Curve pericolose
La notizia del bacio della mano al capobastone della ndrangheta finalmente "estratto" dopo anni di latitanza dal suo nascondiglio (casa sua), giustamente oscurata dai fatti tragici del terrorismo, è di quelle che rimangono poco nelle prime pagine e nelle home pages.
Attenzione però: l'endemica situazione di precarietà e disoccupazione rischia di far crescere la riconoscenza verso i pochi datori di lavoro.
E, come diceva Sciascia, la linea della palma si alza costantemente.
Gianfranco Uber
Gesti d'affetto
"BACIAMOLEMANI!!!"
Tiziano Riverso
Oggi lezione sul baciamano
Fulvio Fontana
REGGIO CALABRIA - 2 giugno 2017 - Dopo 23 anni di latitanza, sono scattate le manette per "U capra" Giuseppe Giorgi, considerato uno dei cinque latitanti più pericolosi d'Italia. Irreperibile dal '94 e attualmente considerato al vertice della famiglia Romeo "Staccu", il boss cinquantaseienne è stato arrestato questa mattina a San Luca, dopo quasi sei ore di perquisizione nella storica casa di famiglia, raggiunta e circondata nella notte da centinaia di carabinieri.
A sottolineare il 'prestigio' che Giorgi ancora ricopriva nella zona, all'uscita dalla casa dove era nascosto alcuni passanti si erano fermati e gli hanno baciato le mani, come mostra un video esclusivo mandato in onda dal Tg1.
La scena del baciamano fatto da un vicino al boss Giuseppe Giorgi dopo la cattura è "ignobile, ma non è certo né condivisione né tantomeno segno di debolezza dello Stato che anzi, in questa occasione, ha dato una straordinaria dimostrazione di forza". Lo ha detto all'ANSA il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. "I carabinieri che si abbracciano felici come bambini dopo l'arresto - ha aggiunto - sono la parte più bella di uno Stato efficiente in grado di catturare un latitante".
Festa della Repubblica
Cecigian
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Gratteri ha parlato agli studenti: «Dovete studiare, comportarvi bene, essere educati. A 18 anni donare il sangue e andare a trovare gli anziani nelle strutture. Solo da voi può giungere il vero segnale di cambiamento della Calabria! Noi ce la stiamo mettendo tutta».
Il Procuratore Capo di Catanzaro, la scorsa settimana, è stato ospite della sede Rai regionale per presentare il volume "L'inganno della mafia" (edito da Rai Eri), scritto in collaborazione con Antonio Nicaso, studioso dei fenomeni criminali.
Nicola Gratteri, dall'aprile del 2016 Procuratore della Repubblica del capoluogo della regione Calabria, ha spiegato come è nato il libro: «Tutto è iniziato quando abbiamo visto ragazzini delle scuole medie emulare protagonisti di fiction e film sulla mafia. Cit Maurizio Costanzo show. Il suo libro nasce anche dai racconti di noi docenti: "Molti insegnanti ci hanno raccontato che davanti alle scuole medie i bambini giocano a parlare, a vestirsi e ad avere soprannomi dei protagonisti mafiosi dei film e delle fiction" Il dramma è che i ragazzi, soprattutto in quell'età così difficile, non capiscono che non esiste la Mafia buona che crea posti di lavoro, che salva famiglie dal lastrico, e la Mafia cattiva che brucia bambini nell'acido, distrugge famiglie, fa pagare il pizzo a commercianti finché nella loro vita l'unica via d'uscita rimane il suicidio. L'emulazione è quell'atto, costituente esercizio di un diritto soggettivo, che non abbia altro scopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri, configurandosi così come abuso del diritto. Pensiamo un attimo ai nostri ragazzi quanta televisione guardano: da pomeriggio con Uomini e Donne, per passare a telefilm dove la violenza è il leitmotiv della trama. Poi passano alle trasmissioni alimentate solo da delitti, assassini, criminalizzazioni di extra comunitari. Una televisione diseducativa dove appaiono noti sociologi, o psichiatri che danno la colpa alla Scuola di tutto il male che imperversa il mondo adolescenziale. E, non si rendono conto, che qualcuno di quei ragazzi li ascolta e a priori fa rimbalzare i problemi che lo attraversano, non attraverso il dialogo, ma nell'aggressività. In casa, a Scuola, con gli amici, con loro stessi. Pensiamo a come i nostri ragazzi vivono la "Scuola" di "Amici". Arrivano a pensare che quella è la vera Scuola. Non quella che ti dà la cultura per aver il diritto della scelta, ma quella che ti dà, una blanda occasione per poter apparire in un monitor. Non sapendo che si può spegnere, spegnendo anche tutti i loro sogni. Gratteri dice: Dovete studiare, comportarvi bene, essere educati. A 18 anni donare il sangue e andare a trovare gli anziani nelle strutture. Solo da voi può giungere il vero segnale di cambiamento della Calabria! Noi ce la stiamo mettendo tutta" Loro, sono procuratori che lottano non un giorno solo, ma tutta la vita per renderci liberi, per rendere cittadini quei ragazzi che giocano a fare i camorristi, Scarface, i Padrini. Forse proprio perché davanti ai Padrini del Paese, anche la Madonna guidata da uomini senza anima, la fanno inchinare per rendere grazie al "benefattore". L'invito di Gratteri assomiglia all'appello di Gramsci che diceva ai ragazzi: Agitatevi, perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra forza. Studiate, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza." Non tutti avevano capito l'importanza di quelle parole, infatti ci troviamo davanti ad un Paese devastato dalla corruzione, da politici indagati, da mazzette che aprono le porte della malavita, un Paese che poteva essere un grande Paese, ma distrutto dalla mancanza di eticità e di morale. Il ruolo dell'Auditel, è diventato sovrano su ogni significato corretto che il mezzo televisivo dovrebbe trainare. La sua influenza su menti fragili può portare a pensare che lo status-quo di un ragazzo, debba essere il bullo, lo sfrontato, lo sbruffone. Quello che noi costruiamo a Scuola viene preso a picconate da una fiction qualsiasi.
Solo chi vive la realtà sul campo come Gratteri e tutti quegli eroi sconosciuti, possono capire il guasto morale che certe opere nate come denuncia, possono essere trasformate in macchiette, imitate non solo da chi vive nella feccia fino al collo, ma anche da ragazzi cresciuti senza problemi e in famiglie benestanti. Ho visto bambini, figli di gente " normali" esibirsi orgogliosamente col taglio dei capelli alla Genny Savastano. Nelle nostre patrie realtà abbiamo bisogno di innocenza e bellezza da insegnare e far imitare ai nostri figli e studenti. Gratteri ha poi posto l'attenzione sulla Scuola esponendo un concetto che noi insegnanti della Scuola pubblica affermiamo da tempo: "La mattina bisogna prima studiare, poi – ha detto – incontri e dibattiti sulla legalità si possono organizzare di pomeriggio. Oggi gli insegnanti sono poco pagati e poco valorizzati mentre il loro ruolo è fondamentale. I giovani vedono il ragazzetto con la macchina di grande cilindrata e lo considerano un mito, poi vedono l'insegnante con una utilitaria e lo considerano un morto di fame" E noi, dobbiamo continuare a lottare perché negli occhi di un ragazzino che vede un'insegnante che dalla mattina alla sera sta a Scuola, e magari non ha neanche la patente come me, si serve di mezzi pubblici, e continua a credere nelle Istituzioni, nell' agitazione dei nostri studenti, nel loro entusiasmo, nella loro forza e nella loro intelligenza, scelga il cambiamento, scelga la ragione, scelga la libertà. Ragazzi dobbiamo abbattere questo sistema: studiamo, pensiamo, curiamo l'ardore e la passione. Fottiamoli.