Buon Compleanno Vasco Rossi by Pierfrancesco Uva |
07/02/2012 -
i 60 anni di Vasco Rossi
Buon compleanno Gran Capo Vasco
Gli auguri del collega: ti vedo come il "“Grinta" o un saggio indiano Cognome il signor Rossi, la normalità, nome l’avventuroso navigatore LORENZO JOVANOTTI*
Buon compleanno Vasco!
Oggi ripenso alla prima volta che ho incontrato la tua musica e a quanto mi colpì. Come se qualcuno avesse inventato un colore nuovo che avevo dentro ma che nessuno aveva mai rappresentato. Ero un ragazzino e d’estate «lavoravo» in una radio privata, Radio Foxes, a Cortona, il paese dei miei. Arrivò il rifornimento dei dischi nuovi e io come sempre mi ci tuffai. Tra quelli, c’era Non siamo mica gli americani: ricordo come fosse ora l’effetto che mi fece quando il disco cominciò a girare. C’era la poesia, e io neanche lo sapevo, perché per me la poesia all'epoca era una cosa noiosa che andava imparata a memoria a scuola, e non immaginavo che invece fosse la capacità di portare alla luce nuove o antiche verità sull’essere umano. Senza fronzoli e nel modo più diretto possibile, usando gli strumenti dell’espressione, proprio come fai tu da sempre. Era la prima volta che ascoltavo una canzone che mi sembrava un film, ma un film che raccontava qualcosa di vero, anzi ipervero. Di quel disco una cosa tra tutte basta a dire perché tu sei Vasco Rossi, il grande Vasco. In quella canzone, a un certo punto fai il suono degli spari con la bocca, e in una canzone io non l’avevo mai sentito fare. Per me in quella cosa è racchiuso lo spirito eterno del rock. Fare il suono degli spari con la bocca, come da bambini quando si gioca. Ora però sono spari veri, che colpiscono e fanno bene, sono liberatori. Tanti anni dopo andai al Festival di Sanremo con una canzone che diceva «No Vasco, io non ci casco», che voleva essere un omaggio a quel tuo modo di stare al mondo e insieme l’impegno a non farsi fregare dai «grandi», a non cascare nelle trappole del conformismo, anche di quello che si spaccia per il suo opposto. Per quelli come te e per quelli come me, diversi ma uniti dal bisogno di essere autentici, non addomesticati. È un impegno che cerco di mantenere, anche se non è facile: continuare a fare il suono degli spari con la bocca. In molti non capirono il gioco di quella mia canzone, ma lo capirono i bambini e le persone di cuore. Gli altri no, quelli capiscono sempre solo quello che gli fa comodo. Una volta te l’ho anche detto di persona che il tuo nome racconta perché ti vogliamo tutti bene: di cognome fai Rossi, come il signor Rossi, e di nome fai Vasco, come il grande navigatore che circumnavigò il Capo di Buona Speranza affrontando il vuoto assoluto di un mondo sconosciuto. Ecco. Vasco e Rossi, contemporaneamente, in simultanea. La normalità e l’avventura, l’anonimato e la spericolatezza. Oggi fai 60 anni e io ti vedo come un capo indiano, o come il Grinta, hai presente il Grinta, quello del film? Grande capo Nuvola Rossi. E poi Vasco è il maschile di Vasca, che non è poco, è una cosa femmina e calda e accogliente, fatta per «lasciare tutto il mondo fuori» e lavare via lo sporco. Uno stadio un giorno potrebbe essere chiamato «un vasco», una gigantesca vasca maschio per bagni collettivi di libertà. Quando l’estate scorsa hai annunciato che volevi abbandonare gli stadi (ma non gli studi, intendo quelli di registrazione) ho pensato che stessi per entrare in una nuova fase creativa. E che potevo aspettarmi di tutto da uno come te, che ha visto «cose che noi umani...». Uno come Clint Eastwood o Bruce Springsteen, Michelangelo, Hokusai, Saramago, la Szymborska, Fellini o Dario Fo, gente che dimostra che la creatività si espande, come l’universo, se uno la lascia fluire, e che a volte il tempo sembrerà tornare indietro, ma saranno attimi, tutto scorre in avanti, inesorabile. Una volta ci siamo visti nel tuo ufficio a Bologna. Tornando a casa in macchina, mia moglie, che ti aveva stretto la mano per la prima volta, mi ha detto: «Vasco è... emozionante». Ecco, le donne in una parola dicono tutto, un po’ come fai anche tu. Per il tuo compleanno ti regalo una frase di uno dei miei film preferiti, «Big Fish», di Tim Burton. «Il pesce più grande del fiume diventò tale perché non fu mai catturato». Tu sei il più grande del nostro fiume. E continui a crescere! Buon compleanno capo Nuvola Rossi, sia Vasco sia Rossi. E grazie per prima per ora e per poi!
Oggi il Buongiorno è un Buon compleanno speciale e avrei pensato di lasciarlo a una penna speciale. Lorenzo Jovanotti che fa gli auguri al sessantenne Vasco Rossi.
[Massimo Gramellini]
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I soliti Vasco Rossi
Noi siamo i soliti quelli così siamo i difficili fatti così noi siamo
quelli delle illusioni delle grandi passioni noi siamo quelli che vedete
qui abbiamo frequentato delle pericolose abitudini e siamo vivi quasi
per miracolo grazie agli interruttori...... noi siamo liberi.. liberi
liberi di volare siamo liberi, liberi liberi di sbagliare siamo liberi
liberi liberi di sognare siamo liberi liberi di ricominciare! noi siamo i
soliti sempre così siamo gli inutili fatti così noi siamo quelli delle
occasioni prese al volo come i piccioni noi siamo quelli che vedete qui
abbiamo frequentato delle pericolose abitudini e siamo ritornati sani e
salvi senza complicazioni noi siamo liberi.. liberi liberi di volare
siamo liberi.. liberi liberi di sbagliare siamo liberi... liberi liberi
di sognare siamo liberi... liberi di non ritornare..... noi siamo i
soliti fatti così...
Leggi tutto il testo su: http://singring.virgilio.it/testi/vasco-rossi/testo-i-soliti.html
noi siamo i solitiLeggi tutto il testo su: http://singring.virgilio.it/testi/vasco-rossi/testo-i-soliti.html
quelli così
siamo i difficili
fatti così
noi siamo quelli delle illusioni, delle grandi passioni
noi siamo quelli che
vedete qui
abbiamo frequentato
delle pericolose abitudini
e siamo vivi quasi per miracolo
grazie agli interruttori
noi siamo liberi, liberi,
liberi di volare
siamo liberi, liberi,
liberi di sbagliare
siamo liberi, liberi,
liberi di sognare
siamo liberi,
liberi di ricominciare
noi siamo i soliti
sempre così
siamo gli inutili
fatti così
noi siamo quelli delle occasioni
prese al volo come i piccioni
noi siamo quelli che
vedete qui
abbiamo frequentato delle pericolose abitudini
e siamo ritornati sani e salvi
senza complicazioni
noi siamo liberi, liberi,
liberi di volare
siamo liberi,
liberi,
liberi di sbagliare
siamo liberi, liberi,
liberi di sognare
siamo liberi,
liberi di non ritornare !
noi siamo
fonte |
Vasco ama i fumetti un esempio è la videoclip
per la canzone Ho fatto un sogno
Ho fatto un sogno è un singolo di Vasco Rossi, uscito nelle radio alla fine di aprile 2010[ e facente parte dell'album Tracks 2 - Inediti & rarità, uscito il 27 novembre 2009.
Questo brano è una metafora del punto di vista del cantautore emiliano riguardo al mondo contemporaneo, realtà in cui ci sono ancora pregiudizi nei confronti del diverso, in cui viene dimenticato il valore della parola "tolleranza" e che continua a cadere nel giudizio facile.
Il video della canzone è sotto forma di graphic novel con la trama del fumetto
della Rizzoli-Lizard, uscito in edicola, intitolato Ho fatto un sogno e ispirato al brano omonimo.
Nel video viene raccontata una società governata da un regime che esige sempre dei sorrisi, anche a costo che tali sorrisi siano solo di facciata o sollecitati tramite l'assunzione della Felicitina, un farmaco antidepressivo ed euforizzante; è vietato piangere: non essere felici, così come suonare o ascoltare musica, è considerato un reato. Nel frattempo, nel sottosuolo, la resistenza ha un piano per sconfiggere il regime, e lo fa diffondendo l'esibizione di Vasco Rossi su tutti i maxischermi della città.
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Un regalo prezioso per i 60 anni di Vasco
Per il 60° compleanno di Vasco Rossi La7 ha proposto il film «Questa storia qua», presentato lo scorso anno fuori concorso alla Mostra di Venezia (martedì, ore 21.15). La regia è di Sibylle Righetti e Alessandro Paris e il lavoro più significativo è consistito nel raccogliere materiale inedito di repertorio (filmati super 8, fotografie di famiglia, vhs amatoriali, vecchie registrazioni radiofoniche) riguardante gli anni di formazione a Zocca, provincia di Modena.
Vasco Rossi nel film documentario «Questa storia qua»Vasco Rossi nel film documentario «Questa storia qua»
Zocca, ancora Zocca, intesa come provincia dell'anima, come radici, come mitologia povera, come cultura da Roxy Bar. Il primo a capirlo era stato Pier Vittorio Tondelli, quando aveva cercato di spiegare l'incredibile successo del cantante: «In anni in cui tutto stava andando verso la normalizzazione, il carrierismo, il perbenismo, Vasco, con la sua faccia da contadino, la sua andatura da montanaro, la sua voce sguaiata da fumatore, il suo sguardo sempre un po' perso, diventava l'idolo di una diversità, di un farsi i fatti propri, di un non volersi irreggimentare che trovarono pronta e osannante una moltitudine di ragazzini».
Gli amici, i parenti, i musicisti che lo seguono da sempre parlano di lui (a Zocca si chiamano tutti Righetti), la gloria del paese, il genius loci, ma ne parlano con affetto, senza essere costretti a interpretazioni o spiegazioni sociologiche, perdonando quello che c'è da perdonare, orgogliosi di aver assistito alla nascita di una stella.
Su Vasco ha detto parole definitive Edmondo Berselli: «Ciò che fa lo stile di Vasco è la sua totale mancanza di cultura, malgrado un'iscrizione a economia e commercio e qualche frequentazione di magistero. È incontaminato, non gli sono rimaste addosso tracce intellettualistiche».
«Questa storia qua» è un documento prezioso di «romanticismo stravaccato e popolare», di una storia vissuta da una comunità montana, di una favola che ognuno è libero di leggere come meglio gli aggrada.
Aldo Grasso
9 febbraio 2012 | 13:27
Sally acustico
va bene così
Noi siamo i soliti quelli così siamo i difficili fatti così noi siamo
quelli delle illusioni delle grandi passioni noi siamo quelli che vedete
qui abbiamo frequentato delle pericolose abitudini e siamo vivi quasi
per miracolo grazie agli interruttori...... noi siamo liberi.. liberi
liberi di volare siamo liberi, liberi liberi di sbagliare siamo liberi
liberi liberi di sognare siamo liberi liberi di ricominciare! noi siamo i
soliti sempre così siamo gli inutili fatti così noi siamo quelli delle
occasioni prese al volo come i piccioni noi siamo quelli che vedete qui
abbiamo frequentato delle pericolose abitudini e siamo ritornati sani e
salvi senza complicazioni noi siamo liberi.. liberi liberi di volare
siamo liberi.. liberi liberi di sbagliare siamo liberi... liberi liberi
di sognare siamo liberi... liberi di non ritornare..... noi siamo i
soliti fatti così...
Leggi tutto il testo su: http://singring.virgilio.it/testi/vasco-rossi/testo-i-soliti.html
Leggi tutto il testo su: http://singring.virgilio.it/testi/vasco-rossi/testo-i-soliti.html
Nota: Jovanotti, classe 1966, negli Anni 80 andò a Sanremo con una canzone dedicata a Vasco Rossi +