ANSA) - LONDRA, 22 SET - La Gran Bretagna "ha deciso di lasciare l'Ue", ma intende restare partner dei Paesi europei, dall'economia, alla lotta contro il terrorismo, al tema dell'emergenza immigrazione. Lo ha detto la premier Theresa May nel suo discorso sulla Brexit a Firenze.(ANSA).
Niels @Nielsbob 22 set
#florencespeech
#Brexit
#news
#politicalcartoons
#politics
Un discorso carico di orgoglio che ha fatto salire la Borsa di Londra, indicato i tempi di Brexit e rassicurato gli immigranti italiani. Da Firenze la Prima ministra britannica Theresa May ha letto uno dei più importanti speech del suo mandato. May ha rassicurato gli italiani che vivono nel Regno Unito: “Vogliamo che restiate, siete preziosi”, ha detto che il Regno Unito nell’Unione non si è mai sentito a casa e dettato la timeline: Brexit nel marzo 2019 poi due anni di transizione.
Nella fase di transizione, fino al 2021, in Gran Bretagna resteranno in vigore una serie di norme Ue e la giurisdizione delle corti europee, ma il Regno si riserva di riacquisire piena sovranità sul “controllo dei suoi confini”.
La premier britannica ha detto di sperare che “Bruxelles, Berlino e tutte le capitali europee” accolgano positivamente il suo discorso di Firenze come una piattaforma e come un segnale di disponibilità a costruire “una forte partnership” per il dopo Brexit. Ha chiesto creatività per scrivere le nuove relazioni tra Londra e il vecchio continente: un modello buono da applicare, non esiste.
Theresa May ha scelto Firenze per il suo intervento eleggendo idealmente la città a capitale d’Europa viste le storiche relazioni commerciali che hanno legato nei secoli, fin dal Rinascimento, il capoluogo toscano e il suo Paese.
Euronews
Peter Brookes on Boris Johnson and Theresa May's visit to Florence - political cartoon gallery in Putney
Dave Brown @DaveBrownToons 23 set
Sublime to the ridiculous... today's #RoguesGallery cartoon for @Independent . #TheresaMay #florencespeech #Brexit #leonardodavinci
Dave Brown @DaveBrownToons 22 set
Ah... cabinet unity and absolutely no hidden agendas... today's @Independent cartoon. #Boris #TheresaMay #florencespeech
Christian Adams @Adamstoon1 8 set
Today's @ITMovieOfficial @standardnews #cartoon
Evening Standard e IT Movie
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mercoledì 27 settembre 2017
mercoledì 29 marzo 2017
GB: la Brexit parte.
BRUXELLES - Il cammino verso la Brexit è partito. L'ambasciatore britannico all'Ue, Tim Barrow, ha consegnato nelle mani del presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, la lettera di notifica dell'articolo 50 del Trattato di Lisbona, firmata da Theresa May, che segna l'inizio dell'iter formale di divorzio del Regno Unito da Bruxelles.
"Dopo nove mesi la Gran Bretagna ha partorito la Brexit". E' il tweet del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che gioca sul doppio senso che ha in inglese il verbo 'deliver': consegnare, riferito alla lettera di Londra con cui fa scattare l'articolo 50, ma anche 'partorire', riferendosi ai nove mesi che ha atteso Londra prima di avviare ufficialmente l'addio all'Ue.
Cosa potrebbe andare storto?
Dave Brown @DaveBrownToons 28 mar
Here's tomorrow's @Independent toon, courtesy of the Acme Hard Brexit Corporation. What could possibly go wrong..? pic.twitter.com/KCHqbPESDW
Le Folly-Brexit
Peter Brookes @BrookesTimes 29 mar
My cartoon Wednesday @TheTimes on the choreography of a reckless #Brexit pic.twitter.com/6nSge6LQES
Peter Brookes on Theresa May triggering Article 50
© Martin Rowson
©Steve Bell on May's meeting with Sturgeon
Martin Rowson @MartinRowson 27 mar
Altro
And here's latest illo for @Kevin_Maguire's latest @DailyMirror column http://www.mirror.co.uk/news/politics/lets-not-rule-out-eu-10105717 … pic.twitter.com/Y7Z6zuqmfD
© Adams
"Non c'è ragione di pensare che oggi sia un giorno felice": così il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. "Io e la Commissione abbiamo il forte mandato per proteggere gli interessi dei 27. Non c'è niente da vincere nel processo (del negoziato per l'uscita del Regno Unito dalla Ue, ndr) e parlo per entrambe le parti. In essenza si tratta di una limitare i danni. Il nostro obiettivo è chiaro: minimizzare i costi per i cittadini, le imprese e gli stati membri della Ue. Faremo tutto quanto in nostro potere ed abbiamo tutti gli strumenti per raggiunger questo obiettivo". Così Donald Tusk nella sua dichiarazione dopo aver ricevuto la lettera del governo britannico per l'uscita dalla Ue. "La prima priorità sarà quella di minimizzare le incertezze provocate dalla decisione del Regno Unito per i nostri cittadini, le imprese e gli Stati membri", ha detto Tusk, che ha aggiunto: "Cosa dobbiamo sottolineare oggi è che per il momento nulla è cambiato. Finché il Regno Unito non lascerà l'Unione europea, le leggi della Ue continueranno a essere valide per e all'interno del Regno Unito".
"Cosa posso aggiungere? Ci manchi già...". Così il presidente del Consiglio Europeo ha concluso la sua dichiarazione fatta dopo aver ricevuto dalle mani dell'ambasciatore britannico presso la Ue, sir Tim Barrow, la lettera che invoca l'art.50 per l'uscita del Regno Unito dalla Ue. (Ansa)
C'E' POSTA PER LA UE
Oggi è fisicamente arrivata l'attesa lettera con cui La Gran Bretagna formalizza la Brexit.
Qualcuno identifica con questo l'inizio di un irrimediabile declino della UE.
Io auspico, al contrario, che questo spinga e contribuisca maggiormente a raggiungere gli obbiettivi originari dell'Unione.
Gianfranco Uber
© Morten Morland
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Peter Brookes @BrookesTimes 11 mar
My cartoon Saturday @TheTimes. Back to the future.....repeat after me: selection...selection...selection #grammar schools #tories pic.twitter.com/0G1G47d5E0
"Dopo nove mesi la Gran Bretagna ha partorito la Brexit". E' il tweet del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che gioca sul doppio senso che ha in inglese il verbo 'deliver': consegnare, riferito alla lettera di Londra con cui fa scattare l'articolo 50, ma anche 'partorire', riferendosi ai nove mesi che ha atteso Londra prima di avviare ufficialmente l'addio all'Ue.
Cosa potrebbe andare storto?
Dave Brown @DaveBrownToons 28 mar
Here's tomorrow's @Independent toon, courtesy of the Acme Hard Brexit Corporation. What could possibly go wrong..? pic.twitter.com/KCHqbPESDW
Le Folly-Brexit
Peter Brookes @BrookesTimes 29 mar
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Peter Brookes on Theresa May triggering Article 50
© Martin Rowson
©Steve Bell on May's meeting with Sturgeon
Martin Rowson @MartinRowson 27 mar
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© Adams
"Non c'è ragione di pensare che oggi sia un giorno felice": così il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. "Io e la Commissione abbiamo il forte mandato per proteggere gli interessi dei 27. Non c'è niente da vincere nel processo (del negoziato per l'uscita del Regno Unito dalla Ue, ndr) e parlo per entrambe le parti. In essenza si tratta di una limitare i danni. Il nostro obiettivo è chiaro: minimizzare i costi per i cittadini, le imprese e gli stati membri della Ue. Faremo tutto quanto in nostro potere ed abbiamo tutti gli strumenti per raggiunger questo obiettivo". Così Donald Tusk nella sua dichiarazione dopo aver ricevuto la lettera del governo britannico per l'uscita dalla Ue. "La prima priorità sarà quella di minimizzare le incertezze provocate dalla decisione del Regno Unito per i nostri cittadini, le imprese e gli Stati membri", ha detto Tusk, che ha aggiunto: "Cosa dobbiamo sottolineare oggi è che per il momento nulla è cambiato. Finché il Regno Unito non lascerà l'Unione europea, le leggi della Ue continueranno a essere valide per e all'interno del Regno Unito".
"Cosa posso aggiungere? Ci manchi già...". Così il presidente del Consiglio Europeo ha concluso la sua dichiarazione fatta dopo aver ricevuto dalle mani dell'ambasciatore britannico presso la Ue, sir Tim Barrow, la lettera che invoca l'art.50 per l'uscita del Regno Unito dalla Ue. (Ansa)
C'E' POSTA PER LA UE
Oggi è fisicamente arrivata l'attesa lettera con cui La Gran Bretagna formalizza la Brexit.
Qualcuno identifica con questo l'inizio di un irrimediabile declino della UE.
Io auspico, al contrario, che questo spinga e contribuisca maggiormente a raggiungere gli obbiettivi originari dell'Unione.
Gianfranco Uber
A taster from this week's animated @thetimes cartoon. https://t.co/Faw9Dp1Nj3 #Article50 pic.twitter.com/VrrLqrubXd— mortenmorland (@mortenmorland) 31 marzo 2017
© Morten Morland
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Peter Brookes @BrookesTimes 11 mar
My cartoon Saturday @TheTimes. Back to the future.....repeat after me: selection...selection...selection #grammar schools #tories pic.twitter.com/0G1G47d5E0
martedì 12 luglio 2016
Theresa May è il nuovo primo ministro britannico.
Christian Adams @Adamstoon1
My #TheresaMay #TheresaMayPM @Telegraph cartoon
LONDRA - Theresa May è il nuovo primo ministro britannico. Andrea Leadsom, il sottosegretario all'energia, ha rinunciato alla corsa per la leadership del partito e quindi al celebre alloggio al numero 10 di Downing street e David Cameron, il premier uscente, ha annunciato che si dimetterà entro mercoledì sera, dopo l’ultimo question time, ed è «felice» di sostenerla. Non sarà la bionda combattente di Leave, dunque, il prossimo premier, ma il ministro degli interni Theresa May, debole sostenitrice di Remain, che ha raccolto il maggior sostegno parlamentare.
IL PROFILO 11 luglio 2016
Fredda, competente, determinata: in campo la «Merkel britannica»
All'indomani del referendum del 23 giugno sulla Brexit, Cameron aveva annunciato la sua intenzione di dimettersi entro la conferenza del partito conservatore di ottobre. Ma il susseguirsi dei fatti ha accelerato i tempi e ha definitivamente messo la May sulle tracce di Margaret Thatcher, prima e unica premier donna nella storia del Regno Unito. L’attuale ministro dell’Interno sostituisce quindi David Cameron alla testa dei Tory e del Paese con una procedura senza precedenti, il vaglio del 1922 Committee, l'organismo che regola le norme interne dei Tory. L’annuncio che May è la nuova leader del partito è stato già dato nel pomeriggio da Graham Brady, presidente del comitato dei deputati conservatori.
Dessin de mardi: Theresa #May devient Première ministre britannique. —
Guy Badeaux (@guybadeaux)
IL FOCUS 8 luglio 2016
Brexit, quel pasticciaccio brutto dei rampolli dell’Oxford Union
Se sarò io a diventare premier «la Gran Bretagna sicuramente uscirà dalla Ue». Così Theresa May stamane aveva presentato la sua piattaforma economica, un vero e proprio manifesto politico dal titolo emblematico: «Un Paese che lavora per tutti, non solo per pochi privilegiati». «Brexit significa Brexit», ha ripetuto May impegnandosi ad attuare la vittoria di Leave del referendum pur avendo appoggiato (tiepidamente) Remain durante la campagna referndaria. May ha poi promesso «cambiamenti» anche in economia, con un'impronta più sociale e più spazio ai lavoratori nella governance delle aziende. In particolare, ha promesso di prendere di mira gli «interessi acquisiti» facendo entrare rappresentanti dei lavoratori nei consigli delle aziende.
Theresa May
di Daniel Murphy
May ha parlato di «un malsano e crescente divario tra le paghe dei capi e quelle degli impiegati» e si è impegnata a reprimere «l’evasione fiscale individuale e d’impresa» e a difendere il Paese dalle acquisizioni dall’estero fatte con l’unico scopo di abbassare il carico fiscale. Ha inoltre promesso di avviare un programma di costruzione di nuove case - il tema degli alloggi e dei prezzi troppo alti nelle grandi città è uno dei più delicati in Gran Bretagna - e di abbassare i costi dell’energia. (fonte)
Come che sia, è l’ennesimo caso di ritiro o dimissioni provocate dal terremoto di Brexit: prima si è fatto da parte Cameron per la sconfitta subita nel referendum, in cui si era battuto per Remain; quindi Boris Johnson, leader della campagna per Brexit, per il “tradimento” del suo alleato Michael Gove, il ministro degli Interni che si è candidato al suo posto alla leadership dei conservatori accusandolo di non avere la stoffa per fare il premier; poi Nigel Farage, leader dell’Ukip, il partito anti europeista che ha per primo lottato per avere un referendum sulla Ue, ha dato le dimissioni affermando di avere raggiunto lo scopo e di voler tornare a vita privata. Qualcuno aggiunge a tutto questo, ironicamente, anche le dimissioni di Roy Hodgson da allenatore della nazionale di calcio, dopo l’eliminazione dell’Inghilterra dagli Europei.
E la caduta dei leader politici potrebbe non essere finita: sempre oggi Angela Eagle, deputata laburista, ha pronunciato il suo primo discorso da sfidante di Jeremy Corbyn per la leadership del Labour. Le primarie del Labour si terranno nel corso dell’estate, a meno che Corbyn non ci ripensi e si ritiri a sua volta. In Gran Bretagna, entro breve tempo, potrebbero esserci due donne a guidare governo e opposizione. (fonte)
My #TheresaMay #TheresaMayPM @Telegraph cartoon
LONDRA - Theresa May è il nuovo primo ministro britannico. Andrea Leadsom, il sottosegretario all'energia, ha rinunciato alla corsa per la leadership del partito e quindi al celebre alloggio al numero 10 di Downing street e David Cameron, il premier uscente, ha annunciato che si dimetterà entro mercoledì sera, dopo l’ultimo question time, ed è «felice» di sostenerla. Non sarà la bionda combattente di Leave, dunque, il prossimo premier, ma il ministro degli interni Theresa May, debole sostenitrice di Remain, che ha raccolto il maggior sostegno parlamentare.
Theresa May by Peter Brookes for The Times 12/07//2016 |
IL PROFILO 11 luglio 2016
Fredda, competente, determinata: in campo la «Merkel britannica»
All'indomani del referendum del 23 giugno sulla Brexit, Cameron aveva annunciato la sua intenzione di dimettersi entro la conferenza del partito conservatore di ottobre. Ma il susseguirsi dei fatti ha accelerato i tempi e ha definitivamente messo la May sulle tracce di Margaret Thatcher, prima e unica premier donna nella storia del Regno Unito. L’attuale ministro dell’Interno sostituisce quindi David Cameron alla testa dei Tory e del Paese con una procedura senza precedenti, il vaglio del 1922 Committee, l'organismo che regola le norme interne dei Tory. L’annuncio che May è la nuova leader del partito è stato già dato nel pomeriggio da Graham Brady, presidente del comitato dei deputati conservatori.
Dessin de mardi: Theresa #May devient Première ministre britannique. —
Guy Badeaux (@guybadeaux)
IL FOCUS 8 luglio 2016
Brexit, quel pasticciaccio brutto dei rampolli dell’Oxford Union
Se sarò io a diventare premier «la Gran Bretagna sicuramente uscirà dalla Ue». Così Theresa May stamane aveva presentato la sua piattaforma economica, un vero e proprio manifesto politico dal titolo emblematico: «Un Paese che lavora per tutti, non solo per pochi privilegiati». «Brexit significa Brexit», ha ripetuto May impegnandosi ad attuare la vittoria di Leave del referendum pur avendo appoggiato (tiepidamente) Remain durante la campagna referndaria. May ha poi promesso «cambiamenti» anche in economia, con un'impronta più sociale e più spazio ai lavoratori nella governance delle aziende. In particolare, ha promesso di prendere di mira gli «interessi acquisiti» facendo entrare rappresentanti dei lavoratori nei consigli delle aziende.
Theresa May
di Daniel Murphy
May ha parlato di «un malsano e crescente divario tra le paghe dei capi e quelle degli impiegati» e si è impegnata a reprimere «l’evasione fiscale individuale e d’impresa» e a difendere il Paese dalle acquisizioni dall’estero fatte con l’unico scopo di abbassare il carico fiscale. Ha inoltre promesso di avviare un programma di costruzione di nuove case - il tema degli alloggi e dei prezzi troppo alti nelle grandi città è uno dei più delicati in Gran Bretagna - e di abbassare i costi dell’energia. (fonte)
— Christian Adams (@Adamstoon1) 11 luglio 2016
My #RoguesGallery cartoon for today's @Independent after James Ensor #ToryLeadership #Leadsom #TheresaMay pic.twitter.com/OJXwAQH2ur— Dave Brown (@DaveBrownToons) 9 luglio 2016
Steve Bell on Theresa May becoming Britain's next prime minister – political cartoon gallery pic.twitter.com/y4kHRvi6Pf— Political Cartoon (@Cartoon4sale) 11 luglio 2016
this from 2014 #TheresaMay sought EU renegotiation to keep migrants out - worked well 4 her https://t.co/Hr0mWObeUu pic.twitter.com/K2Gh9dPb7u— Andy Davey (@DaveyCartoons) 4 luglio 2016
He came, he conquered...and he buggered off. #FarageExit Thanks Nige. pic.twitter.com/yg2Gito4k9— Andy Davey (@DaveyCartoons) 4 luglio 2016
Come che sia, è l’ennesimo caso di ritiro o dimissioni provocate dal terremoto di Brexit: prima si è fatto da parte Cameron per la sconfitta subita nel referendum, in cui si era battuto per Remain; quindi Boris Johnson, leader della campagna per Brexit, per il “tradimento” del suo alleato Michael Gove, il ministro degli Interni che si è candidato al suo posto alla leadership dei conservatori accusandolo di non avere la stoffa per fare il premier; poi Nigel Farage, leader dell’Ukip, il partito anti europeista che ha per primo lottato per avere un referendum sulla Ue, ha dato le dimissioni affermando di avere raggiunto lo scopo e di voler tornare a vita privata. Qualcuno aggiunge a tutto questo, ironicamente, anche le dimissioni di Roy Hodgson da allenatore della nazionale di calcio, dopo l’eliminazione dell’Inghilterra dagli Europei.
E la caduta dei leader politici potrebbe non essere finita: sempre oggi Angela Eagle, deputata laburista, ha pronunciato il suo primo discorso da sfidante di Jeremy Corbyn per la leadership del Labour. Le primarie del Labour si terranno nel corso dell’estate, a meno che Corbyn non ci ripensi e si ritiri a sua volta. In Gran Bretagna, entro breve tempo, potrebbero esserci due donne a guidare governo e opposizione. (fonte)
Today's @guardian cartoon on #Corbyn #AngelaEagle and the #LabourLeadership pic.twitter.com/UyUYorvjuW— Ben Jennings (@BJennings90) 11 luglio 2016
Angela Eagle takes on Jeremy Corbyn by Brian Adcock - political cartoon gallery pic.twitter.com/V9OzQHN0FJ— Political Cartoon (@Cartoon4sale) 11 luglio 2016
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