Milan Kundera, romancier tchécoslovaque naturalisé français, s’est éteint à Paris ce 11 juillet, à l’âge de 94 ans. Marqué par la répression du Printemps de Prague (1968), il s’exile en France en 1975 après avoir été exclu du Parti communiste en raison de sa dissidence et déchu de sa nationalité en 1979 (elle lui sera restituée en 2019). Le français est devenu « sa seconde langue maternelle » dans laquelle il a écrit ses dernières oeuvres. Esprit libre, témoin de son temps, souvent cité pour le prix Nobel de littérature, ses romans* sont traduits dans le monde entier.
*parmi eux : La plaisanterie, La vie est ailleurs, Risibles Amours, La Valse aux Adieux, L’insoutenable légèreté de l’être, L’immortalité, La lenteur, L’ignorance…
Ieri è mancato alla bella età di 94 anni il famoso scrittore Milan Kundera.
Diventato famoso negli anni '80 con il suo romanzo "L'insostenibile leggerezza dell'essere".
Dice la Repubblica "Raccontò la libertà di pensiero e artistica contro ogni regime e imposizione. Visse da esule, scelse il silenzio e lasciò che a parlare fossero soltanto i suoi romanzi".
Gianfranco Uber
È morto oggi, a Parigi, 11 luglio 2023, Milan Kundera, uno scrittore, poeta, saggista e drammaturgo francese di origine cecoslovacca ed etnia ceca. La sua opera più nota è il romanzo "L'insostenibile leggerezza dell'essere".
"Come puoi vivere senza conoscere Palermo?", L'Insostenibile leggerezza dell'essere.
Gianni Allegra
È morto a Parigi, all'età di 94 anni, lo scrittore Milan Kundera, prolifico autore di romanzi, poesie, saggi e spettacoli teatrali. Nato il 1° aprile 1929 a Brno, nell'allora Cecoslovacchia, aveva trovato in Francia una seconda patria. Il padre, Ludvík Kundera, era un noto pianista e direttore dell'Accademia musicale locale, e infatti anche il giovane Milan studia inizialmente musica, passando però poi a studiare letteratura all'Università Carolina di Praga e ancora trasferendosi alla Scuola di cinema FAMU. Nel 1948 s'iscrive al Partito comunista, ma ne fu espulso poco dopo per le sue critiche alle politiche di Stalin, salvo poi essere riammesso alla fine degli anni Cinquanta; dopo delle poesie giovanili, nel 1967 debuttò con Lo scherzo, una denuncia della repressione stalinista, e l'anno dopo sostenne la Primavera di Praga, ritornando su questi temi politici con la raccolta di racconti Amori ridicoli.
Divenuto un punto di riferimento politico oltre che letterario, nel 1975 si trasferisce in Francia, dove insegna all'università di Rennes e poi di Parigi, dove trascorre per il resto della vita assieme alla moglie Vera Hrabanková. Dopo la pubblicazione nel 1978 de Il libro del riso e dell'oblio, ennesima opera molto critica nei confronti del comunismo oscurantista del suo paese, gli viene tolta la cittadinanza ceca (nel 1981 il presidente Mitterand gli concede quella francese) e i suoi libri vengono proibiti in patria. Da lì concentra la sua attività in Francia, che raggiunge il suo culmine nel 1984 con L’insostenibile leggerezza dell’essere: sempre partendo dalle riflessioni sul fallimento della Primavera di Praga, questo libro divenuto manifesto generazionale racconta delle aspirazioni personali e delle pulsioni più intime che non riescono mai a liberarsi fino in fondo dai condizionamenti esteriori, soprattutto sociali e politici, che li frustrano.
Lontano da ogni velleità di diventare un punto di riferimento carismatico, Milan Kundera fu critico anche nei confronti dell'impostazione frenetica e vanitosa della società occidentale, come si può leggere anche in una sua altra grande opera,La lentezza, pubblicata nel 1995. Il suo ultimo libro, La festa dell'insignificanza (uscito nel 2013 in anteprima mondiale per Adelphi, suo editore italiano di riferimento da sempre) è una riflessione profonda sulle contraddizioni dell'esistenza ma affrontato con una successione di arguzie ironiche. Inclassificabile, indomito, anche contraddittorio, dallo stile pensoso e allo stesso tempo fulminante e tagliente, Kundera è stato uno degli ultimi grandi narratori dell'epoca ideologica crollata su sé stessa che è stato il Novecento: più volte candidato al Nobel, non ha mai ricevuto il prestigioso riconoscimento, ma forse anche questo è stato coerente con la sua figura sempre restia alle celebrazioni e ai valori di facciata.
Il 24 maggio, è ricorso il 60esimo anniversario della nascita di Ilaria Alpi, la giornalista della RAI assassinata in Somalia nel 1994, insieme al cineoperatore Miran Hrovatin.
Tra le varie iniziative a ricordo di questo grande personaggio, è stato proposto un video, patrocinato dall’Ambasciata d’Italia a Mogadiscio, dalla Casa delle artiste di Milano e dal Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”
Numerosi gli enti patrocinanti tra i quali: Radio Italia Africa (Kenya), Associazione Papa Giovanni XXIII, Ambasciata dei diritti, Università per la pace, Casa delle culture, AMAD, Cooss Marche, Con..tatto, Polo 9, Servizio di Strada, Hexperimenta, Tenda di Abramo, Avvocato di strada, Free Woman ODV, Caritas diocesana, Opere Caritative Francescane.
L’opera, di Paolo Rosato, ha per titolo “Erano canti di guerra” per tuba e voce recitante, sarà interpretata in prima mondiale dal concertista italiano Gianmario Strappati, Ambasciatore di Missioni Don Bosco per la musica nel mondo.
I versi di Tonia Giansante saranno declamati dall’attrice Rossella Mattioli.
Il lavoro che nasce dallo spunto tematico tratto da antiche melodie somale, propone una profonda riflessione sul perché a distanza di anni, la vicenda di Ilaria Alpi riesca ancora a parlarci e a rivendicare verità e giustizia
Morti Enzo Mari e Lea Vergine ad un giorno di distanza, il coronavirus ci ha privato di due grandi della cultura italiana.
IERI È MORTO ENZO MARI famoso designer: «Tutti dovrebbero progettare per evitare di essere progettati»
Oggi la moglie LEA VERGINE famosa critica d'arte: “L’arte non è necessaria. È il superfluo. E quello che ci serve per essere un po’ felici o meno infelici è il superfluo. Non può utilizzarla, l’arte, nella vita. ‘Arte e vita’ sì, nel senso che ti ci dedichi a quella cosa, ma non è che l’arte ti possa aiutare. Costituisce un rifugio, una difesa. In questo senso è come una benzodiazepina”
Resistere, resistere, distanziare!
Hasta la victoria!
Grazia / GIO
25 Aprile 2020
Bella ciao ...
Auguri a tutti per tutto
Gianfranco Uber
Questo è il mio fiore del Partigiano e lo troverete così nelle mie prossime (diverse) vignette per il 25 aprile. Per un'iniziativa dell'Anpi di Colleferro, per l'Istituto Cervi, per la vignetta su Repubblica del 25, e per un'animazione (!) video per il 54esimo di matrimonio dei miei (proprio il 25 aprile). E' sempre lo stesso fiore del Partigiano. Da sempre, per sempre.
Mauro Biani
L'ultimo Partigiano Giannelli
[O calembour, portami via... Eh sì, anche oggi il Maestro ce ne regala uno, anche se può essere colto solo dagli ultrasettantenni. Calembour, però senza rinunciare al mash up con l’attualità. Una vera e propria dipendenza, questa del Maestro. La questione senile continua a contraddistinguere questa fase della produzione giannelliana, oggi con l’immancabile richiamo alla Liberazione. Ma mentre il messaggio in chiaro va alle ben note vicende virali, qua e là troviamo segni altri: il tricolore, rigido e striato, che sembra uno zerbino (l’italia con l’Europa in questi giorni?), la manicure punk della signora di dubbia interpretazione, ma soprattutto chi, anzi che cosa risponde alla notizia. È il fiore, il fiore del partigiano. Grande Maestro.
(IlPartigianoEmil)]
Domani non ci vedremo in piazza, ma dobbiamo continuare a ribadire e a difendere i valori che il #25aprile esprime, quest’anno più che mai. Perché #Liberazione significa anche costruire #valori e ampliare i #diritti, rendendoli sempre più solidi. pic.twitter.com/mAAQPq0AtG
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Il 25 aprile 2020 sarà una giornata di liberazione, forse la più grande dal dopoguerra. Quest'anno, a causa della emergenza sanitaria Covid-19, non si potranno riempire le piazze di canti e bandiere ma l’Italia potrà unirsi nella grande manifestazione virtuale 25 aprile 2020 #iorestolibera #iorestolibero, trasmessa in streaming a partire dalle 14,30 dalla pagina Facebook e da numerose altre piattaforme il cui elenco è aggiornato sul sito
www.25aprile2020.it
Massimo Jatosti
Non più madri e casalinghe, ma “bandite” e clandestine. In una sola parola: Partigiane, le donne che hanno scritto le pagine della Resistenza italiana, quelle che hanno combattuto al fianco degli uomini per dare cittadinanza ai diritti di parità e di genere. A loro è dedicato un documentario bello e profondo, “Bandite” (del 2009), a cura delle registe Alessia Proietti e Giuditta Pellegrini, che in questi giorni è disponibile In STREAMING fino al 26 aprile: "BANDITE".
4 Novembre 2018 - Centenario della fine della Grande Guerra -
per il Calendario Storico dell'ANFCDG Marco D'agostino
"Forse, grazie alle celebrazioni per la Liberazione del 25 aprile, ma anche ai racconti dei nostri nonni per chi ha la mia età, la Seconda Guerra Mondiale è più presente nei nostri ricordi rispetto alla Prima.
Non voglio apparire impassibile e farne una mera questione di numeri, ma stavo guardando i dati dei due conflitti e ho visto che al termine di quello 1939-45, tra civili e militari, i morti italiani furono circa 472.000 su una popolazione di quasi 44 milioni di abitanti.
Ma, su una popolazione di quasi 36 milioni, i caduti nella Prima Guerra Mondiale furono 1.240.000, circa il 3,5% del totale degli abitanti, per tacere dei 500.000 mutilati.
Una guerra in cui siamo entrati, contro la volontà popolare, a un anno dal suo inizio, mostrandoci neutrali e tenendo contatti con entrambe le parti per ottenere i maggiori compensi possibili per poi tradire l'Alleanza - di cui il Regno faceva parte dal 1882 - nei primi giorni di maggio 1915 e dichiararle guerra una ventina di giorni dopo, anzi, per dichiarare guerra a uno dei due ex-alleati, l'Austria-Ungheria, perché con la Germania, anche se l'avevamo mollata, volevamo comunque rimanere amici.
40 mesi e 1.240.000 morti dopo, qualcuno ebbe il coraggio di chiamarla vittoria.
E così fanno ancora in molti oggi, a 100 anni esatti dalla sua fine.
Non io.
Per me, era e resta una carneficina e quei contadini e operai sfruttati da vivi e mandati al massacro nell'inferno delle trincee, andrebbero almeno lasciati riposare da morti."
Augusto Rasori
4 Novembre 1918
Italy: November 4, 1918, Victory Day
Paolo Lombardi
Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore viaggia e viaggia, capitò nel paese senza vittorie in quel paese si commemoravano i defunti, se si voleva si celebravano le persone degne si incoraggiavano le altre a diventarlo nel paese senza vittorie ci si era riappropriati della parola “onore” non era più legata ad azioni di guerra (in quel paese era bandita per sempre) o al coraggio, ma ai comportamenti quotidiani, ordinari e straordinari, e non aveva colore nel paese senza vittorie si custodiva la memoria e le guerre non venivano celebrate, ma ricordate e rese monito nella biblioteca comunale, nel libro di storia contemporanea-contemporanea, la parola guerra era presente una sola volta, dove si ricordava che lì era ripudiata eppure quel libro non era più esile di quelli passati, era pieno di pagine che sembravano sorridere a sfogliarle e si aggiornava ogni volta che veniva aperto “che bel paese questo paese senza vittorie” disse Giovannino e aggiunse: “non vedo l’ora di tornarci” e io con lui
Fabio Magnasciutti
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La Domenica del Corriere festeggia sulla copertine la fine della guerra.
copertina n 45 10-17 novembre 1918 La Domenica del Corriere
copertina n 46 17-24 novembre 1918 La Domenica del Corriere
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Gabriele D’Annunzio lancia i suoi volantini su Vienna.
Disegno di Massimo Jatosti
26/12/2017 Maddalena Fossati Dondero
Genio. Gualtiero Marchesi era un rivoluzionario.
Non aveva paura di nulla e ha sfidato le leggi della cucina quando in Italia significava più che altro mangiare a casa.
Anzi ha fatto di più.
Ha creato e inventato l’alta cucina nel nostro Paese, come si diceva allora la nouvelle cuisine all’italiana, espressione entrata nel linguaggio di tutti.
Bravo maestro. Eri unico. Ricordi sparsi di te, mentre vieni celebrato dai tuoi ragazzi, Carlo (Cracco), Andrea (Berton), Davide (Oldani) a Cannes, alla scorsa edizione del Festival del Cinema, alla presentazione del film “Gualtiero Marchesi. Il grande italiano” che ti ha reso omaggio e immortalato per sempre. Eri così emozionato e composto. O ancora a Londra a un’edizione dei 50best quando qualcuno ti chiamò chef e tu con un sorriso morbido dicesti “cuoco, prego”.
E poi eri sempre affettuoso con tutti, gentile, un po’ papá.
Caro Gualtiero la cucina italiana ti ricorderá come il grande italiano, il grande cuoco italiano. Buon viaggio e buon appetito.
Alma: la scuola internazionale di cucina a Colorno "Cari studenti, cari docenti, cari amici, posso dire, senza esagerare, ma con orgoglio, che se Alma è, lo è anche per merito del sottoscritto. Non so se è stato più un parto o una paternità. Forse le due cose insieme. Mi sento madre e anche padre di questa bellissima scuola. Qui, si viene a imparare le basi del mestiere, ad apprendere le tecniche con cui lavorare per rendere merito e per fare grande la cucina italiana. Si può fare qualcosa di grande solo se si studia sodo e si pratica senza sosta il mestiere". "Per me - ha spiegato Marchesi - è arrivato il momento di dedicarmi a qualcosa che mi sta molto a cuore. Un progetto che coltivo da tempo e che sta per nascere. Sentivo il bisogno di dar vita, sul modello della Casa di riposo dei musicisti, anche a una Casa di riposo dei cuochi. Per dedicarmi al mio nuovo progetto lascio la carica di rettore. Una scelta che arriva quando Alma stessa non ha più bisogno di una simile figura".
La figura più importante dell’enogastronomia italiana, che ci lascia a 87 anni, nel 2004 inaugurò proprio nel Parmense uno degli istituti di formazione gastronomica più importanti che esistano: Alma, Scuola internazionale di cucina. La scuola sorge a Colorno, all’interno del Palazzo Ducale, comunemente conosciuto come Reggia di Colorno. Da allora fino a quest’anno, Marchesi è stato rettore di questa scuola, da cui oggi escono i migliori chef italiani. Anche qui la rivoluzione apportata fu grandiosa: i cuochi non dovevano essere dei semplici esecutori, ma raffinati e competenti interpreti. Si imparano le basi e si affinano tecniche, però si apprende anche la storia della gastronomia italiana, partendo dalla cultura regionale. Le ricette esistono, non resta che innovarla e reinventarle a seconda della propria soggettività, partendo tuttavia dall’insegnamento principale: “l’esempio è il primo insegnamento”, come amava ripetere Marchesi.
Il tweet che ha mandato ai ragazzi dell'Alma lo scorso 13 dicembre quando il Parma ha esondato nelle cucine del palazzo ducale di Colorno
https://twitter.com/Alma_School/status/940921604128821250Vorrei essere a Colorno insieme ai ragazzi di @Alma_School : forza!
Non ci ferma nessuno, nè il terremoto nè l’esondazione della Parma, ma... dovremmo essere impegnati solo per formare bravi cuochi alla cucina italiana. Forza ragazzi, sono con voi!
Marchesi era nato nel 1930 a Milano, da una famiglia di ristoratori provenienti da Pavia; dopo una parentesi in Svizzera per conseguire gli studi si trasferisce a Parigi, riuscendo a perfezionare le proprie tecniche. Nel 1977 apre il suo primo ristorante a Milano, mentre nel 1986 consegue le tre stelle Michelin, fu il primo italiano a foggiarsi di tale titolo. Ma fu anche il primo a contestare le guida francese per le metodologie d’assegnazione delle stelle, arrivando persino a rifiutare il riconoscimento. La rivoluzione marchesiana era iniziata: l’estetica e il prodotto stavano al centro del piatto. Addio vecchie osterie e trattorie, la cucina italiana iniziava il suo percorso al di fuori delle mura di casa per lanciarsi verso orizzonti più ampi. Gualtiero Marchesi è stato il vero condottiero di questa impresa, imprimendo concetti dell’alta cucina francese ad un Paese dalle notevoli potenzialità.
La sua carriera è stata raccontata in “The Great Italian”, biopic sulla sua vita presentato lo scorso maggio a Cannes, di cui vi proponiamo qui sotto il trailer in italiano.
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Gualtiero Marchesi: The Great Italian - Trailer
Appassionato d’arte, come si vede anche nei suoi piatti, ha aperto la Fondazione Gualtiero Marchesi per promuoverla – dalla musica alla pittura, dalla scultura alla cucina. L'ultimo obiettivo: una casa di riposo per cuochi, la Casa Verdi, a Varese.
Numerosi i modi in cui Marchesi ha rinnovato la cucina italiana e probabilmente quello a cui lui teneva di più era l’attenzione per la materia prima e la perfetta conoscenza su come trattarla. Il suo piatto più celebre è il Riso oro e zafferano, che ripropone la tradizionale ricetta milanese in modo nuovo e con l’aggiunta di una foglia d’oro.
MARCHESI
l risotto al salto è perfetto: morbido dentro, croccante e ambrato fuori. Un po' come il suo eloquio: sobrio, quasi sommesso nel tono, ma duro, a volte dogmatico nella costruzione. Per il "timido" Gualtiero Marchesi, comunque una conquista. Sia che parli sia che cucini lo fa con un' estrema attenzione ai dettagli e ai tempi. Al tavolo dove sediamo, nel suo ristorante "Il Marchesino", accanto alla Scala, mi espone quasi sotto voce la sua filosofia. È un uomo che mi incuriosisce. Non per il successo che è indiscutibile e, aggiungo, meritato, ma per quello che il successo gli ha tolto. È un' idea strana che mi sono fatto sentendolo parlare: c' è un Marchesi ufficiale, consegnato alle cronache più ovvie, e un Marchesi meno saldo, più sfuggente, difficile da stanare. È lì che vorrei condurlo. Oltre una certa idea prevedibile di perfezione. «Ha qualcosa contro la perfezione?», mi chiede. No, e lei? Fa una pausa e poi dice: «Vede, la perfezione è un ideale, io l' ho cercata prima che nel piatto dentro di me». Ecco, è questa certezza lievemente ascetica che mi preoccupa. E l' ha mai trovata, intendo la perfezione? «La perfezione non è un oggetto che sta in qualche luogo. È semmai uno stato di
2 Agosto 1980. Per non dimenticare
"Per non dimenticare" racconta l'ora immediatamente precedente all'esplosione della bomba alla stazione di Bologna, attraverso una serie di microstorie, interpretate tutte da attori piuttosto famosi che hanno prestato la loro opera gratuitamente. I proventi del film, infatti, sono stati devoluti all'Associazione dei Familiari delle Vittime della Strage di Bologna, per le spese processuali.
Un film di Massimo Martelli
Prodotto da Legami!
con Antonio Catania, Gianni Cavina, Giuseppe Cederna, Roberto Citran, Massimo Dapporto, Giuliana De Sio, Gioele Dix, Fulvio Falsarano, Sergio Fantoni, Angela Finocchiaro, Vittorio Franceschi, Enzo Iacchetti, Roberta Lena, Roberto Malandrino, Francesco Paolantoni, Patrizia Piccini, Nicola Pistoia, Giovanna Ralli, Remo Remoti, Gemelli Ruggieri, Tina Ruggieri, Stefano Sarcinelli, Mariella Valentini, Paolo Maria, Veronica Vito
Cortometraggio avuto per gentile concessione dell'Associazione tra i familiari delle vittime strage alla stazione di Bologna del 2 Agosto 1980.
COMITATO DI SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DELLE STRAGI BOLOGNA 2 AGOSTO 1980-2017 PER NON DIMENTICARE 37° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE ALLA STAZIONE mercoledì 2 agosto 2017 Giornata in memoria delle vittime di tutte le stragi
P R O G R A M M A
Martedì 1 agosto
ore 21.30 - Piazza Nettuno: Cantiere di narrazione popolare 2 agosto, "discorso ai narratori" di Matteo Belli
Mercoledì 2 agosto
ore 6.30 - 8.30 - Parco della Montagnola, Piazza VIII Agosto: arrivo da tutta Italia delle staffette podistiche "Per non dimenticare"
ore 8.00 - 14.00 - Stazione Centrale - stand Poste Italiane: vendita oggetti commemorativi e annullo filatelico speciale
ore 8.30 - Sala Consiglio - Palazzo d'Accursio: incontro con l'Associazione Familiari Vittime della Strage alla Stazione di Bologna, le Autorità ed i rappresentanti delle città, degli enti e delle associazioni aderenti alla manifestazione
ore 9.15 - Piazza Nettuno: concentramento con i Gonfaloni delle città e partenza del corteo lungo via dell'Indipendenza
ore 9.15 - “Con le mani”: medici, infermieri e volontari accoglieranno i familiari delle vittime e il corteo tenendo in mano le fotografie dei soccorsi del 2 agosto 1980. A cura del Collegio Infermieri IPASVI Bologna e di Piantiamolamemoria
ore 10.10 - Piazza Medaglie d'Oro: intervento del Presidente dell'Associazione Familiari Vittime della Strage alla Stazione di Bologna, Paolo Bolognesi. Seguono un minuto di silenzio in memoria delle vittime e l'intervento del Sindaco di Bologna Virginio Merola
ore 10.50 - Primo Binario - Stazione di Bologna: deposizione di corone alla targa che ricorda il sacrificio del ferroviere Silver Sirotti deceduto nella strage del treno Italicus
dalle ore 11 alle ore 23 – diversi luoghi della città: Cantiere di narrazione popolare 2 agosto:
85 narratori racconteranno la storia delle 85 vittime. Sarà messa a disposizione una mappa cartacea e virtuale, attraverso la quale sarà possibile seguire gli itinerari delle narrazioni. Iniziativa promossa dall'Assemblea Legislativa della Regione Emilia – Romagna. http://www.assemblea.emr.it/cantiere-due-agosto
ore 11.15 - Piazzale EST - Stazione di Bologna: partenza del treno straordinario per San Benedetto Val di Sambro, deposizione di corone alle lapidi che ricordano le vittime degli attentati ai treni Italicus e 904 Napoli-Milano. Interventi del Sindaco di San Benedetto Val di Sambro Alessandro Santoni, della Presidente dell'Associazione Familiari Strage Treno 904 Napoli–Milano Rosaria Manzo e del Consigliere Delegato della Città Metropolitana di Bologna Marco Monesi
Ore 11.15 - Chiesa di San Benedetto – Via dell’Indipendenza, 64: Santa Messa, celebra S. E. Mons. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo Metropolita di Bologna
ore 11.30 - Cotabo - Via Stalingrado 61 (nuova sede): deposizione di corone al monumento in ricordo dei tassisti deceduti il 2 agosto 1980
dalle ore 16,30 - Centro Sportivo Arcoveggio – Via di Corticella 180/4: 14a edizione “Lo sport ricorda” triangolare di calcio fra le squadre del Consiglio comunale di Bologna, RFI Bologna, COTABO
ore 21.15 - Piazza Maggiore - Concorso Internazionale di Composizione 2 agosto – 23° edizione. Dedicato a partiture per fisarmonica solista, sassofono, trombone e orchestra eseguite dall'Orchestra della Fondazione Arturo Toscanini diretta dal maestro Alessandro Cadario Solisti: Badria Razem Voce, Ivano Battiston Fisarmonica, Alessandro Castelli trombone, Enzo Filippetti sassofono, Tommaso Colafiglio chitarra elettrica, Francesco La Capra basso elettrico, Francesco Rondinone batteria. Saranno eseguite le composizioni vincitrici: prima classificata: "TrombionOphone or Riders in the Field of Hope" di Mohammad Amin Sharifi (Iran) seconda classificata : “C(y|ir)cles. In cerca della a-dualità” di Paolo Cognetti (Italia) terza classificata: “J-Rhapsody” di Lorenzo Fiorentini (Italia) inoltre: “Tre per Tre”, vincitori del “Premio Veretti” organizzato dalla Scuola di Musica di Fiesole - prima esecuzione assoluta Also Sprach Eumir: Deodato revisited arrangiamento e orchestrazione di Aurelio Zarrelli di Alzo Spach Zarathustra (Strauss/Deodato) e Do It Again, prima esecuzione assoluta
Il concerto sarà trasmesso in diretta da Radio Rai 3 e in differita venerdì 11 agosto su Rai 5