lunedì 10 agosto 2020

Franca Valeri 1920 - 2020

Non hai fatto in tempo a spegnere le candeline che te ne sei già andata...

Ciao Franca e Grazie di tutto 

Franca Valeri. 2020 
 "L’uomo che ho amato di più nella vita è un signore che non mi ha fatto la corte ma non per colpa sua. Era nato qualche secolo prima di me. Si chiamava Rabelais, l’autore di Gargantua e Pantagruel che oltretutto, disdetta, era pure un frate!" 
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Ogni dea ha il suo attributo. Quello di Franca Maria Norsa, nata a Milano il 31 luglio 1920, divenuta Valeri in omaggio a Paul Valéry – Signorina snob, beccati questa –, è la cornetta. Il telefonone di una volta – teatro puro, non multisala come i telefonini di oggi –, lo scettro casalingo a cui il divanetto dello psicoanalista faceva un baffo. Chiunque ci fosse all’altro capo del filo, rendeva più splendida la nostra solitudine. A parlare possono essere la Signorina snob o la sora Cecioni, con o senza bigodini in testa, ma dietro le maschere ci sono sempre lei e il suo inseparabile stile, il caschetto inventato da Vergottini negli anni Sessanta, gli abiti di Roberto Capucci, l’ironia scolpita già nei lineamenti, la maschera tagliente, l’occhialino lungo e stretto, il sorriso sottile come una lama, l’umorismo perenne ma selettivo, mai del tutto dichiarato. È una questione di principio. Bisogna essere all’altezza, e mai come di questi tempi cupi, ottusi e risentiti vale la pena di prendere ripetizioni dalla Franca. L’eleganza è un dono, lo stile un dovere. Se ce l’hai, non te lo puoi togliere.
Il filo del telefono comincia a srotolarsi alla soglia degli anni Cinquanta, quando teatro, cabaret, musica, letteratura e giornalismo sono camere comunicanti, quando la figlia dell’ingegner Norsa, buona borghesia milanese che pure ha dovuto vedersela con le leggi razziali, viene bocciata all’esame di ammissione dell’Accademia d’arte drammatica. L’ingegnere spera che la figlia se ne faccia una ragione, il palcoscenico non è il suo destino, “e invece fu una fortuna”, racconterà lei, “perché conobbi Vittorio Caprioli e Alberto Bonucci, con cui fondammo il Teatro dei Gobbi”.

Non solo. Siccome Caprioli e Bonucci volevano andare in scena a Parigi senza compagnia femminile, chissà poi perché, presentarono Franca a un dirigente della radio Rai. “È brava, inventa personaggi meravigliosi scritti da lei, ma è impegnatissima, richiestissima, non vi dirà mai di sì”. Il dirigente abbocca, la scrittura e la Signorina snob nasce così, in presa diretta dai salotti milanesi: “Ho detto alla mamma che quando muore deve farsi seppellire a Cortina, così i ragazzi vengono a vederla volentieri”.



Muore Franca Valeri

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Addio, piccola gigantesca donna
#FrancaValeri
Antonio Cabras



Buon viaggio Franca Valeri 😌
Pierpaolo Perazzolli



OMAGGIO A FRANCA VALERI
Mario Bochicchio



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