La nuova statua della Spigolatrice di Sapri scatena le polemiche: "Troppo formosa, uno schiaffo sessista"
Bufera sui social dopo l'inaugurazione dell'opera realizzata dallo scultore Emanuele Stifano. Ma il sindaco la difende: "Realizzata con maestria"
Christian Durando
Danilo Maramotti:"LA SPIGOLATRICE DI SAPRI è OSCENA. Nudi femminili e maschili nella scultura ci sono sempre stati dalla notte dei tempi. Quella è oscena per l'imbarazzante livello dell'opera, per l'estetica da calendario parrocchiale o da scatola dei cioccolatini, non perché mostra il culo."
Si sa, tra statue e piccioni c'è sempre stato un ottimo rapporto.
Presi come siamo tra Pandemia, Afghanistan e Crisi Climatica è giusto che ogni tanto qualche news ci aiuti a sollevare lo spirito.
Quando ho visto stamane la notizia e le immagini sulla lettera di Artribune (a proposito abbonatevi è molto bella) sono rimasto sinceramente sorpreso, non scandalizzato per le nudità, ci mancherebbe. Sorpreso perché quella statua (bella, brutta non importa) con la vicenda del povero Pisacane non centra proprio nulla e ha ragione l'autore a trasferire tutte le critiche sulla committenza.
Gianfranco Uber
27 settembre 2021 - Feroci polemiche dopo l'inaugurazione a Sapri della statua dedicata alla "spigolatrice".
© Milko Dalla Battista
Gianni Soria
Laura Boldrini:"La statua appena inaugurata a #Sapri e dedicata alla #Spigolatrice è un’offesa alle donne e alla storia che dovrebbe celebrare.Ma come possono perfino le istituzioni accettare la rappresentazione della donna come corpo sessualizzato?Il maschilismo è uno dei mali dell'Italia."
Fabio Magnasciutti
Gianlo / Gianlorenzo Ingrami
Fogliazza
Fogliazzza
LA SPIGOLATRICE POCO SPIGOLOSA
Fa discutere la statua dedicata alle spigolatrici di Sapri,
le cui forme ricordano più quelle
di una spogliarellista del Crazy Horse,
che quelle di un'umile contadina.
Direi una spigolatrice poco spigolosa.
Roberto Mangosi
Chiara Savettieri*:
In questa pausa pranzo, voglio fare qualche considerazione, da storica dell'arte, sulla statua della Spigolatrice di Sapri che ha destato molte polemiche facendo gridare allo scandalo sessista. Aggiungo: giustamente. Tuttavia mi pare che sia utile andare oltre l'urlo scandalizzato e fare qualche considerazione che approfondisca il problema.
Lo scandalo deriva dal fatto che questa lavoratrice dei campi, che secondo la poesia di Mercantini, avrebbe seguito Pisacane e i suoi nel combattimento antiborbonico (conclusosi con un massacro), è raffigurata in abito succinto, molto aderente, tale da mettere ben in evidenza delle forme femminili secondo il canone (o meglio presunto tale) attuale - seni, cosce e sedere estremamente sodi stile fitness - e non certo secondo il gusto ottocentesco (che apprezzava corpi dalle linee ben più morbide).
Ora, la storia dell'arte, dall'antichità in poi, è piena di nudi femminili, in cui le cosiddette curve sono ben messe in evidenza (la statua in questione tecnicamente non è un nudo, ma nei fatti l'abito molto aderente lo tende tale). Il nudo femminile però fino press'appoco all'Olympia e al Dejeuner sur l'herbe di Manet era riservato fondamentalmente alle dee e alle figure mitologiche. Nell'Ottocento appunto con Manet ed altri artisti avviene una rottura del codice del nudo a cui hanno accesso donne normali, nel caso dell'Olympia, tra l'altro, una prostituta.
Potremmo leggere, forzando la mano ed anche di molto, tutto questo in chiave maschilista (semplificando che i nudi esprimono una visione sessista della donna), quando molto più probabilmente tutti questi nudi rivelano la fascinazione del corpo femminile sugli artisti, corpo non solo come oggetto erotico, ma corpo come oggetto estremamente complesso dal punto di vista della forma, dei volumi, delle ombre e della luce, che pone tutta una serie di problemi formali da risolvere nel momento in cui lo si rappresenta. Questo è il significato dello studio dal nudo femminile nelle Accademie: i giovani artisti si trovano dinanzi a una modella senza abiti e cercano di riprodurne i tratti corporei. In quel momento, quello dello studio del nudo dal vero, - chiedetelo a qualunque artista abbia fatto questa pratica - non esiste il corpo in quanto oggetto di desiderio, ma il corpo in quanto problema formale.
Perché allora il nudo della Spigolatrice è scandaloso e sessista, dopo che abbiamo visto i nudi di Manet, di Munch, di Klimt, di Schiele e tantissimi altri?
Il problema, in questo caso, è il decorum. Cosa è il decorum? E' una categoria rinascimentale, ma di origine antica (derivante addirittura dalla teoria degli ordini architettonici vitruviana), secondo cui una forma deve essere "adatta" alla funzione che deve svolgere e al soggetto raffigurato. La Spigolatrice è una donna umile e coraggiosa, che sposa la causa antiborbonica e che sfida anche la consuetudine per cui gli uomini combattono e le donne stanno a casa. Quindi, indipendentemente dal fatto che dal punto di vista storico l'artista non l'ha raffigurata correttamente (ad esempio con il costume della sua epoca che non era certo una camicia da notte attillata), non ha centrato il soggetto. Vorremmo vedere una donna coraggiosa, anticonvenzionale, e invece vediamo una pin up simile a quelle di certe trasmissioni TV. Certamente, nell'arte contemporanea il decorum non esiste più come criterio. Tuttavia siamo in presenza di un'opera a destinazione pubblica che ha una funzione celebrativa e di questo un artista deve sempre tenere in conto: può sentirsi libero, però in qualche modo deve rendere il suo soggetto riconoscibile anche a chi ad esempio ignora la poesia. Poteva certo rifiutare la verisimiglianza storica, ma per darci una interpretazione nuova, per farci vedere il soggetto sotto un punto di vista originale, e invece cade nella più bieca banalità e nella ripetizione di un presunto canone estetico quale viene propinato dai mezzi di comunicazione di massa.
Infine, c'è un altro problema, e non da poco. In un'epoca come la nostra in cui si dibatte molto sugli stereotipi sessisti legati al corpo femminile, l'artista pecca contro il decorum da un punto di vista più profondo e forse ancora più grave. Non si pone infatti alcun problema relativamente a questo dibattito, sembra che questo non lo riguardi. Ora le opere d'arte non devono per forza essere "politicamente corrette" se mi lasciate passare questa espressione tanto in voga. Tuttavia in un'opera pubblica (e non privata e immessa nel mercato) il problema del contesto culturale un artista se lo deve porre. Rappresentare una donna oggi in una statua ha un significato molto diverso rispetto ai secoli passati.
Rimproveriamo dunque all'artista la banalità della sua scelta, o meglio la superficialità. Ed anche il cattivo gusto.
*= ricercatrice in Storia della Critica d'arte all'Università di Pisa
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La difesa dell'autore
Sono allibito e sconfortato da quanto sto leggendo. Mi sono state rivolte accuse di ogni genere che nulla hanno a che vedere con la mia persona e la mia storia. Quando realizzo una scultura tendo sempre a coprire il meno possibile il corpo umano, a prescindere dal sesso. Nel caso della Spigolatrice, poiché andava posizionata sul lungomare, ho "approfittato" della brezza marina che la investe per dare movimento alla lunga gonna, e mettere così in evidenza il corpo. Questo per sottolineare una anatomia che non doveva essere un'istantanea fedele di una contadina dell'800, bensì rappresentare un ideale di donna, evocarne la fierezza, il risveglio di una coscienza, il tutto in un attimo di grande pathos.
Aggiungo che il bozzetto preparatorio è stato visionato e approvato dalla committenza.
A chi non mi conosce personalmente dico che metto in discussione continuamente il mio operato, lavorando con umiltà e provando sempre a migliorarmi, lungi da me accostarmi ai grandi Maestri del passato che rappresentano un faro che mi guida e mi ispira.