Ci lascia all'età di 93 anni Lina Wertmüller, grande cineasta italiana. Nota per i nomi impossibili da ricordare dei suoi film e l'inossidabile collaborazione con Giancarlo Giannini, protagonista di tutte le sue opere più celebri, è stata la prima donna ad essere candidata al Premio Oscar come miglior regista, e anche per questo vincitrice di una statuetta onoraria nel 2020.
In ambito Disney la ricordiamo come doppiatrice nei panni dell'affettuosa Nonna Fa, nel 36° classico "Mulan" (1998).
Lina Wertmuller
Sigh!
GIO /Maria Grazia Quaranta
Il vero nome di Lina Wertmüller era Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich, praticamente un suo titolo
Augusto Rasori
Addio alla grande Lina Wertmüller, che oggi 9 dicembre 2021, ci lascia a 93 anni.
Una mia storia a fumetti del 1998, da un formidabile soggetto di Lina Wertmuller, idea per un film mai fatto. Titolo come al solito chilometrico e tema, secondo me, ancora attualissimo. Pubblicata su "Fumettiamo Cinema", mostra e catalogo a cura di Michele Rossi. Dopo l'ultima tavola c'è la copertina.
Nel libro anche le storie di Gianni Allegra, Roberto Battestini, Massimo Bonfatti e Cesare D'Antonio ispirate a soggetti di Monicelli, Risi, Avati ecc. Roba per fumettocinemaniaci...
Contemori
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È morta Lina Wertmüller. Aveva 93 anni.
Se n’è andata una regista colta, visionaria, rivoluzionaria, che ha segnato profondamente e cambiato la storia del cinema, non solo italiano.
Se n’è andata colei che, tra le prime, ha sfidato i tabù e i pregiudizi, portando la donna dietro la macchina da presa, lì dove nessuno immaginava potesse stare.
Se n’è andata la prima donna in assoluto ad essere candidata all’Oscar per la miglior regia con “Pasqualino Settebellezze”, nel 1977.
Appena due anni fa l’Academy le aveva conferito l’Oscar alla Carriera, e lei, con la consueta ironia, aveva risposto:
“Questo è un premio molto maschile. Perché non facciamo un Oscar femminile, e lo chiamiamo Anna?"
Buon compleanno a Monica Vitti che spegne oggi 90 candeline ! Ha inaugurato la comicità al femminile e fu proprio Mario Monicelli a metterne in risalto la sorprendente verve dirigendola nella commedia. Ma anche grandi interpretazioni drammatiche come in «L'avventura», «La notte» e «Deserto rosso» di Michelangelo Antonioni.
Cara Monica, che abbraccio! Mauro Biani
Monica Vitti - GIO/Mariagrazia Quaranta
Scoprire di far ridere è come scoprire di essere la figlia del re [Monica Vitti]
Monica Vitti - Carrera Arcangelo
"Diciamo che il mondo è di chi si alza presto. Non è vero. Il mondo è di chi è felice di alzarsi".
Monica Vitti
Presentato in anteprima al Festival del cinema di Roma (che si tiene proprio in questi giorni) il film documentario "Vitti d'arte, Vitti d'amore" che potremo vedere a novembre su Rai 3, dedicato all'attrice italiana Monica Vitti che fra qualche giorno compirà 90 anni.
“A un certo punto della vita, a mia insaputa, devo aver deciso di dimenticare. Non dimenticare i dolori o gli errori, ma dimenticare fatti, persone, o forse solo confondere tutto".
Parole che suonano ogni giorno più dolorose pensando a come Monica Vitti, che oggi compie 90 anni, sta (non) vivendo da tanto, troppo tempo.
Cappello da cowboy e fiumi di champagne: il miliardario Jeff Bezos festeggia così, nell'assolato deserto del Texas, il "giorno più bello di sempre", quello che lo ha visto varcare in prima persona i confini del cielo per inaugurare la nuova era del turismo spaziale targata Blue Origin. Un sogno che diventa realtà per la sua compagnia privata proprio nel 52esimo anniversario dell'allunaggio dell'Apollo 11, grazie a un gioiello tecnologico, il veicolo riutilizzabile New Shepard, dedicato al primo americano nello spazio. A bordo, insieme al patron di Amazon, tre compagni d'eccezione: il fratello Mark, l'82enne ex pilota Wally Funk e il 18enne Oliver Daemen, divenuti rispettivamente la persona più anziana e la più giovane nello spazio. La loro avventura fuori dall'atmosfera terrestre è durata appena una manciata di minuti, ma ha regalato le emozioni di una vita intera.
Come recita il motto latino della compagnia Blue Origin, gli obiettivi vanno raggiunti 'gradatim ferociter', passo dopo passo, ma implacabilmente. Proprio come Bezos ha fatto anche in questa sua ultima impresa. Pur essendo stato battuto sul tempo da Richard Branson della Virgin Galactic, che ha effettuato il suo volo suborbitale lo scorso 11 luglio, Bezos ha risposto alla sfida tagliando un traguardo più ambizioso: ha infatti superato il rivale di una ventina di chilometri in altezza oltrepassando la linea di Karman, che a 100 chilometri di quota rappresenta il confine tra l'atmosfera terrestre e lo spazio. "Non ero nervoso", racconta Bezos, e anche il giovane Oliver conferma che a bordo della New Shepard c'era meno tensione che a terra: "pensavamo solo a divertirci". Entusiasti e sorridenti, i membri dell'equipaggio del volo NS-16 sono entrati nella capsula appena una trentina di minuti prima del lancio: ad accoglierli il messaggio di benvenuto inviato dal centro di controllo, che li ha invitati a "sedersi e rilassarsi", come dei veri turisti spaziali.
I parametri ufficiali del volo sono i seguenti: la capsula con i passeggeri ha raggiunto la quota massima di 107 km sul livello medio del mare; il vettore è arrivato a 106 km; il volo è durato in tutto 10 minuti e 10 secondi; la velocità massima di salita è stata di 3.595 km/h.
Nel già accidentato percorso legislativo del cosiddetto DDL ZAN (dal nome del deputato PD che lo ha presentato) spunta ora anche una nota del Vaticano che allude ad una possibile violazione del Concordato.
Pur lasciando alla Chiesa come a chiunque la libertà di criticare tutti gli aspetti che ritiene negativi della proposta di legge, questo intervento assomiglia un po' troppo ad un'ingerenza tesa ad influenzare il processo legislativo in corso in aperta violazione, questa si, dei principi di indipendenza e sovranità previsti proprio dal Concordato.
Con un atto senza precedenti il Vaticano si prepara a chiedere formalmente al governo italiano di modificare il Ddl Zan contro l’omotransfobia in quanto - tenetevi forte - “viola il Concordato”.
Giù le mani dal Ddl Zan.
Durando
Ellekappa
Tartarotti
Ddl Zan. Ingerenze... Fuori dalle mie mutande! — Vauro
Con le riaperture anche Giannelli è tornato al bar e quindi, in pieno periodo di Europei UEFA, ogni cosa viene letta attraverso la metafora calcistica.
Così l’ultima assurdissima lettera del Vaticano invece di essere raccontata attraverso i Patti Lateranensi e la Storia d’Italia, viene calata nelle regole del pallone.
Gallagher è in pratica Wojtyla con la barba, mentre il resto è puro didascalismo: il marchio del pallone è Zan, mentre la cassapanca da morto rappresenta l’urna dove giace la laicità dello Stato [DifesaAZan]
some wear over the rainbow
questa è di qualche anno fa, credo fosse per il Fatto quotidiano, non ricordo
4 Novembre 2018 - Centenario della fine della Grande Guerra -
per il Calendario Storico dell'ANFCDG Marco D'agostino
"Forse, grazie alle celebrazioni per la Liberazione del 25 aprile, ma anche ai racconti dei nostri nonni per chi ha la mia età, la Seconda Guerra Mondiale è più presente nei nostri ricordi rispetto alla Prima.
Non voglio apparire impassibile e farne una mera questione di numeri, ma stavo guardando i dati dei due conflitti e ho visto che al termine di quello 1939-45, tra civili e militari, i morti italiani furono circa 472.000 su una popolazione di quasi 44 milioni di abitanti.
Ma, su una popolazione di quasi 36 milioni, i caduti nella Prima Guerra Mondiale furono 1.240.000, circa il 3,5% del totale degli abitanti, per tacere dei 500.000 mutilati.
Una guerra in cui siamo entrati, contro la volontà popolare, a un anno dal suo inizio, mostrandoci neutrali e tenendo contatti con entrambe le parti per ottenere i maggiori compensi possibili per poi tradire l'Alleanza - di cui il Regno faceva parte dal 1882 - nei primi giorni di maggio 1915 e dichiararle guerra una ventina di giorni dopo, anzi, per dichiarare guerra a uno dei due ex-alleati, l'Austria-Ungheria, perché con la Germania, anche se l'avevamo mollata, volevamo comunque rimanere amici.
40 mesi e 1.240.000 morti dopo, qualcuno ebbe il coraggio di chiamarla vittoria.
E così fanno ancora in molti oggi, a 100 anni esatti dalla sua fine.
Non io.
Per me, era e resta una carneficina e quei contadini e operai sfruttati da vivi e mandati al massacro nell'inferno delle trincee, andrebbero almeno lasciati riposare da morti."
Augusto Rasori
4 Novembre 1918
Italy: November 4, 1918, Victory Day
Paolo Lombardi
Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore viaggia e viaggia, capitò nel paese senza vittorie in quel paese si commemoravano i defunti, se si voleva si celebravano le persone degne si incoraggiavano le altre a diventarlo nel paese senza vittorie ci si era riappropriati della parola “onore” non era più legata ad azioni di guerra (in quel paese era bandita per sempre) o al coraggio, ma ai comportamenti quotidiani, ordinari e straordinari, e non aveva colore nel paese senza vittorie si custodiva la memoria e le guerre non venivano celebrate, ma ricordate e rese monito nella biblioteca comunale, nel libro di storia contemporanea-contemporanea, la parola guerra era presente una sola volta, dove si ricordava che lì era ripudiata eppure quel libro non era più esile di quelli passati, era pieno di pagine che sembravano sorridere a sfogliarle e si aggiornava ogni volta che veniva aperto “che bel paese questo paese senza vittorie” disse Giovannino e aggiunse: “non vedo l’ora di tornarci” e io con lui
Fabio Magnasciutti
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La Domenica del Corriere festeggia sulla copertine la fine della guerra.
copertina n 45 10-17 novembre 1918 La Domenica del Corriere
copertina n 46 17-24 novembre 1918 La Domenica del Corriere
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Gabriele D’Annunzio lancia i suoi volantini su Vienna.
Disegno di Massimo Jatosti