domenica 18 novembre 2012

Giornata Mondiale del ricordo delle Vittime della Strada

da Armi su strada di Bruno Bozzetto


18 novembre è la Giornata Mondiale del ricordo delle Vittime della Strada

«In occasione della ricorrenza della Giornata Mondiale del ricordo delle Vittime della strada, vorrei rivolgere un sentito pensiero a quanti hanno perso la vita a causa di un incidente stradale ed esprimere la mia vicinanza ai loro familiari».

Sono queste le parole espresse dal Presidente della Fondazione ANIA per la Sicurezza Stradale, Aldo Minucci, in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale del ricordo delle Vittime della Strada indetta dall’Onu per il 18 novembre. Nel 2011 in Italia 3.860 sono morte persone a causa degli incidenti stradali.

«L’impegno profuso in questi anni per contrastare questo drammatico fenomeno – ricorda il Presidente Minucci - ha già consentito di ottenere risultati incoraggianti, come dimostra la diminuzione del numero di morti registrati nel 2011 che per la prima volta sono scesi al di sotto della soglia delle 4.000 vittime. Un risultato significativo che evidenzia come, attraverso un intervento serio e coordinato di tutte le forze in campo, dalle Istituzioni ad ogni singolo cittadino, sia possibile ridurre drasticamente la mortalità sulle strade italiane. Questo risultato, però, non deve essere considerato un punto di arrivo, ma deve costituire uno stimolo per una maggiore diffusione della cultura della sicurezza stradale. I recenti fatti di cronaca, rendono ancora più urgente la necessità di introdurre nel codice penale il reato di omicidio stradale. Considerato infatti che certe condotte di guida provocano gli incidenti più gravi con le maggiori conseguenze, è improcrastinabile individuare deterrenti più incisivi in grado di contrastarle. Per tutti questi motivi, la Giornata Mondiale del ricordo delle Vittime della Strada, deve costituire un’importante occasione di riflessione da parte dell’intera società civile e del legislatore, al fine di combattere con la massima determinazione la tragedia dell’incidentalità stradale».




   " Nella giornata dedicata alle vittime della strada, mi sembra giusto riportare in circolazione un film che il nostro Studio aveva realizzato su questo argomento.
On the Road Crash Victims, I'd like to bring back an animated film our Studio made about the topic."

 Bruno Bozzetto
http://www.bozzetto.com/biografia.html

Papito (2)


( 2 - continua)

Nota : E' nata una nuova striscia Papito!
Papito, un piccolo cane bastardo, scelto al canile, entra nella vita di un disegnatore satirico, Marco Careddu,  apparentemente in modo normale, ma da subito gli rivoluziona la vita.

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sabato 17 novembre 2012

Scandalo CIA: si dimette gen. David Petraeus


THE LAST CAMPAIGN
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 10 Nov 2012

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 SIAIEI...
Tiziano Riverso


Downfall of DAVID PETRAEUS
By Patrick Chappatte, The International Herald Tribune - 11/13/2012


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Petraeus
 By Cardow, The Ottawa Citizen - 11/13/2012


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David Petraeus
Adam Zyglis


Roberto Grassilli - Misfatto


15 November 2012
After General Petraeus another US Army General has been accused of sexual misconduct.
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 Rick McKee


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Petraeus,dossier Cia Bengasi fu cambiato
16 Novembre 2012 16:43 ESTERI
(ANSA) - NEW YORK - David Petraeus punta il dito sui vertici delle altre agenzie di intelligence federali, accusandole di aver modificato il primo rapporto Cia sui fatti di Bengasi in cui gia' si parlava di attacco terroristico. Lo ha riferito un parlamentare che ha assistito all'audizione dell'ex direttore della Cia in Congresso. Lo stesso parlamentare ha riferito che Petraeus ha risposto ''no'' alla domanda domanda se lo scandalo in cui è stato coinvolto può influire sulla sua testimonianza su Bengasi.




The sex scandal involving CIA Director General David Petraeus has provided cartoonists with a golden opportunity to demonstrate their wit and artistry. This cartoon is by John Cole, editorial cartoonist for The Times-Tribune.
THE CARTOON
A homosexual couple are having coffee. One of them is reading about the Petraeus scandal. His partner sighs, "This is what happens when heterosexuals are allowed to serve openly in the military".
EXPLANATION
Until the law was repealed last year, open homosexuality was banned in the US military. The so-called "don't ask, don't tell" policy replaced an outright ban on gay people serving in the military in 1993 under the Clinton administration. Under the policy, gay people were permitted to serve as long as they did not openly acknowledge their sexual orientation, while commanders were not allowed to ask. The irony is that it's the heterosexual Petraeus who has been who has been responsible for one of the biggest sex scandals to hit the US military—a fact not lost on the gay couple.


NOTE

The Cagle Post has two cartoon collections about the Petraeus affair:
 Petraeus Resigns and Petraeus Affair.

venerdì 16 novembre 2012

Papito


E' nata una nuova striscia Papito!
Papito, un piccolo cane bastardo, scelto al canile, entra nella vita di un disegnatore satirico, Marco Careddu*,  apparentemente in modo normale, ma da subito gli rivoluziona la vita.

Nel disegno sopra i due interpreti delle strisce. 

( 1 - continua )
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Note*:


Dice Marco Careddu :
"non so manco io dove mi sto infilando eh eh satira sui satiro.
Ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale, gli abiti dell'autore sono i suoi."

Dice di lui Mario Luceri:
    "A dispetto del basso profilo con cui si presenta ai lettori del suo blog, Marco Careddu è molto più di un "quasi vignettista". Arguto, spiritoso, le sue vignette sui temi più dibattuti dell'attualità offrono un punto di vista originale mai banale. Graffi digitali sì, ma senza la violenza della lotta. Gestisce il sito insertosatirico.com, il condominio di satira più famoso del web, la casa di tanti nostri amici. (fonte Non Sai.it)

giovedì 15 novembre 2012

L’Inno d’Italia e i tagli all'istruzione.


L’Inno d’Italia
Di Ferdinando Camon

Camera e Senato han deciso: tutti gli italiani che crescono adesso impareranno l’inno d’Italia, le ragioni dell’unità nazionale, e le tesi della Costituzione. Era ora. L’inno d’Italia comincia con: “Fratelli d’Italia”, ma solo così, sapendo quelle cose, saremo fratelli, ora non lo siamo affatto. Il nostro è un inno debole, non ha la potenza dell’inno tedesco e la violenza dell’inno francese. Ma non ha nemmeno i loro problemi: l’inno francese è sanguinario (“Che un sangue impuro / abbeveri i nostri solchi”), l’inno tedesco è imperialista (“Deutschland, Deutschland über alles, / über alles in der Welt”), anche se i tedeschi dicono che fu composto in funzione dell’unificazione tedesca. L’inno inglese è femminilista, perché con la regina Vittoria fu volto al femminile (“God shave the Queen”, Dio salvi la regina). L’inno italiano ha molti difetti. Anzitutto, è astruso. “Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, / dell’elmo di Scipio / s’è cinta la testa”: significa che l’Italia s’è messa in testa l’elmo di Scipione, va alla guerra, e sarà una guerra vittoriosa, come quella di Scipione. Quale Scipione? Evidentemente l’Africano, il vincitore di Annibale a Zama. È bene che i ragazzi sappiano che a Zama Scipione poteva perdere, ha vinto solo perché ha inventato una strategia rivoluzionaria. Annibale aveva gli elefanti, come dire i carri armati dell’epoca. Contro i quali i romani non potevano fare nulla. Scipione diede ordine ai soldati di non fermarsi a combatterli, ma lasciarli passare e correre dietro: dietro c’era la fanteria, bisognava sterminare quella. Se Scipione non avesse inventato quella strategia, noi oggi parleremmo arabo, e questo articolo dovrei scriverlo in arabo. Dunque l’inno ricorda che l’Italia è quella delle vittorie estreme e decisive. L’Italia è la padrona, la Vittoria è la sua schiava. Le padrone romane tagliavano i capelli alle schiave, così la Vittoria deve lasciarsi tagliare i capelli dall’Italia (beh, da un po’ di tempo non c’è menzogna più colossale). Noi italiani dobbiamo stare uniti, serrare le file, come nella coorte, il reparto dell’esercito romano corrispondente suppergiù all’odierno battaglione. Noi fummo calpestati e derisi, dice l’inno, perché siamo divisi. Parole sacrosante. Anche oggi. Siamo oggetto di scherno sui media stranieri, la storia dei “polentoni” e “terroni” ci disonora tutti. “Giuriamo far libero / il suolo natio”: il suolo natio non è mai stato libero, ma allora aveva gli stranieri dominatori, oggi ha la criminalità dominatrice. “Dall’Alpe a Sicilia / ovunque è Legnano”: ahi, Legnano oggi vuol dire Lega, e secondo la Lega il problema della Sicilia è non avere la Lega. “I bimbi d’Italia si chiaman Balilla”: ahi anche qui, si chiamavan Balilla sotto il fascismo, oggi quel regime e quel nome son caduti. Per fortuna. “Il suon d’ogni squilla / i Vespri suonò”: i Vespri sono la rivolta dei siciliani che cacciarono i francesi, oggi la liberazione della Sicilia presuppone una rivolta contro la mafia. La guerra contro la mafia è sempre dichiarata, molti siciliani la combattono con eroismo (è giusto ricordarlo, cosa che molti settentrionali non fanno), ma non è una guerra vinta e conclusa. “Già l’Aquila d’Austria / le penne ha perdute: / il sangue d’Italia / e il sangue polacco / bevé col cosacco”: è vero, l’esercito austro-tedesco invase la Polonia d’accordo con la Russia, ma purtroppo anche con l’Italia. Adesso l’Austria è uno staterello striminzito che produce poco e conta poco, ma ha i conti in ordine, e noi no. L’Inno d’Italia fu pensato quando l’Italia aveva nemici esterni, ora i nemici sono dentro. Sono gli evasori, i sabotatori dell’unità, i ladri di soldi pubblici, i governanti con interessi privati, i nemici della Costituzione: son loro che questo inno non vogliono cantarlo, dunque cantiamolo contro di loro.
(fercamon@alice.it)


Patria
L’Inno di Mameli sarà insegnato a scuola per
promuovere i valori di cittadinanza e consolidare l’identità nazionale“.
Mauro Biani


canta che ti passa
Fabio Magnasciutti


Paride Puglia

Nota : Mentre veniva approvata la decisione di rendere obbligatorio lo studio dell'inno di Mameli, insorgeva una singolare minaccia da parte delle Provincie italiane: lo spegnimento dei riscaldamenti nelle scuole.
Tutte le Province italiane faranno ricorso ai tar contro i tagli varati dal Governo contro le Province: lo ha annunciato Saitta, neopresidente dell'Upi, spiegando che "si tratta di una decisione non più rinviabile, visto che i 500 milioni di tagli imposti alle Province non sono sopportabili".Le Province italiane decideranno a breve la chiusura dei riscaldamenti nelle scuole e conseguentemente l'aumento delle vacanze per gli studenti. Saitta ha spiegato che l'iniziativa ''prende le mosse per protestare contro i tagli di 500 milioni decisi con la spending review''.