I 50 miliardi che Monti non vuolestanno tutti nelle banche svizzere Il governo dice no all’accordo con Berna sui capitali evasi che, invece, tassati potrebbero finanziare lo sviluppo. Germania, Gran Bretagna e Austria lo hanno già fatto. L’Europa dice sì, anche il Pdl apre
I
soldi sono lì, a portata di mano, facili da incassare. E tutti in una
volta, senza stare a racimolare un miliardo qua e uno là tra accise
sulla benzina e i blitz utili, e spettacolari, come quello di ieri della
Guardia di Finanza negli agriturismi in vista del ponte del Primo
maggio. Nelle casse delle banche svizzere si stima ci siano almeno 150
miliardi di euro degli evasori italiani e lo Stato potrebbe prendersene
fino a 50. Ma al governo non sembrano interessare di Stefano Feltri (dal
Fatto quotidiano, 29 aprile 2012)
domenica 29 aprile 2012
COMMON BUSINESS ORIENTED LANGUAGE
La
"spending review" fatica a concretizzarsi. La necessità di non
danneggiare anche le potenziali capacità di crescita non giustificano
però la timidezza nel colpire anche i privilegi improduttivi o le forme
più smaccate di evasione ed elusione.
A proposito, si sa più niente sull'accordo con la Svizzera?
TAGLI DIFFICILI
Oggi
il Ministro Giarda presenterà il risultato delle sue fatiche. Vedremo
se l'entità e soprattutto la qualità dei tagli confermeranno le premesse
iniziali della "Spending Review" o se il fuoco incrociato degli opposti
interessi avrà prodotto la solita amara minestrina ad uso dei più
deboli. Gianfranco Uber
Modifica 1/05/2012 ore19.40 Notizia di oggi 1° Maggio :
Forse ci siamo... Monti si è detto pronto a discutere con la Svizzera per tassare gli evasori come Germania e Inghilterra.
Era ora!
Oggi (1° maggio) sul Fatto Quotidiano, con articoli di Stefano Feltri, Wanda Marra, Giovanna Lantini e Sara Nicoli
Marilena Nardi
New Secret Service Earpiece
By Chris Weyant, The Hill
11 US Secret Service agents and officers are being investigated over allegations that they brought back several prostitutes (at least 20 at the last count!) to a hotel in Cartagena ahead of President Obama's visit to Columbia for the Summit of the Americas last weekend.
The Cagle Post has a nice collection of cartoons about America's Secret Service sex scandal.
La squadra di agenti segreti che accompagnava il presidente al Summit of the Americas tenutosi nella cittadina colombiana di Cartagena de Indias è stata rimpatriata in tutta fretta perché, invece di pensare a proteggere Obama e i suoi uomini, è stata trovata a spassarsela nei locali notturni con prostitute giovanissime. fonte
Sex & Security Alfredo Martirena
11 Secret Service and 10 military personnel are suspected of misconduct involving 21 women. The incident took place before President Obama arrived in Colombia for an economic summit. 18 Apr 2012
Breivik ha fatto un saluto estremista a pugno chiuso appena entrato nell’aula del tribunale e poi, ridendo, si è messo a sedere ed è rimasto in quella posizione anche quando è entrato il giudice. Il 33enne norvegese non “riconosce l’autorità della Corte” e, pertanto, non si alza in piedi. Un ulteriore sfregio nei confronti della Giustizia.
Così è iniziato il processo ad Oslo al mostro novergese il 16 aprile scorso.
L’estremista di destra Anders Behring Breivik, è l'autore, l’estate scorsa
in Norvegia, di due attacchi terroristici che hanno provocato la morte
di 77 persone.
Breivik ha ammesso la strage del 22 luglio scorso, ma ha anche negato ogni responsabilità penale, sostenendo di avere attuato il massacro “per il bene della Norvegia”, e per salvare il Paese dagli “effetti devastanti” del multiculturalismo. Il killler sostiene la sua “integrità” mentale e di essere stato perfettamente in grado di intendere e volere mentre commetteva gli orribili crimini della scorsa estate.
Tra le altre cose detesta 'Barn av regnbuen' ('Bambini dell'arcobaleno') del musicista e compositore folk norvegese Lillebjoern Nilsen, perché è un “buon esempio di marxismo” infiltrato negli ambienti culturali e che i suoi testi servono al “lavaggio del cervello degli studenti" del Paese scandinavo.
Anders Breivik
By Taylor Jones, El Nuevo Dia, Puerto Rico - 4/20/2012
Breivik Sergei Tunin
Anders Behring Breivik unfolding 18 Apr 2012
LA RISPOSTA
Ieri, nella Youngstorget, al centro di Oslo, migliaia di persone si sono riunite sotto la pioggia scrosciante per cantare “Barn av regnbuen” (Bambini dell’arcobaleno) cui Breivik ha più volte detto di odiare per i principi quale esprime.
Questo è il testo della canzone, adattamento di Lillebjørn Nilsen da
una canzone di Peter Seeger del 1973. Di fianco la traduzione in
italiano più o meno corretta. En himmel full av stjerner (Un cielo pieno di stelle) Blått hav så langt du ser (Mari blu fin dove riesci a vedere) En jord der blomster gror (Un mondo dove crescono fiori) Kan du ønske mer ? (Puoi chiedere qualcosa di meglio?) Sammen skal vi leve (Insieme dobbiamo vivere) hver søster og hver bror (Ogni sorella e ogni fratello) Små barn av regnbuen (Piccoli bambini dell’arcobaleno) og en frodig jord. (E un mondo in fiore) Noen tror det ikke nytter (Alcuni pensano che non sia importante) Andre kaster tiden bort med prat (Altri sprecano tempo in chiacchere) Noen tror at vi kan leve av (Alcuni credono che si possa vivere di…) plast og syntetisk mat. (…plastica e cibo sintetico) Og noen stjeler fra de unge (E alcuni rubano ai giovani) som blir sendt ut for å sloss (che sono mandati a combattare) Noen stjeler fra de mange (Alcuni rubano ai molti) som kommer etter oss (che verranno dopo di noi) Ritornello
Si det til alle barna! (Ditelo a tutti i bambini) Og si det til hver far og mor: (E ditelo a ogni padre e madre) Ennå har vi en sjanse (Che abbiamo ancora la possibilità) til å dele et håp på jord. (di condividere la speranza nel mondo)
40.000 sang Barn av regnbuen
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Se fossimo tutti un po' norvegesi
John Belushi odiava due cose:
la musica country e i nazisti dell’Illinois. Ma cosa succede quando un
nazista odia la musica country? Che anche noi fan dei Blues Brothers
siamo chiamati a una scelta doverosa e ci schieriamo con la nenia dei
cowboy. Se poi siamo di Oslo e fuori piove, apriamo l’ombrello e
scendiamo in piazza in quarantamila per cantarla a squarciagola. Alla
faccia del nazista.
Il quale aveva appena dichiarato che con quella canzone le maestre
norvegesi lavano il cervello ai bambini. Soltanto il suo, purtroppo, è
rimasto refrattario a qualsiasi detersivo.
La canzone si intitola «Barn av regnbuen», «Bambini dell’arcobaleno», ed
è il rifacimento in scandinavo stretto di «Rainbow race», cantilena
folk strimpellata alla chitarra dall’americano Pete Seeger nei primi
Anni Settanta. Il ritornello parla di fratellanza, di distese
verdeggianti, e non fa male a nessuno, se non a chi è già abituato a
farsene parecchio da solo. Anders Breivik, per esempio, lo stragista di
Utoya che ha imputato all'innocuo motivetto nientemeno che il
deterioramento in chiave marxista della gioventù norvegese. I messaggi
semplici e solari agiscono sulle menti ottenebrate dal razzismo come una
cartina da tornasole. Portano a galla la rabbia di chi ha talmente
paura della sensibilità umana da considerarla una dimostrazione di
debolezza.
In tribunale Breivik ha insultato la canzone e l’infanzia dei
connazionali. E ancora una volta è venuta fuori la civiltà di quel
popolo poco battuto dal sole, che ha saputo asciugare il sangue di Utoya
senza macchiare il vestito lindo della sua democrazia e si permette il
lusso di trattare un reo confesso come un crocerista, ospitandolo in una
cella grossa come uno stand dell’Ikea. I norvegesi avrebbero potuto
reagire alla provocazione di Breivik con il silenzio. Oppure con il
furore, portando in piazza i familiari delle vittime per ritorcere
addosso a quell’uomo il livore seminato dai suoi atti. Invece si sono
ritrovati pacificamente in quarantamila per cantargli la loro canzone.
Ricordando al mondo che è anche per merito di quella nenia, imparata a
memoria negli asili, se sono cresciuti così tolleranti e intimamente
connessi con l'ambiente che li circonda.
Perciò oggi siamo tutti un po’ norvegesi, compresi noi rockettari
stonati. Anzi, soprattutto noi, che ci offriamo volontari per inciderla
su un disco da far ascoltare a Breivik in cuffia, fino alla fine dei
suoi giorni. Massimo Gramellini
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WPC SINTRA 2012 PRIZES Satirizing one of the main issues of 2011, with the caricature of Dominique Strauss-Kahn, the Norwegian artist Egil Nyhus was awarded with the Grand Prix of the 8th edition of the World Press Cartoon. He shares the distinction ex-aequo with Cuban artist Aristides Hernandez, who won the Editorial Cartoon category with an untitled drawing allusive to the USA military interventions.
WPC SINTRA 2012 PRIZES Satirizing one of the main issues of 2011, with the caricature of Dominique Strauss-Kahn, the Norwegian artist Egil Nyhus was awarded with the Grand Prix of the 8th edition of the World Press Cartoon. He shares the distinction ex-aequo with Cuban artist Aristides Hernandez, who won the Editorial Cartoon category with an untitled drawing allusive to the USA military interventions.
CARTOON WORLD PRESS 2012 è arrivato alla sua ottava edizione. Le opere sono state divise in tre categorie : Editorial, Caricature, Gag.