Ci sarebbe da piangere, ma come fare a non ridere scorrendo i
commenti blog/chat/facebook/tweet che continuano ad accavallarsi dopo la
“new” del Ministero Trasporti e Infrastrutture che dal 3 novembre
prossimo impone (pena oltre 700 euro!) a chi guida un veicolo non di sua
proprietà di comparire sulla carta di circolazione insieme ai dati del
proprietario? Non è proprio così, ma per arrivare a capire che così non
è tocca imporre alle nostre celluline grigie tripli salti mortali
carpiati con avvitamento e supercazzola prematurata con scappellamento.
Il tutto è racchiuso in quasi
50 (!!) pagine di dispositivi d’attuazione (circolare 15513 del 10 luglio 2014) di
un comma (il 3) di
un
articolo (il 94 bis) del Codice della Strada che si riferisce alla
Legge 120/2010. Insomma, tanto “new” non sarebbe. Leggetevi il testo
ché la legge, così come i suoi dispositivi attuatori, non ammette
ignoranza
http://www.mit.gov.it/mit/mop_all.php?p_id=19250
Premessa fondamentale: questa disposizione ha (notevole) scopo
principale l’individuare i responsabili delle infrazioni e scovare le
intestazioni fittizie
(avete presente quei bolidi intestati a ultraottuagenari sui quali
però scorrazzano e sgommano evasori e facce da papponi? Ecco). Gli è
però che subito dopo il nobile obiettivo, le supercazzole pare che
s’infilino una sull’altra!
Avviso importante per tutti (compresi i papponi): il
guidatore che finora ha viaggiato su auto non intestata a sé può
continuare a farlo senza trascrivere i suoi dati sul libretto.
Coloro che, invece, dal
3/11/14 guideranno
per oltre 30 giorni un’auto
non loro, dovranno comunicarlo alla Motorizzazione trascrivendo sul
libretto i propri dati (NB ogni trascrizione costa 25 euro: 16 di bollo 9
di diritti). I familiari
conviventi con l’intestatario sono
esonerati.Gli altri familiari (figli, coniugi, genitori e suoceri,
nonni e zii ecc. ecc.) che risiedono altrove -e che guidano oltre 30
giorni la macchina intestata al familiar cortese- hanno da trascriversi.
Nessuno ha considerato
i conviventi non familiari: anche
loro perciò dopo i fatidici 30 giorni dovranno trascriversi. Questa è
però la solita (incivile) storia appartenente al Paese nostro. E’ storia
manco ancora recepita a livello della carta dei diritti umani:
figuriamoci dunque se la può recepire il Codice della Strada!
Poi c’è ancora una cosuccia non da poco: quella specie di
bonus dei
30 giorni su cui pare vertere la
ratio legis. Come contano, le signorie loro illustrissime, d’identificarne le
date certe?
Spiego: “
A” guida l’auto del proprietario “
B” da sempre. Prosegue a farlo anche sull’auto trascritta in capo a
B dopo il 3 novembre 2014. Verso Natale (data a caso) lo ferma la stradale: “patente e libretto”. Le identità non coincidono.
A dichiara a verbale d’averla presa in consegna da
B tot (che ci frega? Basta che non siano 30!) giorni prima e che domani gliela restituisce. Questo tipo di
performance può, così, tornare valida
per sempre a rotazione, a meno che
A
non venga fermato ogni giorno e, ogni giorno (almeno fino alla
concorrenza dei 30) non venga “schedato” in apposito database. Insomma
A dovrebbe essere monitorato come si fa con un
ecoDoppler?!
Più che “patente e libretto” con questa legge suonerebbe meglio: “libretto patente”.
29 ottobre 2014
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