mercoledì 10 ottobre 2012

Ma quanto rubano! Quanto mangiano, i nostri politici!


Cari Amici,
ci indignano i vari Lusi, Belsito e Fiorito vari.
Ma rispetto a quanto sfilato dalle banche, questi sembrano quasi ladri da pollaio... 

3,3 miliardi al Monte dei Paschi per tappare i buchi al bilancio, 445 milioni l'evasione contestata a Unicredit durante la gestione Profumo, 450 milioni fra tasse e sanzioni che il fisco ha chiesto a Banca Intesa, ecc.
(dal Fatto, con testi di Malagutti, Meletti e Perniconi)

a presto,
Marilena Nardi



Contemori L'Asino



Bandanax L'Asino


Giannelli - Corriere della sera


magna
fabiomagnasciutti



l'occasione fa l'uomo
 fabiomagnasciutti
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factotum
fabiomagnasciutti
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I corrotti ci sghignazzano in faccia
Quotidiani veneti del Gruppo "Espresso-Repubblica" 26 settembre 2012

Ma quanto rubano! Quanto mangiano, i nostri politici! Quanto sono corrotti, disonesti, marci! Non tutti, certo, ma molti più di quanti sospettavamo. Se vogliamo metterci a parlare della mostruosa corruzione di questi anni, dobbiamo anzitutto dar atto ai nostri politici di aver raggiunto i vertici della grandezza. Resteranno nella storia. Quando, fra cinquant’anni, noi non saremo niente, loro saranno nei testi di storia con tanto di foto. La foto giusta per spiegare ai figli dei nostri figli cosa sono, cosa fanno questi politici, è quella della festa romanesca con gli invitati travestiti da tori e maiali. Pare che vogliano dirci: cosa fanno i tori? Cosa fanno i maiali? E noi facciamo come loro. Ma se noi pensiamo che, così facendo, loro distorcano e tradiscano l’etica delle amministrazioni cui appartengono, e che basti buttar via queste poche mele marce per avere tutte le altre mele sane, sbagliamo profondamente. Non è corrotto un uomo, due, tre, dieci, una squadra o una giunta o un partito. È corrotto il sistema. Adesso andranno via (spero) l’amministratore della Lega, quello della Margherita, quello del Pdl laziale, ma non cambierà niente. Non è corrotto qualche politico. È corrotta la politica. La Giustizia non può farci niente. È impotente. Del resto, è stata squalificata vent’anni fa. Da vent’anni non è più automatico associare condannato a colpevole, non in fatto di mafia né di concussione-corruzione né di omicidio né di fondi esteri né di evasione… Nemmeno di sfruttamento della prostituzione. E non parliamo di mercato dei voti. I politici non rispettano una distinzione fra lecito e illecito, e noi, popolo, non possiamo farci niente, il potere non è in mano nostra ma in mano loro. La Cei parla di “rabbia degli onesti”: non “dei votanti di questo o quel partito”, ma “degli onesti”. E dice che bisogna preparare “una nuova generazione di politici”, quindi questa generazione è da rottamare. Lo sgomento di oggi non è che abbiamo trovato uno che, lemme lemme, s’è intascato, pare, un milione di euro, ma che costui vuole ricandidarsi e che, se si ricandida, può anche venir rieletto. Non c’è un filtro etico nella commissione che sceglie i candidabili, né nel partito che li mette in lista, né negli elettori che li votano. L’intero sistema è guasto. Un sistema giusto (sto esponendo una delirante-appassionante utopia) sarebbe quello che li cancella retroattivamente, dicendo: “Avete rubato, avete ingannato chi vi ha eletto, vi espello dalla carica, dovete restituire quel che avete rubato compresi gli stipendi, e cancello i vostri nomi dall’albo dei miei funzionari”. Una punizione retroattiva, valida nel passato. Loro invece vogliono un premio nel futuro, la rielezione. Ha qualche probabilità di essere applicata la punizione retroattiva? Nessuna. E il premio nel futuro? Qualche probabilità ce l’ha, purtroppo.
Ma perché i politici corrotti, una volta scoperti, non cambiano lavoro? Perché, e lo dichiarano onestamente, non sanno fare altro. Loro intendono la politica come un campo dove chi ci entra fa i propri interessi. In alto, al vertice, abbiamo avuto politici che facevano gli interessi delle proprie aziende, in basso (Camera, Senato, Regioni) abbiamo politici che fanno i politici anzitutto per i 12mila euro al mese di stipendio, poi per tutti i bonus che possono lucrare dagli affari in cui entrano, e dai malaffari che combinano. Chi ci entra, è bravo, da ammirare. Chi resta fuori, è un poveraccio, da compatire. Noi siamo qui a svergognare i corrotti dell’ultima sfornata, ma loro hanno compassione di noi. A essere dentro la morale imperante sono loro, i vincenti. Noi critichiamo e denunciamo, ma siamo i perdenti. Se qualcuno di loro legge questo articolo, guarda la firma e sghignazza.
Ferdinando Camon/www.ferdinandocamon.it

martedì 9 ottobre 2012

DDL Corruzione

Gianfranco Uber


Decreto anticorruzione

Roma - (Adnkronos) - Governo è intenzionato ad accelerare sull'incandidabilità dei condannati al Parlamento, italiano ed europeo, ma anche Regioni, Province, Comuni. Severino e Patroni Griffi chiamano la Cancellieri: facciamo in fretta.

Uno dei vizi più gravi di governi e parlamenti è legiferare spesso sull'onda dell'emotività. Non si può dire lo stesso sulla corruzione. Anzi. Che cos'altro deve ancora accadere per approvare una legge? Non c'è bisogno di essere particolarmente virtuosi per capire che è tempo di muoversi, in fretta e bene. Che non possiamo più permetterci il costo economico ed etico del malaffare, che da vent'anni dilaga di fronte agli occhi increduli di cittadini e imprese.
Che l'Italia non rialzerà la testa finché economia e politica rimarranno ostaggio di un sistema corruttivo inossidabile tanto quanto la mancanza della volontà concreta di aggredirlo. continua



do the lex, sad lex
 fabiomagnasciutti
Etichette: legge anticorruzione, magnasciutti


La signora Napolitano non è la marchesa del Grillo
di Nadia Redoglia 

Ha fatto notizia la signora Clio che si paga il biglietto, dopo aver fatto la fila, per vedersi la mostra di Vermeer. Signora, veramente chapeau!

Nel resto d’Europa è la norma (da DNA proprio) che i capi di Stato e di Governo agiscano così (figuratevi dunque i loro familiari) e dunque nessuno si sognerebbe di farne notizia. A suscitare diritto di cronaca sarebbe invece una consigliera regionale che sfila in negligè, peraltro giustificando la performance ad esclusivo beneficio dell’economia nazionale… Possiamo perciò ben immaginare che accadrebbe se quella, essendo sotto processo per induzione alla prostituzione, pure minorile, fosse ancora (istituzionalmente) autorizzata a rappresentare il popolo! Naaa: non esisterebbe proprio! Da noi è invece questa la norma insieme a marea d’altro ancora: tutti quegli altri della “specie” Fiorito (giusto per citare il recente più in voga) e agli innumerevoli “tutti quegli altri”, d’ogni “scala gerarchica” indagati, imputati, pesantemente indiziati che ancora dettano legge (nel vero senso della parola) agli italiani e perciò, in quanto immuni (magari pure scortati), godono del privilegio di poterci sbattere quotidianamente in faccia: “io so’ io e voi non siete un cazzo”.

Ma dai! Potrà mai essere normale che nel 2012 d.C. un popolo di stato di diritto sia costretto a pretendere una legge anticorruzione?! Ma questa non era già scontata naturalmente, ancorché istituzionalmente, in quanto implicita non solo nella Costituzione, ma già nella carta universale dei diritti umani? Il doverla annoverare come legge ben specifica è già di per sé umiliante. Se poi però, per ottenerla, saremo costretti a subire il ricatto di quel gran numero di legislatori che, per approvarla, pretenderà lo stravolgimento della sua ratio, allora si potrà inequivocabilmente omologare a tutti gli effetti di legge quel “noi siamo noi e voi proseguirete, non essendo un cazzo, a manifestare meraviglia per chi non solo si mette in coda, ma addirittura lo fa per pagarsi il biglietto!”
2 ottobre 2012




Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it
 
un po' di dati - dalla prima pagina de il Fatto Quotidiano - www.natangelo.it





INTERCETTATA
Il DDL "anticorruzione" rischia di subire un altro rallentamento per le modifiche che il Senato potrebbe apportare al testo già approvato alla Camera e che costringerebbe il provvedimento a ritornare a Montecitorio.
Nonostante la stima degli enormi costi della corruzione in Italia, resa pubblica recentemente dalla Banca Mondiale, c'è ancora chi ritiene necessaria una minore severità nei confronti della corruzione privata e del traffico di influenze.
Gianfranco Uber




Bandanax L'Asino



Giannelli - Corriere della sera
 



Meglio Mai
Mauro Biani



Tiziano Riverso



Bertolotti e De Pirro


Bertolotti e De Pirro

sabato 6 ottobre 2012

The Beatles' Love Me Do Hits 50

5 ottobre 2012, tutto il mondo festeggia i 50 anni del primo disco dei mitici The Beatles,
 "Love Me Do".

Fany Blog li ricorda con i fantastici disegni di Roberto Grassilli
tratti dal libro "Beatles: tutti i testi (1962-1970)", a cura di Donatella Franzoni e Antonio Taormina, con sei tavole originali di Roberto Grassilli, ed. Arcana, 1992.

Il disegno: "TAV.4 / Cipolle Trasparenti"

 Roberto Grassilli scrive sul suo blog:

242 CANZONI DEI BEATLES E 6 DISEGNI MIEI.
Davide Sapienza mi cerca per una bella cosa: la casa editrice rockettara Arcana, all'interno della sua collana diretta da Riccardo Bertoncelli, vuole rieditare tutti i testi dei Beatles ma con una nuova traduzione "a fronte" in italiano, sia perchè sarebbe ora di correggere un po' di strafalcioni trentennali, sia
perchè ha la possibilità di valersi del lavoro certosino e appassionato di Antonio Taormina e Donatella Franzoni, anch'essi beatlesiani, bolognesi, amici, (ecc...) ma soprattutto capaci di portare le trascrizioni dei testi dei Fab Four nella nostra lingua in un ambito di seria esegesi. Ho spesso in testa le suggestioni che mi suscitarono le pagine di un classico della Letteratura Scarafaggia, quel libriccino curato da Alan Aldridge e tradotto da Umberto Santucci per gli Oscar Mondadori: "Il Libro delle Canzoni dei Beatles", prima edizione 1969 (la mia era del '74). Le 62 illustarazioni presenti nell'edizione italiana (Aldridge, Topor, Art Kane, Folon, Erté ecc...), ebbero un forte impatto sui miei dodici anni, e questa è l'occasione per rimettere su carta un pò delle emozioni ricevute. Per far festa alla grande, alla Arcana hanno intenzione di stampare due tomi distinti: uno tipo classico "manuale", l'altro più ricco e celebrativo, grosso, pesante, rilegato tutto di nero. Fa quasi soggezione, e dietro la cover rigida contiene addirittura un pop-up del Sottomarino Giallo. E' per il secondo prodotto che mi convocano a Milano, dove vado con questa proposta: sei tavole decorative, full-color, con sei momenti della parabola artistico-morfologica di John, Paul, George e Ringo, attraverso gli otto anni della loro "esistenza discografica" in quanto Beatles.
A Riccardo piacciono, Davidone mi dà il suo appoggio incondizionato di sempre. I disegni vengono inseriti nel tomo qua e là, in corrispondenza cronologica coi testi dei Nostri. Il libro ha una buona diffusione come strenna natalizia '92, Le tavole le vedete qua sotto, si possono spedire anche come cartoline di Clarence. Per il lancio del libro vennero coinvolti anche Phil Anka e Bob Rodiatoce dei Mistoterital, ma questa vicenda casomai la troverete nel sito stanziato da LMT. — 

tav.1: Alla Conquista della Grande Città


TAV.2 / "1964: Beatlemania"


TAV.3 / Drive My Car

TAV.5 / Il Sentiero dei Cuori Solitari

TAV.6 / ...and in the end...


Il testo di Love Me Do...

la copertina...



il video...


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Puoi leggere anche:


World celebrates birth of the Beatles 50 years after release of Love Me Do (The Guardian)
Love Me Do: the Beatles' first hit is 50 (The Guardian)
Beatles 50 years on: How Love Me Do inspired a generation - video (BBC News)
Beatles Anniversary: How much for Love Me Do? (Telegraph TV)


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PS= Bellissimo l'augurio di Roberto Grassilli nei commenti :" Grazie per la tua beatle-attenzione ;) Campi di fragole per sempre!"


Campi di fragole per sempre
Lasciati portare, sto andando nei campi di fragole
Niente è reale e non c’è nulla per cui stare in ansia
Campi di fragole per sempre


È facile vivere con gli occhi chiusi
senza capire ciò che si vede
Diventa difficile essere qualcuno
ma poi tutto si risolve
e non mi preoccupo più di tanto


Lasciati portare, sto andando nei campi di fragole
Niente è reale e non c’è nulla per cui stare in ansia
Campi di fragole per sempre


Penso che non ci sia nessuno sul mio albero
voglio dire, deve essere alto o basso
cioè, lo sai, tu non puoi metterti in sintonia
ma è tutto a posto
cioè, penso che non vada troppo male


Lasciati portare, sto andando nei campi di fragole
Niente è reale e non c’è nulla per cui stare in ansia
Campi di fragole per sempre


Sempre, no, a volte, penso di essere io
ma tu sai che io so quando sto sognando
Voglio dire un “no”, penso un “sì”
ma è tutto sbagliato
cioè, penso di non essere d’accordo


Lasciati portare, sto andando nei campi di fragole
Niente è reale e non c’è nulla per cui stare in ansia
Campi di fragole per sempre
Campi di fragole per sempre


I campi di fragole sono l’immagine a cui dobbiamo ricorrere quando determinate circostanze ci angosciano. Situazioni che non ci appartengono, comportamenti a noi sgraditi, non sono reali, non possono determinarci. Reale è ciò che desideriamo, che siamo o vorremmo essere, anche se a volte le condizioni ce lo fanno dimenticare. (Diventa difficile essere qualcuno). Solo noi sul nostro albero, con la parte intima, senza ansie nei campi di fragole. Qui si perdono le coordinate, dell’alto e del basso e le certezze, ma la sensazione è di stare bene (ma è tutto a posto, cioè, penso che non vada troppo male). Non tutti arriviamo a questo stato, a toccare noi stessi, perché è più facile vivere con gli occhi chiusi senza capire ciò che si vede. Lasciamoci trasportare verso ciò che siamo veramente, campi di fragole per sempre.
La traduzione è di Vincenzo Del Core e di Catia Manna



Strawberry Fields Forever fu scritta da Lennon nel 1966 e pubblicata all’inizio dell’anno successivo. Doveva essere inserita nell’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, ma uscì solo come singolo insieme a Penny Lane di McCartney. I critici lo considerano il miglior 45 giri della storia, ma, incredibilmente, in Inghilterra non arrivò mai al primo posto. Tra modifiche e arrangiamento, particolarmente complesso, ci volle circa un mese per completarla. L’atmosfera onirica creata dalla ricercata costruzione musicale, testimonianza della capacità del quartetto di utilizzare tutte le potenzialità della sala di registrazione, si adatta benissimo al testo, uno dei vertici lirici di Lennon. Come Penny Lane, che è una strada di Liverpool, anche Strawberry Field è un posto reale. Si trattava, per la precisione, di un orfanotrofio vicino alla casa d’infanzia di Lennon. Strawberry Field è diventata un’immagine.
(fonte )

venerdì 5 ottobre 2012

ABILE NON ARRUOLATO di Tullio Boi


Ricevo l'invito a questo importante evento, la presentazione di un nuovo libro satirico:

- Venerdì 5 ottobre alle 18,00 presso l'hotel Minerva, corso Colombo 15, zona Navigli, Milano, presenterò il mio libro ABILE NON ARRUOLATO, mio terzo libello fresco di stampa.
Prefazione di Giomaria Bellu.
- Sabato 6 alle 12,00 sarò ospite nel Corso di Satira di Pietro
Vanessi che si terrà a Milano, presso "Frizzi e Lazzi", via Torricelli n.5. Parlerò di DIS-SATIRA, la satira dis-sacrante sulla dis-abilità, e ritedierò l'uditorio con ABILE NON ARRUOLATO.
Dài, vediamoci!

Tullio Boi



Abile non arruolato
Tullio Boi

Le migliori vignette, su faccende da non scordare, di Tullio Boi che è stato uno dei principali editorialisti di Sardegna 24 e anche il più costante e radicale. Le sue vignette sono degli editoriali proprio perchè ognuna di esse ha come presupposto la conclusione del processo di elaborazione della notizia, commentata con spietata immediatezza. La prefazione di questo libro è opera di Giovanni Maria Bellu.


Tullio Boi

Tullio Boi nasce a Cagliari nel 1961, fa l’ingegnere dal 1985 e su babbu dal 2003. Dal 2006 si cambia i connotati, diventa vignettista col nickname di Brulliotoi: dal 2007 al 2009 è nella homepage di panorama.it, legnostorto.com e altravoce.net. Pubblicano i suoi Quadretti Corriere.it, Aenigmatica.it, Insertosatirico.com, Milena Libera, Mamma, Il Metro, YourVirus e diversi altri siti. La carta stampata lo accoglie sul Quotidiano della Satira e sul Vernacoliere, tutti i quotidiani isolani lo “raccontano”, partorisce satira live su Sardegna1tv. Anche Beppe Grillo ospita i suoi disegnacci nell’estate 2007. Nel 2008 è il vignettista di Tiscali Notizie. E CauBoi, il suo muccoide in carrozzina, è sulle magliette degli atleti disabili come testimonial dei Paralympic Days del 2008. A fine 2008 pubblica “Il Cervello della Mucca in Carrozzina”, denso di autoironia, lui stesso è un disabile motorio. La sua ultima fatica editoriale, “2010, Odissea di una Mucca in Carrozzina” (Carlo Delfino editore), è una storia satirica dell’anno condita dalle migliori vignette del periodo. Sardegna24, il quotidiano diretto da Giovanni Maria Bellu, le pubblica giornalmente sin dal primo numero (luglio 2011). Satira in agrodolce la sua, di qualunque argomento; la trovate su www.brulliotoi.it e su facebook, sotto Tullioboi Brulliotoi.
Qui lo potete comprare

Buduàr, il salotto dell'Humour

La copertina di Marco De Angelis

E' uscito online   BUDUÀR, "l'almanacco dell'arte leggera".

Dopo una prova tecnica Buduar n°0 , sfogliabile e scaricabile,  ecco il n° 1

La nuova rivista umoristica online, è nata da un'idea di Alessandro Prevosto, in arte Palex, sanremese, umorista e curatore del sito Palexhumor.com, con Dino Aloi, vignettista torinese, editore (Il Pennino) che ha al suo attivo oltre duecento pubblicazioni di storia dell’umorismo,  la copia è legata da un'amicizia nata trentadue anni fa e consolidatasi nel tempo.
Due ottimi direttori sono già da soli una garanzia, insieme poi alla collaborazione di tanti validi cartoonist di tutte le età ...  avremo un  grande successo!!
Le pagine sono edite su “carta virtuale” giallina, da vecchia rivista trovata su una bancarella, ma impaginata con criteri moderni che si sposano bene con l’essenzialità e la dinamicità del web.
La rivista si può sfogliare online, cliccando sui simboli in basso a destra, oppure scaricare e conservare sul proprio PC.
E' una rivista "colta", nel vero senso della parola, perchè oltre a proporre vignette di
 attualità e costume, racconti brevi, strisce, aforismi, presenta, di volta in volta, artisti che hanno fatto la storia dell'humour italiano. In questo primo numero, in uscita a ottobre, un lungo e divertente ritratto  del grande disegnatore Giorgio Cavallo, che segue quello di Coco, recentemente scomparso, pubblicato sul numero zero.

Buduar UNO

Un numero ricco, anche grazie alle numerose manifestazioni che si sono svolte durante questa estate. Troverete ampi servizi su Spotorno Comics, Spirito di Vino e CartoonSea.
Spazio, per questo numero Uno, al grande umorista e amico Giorgio Cavallo.
Altro non abbiamo da dire, se non buon divertimento.

gli autori

Direzione artistica: Dino Aloi, Alessandro Prevosto
Consulente speciale: Marco De Angelis
Redazione: Mirko Amadeo , Milko Dalla Battista, Carlo Squillante.
In questo numero: Margherita Allegri, Stefano Antonucci, Emanuele Benedetti,
Mauro Biani, Gianmaria Bozzolan, Franco Bruna, Ernesto Cattoni, Giorgio Cavallo, Lido Contemori, Paolo Dalponte,  Daria Gianuario, GoVa, Giuseppe Inciardi, Emilio Isca,
Filippo Loiacono, Stefano Magnani, Fabio Magnasciutti, Massimo Mazzucco, Luigi Renatti, Giuliano Rossetti, Sacco e Vallarino, Ugo Sajini, Walter Toscano, Lucio Trojano





Un disegno di Giuseppe Coco

Un disegno di Giorgio Cavallo del 1956 tratto dal libro “Pronto chi ride?”

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giovedì 4 ottobre 2012

Monti bis?... se serve.


EMERGENZA MONTI
Monti, ancorchè molto larvatamente, fa balenare la possibilità di una sua disponibilità per un nuovo mandato. Non tutti sembrano felici allo stesso modo di questa sua generosa offerta.
Gianfranco Uber


ULTIMISSIMA. "Investitura" di Mario Monti
PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Casini, Fini, investimento, Montezemolo, Monti, ULTIMISSIMA



Giannelli - Corriere della sera


fabio magnasciutti per Meno


Se serve
Makkox



Bene, bravo, bis.
Monti dixit.
Mauro Biani


Luca De Santis IFIORIBLU




VUKIC - vukicblog



MONTI TIRA E MOLLA.
Nico Pillinini


Danilo Maramotti



CROSS OVER
Monti sarebbe disponibile per un secondo mandato ma ribadisce la sua estraneità a qualunque schieramento politico.
L'ipotesi viene salutata con favore più all'estero che in Italia.
Pare garbi molto anche all' AD FIAT /CHRYSLER Marchionne.
Gianfranco Uber  30/09/12


IL NUOVO CHE AVANZA
Fini auspica una Lista Civica Nazionale per coagulare tutte le forze sane e per un vero rinnovamento del Paese. Insomma una vera svolta con il passato. Casini annuisce.
01/10/12
Gianfranco Uber

DAL VANGELO SECONDO MARIO
Monti lancia l'ennesimo messaggio sibillino sul suo futuro politico lasciando nello sconcerto interpretativo i suoi apostoli più affezionati.
0/10/12
Gianfranco Uber


Umberto Romaniello

Totem Monti

di Nadia Redoglia
Sarà capitato anche a voi, tra blog, luoghi di lavoro, studio e svago, in code per uffici e supermercati, sotto ombrelli e ombrelloni ecc., discorrere e discutere sul nostro comune destino elettorale, traendo per la maggiore conclusioni pressappoco così: “non ho elementi per scegliere chi votare (seppur mefitico da turarsi il naso/malefico da inocularsi vaccino) o chi non votare. Stavolta, per la prima volta, mi asterrò ovvero annullerò la scheda oppure verbalizzerò il rifiuto…”
E’ evidente che il prof. Monti ha lasciato il segno. Prima ancora d’entrare nel merito delle capacità, gli italiani di buona volontà si sono rimpannucciati nella sua predisposta persona (naturalmente) per bene: da decenni erano in pericolosa astinenza. Già “solo” per questa ragione l’Italia, in pochi giorni, gliel’ha fatta a cambiare faccia di fronte al mondo. Immaginiamoci che meraviglia potrebbe diventare se si aggiungesse per i prossimi 5 anni l’onesta competenza!

Casini, Fini, Montezemolo (per ora) cogliendo l’attimo, meno fuggente dell’elettore, hanno pensato bene far di Monti necessità, Monti virtù? Ah però, qual progresso sarebbe! Sta a vedere che dal tirar su l’unto del signore, dispensatore di miracoli, d’eroi, di chicche (e cocche), si sono ridimensionati a un più terreno (sobrio) totem cui danzare attorno invocando il sole ché di pioggia, dati i governi ladri, ne hanno basta perfino loro.
E noi stiamo messi così, ancora ad aspettare che arrivino i nostri…
1 ottobre 2012
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mercoledì 3 ottobre 2012

Vauro lascia il Manifesto


Postcards
Vauro mentre lascia il Manifesto e va al Fatto Quotidiano
 PORTOS / Franco Portinari
Etichette: il Fatto Quotidiano, il Manifesto, postcards, Vauro Senesi



A pugno chiuso.
Che dire? Secondo me Vauro a fatto bene ad andarsene, se non altro perché il Manifesto nonostante sia sempre sull'orlo del fallimento, sopravvive (diciamo così...) con i finanziamenti pubblici che sei anni fa, nel solito servizio di Report, era quantificato oltre due milioni e mezzo di euro l'anno.
Paride Puglia


VAURO LASCIA IL MANIFESTO PER PASSARE AL FATTO QUOTIDIANO.
Nico Pillinini




Scrive Vauro sul suo sito :


Ecco perché vado via dal manifesto
martedì 2 ottobre 2012 21:50
L'ho scritto: Avrei preferito andarmene zitto zitto , quatto quatto. Ho capito che non posso farlo. Va bene. Avrei voluto farlo perché non volevo che la mia uscita suscitasse letture o polemiche che potessero danneggiare ciò che resta de IL MANIFESTO. Ecco, in queste due parole "Ciò che resta" la spiegazione. Resta molto poco de IL MANIFESTO nel quale ho lavorato per più di venti anni. Troppo poco. Almeno a mio giudizio. Ma forse anche a giudizio dei troppi lettori che hanno smesso di comprare il giornale. E non mi pare che ne IL MANIFESTO (mi ci metto anch'io) ci si sia interrogati sulle nostre responsabilità politiche ed editoriali riguardo a questi abbandoni. Me ne vado in un momento difficile? No. Purtroppo il momento difficile è già passato e non siamo stati in grado di farvi fronte. Entro Dicembre i liquidatori scioglieranno la cooperativa di cui anch'io faccio parte. Ne nascerà un'altra? mi auguro di si ma è ovvio che non sarà quella verso la quale sentivo un obbligo politico e morale. Scrivo queste poche righe per dare una risposta a quelle lettere di lettori che mi chiedevano un perché. Forse questo perché avrebbe dovuto (e da tempo) darlo la direzione del giornale che adesso, nemmeno tanto velatamente, mi addita come quello che se ne va solo per soldi. Pazienza. Nella vita di ogni buon comunista è scritto che prima o poi debba essere considerato un rinnegato da altri comunisti (Vecchio vizio). E' vero che a IL FATTO il mio compenso sarà più elevato di quello che ho finora percepito da IL MANIFESTO e certo non me ne dispiaccio. Detto questo vorrei che qualcuno della direzione mi spiegasse come mai sarei diventato un "Vignettista squillo" dopo venti e passa anni, di cui gli ultimi sei o sette, seguiti al cambio contrattuale da me voluto quando compii la scelta di andare a lavorare per EMERGENCY, con lo stipendio più basso di tutto IL MANIFESTO (un record!). In ultimo riguardo al mio essere comunista lo rivendico con orgoglio e non penso che diverrò meno comunista solo per il fatto di andare a lavorare in un giornale libero che però non si definisce comunista sotto la testata. Saluti comunisti ribaditi. Vauro.

il manifesto 3 ottobre 2012


La risposta della redazione del Manifesto
La decisione di Vauro di lasciarci ci sorprende. E ci amareggia. Perché riguarda una persona che ha contribuito a scrivere la storia del nostro giornale. Comprendiamo la sua scelta. Il manifesto sta attraversando il momento più difficile della sua esistenza quarantennale. La direzione, la redazione, i tecnici, tutte e tutti sanno di avere un futuro incerto, perché siamo "in liquidazione" e del doman non v'è certezza. Eppure tutte e tutti hanno capito che proprio la difficoltà del momento richiede uno sforzo più grande perché il manifesto possa continuare il suo cammino di testata storica dell'informazione in Italia. E' vero che alcune firme, alcuni collaboratori, hanno preso altre strade (paghiamo poco o nulla). In momenti di crisi come questo è difficile lavorare senza un ritorno economico adeguato. Eppure abbiamo sempre pensato che le idee, la libertà di opinione e di espressione, il confronto anche aspro ma sempre franco, la passione per la battaglia politica, fossero una garanzia per poter continuare a combattere. Forse ci siamo in parte illusi. L'uscita di Vauro, che va al Fatto Quotidiano, lo conferma. Gli facciamo tanti auguri (e che possa avere la stessa libertà di matita che ha avuto al manifesto) e per salutarlo gli dedichiamo una sua vignetta d'archivio.
Per noi che restiamo a fare il giornale, e a difenderlo da chi lo vorrebbe volentieri seppellire - di questi tempi le copie che vendiamo fanno gola a molti - questo arrivederci è comunque un'ulteriore sfida professionale, culturale, ideale. E proprio da oggi chiediamo alle matite amiche del manifesto di inviarci (dimafoni@ilmanifesto.it; Fax: 0668719573 o 0668719331) le loro vignette per scegliere (nei prossimi giorni vi diremo come) quelle del futuro.
(fonte)