti, ruffiani, avvelenatori rinascimentali e playboy della mutua non interessi niente a nessuno? Ti rassicura questo rinchiuderci in un eterno cliché per compiacere i pregiudizi degli altri nei nostri confronti?
A tutte e tre le domande di quell’italiano riluttante ho risposto con un semplice monosillabo. Sì. L’autorevolezza in certi ruoli non si improvvisa. Noi per gli altri siamo ciò che venticinque secoli di storia hanno stabilito che fossimo: depositari distratti della grande bellezza e custodi approssimativi della memoria universale. Quando ci riusciamo, anche costruttori di benessere. Anni fa, alla delegazione tricolore che durante la visita a un importante organismo internazionale si lamentava perché nella struttura lavoravano dirigenti di ogni nazionalità tranne che della nostra, il direttore generale replicò sorpreso: «Vi sbagliate. Agli italiani abbiamo affidato un settore assolutamente cruciale: il catering».
"Grazie alle mie fonti di ispirazione: i Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona. Mi hanno insegnato tutti come fare un grande spettacolo." (P. Sorrentino)
Sorrentino
di Gianni InkyJohn
Gambardella
InkyJohn
Omaggio a Paolo Sorrentino...
...vincitore del Premio Oscar 2014 come miglior film straniero.Paride Puglia
Oscar Sorrentino
Bucnic
L'onorevole Brunetta non ha visto "La Grande Bellezza"
Fulvio Fontana
Lino Casadei
3 marzo 2014, ore 17
Roma sprofonda in Italia, ma vince nel mondo
Di Ferdinando Camon
Romano-napoletano al 100 per 100, “La Grande Bellezza” ha vinto il più mondiale dei premi, l’Oscar, e adesso tutti quelli che non l’han visto correranno a vederlo. E questa è decadenza, ignoranza artistica, mancanza di autonomia culturale, di cervello. Proprio quello che il film denuncia. Non si va a vedere un film perché ha vinto un premio, ma perché è un grande film o tratta un grande tema. “La Grande Bellezza” non è un grande film, ma tratta un grande tema, e il grande tema è Roma. Non è il film che ha vinto l’Oscar, è Roma. La capitale più gloriosa e corrotta, splendida e lurida, mistica e postribolare, piena di storia e di miseria ad ogni metro. Esci dalla stazione Termini e dopo 80 metri t’imbatti nelle mura di Tarquinio e Servio, sei secoli prima di Cristo, ma se non stai attento sbatti le scarpe sulla testa dei barboni insaccati dentro i cartoni, gli sbucci il cranio e loro non protestano, non sanno neanche se sono vivi o morti. L’umanità variopinta che incontri dalla stazione Termini al Colosseo o a San Pietro riunisce tutto il peggio e una particella del meglio dell’umanità. Ricchi sfondati che non hanno mai lavorato per nessuno e hanno sempre fregato tutti, puttane moleste che si offrono di sera e di mattina, politici che sono razzialmente diversi dagli umani, lavoratori dei ministeri e delle partecipate, dipendenti o impiegati che non hanno mai visto un padrone, una fabbrica, un orario, un cartellino da timbrare. Per questa umanità che sembra discesa pari pari dalla decadenza di un impero mondiale morto 1500 anni fa, tutto ciò per cui il resto dell’umanità vive soffre o gode è diverso, da Dio al sesso, dal denaro alla morte, dalla santità al puttanesimo. La vita è “dolce” se è senza etica, senza Dio, senza valori, se tu uomo animato vivi come un animale senz’anima: lo sapeva Fellini e la sua “Dolce vita” è un film disperato e straziante, un pianto o un urlo, lo sa Sorrentino e la sua “Grande Bellezza” è un film cinico e irridente, ateo e miscredente, bello di una bellezza di plastica, che oggi è l’unica vera natura. Perfino Sabrina Ferilli sembra di plastica, come una bambola gonfiabile, dalle misure standard. Per non parlare del protagonista Jep Gambardella, che approda a Roma a ventisei anni, stessa età in cui vi giunse Fellini, solo che Fellini era un provinciale e imparava tutto, mentre Jep sa già tutto. Fellini veniva da Rimini, più a Nord, Jep viene dal Vomero e da Posillipo, più a Sud, ed è un dandy, che è il Superuomo nell’incarnazione della decadenza italiana. Lezioso, danaroso, viveur da salotti e terrazze, che a Roma significa vista sul Colosseo. Sotto la vista del Colosseo, dove venti secoli ti guardano, si gode, che non significa più si scopa ma si sniffa, la dea che ti porta sulle sue ali dalla vita mondana alla super-vita extra-sensoriale è la cocaina, tu la tiri su per il naso e lei ti tira su nel mondo dove sei quel che vuoi. La terrazza con vista sul Colosseo è un incrocio di vite, da qualunque parte vengano i protagonisti minori passano di lì. Verdone buffo e sbruffone più del solito, il guru del botulino sempre con la siringa in mano, la missionaria santa, che ti domandi se è vera o falsa, e non sai quale scegliere, la girandola di artisti che vanno a Roma per sentirsi artisti, i prelati di cui Roma è piena, e per cui è la Città Santa ma querelata dai tribunali di mezzo mondo. Si ballano balli frenetici dal ritmo duro, stordenti come un’altra droga, per cui la folla degli ospiti ondeggia su e giù come sugheri sul mare. Lo scopo della vita è “la festa”, per cui si vive se si va alla festa, ma si super-vive se si è padroni della festa: Jep dichiara “volevo il potere di fare le feste e farle fallire”, che è come dire godere e rovinare il godimento agli altri. Quando dalla terrazza s’inquadra il Colosseo, non capisci se la Grande Bellezza è quella di venti secoli fa o questa di oggi, o il trapasso da quella a questa, o la convivenza delle due. A Los Angeles i premi più importanti per il cinema, i produttori, i registi, gli attori si assegnano nel teatro più kitsch e nella strada più pacchiana del mondo. Si vince se si ha la “forza” di vincere, forza mediatica, mitica, strategica. Roma ha questa forza. Abbiamo vinto per merito di Roma. Una capitale che all’estero esercita un fascino immenso che noi non sentiamo più perché siamo depressi, smemorati, drogati di nullismo. Le città che nel mondo hanno un decimo dell’arte che ha Roma, richiamano turisti dieci volte più di Roma. E lo stesso vale per Napoli, Amalfi, Pompei, Agrigento, Firenze, Venezia… Il nostro Paese è zavorrato di problemi che lo fanno sprofondare. Ma la colpa non è del paese. È nostra. (fercamon@alice.it)
Links:
La bellezza dell’Oscar (Curzio Maltese).
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Di Ferdinando Camon
Romano-napoletano al 100 per 100, “La Grande Bellezza” ha vinto il più mondiale dei premi, l’Oscar, e adesso tutti quelli che non l’han visto correranno a vederlo. E questa è decadenza, ignoranza artistica, mancanza di autonomia culturale, di cervello. Proprio quello che il film denuncia. Non si va a vedere un film perché ha vinto un premio, ma perché è un grande film o tratta un grande tema. “La Grande Bellezza” non è un grande film, ma tratta un grande tema, e il grande tema è Roma. Non è il film che ha vinto l’Oscar, è Roma. La capitale più gloriosa e corrotta, splendida e lurida, mistica e postribolare, piena di storia e di miseria ad ogni metro. Esci dalla stazione Termini e dopo 80 metri t’imbatti nelle mura di Tarquinio e Servio, sei secoli prima di Cristo, ma se non stai attento sbatti le scarpe sulla testa dei barboni insaccati dentro i cartoni, gli sbucci il cranio e loro non protestano, non sanno neanche se sono vivi o morti. L’umanità variopinta che incontri dalla stazione Termini al Colosseo o a San Pietro riunisce tutto il peggio e una particella del meglio dell’umanità. Ricchi sfondati che non hanno mai lavorato per nessuno e hanno sempre fregato tutti, puttane moleste che si offrono di sera e di mattina, politici che sono razzialmente diversi dagli umani, lavoratori dei ministeri e delle partecipate, dipendenti o impiegati che non hanno mai visto un padrone, una fabbrica, un orario, un cartellino da timbrare. Per questa umanità che sembra discesa pari pari dalla decadenza di un impero mondiale morto 1500 anni fa, tutto ciò per cui il resto dell’umanità vive soffre o gode è diverso, da Dio al sesso, dal denaro alla morte, dalla santità al puttanesimo. La vita è “dolce” se è senza etica, senza Dio, senza valori, se tu uomo animato vivi come un animale senz’anima: lo sapeva Fellini e la sua “Dolce vita” è un film disperato e straziante, un pianto o un urlo, lo sa Sorrentino e la sua “Grande Bellezza” è un film cinico e irridente, ateo e miscredente, bello di una bellezza di plastica, che oggi è l’unica vera natura. Perfino Sabrina Ferilli sembra di plastica, come una bambola gonfiabile, dalle misure standard. Per non parlare del protagonista Jep Gambardella, che approda a Roma a ventisei anni, stessa età in cui vi giunse Fellini, solo che Fellini era un provinciale e imparava tutto, mentre Jep sa già tutto. Fellini veniva da Rimini, più a Nord, Jep viene dal Vomero e da Posillipo, più a Sud, ed è un dandy, che è il Superuomo nell’incarnazione della decadenza italiana. Lezioso, danaroso, viveur da salotti e terrazze, che a Roma significa vista sul Colosseo. Sotto la vista del Colosseo, dove venti secoli ti guardano, si gode, che non significa più si scopa ma si sniffa, la dea che ti porta sulle sue ali dalla vita mondana alla super-vita extra-sensoriale è la cocaina, tu la tiri su per il naso e lei ti tira su nel mondo dove sei quel che vuoi. La terrazza con vista sul Colosseo è un incrocio di vite, da qualunque parte vengano i protagonisti minori passano di lì. Verdone buffo e sbruffone più del solito, il guru del botulino sempre con la siringa in mano, la missionaria santa, che ti domandi se è vera o falsa, e non sai quale scegliere, la girandola di artisti che vanno a Roma per sentirsi artisti, i prelati di cui Roma è piena, e per cui è la Città Santa ma querelata dai tribunali di mezzo mondo. Si ballano balli frenetici dal ritmo duro, stordenti come un’altra droga, per cui la folla degli ospiti ondeggia su e giù come sugheri sul mare. Lo scopo della vita è “la festa”, per cui si vive se si va alla festa, ma si super-vive se si è padroni della festa: Jep dichiara “volevo il potere di fare le feste e farle fallire”, che è come dire godere e rovinare il godimento agli altri. Quando dalla terrazza s’inquadra il Colosseo, non capisci se la Grande Bellezza è quella di venti secoli fa o questa di oggi, o il trapasso da quella a questa, o la convivenza delle due. A Los Angeles i premi più importanti per il cinema, i produttori, i registi, gli attori si assegnano nel teatro più kitsch e nella strada più pacchiana del mondo. Si vince se si ha la “forza” di vincere, forza mediatica, mitica, strategica. Roma ha questa forza. Abbiamo vinto per merito di Roma. Una capitale che all’estero esercita un fascino immenso che noi non sentiamo più perché siamo depressi, smemorati, drogati di nullismo. Le città che nel mondo hanno un decimo dell’arte che ha Roma, richiamano turisti dieci volte più di Roma. E lo stesso vale per Napoli, Amalfi, Pompei, Agrigento, Firenze, Venezia… Il nostro Paese è zavorrato di problemi che lo fanno sprofondare. Ma la colpa non è del paese. È nostra. (fercamon@alice.it)
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mercoledì 1 gennaio 2014
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