Golden Hat (Cappello d'oro)
2017 va a
Xavier Bonilla / Bonil
Xavier Bonilla vince il Golden Hat 56 Festival Knokke-Heist, Belgio
Di
Francisco Punal Suarez
Chi non ha mai fatto una selfie, ora con la facilità degli smartphone e la diffusione che consentono le reti sociali? Il selfie è di moda da anni. E' un modo di relazionarsi e mostrare al mondo un momento della nostra vita, uno stato d'animo, un grido contro la decenza, una manifestazione narcisistica. Ma, naturalmente, l'autoritratto ha anche il suo lato artistico, e la sua presenza nella storia della fotografia è molto antica. Il francese Hippolyte Bayard, con il suo famoso "Autoritratto di un uomo annegato", che viene passato per morto, ed eseguito nel 1840, è considerato un precursore un elemento precoce e inquietante nella storia dell'arte. In questo caso, il corpo diventa uno strumento di lavoro.
Come indicato da Susan Bright, nel suo libro "Autofocus, l'Autoritratto in Fotografia Contemporanea", Edit. Thames and Hudson, London, 2010, un autoritratto è molto più di una rappresentazione visiva mimetica dell'artista. E 'davvero una interpretazione dell'osservatore narrativo aperto in cui l'artista propone la sua auto-rivelazione, auto-conservazione e, in definitiva un' auto-creazione.
Ora, nella 56esima edizione del Concorso Internazionale della Caricatura di Knokke-Heist, Belgio, l'evento di umorismo più antica del mondo, l'artista ecuadoriano
Xavier Bonilla ha vinto il
Golden hat (Cappello d'Oro), con una vignetta di humour noir, una parodia di autoritratti.
Secondo la giuria, "gli indirizzi di lavoro, da esagerazione, selfie , cultura del macabro. Si tratta di una visione critica della mancanza di empatia nella ricerca del gusto contemporaneo. Letteralmente andare oltre cadaveri ".
Silver hat. - Il Cappello d'argento va ad un disegno del polacco
Zbigniew Wozniak, dove prevale l'assurdità, con uno sguardo divertente sul decoro.
Bronze hat. - Il Cappello di bronzo è stato vinto da un'opera del russo
Vasiliy Alexandrov, con un disegno originale, con una nota di dolore, che critica la meschinità e machismo.
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Trump di Luc Descheemaeker / 'O-SEKOER' |
Il premio Davidsfonds è andato al belga Luc Descheemaeker, per un'immagine emblematica del XXI secolo, un design fuori dal comune.
A colpo d'occhio, si capisce quello che dice, ciò che l'artista vuole esprimere. I capelli e i baffi di Hitler sono un'icona. Ma guardando bene si vede che i baffi hanno il profilo di Donald Trump. Egli è spesso ritratto come "il nuovo Hitler". Immediatamente si capisce che cosa il cartoon vuole esprimere, in quelle tre aree nere. E' tutto un avvertimento per l'umanità, in questo mondo travagliato in cui viviamo.
Il premio del Golden hat porta un premio in denaro di 5.000 euro ed è stato assegnato da una giuria presieduta dal suo Presidente Chris Dusauchoit, con fumettisti Fleur Van Groningen, Inge Heremans (Ilah), Katrien De Vreese, di Davidsfonds e Tanja Vrancken (produzione di Bl! ndman) che ha avuto il difficile compito di scegliere tra i 1754 disegni inviati al concorso, inviato da circa 500 vignettisti provenienti da 60 paesi.
Si prevede, come ogni anno, migliaia di persone saranno presenti alla mostra della 56esima edizione di questo concorso, che sarà aperto dal 1 luglio - 4 settembre, in un quartiere Heist padiglione, vicino alla spiaggia, con ingresso gratuito. L'apertura della mostra, denominata Eureka, si terrà il 28 giugno con l'assistenza degli artisti vincitori, ospiti, organizzatori di festival e le autorità locali.
Nella edizione 2016 del
Festival di Knokke-Heist il Cappello d'Oro è stato assegnato a un autore latino, il fumettista brasiliano
Dalcio Machado, per la sua opera, che ha un forte peso critico e sociale, e analizza la questione delle paure, reali e immaginarie. Nel primo fotogramma, abbiamo una situazione di tutti i giorni, un bambino che guarda sotto il letto, temendo ci siano mostri immaginari. Nel secondo disegno, in un paese in guerra, il bambino ha una paura vera, le bombe, e utilizza il letto come un cappotto contro il pericolo che viene dall'alto, dal cielo. Senza dubbio si tratta di un'opera ben sviluppata e dove Dalcio ha mostrato la sua qualità di artista di nuovo eccellente grafico dei cartoons. Questo riconoscimento è stato il 116 ° della sua lunga carriera.
Sombrero de oro 2016 - Miedos infantiles - Dalcio Machado, Brasil.
Xavier Bonilla gana el Sombrero de Oro del 56 Festival de Knokke Heist, Belgica
Por
Francisco Punal Suarez
¿Quién no se ha hecho un selfie, y ahora más con la facilidad de los teléfonos inteligentes y la difusión que permiten las redes sociales? El selfie está de moda, desde hace años. Es una forma de relacionarse y mostrar al mundo un instante de nuestras vidas, un estado de ánimo, un grito contra el pudor, una manifestación narcisista. Pero desde luego, el autorretrato tiene también su vertiente artística, y su presencia en la historia de la fotografía es muy antigua. Se considera al francés Hippolyte Bayard, con su famoso “Autorretrato de un hombre ahogado”, donde se hace pasar por muerto, y realizado en 1840, un elemento temprano e inquietante en la historia del arte. En este caso, el cuerpo se convierte en una herramienta de trabajo.
Como indica Susan Bright, en su libro "Autofocus, the Self-portrait in Contemporary Photography", Edit. Thames and Hudson, London, 2010, un autorretrato es mucho más que una representación visual mimética del artista. Realmente es una narrativa abierta a la interpretación del observador donde el artista propone su propia auto-revelación, auto-preservación y en última instancia auto-creación.
Ahora, en la 56º edición del Concurso Internacional de la Caricatura de Knokke Heist, Bélgica, el evento de humor gráfico más antiguo del mundo, el dibujante ecuatoriano Xavier Bonilla ha ganado el Sombrero de Oro, con una viñeta de humor negro que parodia los autorretratos. Según el jurado, “la obra aborda, desde la exageración, la macabra cultura del selfie. Es una visión crítica sobre la falta de empatía contemporánea en la búsqueda de gustos. Literalmente va sobre cadáveres”.
El Sombrero de plata correspondió a un dibujo del polaco Zbigniew Wozniak, donde predomina el absurdo, con una mirada divertida sobre el decoro.
El Sombrero de Bronce lo ganó un trabajo del ruso Vasiliy Alexandrov , con una broma original, con una cuota de dolor, que critica la mezquindad y el machismo.
El premio de Davidsfonds fue a parar a las manos del belga Luc Descheemaeker, por una imagen que ya es emblemática del siglo XXI, un diseño fuera de serie, una caricatura que es un soplete: El pelo de Hitler, es un icono, y su bigote ahora se convierte en el perfil de Donald Trump. Toda una advertencia a la humanidad en este mundo convulso en que vivimos.
Al premio Sombrero de Oro le corresponde un premio en metálico de 5000 euros y fue otorgado por un jurado encabezado por su presidente Chris Dusauchoit, junto a los caricaturistas Fleur Van Groningen, Inge Heremans (Ilah), Katrien De Vreese, de Davidsfonds y Tanja Vrancken (director de producción de Bl!ndman) quienes tuvieron la difícil tarea de elegir entre los 1754 dibujos presentados a concurso, enviados por cerca de 500 dibujantes de 60 países.
Se pronostica, como cada año, que miles de personas asistirán a la exposición de la 56º edición de este concurso, que permanecerá abierta al público del 1 de julio al 4 de septiembre, en un pabellón del distrito Heist, muy cerca de la playa, con entrada gratuita. La inauguración de la muestra, con el nombre de Eureka, tendrá lugar el 28 de junio con la asistencia de los dibujantes premiados, invitados, organizadores del Festival y autoridades locales.
En la pasada edición del Festival de Knokke Heist el Sombrero de Oro también le correspondió a un autor latino, el caricaturista brasileño Dalcio Machado. Con su historieta, que tiene una fuerte carga crítica y social, aborda, mediante el contraste, el tema de los miedos, imaginarios y reales. En el primer cuadro, en una situación cotidiana, un niño mira debajo de su cama, pues teme que existan monstruos imaginarios. En el segundo dibujo, en un país en guerra, el niño tiene miedo de un peligro real, las bombas, y usa la cama como un abrigo para protegerse del peligro que le viene encima. Sin lugar a dudas es una historieta gráfica excelente, bien desarrollada y donde Dalcio demostró una vez más su calidad como dibujante. Este era el reconocimiento número 116 de su amplia trayectoria artística.
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Il sito:
Knokke-Heist Belgio