© Elena Ospina
The Facebook Oversight Board is an entity that makes content moderation decisions on the social media platform, specifically about handling appeals for blocked or removed content. Proposed in November 2018 by Mark Zuckerberg, the first members of the board were announced on May 6 2020.
Facebook said the board's members have lived in 27 countries and speak at least 29 languages, though a quarter of the group and two of the four co-chairs are from the United States, where the company is headquartered. The co-chairs, who selected the other members jointly with Facebook, are former U.S. federal circuit judge and religious freedom expert Michael McConnell, constitutional law expert Jamal Greene, Colombian attorney Catalina Botero-Marino and former Danish Prime Minister Helle Thorning-Schmidt. Among the initial cohort are: former European Court of Human Rights judge András Sajó, Internet Sans Frontières Executive Director Julie Owono, Yemeni activist and Nobel Peace Prize laureate Tawakkol Karman, former editor-in-chief of The Guardian Alan Rusbridger, and Pakistani digital rights advocate Nighat Dad.
I primi quattro membri del consiglio, che detengono tutti il titolo di copresidente, sono stati selezionati direttamente da Facebook. Thorning-Schmidt è uno di questi, ed è affiancato da due professori di legge statunitensi, Jamal Greene e Michael McConnell, e Catalina Botero Marino, ex relatrice speciale per la libertà di espressione presso l'Organizzazione degli Stati americani.
Quei quattro, in combinazione con Facebook, hanno selezionato i successivi 16 membri e continueranno a nominare i membri del consiglio fino a quando il consiglio non raggiungerà il suo pieno complemento di 40. A quel punto, Facebook dice che abbandonerà il processo, lasciando il consiglio completamente in carica della sua stessa composizione.
"Il nostro elenco comprende tre ex giudici, sei ex o attuali giornalisti e altri leader con esperienze nella società civile, nel mondo accademico e nel servizio pubblico", ha affermato Thomas Hughes, direttore del consiglio di sorveglianza. "Rappresentano una raccolta diversificata di contesti e credenze, ma tutti hanno un profondo impegno nel promuovere i diritti umani e la libertà di espressione".
Ecco chi giudicherà i vostri contenuti su Facebook
Il social network si dota di una commissione di controllo indipendente, l'Oversight board, che dovrà intervenire su controversie su post, discorsi violenti, privacy
Facebook è sempre più determinato a ripulire la sua immagine dopo gli scandali da cui è stato colpito negli ultimi anni soprattutto su privacy e contenuti. Così, dopo aver annunciato a inizio anno la decisione di dare vita a un organismo indipendente di controllo che sarà chiamato a pronunciarsi in materia di contenuti e di gestione delle attività dei profili, il 6 maggio ha nominato i primi venti membri del suo Oversight board.
A queste prime nomine si aggiungeranno poi altri venti nomi che saranno scelti nei prossimi mesi, fino a un totale di quaranta persone. Non si tratta di manager scelti all’interno della società di Menlo Park, ma di giornalisti, esperti di legge, difensori dei diritti individuali, professionisti di diversi ambiti e professori universitari. Nel comitato siedono, per esempio, la politica Tawakkol Karman, premio Nobel per la Pace nel 2011, l’ex direttore del Gurdian, Alan Rusbridger, che ha vinto il premio Pulitzer per il reportage sul caso Edward Snowden e molte altre personalità giuridiche e politiche internazionali, come l’ex primo ministro danese Helle Thorning-Schmidt, tra le quattro donne ai vertici del board (qui la lista completa dei nomi).
Il ruolo fondamentale di questa “corte” sarà dunque quello di prendere decisioni su alcune delle questioni più problematiche per la piattaforma, come i contenuti molesti o discorsi che incitano all’odio e alla violenza pubblicati su pagine e gruppi, oppure questioni relative alla privacy dei suoi ormai oltre 2,6 miliardi di utenti attivi ogni mese, stando agli ultimi dati aggiornati dalla società nei risultati trimestrali dei primi mesi del 2020.
Inoltre, le decisioni prese dai membri dell’Oversight board sull’eliminazione o meno dei contenuti di Facebook e di Instagram non potranno essere modificate da parte della società, e ci sarà l’obbligo di pubblicare ogni sentenza, così che gli utenti possano fare eventualmente ricorso. A garantire l’indipendenza di questo nuovo organo c’è poi la sua stessa struttura, e tutte le operazioni di gestione sono sostenute da un fondo apposito da 130 milioni di dollari che non può essere revocato ed è autonomo rispetto alle finanze del colosso di Menlo Park, precisano le quattro co-presidenti.
Tutti i membri dell’Oversight board, poi, rimangono in carica per tre anni e non sono dipendenti di Facebook, quindi non potranno essere licenziati dalla piattaforma, ma verranno nominati dal vertice del comitato stesso in base alla loro professionalità e competenza.
Andrea Pitozzi per Wired
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