Mi è dispiaciuto moltissimo per l'umiliazione che la presidente Von der Leyen ha dovuto subire. Ma con questi, chiamiamoli per quel che sono, dittatori, di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell'esprimere la propria diversità di vedute, di opinioni sulla società
Mario Draghi, premier italiano
Cose turche
Portos /Franco Portinari
Draghi non pecca certo di mancanza di realismo e il suo giudizio su Erdogan potrebbe ricordare la vecchia battuta di Franklin Delano Roosvelt “He may be a son of a bitch, but he's our son of a bitch!”.
Ma ne siamo sicuri ?
Gianfranco Uber
Erdogan, il dittatore “necessario”
Durando
LA ROTTURA
Erdogan: "Le parole di Draghi totale maleducazione, danneggiate le relazioni"
"Prima di dire una cosa del genere a Tayyip Erdogan devi conoscere la tua storia, ma abbiamo visto che non la conosci. Sei una persona che è stata nominata, non eletta", ha detto il presidente turco.
#turchia #ERDOGAN #Draghi #Italia
e vorrei ricordare che l'Italia non ha nessun bisogno di collaborare con nessun dittatore, caro Draghi: che come va a finire lo sappiamo bene.
Qui il rapporto di Amnesty International sulle violazioni del regime nel 2020: https://www.amnesty.it/.../europa-e-asia-centrale/turchia/
Gianlo
#Erdogan #turchia #democracy
https://gianloingrami.blogspot.com/.../democrazia-turca.html
14 aprile 2021 - Dopo che Draghi ha definito Erdogan «un dittatore di cui però si ha bisogno per collaborare», da più parti si cerca di ricucire lo strappo.
© Milko Dalla Battista
Mario Rex
Andrea Bersani
Nell'ultima conferenza stampa, Mario Draghi, ha parlato di Erdogan definendolo, giustamente, un dittatore e poi, forse a bassa voce, ha annunciato a che a giugno è previsto lo sblocco dei licenziamenti in Italia. La notizia è stata "soffocata" abilmente dallo schiamazzo derivato dallo scontro con la Turchia, della mancata poltrona a Ursula von der Leyen e del 'sofagate'. I licenziamenti previsti per il 30 giugno prossimo sono giustificati da Bankitalia e la Corte dei Conti. Un'eventuale proroga del blocco potrebbe solo danneggiare aziende e ripartenza del Paese. Un'ipotesi che i sindacati continuano ad avversare in nome di una necessaria pace sociale tanto più in un momento di pandemia che crea incertezza, tanto più che l'Istat ha certificato che con la pandemia si sono persi 800mila posti di lavoro. Considerando la situazione dei lavoratori in Italia, dell'occupazione già precaria pre pandemia, dell'incapacità di creare nuovi posti di lavoro e ricollocare i dipendenti, non vedo un futuro. Ancora una volta saranno i lavoratori, che non si sono affatto arricchiti dalla pandemia, a farne le spese. Complimenti!
https://www.nicocomix.it/sblocco-licenziamenti/
#Nicocomix #sbloccolicenziamenti #Landini #Draghi #Governo #lavoratori #pandemia #30giugno #disoccupazione #licenziamenti #Bankitalia #CortedeiConti #MarioDraghi #fumetti #vignette #satira #satirapolitica #politica #economia #Italia #drawing #painting #artist #Pil #inflazione #sciopero #scioperolavoratori #rivolta Mostra meno
Nicoletta Santagostino (Nicocomix)
10 April 2021
Erdogan, Kebab
the conditions of the refugees in the camps and their treatment. Erdogan cuts a kebab made of people and hopes.
https://cartoonmovement.com/cartoon/erdogan-kebab
Dài che abbiamo tutti quegli amici un po’ tiranni con cui dobbiamo per forza “cooperare”, perché ci facciamo affari insieme e perché, tra le altre cose, si trattengono in casa milioni di ospiti che non vogliamo. E ci diciamo “basta trovare il giusto equilibrio”.
E qual è, super Mario Draghi?
#erdoğan #mariodraghi #dittatore #affari #migranti #sofagate #compromesso #ursulavanderleyen #vignetta #alagon
#Italia #Armi #tiranni #ExportArmi
Se facciamo gli impertinenti, i cattivi non ci comprano più le bombe. Attenti.
Mauro Biani
La notizia:
Il premier italiano Mario Draghi ha fatto una lezione di politica internazionale commentando quello che ai più ormai è noto come sofagate.
Di fronte al gioco delle sedie fatto dal presidente della Turchia, Recep Tayyib Erdogan, Draghi ha commentato: "Non condivido assolutamente il comportamento del presidente turco Erdogan, mi è dispiaciuto moltissimo per l'umiliazione che la presidente Von der Leyen ha dovuto subire". Per poi aggiungere: "Ma con questi, chiamiamoli per quel che sono, dittatori, di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell'esprimere la propria diversità di vedute e opinioni della società".
Mi è dispiaciuto moltissimo per l'umiliazione che la presidente Von der Leyen ha dovuto subire. Ma con questi, chiamiamoli per quel che sono, dittatori, di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell'esprimere la propria diversità di vedute, di opinioni sulla società
Mario Draghi, premier italiano
A livello europeo, e non solo, infuriano polemiche e dibattito, la Turchia si è scusata dicendo di aver rispettato il protocollo (che di fatto ha lasciato la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen senza una sedia obbligandola a accomodarsi in disparte).
Ma non è finita, il ministro degli Esteri turco Cavusoglu ha puntato il dito contro Draghi, definendo la frase del premier italiano stracolma di retorica populista, e ingiusta nei confronti del presidente turco. E Ankara ha convocato l'ambasciatore italiano.
Antefatto
Durante la visita in Turchia del presidente del Consiglio europeo Charles Michel e della presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen è andata in onda la commedia dell'assurdo: accanto alla sedia di Erdogan, ce n'era solo una per due persone. La situazione ha creato un certo imbarazzo che la presidente della Commissione Von der Leyen ha esplicitato con incredulità e lasciandosi scappare un "ehm".
Dopo un attimo di esitazione, ma forse no, non c'è stata neppure esitazione, su quella poltrona si è seduto Charles Michel, lasciando in piedi la presidente della Commissione che si è accomodata sul divano, mentre le foto dell'accaduto facevano il giro del mondo.
La condanna del gesto è arrivata unanime da parte di tutto il mondo occidentale, come la solidarietà espressa alla presidente Von der Leyen e le accuse contro Erdogan, ma anche contro Michel. Il numero uno del Consiglio europeo, infatti, è stato criticato per essersi seduto e aver fatto in fondo il pesce lesso di fronte al sultano e dimenticando l'abc della galanteria, almeno quella europea.
La Turchia ha cercato di giustificarsi dicendo di aver rispettato il protocollo rispettando il ruolo di Michel: nel 2015 l'allora presidente Ue e presidente della Commissione, rispettivamente Donald Tusk e Jean-Claude Juncker, si erano seduti entrambi al fianco di Erdogan.
Anche per questo lo scivolone di oggi risulta ancora più grave e discriminatorio nei confronti di una donna. (Fatto che ci fa ricordare come la Turchia solo pochi giorni fa, il 20 marzo, si sia ritirata dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne).
Il colloquio turco-europeo aveva come obiettivo quello di rilanciare i rapporti tra Turchia e Unione europea