mercoledì 25 aprile 2012

25 APR 2012 Festa della Liberazione

Marilena Nardi
Per "Il fiore del Partigiano (ANPI)


Perché continuiamo a celebrare la Resistenza?

Per una ragione sola, essenziale e profonda, la ragione che collega il passato al presente: perché vogliamo ricordare il progetto per cui tanti giovani di vent’anni sono morti nel 1943-45. I nomi degli individui sono ormai freddi, come la pietra nella quale sono incisi: ma le ragioni per cui sono morti, il sistema di valori per cui si sono battuti, la prospettiva che ha animato le loro scelte, sono ancora vivi perché stanno a fondamento della nostra democrazia.

Gianni Oliva da La Stampa



Fogliazza - ANPI



Il 25 aprile, storia non leggenda

di Nadia Redoglia
Qualcuno ha appiccicato sui muri romani che “gli eroi son tutti giovani e belli”. Probabilmente appartengono ai leggendari nostalgici “figli della lupa” (no, Verga non c’entra). Gli è che sono rimasti fermi al “Natale di Roma” festa nazionale fascista che inglobava anche quella dei lavoratori il 21 aprile dal ‘24 al ‘45, anno in cui fu abolita e solo più ricordata per Romolo che, ammazzando Remo e razziando fanciulle, fondò la città eterna. Giovane lo era. Ma eroe non ci risulta: non è mai stato in galera, né ha mai fatto lo stalliere, sicché…
Ma perché ‘sti nostalgici hanno scopiazzato un brano di Guccini? (!) E’ un pezzo semmai buono per festeggiare lo storico 25 aprile ancora (per ora) in vigore e che ricorda proprio la liberazione dai nazi/fasci. In quel tempo ci furono sì giovani eroi! Quelli veri. Ci stava pure qualche stalliere, ma in galera ci finiva non perché era un criminale mafioso o amico di mafiosi, ma solo perché era nemico di quelli che volevano far abortire il “natale” della Libertà.
Due “natali”, magari… insieme per l’Italia? No grazie.
 24 aprile 2012




Liberazione e Costituzione
E’ festa, e io la rimetto. Tra l’altro, confesso, inizialmente nata per l’inserto di “Mamma!” per “I Siciliani” (come vedasi, e il nuovo numero uscirà tra poco). Poi ha fatto vari giri anche involontari. Orgoglio. Buon 25 aprile di Liberazione a tutti.
Mauro Biani 

"Attraverso le finestre guardi le stelle che vanno per il cielo, come i tuoi ricordi, le tue fantasie. Paesi lontani, amici, cose vissute o lette, poesie che ricerchi. I giorni di ieri, lontani, e quelli di oggi. La morte. Il tempo va via lento o frettoloso; non sai se sono passate ore o pochi minuti. L'alba non rischiara. Vorresti uscire dal letto, rivestirti e affrontare il freddo, la notte stellata e la montagna per incontrare le persone care, le fanciulle amate, i compagni. Una lunga fila di volti".
Di Mario Rigoni Stern (il sergente delle nevi)



quando c'è l'insaputa c'è tutto
fabio magnasciutti



Gli indifferenti
CeciGian


Libertà
CeciGian



Un bambino faceva le bolle di sapone
dalla finestra quando mi fucilarono
Sulla piazza piantata di alberi senza nome,
una mattina deserta con poco sole
tra i rami secchi che non trattenevano le voci,
tra quinte grige di imposte sprangate
oscillavano effimere formazioni, grappoli
subito disfatti in acini trasparenti.
Un bimbo, solo una tenera macchia viva
In un rettangolo nero,
c'era un vasetto rosso sul davanzale,
la sola cosa rossa di quel giorno tutto grigio,
io non potevo vedere i suoi occhi
sentivo la sua anima appendersi dondolando
in cima alla cannuccia di paglia,
staccarsi con un brivido, volare in silenzio,
trattenere il fiato per pregare il vento,
attraversare il poco sole in punta di piedi,
rapita in una smorfia di felicità.
I miei carnefici gli voltavano le spalle,
nessuno di loro potè vedere le sue mani
sollevarsi in adorazione quando una bolla
più gonfia,la più bella di tutte,
partì dal davanzale come un pianeta di cristallo
e prima di scendere salì verso il tetto
come una preghiera, come una favola,
piena d'ogni dolcezza che non si può perdere,
intatta e vera per il suo tempo giusto,
non ci sono abbastanza plotoni d'esecuzione
in questo mondo e in ogni altro
per fucilare tutte le bolle di sapone.

(Gianni Rodari, Fucilazione)


auguri alla nostra povera Repubblica...Tiziano Riverso



Venticinque Aprile
Nico Pillinini


Paride Puglia

FESTA DELLA LIBERAZIONE
PRIVILEGIO
DI TUTTI

UMBERTO FOLENA
Q uanto vale per noi la libertà? La nostra, e quella altrui? A volte sorge il dubbio che soltanto chi è vissuto in schiavitù sappia, e possa, desiderare e apprezzare e gustare pienamente il sapore della libertà, fino a inebriarsene. E non è il caso degli italiani che abbiano meno di 70 anni. Può dunque accadere che quanto hai sempre avuto a portata di mano, facile, senza sforzo, appaia privo di valore. Quanto vale per noi la libertà?
Oggi, 25 aprile, Festa della Liberazione, vale la pena ricorrere alla sana cultura popolare e alla sua saggezza. Giorgio Gaber, 'popolare' nel senso nobile – non accademico né erudito, capace di far sorridere e pensare, un alchimista dell’intrattenimento alto, che mai finiremo di ringraziare e rimpiangere – ci aiuta con una sua canzone di cui tutti ricordano il titolo e il refrain,
La libertà , ma forse non gli sviluppi interni, i segreti nascosti e svelati nelle strofe, parole semplici che sembrano scritte con 40 anni di anticipo. «Libertà è partecipazione »: e tutti pensavano, nel remoto 1972, allo Statuto dei lavoratori e ai Decreti delegati, alle fabbriche e alle scuole. Forse. Anche. Ma Gaber viaggiava in anticipo, le sue canzoni erano (e sono) macchine del tempo.
Partecipare, prendere parte, avere parte, essere parte. La libertà in una relazione di coppia, una famiglia, una comunità, una nazione, l’Europa, il globo… Siamo una parte non passiva ma attiva, e quella coppia, quella famiglia, quella comunità, quella nazione siamo noi, e noi apparteniamo a loro ed esse appartengono a noi. La libertà è questo legame, emotivo prima che razionale. Se questo legame si sfilaccia, o cessa, addio libertà. Se al-l’ I
care («mi sta a cuore», don Milani…) si sostituisce il me ne frego, cessa la libertà.
La libertà, canta Gaber, non è «il volo di un moscone». Non consiste nel seguire l’impulso del desiderio anarchico, del capriccio egoista. Il volo del moscone appare casuale, senza progetto alcuno. Non c’è partecipazione. La libertà non è neppure «uno spazio libero». Che cosa possiamo farcene – ad esempio – della libertà d’espressione, se si riduce a una sequenza di soliloqui? La libertà è espressione partecipata, ossia dialogo: gli altri dicono la loro, ma io sono curioso, interessato, convinto di poter apprendere, ansioso di mettere le mie idee a confronto con quelle altrui per misurarne la forza, la consistenza, l’efficacia, la bontà, la verità.
Questa libertà c’è oggi in Italia, e quanto è diffusa? Abbiamo scambiato per partecipazione la semplice esibizione. Mi mostro, mi esprimo, mi esibisco e credo di aver partecipato, e quindi di aver compiuto «un gesto libero», di essere una persona libera… «che passa la sua vita a delegare», ironizza Giorgio Gaber. No, non è così.
La festa della Liberazione è bella e importante e preziosa perché ci ricorda che la libertà non è mai data per sempre, acquisita, come un bene che si possiede. Ma è liberazione, un work in progress che non ha mai fine, una conquista continua, una costruzione senza sosta, un amore che desidera essere sedotto e cantato e accarezzato senza che mai possiamo assopirci. La libertà è partecipazione, eccome. È un privilegio per chi ama condividere la propria 'conquista'. Per chi sa che mai sarà libero, lui, finché non saranno liberi tutti, ma proprio tutti. Liberazione globale.

Ricorrenze.
Vukic



LIBERAZIONE
Ci siamo liberati ( in parte ) dai nazisti,
ma l'Italia non si può certo definire uno stato libero.
Lo Stato è soffocato da una classe politica
disonesta e corrotta.
Mafia, delinquenza ed ignoranza divorano il paese, senza tralasciare la dittatura clericale, che da dietro le quinte muove giochi economici e di potere.C'è ancora molto da fare.
Roberto Mangosi

Riflessioni sulle due grandi feste:

17 aprile 2012
Lavoriamo il 25 aprile, festeggiamo il 1° maggio

Di Ferdinando Camon
 
Lavorare il 25 aprile è giusto e utile, e perciò, essendo il 25 aprile una festa nazionale ed essendo la nostra nazione a rischio tracollo economico, lavorare per festeggiarla è perfino patriottico. Se la nostra nazione sta male, lavorare per farla stare meglio è etico. Da anni si calcola che le feste, cioè i giorni in cui non si lavora, nel nostro (italiano) calendario sono troppe. E sono troppi i giorni di vacanza nelle scuole. Il cervello dei nostri ragazzi apprende e incamera nei giorni di scuola e di studio, ma perde e disimpara nei giorni di ozio. I giorni di vacanza non sono neutri agli effetti dell’apprendimento, sono dannosi. Tutt’altro discorso riguarda il lavoro nel 1° maggio. Per tirarci su, e uscire dalla crisi, il lavoro è la forza, la medicina, la virtù irrinunciabile. Ma proprio per questo dobbiamo rinforzare nelle nostre coscienze il concetto che è una virtù, dedicargli un giorno, metterci in testa che viviamo in una repubblica “fondata sul lavoro” e che festeggiare il lavoro significa celebrare il valore che ci tiene uniti. Festa del lavoro vuol dire festa dei lavoratori. In una repubblica fondata sul lavoro tutti quelli che ci abitano e che sono cittadini sono (dovrebbero essere) lavoratori. Il 1° maggio è la festa di tutti. Si possono sopprimere altre feste, ma non questa. Il lavoro è la spina dorsale della persona umana, perché è lo strumento col quale ognuno si realizza. E lo vediamo nei momenti tragici in cui il lavoro viene a mancare: con la sua mancanza non viene meno soltanto il benessere economico, ma la dignità della persona. Il lavoratore che perde il lavoro “si vergogna”, come se fosse in colpa. Nei film il lavoratore che perde il lavoro non lo dice alla moglie, tira avanti facendo finta di fare la vita di prima, andare in ufficio o in fabbrica, sperando sempre che un colpo di fortuna lo risistemi da qualche parte. Senza lavoro non puoi essere un marito o un padre. Lo si vede, scusate se sfrutto questo esempio ma ce lo offre la cronaca di questi giorni, dalla vita di Bossi: appena sposato aveva detto alla moglie di essere un medico, e usciva tutte le mattine con la borsa degli strumenti per recarsi in ospedale. Furono pochi giorni felici: il matrimonio reggeva. Poi la signora fece un controllo all’università, e scoprì che il marito non s’era mai laureato, e che dunque non andava a lavorare, ma a perdere tempo. Il matrimonio si sfasciò. Lavorare salva, non lavorare perde. Lavorando il 25 aprile noi stabiliamo che la salvezza è importante, va cercata. Festeggiando il 1° maggio noi stabiliamo la stessa cosa: che la salvezza va onorata, ci fermiamo per lei, tutti pensiamo a lei, e realizziamo una comunione civile in suo onore.
Qualcuno domanderà: e se lavorassimo tutte le domeniche? Non sarebbe questo un forte impulso alla ripresa produttiva ed economica, e all’uscita dalla crisi?
No, perché non siamo solo corpo ma siamo anche altro, una volta si diceva anima, oggi diciamo mente. Dobbiamo produrre di più, ma non siamo fatti soltanto per produrre e consumare. Ci fu un tempo in cui l’uomo era considerato un animale che produce e consuma e basta: era l’“uomo a una dimensione”, l’uomo disumanizzato, un automa meccanico. Fu il lungo periodo in cui s’impose in Occidente la cosiddetta “civiltà dei consumi”. L’uomo era un semplice “tubo digerente”, inserito fra la produzione e il consumo: produceva per consumare, consumava per produrre. Poi ci si accorse che la civiltà dei consumi consuma l’uomo, che vive per niente, una vita animale. Grande studioso di questa civiltà fu Herbert Marcuse, grande narratore Alberto Moravia. Nessuno vuol tornare a quel tempo, triste e spento. Noi vogliamo vivere, e non viviamo se non ci curiamo anche dello spirito. La storia ci ha insegnato che sei giorni dedicati al lavoro e uno allo spirito sono la giusta alternanza. Non è detto che lavorare senza mai fermarsi faccia rendere di più. Togliere lo spirito vuol dire dimezzare l’uomo. E un uomo dimezzato rende di meno.
 Ferdinando Camon - www.ferdinandocamon.it

lunedì 23 aprile 2012

4/22/2012 - Happy Earth Day

Earth Day Cake
Clay Bennett

 Earth Day (in italiano la Giornata della Terra),  è il nome usato per indicare il giorno in cui si celebra l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Le nazioni Unite celebrano questa festa ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile. La celebrazione che vuole coinvolgere più nazioni possibili, ad oggi coinvolge precisamente 175 paesi. Nata il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Come movimento universitario, nel tempo, la Giornata della Terra è divenuta un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.


4/22/2012-Happy Earth Day 

We might as well get used to it. We're in for stormy weather. No question that we're in a warming period on this great planet. It will probably get a little warmer before it starts to cool off and we go into another Ice Age, so don't sell your furnace yet. The experts say that along with climate change comes more intense storms. My suggestion is to take the weather forecasters seriously. When they say the conditions are right for tornadoes, believe them. Know the difference between a watch and a warning. A watch means conditions are ripe. A warning means a tornado has been spotted by observers or radar. When you hear a warning, be ready to dive in the basement at the drop of a hailstone. Changing building codes could help preserve lives, too. For instance, I think all mobile home parks should have a mandatory storm shelter dug into the ground large enough to accommodate everyone in the park. If it means having more than one, fine. Any house without a basement should have a storm shelter right next to it too. And don't think it won't happen to you. It can happen to anybody in any state in any town. Just ask the folks in Springfield and Monson, Mass.
  Copyright © 2012, The Hartford Courant




earth day
Fabio Magnasciutti
time is running out 22 Apr 2012




Frogs in hot water 
 By Steve Greenberg, VCReporter, Ventura. CA - 4/18/2012

Titanic 100 anni dopo

La vicenda del Titanic  è una delle vicende più importanti ed emblematiche del secolo scorso, ci sono stati altri disastri marittimi, prima e dopo, ma quello del Titanic è diventato leggendario ed  ha significato, tante cose:
- la fine di un'epoca
- il crollo della fiducia nell'ineluttabilità del progresso scientifico e della "bontà" di questo
- l'inizio di un processo che ha portato alla prima guerra mondiale
- la revisione dei protocolli di sicurezza sui transatlantici, riguardo scialuppe etc.
Inizio la mia raccolta con alcuni dei numerosi dipinti di Florian Doru Crihana
della mostra
TITANIC 100th Anniversary
In the memory of the Passengers and the brave Crew

Stairs in Heaven

Radar
Tram
Pillows


The Poster

Big Cake


... continuo con cartoons meno celebrativi e molto più satirici dove il Titanic
prende di volta in volta significato diverso a secondo del paese dell'artista


Titanic 100th anniversary

By Dave Granlund, Politicalcartoons.com - 4/2/2012



100 Years Ago
 By Joe Heller, Green Bay Press-Gazette - 4/8/2012



Titanic Tribute Cruise
 By Paul Zanetti, Australia - 4/9/2012



Titanic 2012
By Cardow, The Ottawa Citizen - 4/11/2012



Titanic
By Jimmy Margulies, The Record of Hackensack, NJ - 4/12/2012



Carbon Tax Iceberg
 By Paul Zanetti, Australia - 4/16/2012



Titanic
David Rowe



Titanic Anniversary That's right, 100 years ago today the Titianic sank. From our regular Guardian Guide Slot, cheers.
modern toss



Ricorrenze
Paride Puglia (Italy)


"C'è qualche notizia dell' Iceberg?" © Bill Tidy 1968
fonte





EURO Titanic 
By Christo Komarnitski, Bulgaria  -  12/2/2011

Capitalismo / COLOR #107430
By Angel Boligan, El Universal, Mexico City,
 www.caglecartoons.com - 3/2/2012 12:00:00 AM


La sobreviviente
By Angel Boligan, El Universal, Mexico City, www.caglecartoons.com - 9/10/2011





100 years of the tragedy of the Titanic
Alfredo Martirena



EURO TITANIC
Gianfranco Uber
New York Times complaint the serious risk represented by the leaderless in Europe.
29 Jun 2011

100 years of the sinking of the Titanic 10 Apr 2012

Titanic /Siria
Damien Glez




Il modellino di Vespa

fonte 

Ti può interessare anche:

Bob Mankoff of the New Yorker on The world’s largest comedy cliche.
http://titanicgallery.wordpress.com/

sabato 21 aprile 2012

Artefacto 50: intervista a Molina


ARTEFACTO 50!!!!!!!!
Y llegamos a la edición número 50 de esta revistita que ha logrado meterse en el gusto de nuestros miles de seguidores por todo el mundo. Como siempre hemos querido llevarles lo mejor de los artistas que destacan en el arte de la caricatura, el humor gráfico, el diseño, la ilustración y la fotografía. Ya saben que agradecemos el cariño de todos y los invitamos a leernos y compartirnos con sus amigos.
 Pueden descargar la revista desde aquí: www.artefacto.deartistas.com


Festeggia Omar Zevallos il n. 50 della sua bella rivista Artefacto!
Complimenti ad Omar ed a tutto il suo staff!
Interessante è il non compleanno di Mafalda e l'addio al grande Moebius
Intervista  questo mese a Mario Molina in arte Molina Dibujos illustratore peruviano
qualche sua opera:




















I link di Molina Dibujos:

http://molinadibujos.blogspot.it/?view=flipcard

http://molinadibujos.lamula.pe/







giovedì 19 aprile 2012

Il re e gli elefanti

Indignata ... e per fortuna che il re spagnolo è "presidente honorario" de WWF!...
 vaya incoherencia!!!
Ma sembra si sia pentito vedi notizia dell'ultima ora in fondo al post



Il piacere di uccidere

Il re dovrebbe abbandonare la passione per le armi che gli ha causato

 problemi per tutta la vita

L'infausta propensione per le armi, ha accompagnato per tutta la vita, Don Juan Carlos di Borbone, causandogli problemi  per sé,  per la sua famiglia e per l'intero paese.
Nel 1956 una grave tragedia si verificò quando Don Juan Carlos accidentalmente uccise suo fratello, Don Alfonso, con un revolver calibro 22, durante le vacanze liceali a Estoril. Altri incidenti anche agli altri componenti della famiglia, il nipote del re Filippo Froilan, 13 anni, si è colpito accidentalmente il piede il mese scorsonel 2007, e un nipote di Franco perse la vita durante la caccia ai cervi in ​​una riserva. 

Don Juan Carlos ha più volte cacciato in Africa tutti i tipi di animali protetti, dai leopardi, agli elefanti e i bufali
Re Juan Carlos è un cacciatore appassionato e il 13 aprile durante una battuta di caccia per uccidere gli elefanti in Botswana, si è fratturato l'anca destra in tre parti. Trasferito con un volo speciale di otto ore a Madrid, è stato immediatamente operato.
La notizia si è diffusa velocemente tra le redazioni e i social network, mettendo in evidenza diversi aspetti imbarazzanti per la monarchia. La caccia agli elefanti  è vietata, in Africa dal 2010, anche se alcuni governi continuano a permettere ai cacciatori ricchi di pagare ingenti somme per il piacere di uccidere un animale protetto. Molti  si sono sorpresi  del viaggio reale in un così grave momento di crisi. Tuttavia, il governo non sapeva nulla del viaggio africano del re. O sembra preferire non sentire. Il progetto di legge sulla trasparenza della spesa pubblica  inizia affermando che la legge non si applica alla Casa Reale. 
Sfortunatamente, questa non è la prima volta che Juan Carlos caccia animali protetti accompagnato da cacciatori senza scrupoli. E' in rete la foto di re Juan Carlos con un elefante vittima della sua caccia. Don Juan Carlos ha più volte cacciato in Africa tutti i tipi di animali che nessuno dovrebbe cacciare, da leopardi agli elefanti e bufali. La passione del re non si limita all'Africa ma si ricordano l'uccisione dell' ultimo bisonte rimasto in Europa degli orsi dei Carpazi.
Gesù Mosterín è professore di ricerca presso il CSIC
 Qui l'intero articolo in lingua originale di El Pais



The King's rifle!
Arcadio Esquivel
No comments, the image is enough!
 17 Apr 2012



Juan Carlos
Sergei Tunin
Spanish King in Botswana
17 Apr 2012


Popularity of the monarchy in Spain.
Joseba Morales
After the incident of elephant hunting, King of Spain's popularity has plummeted.
16 Apr 2012


Los elefantes del Rey Juan Carlos #110115
By Arcadio Esquivel, La Prensa, Panama, 
www.caglecartoons.com  -  4/17/2012



Viva il rey!
Miguel Villalba Sànchez Elchicotriste


Ramon
 http://elpais.com/elpais/2012/04/18/vinetas/1334701800_198596.html


¡Qué animal 
By Matador, El Tiempo, Colombia - 4/18/2012



Damien Glez



Peligro de la corona
By Kap, Spain  -  3/5/2012



BIG GAME HUNTING
Gianfranco Uber
The big game hunting does not like to to Juan Carlos only.. In Argentina Criistina Kirchner announced the nationalization of the Spanish Oil company Repsol
17 Apr 2012
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 Il re fa un gesto d'onore. Le sue parole uscendo dalla clinica - "Mi dispiace, ho sbagliato e non accadrà di nuovo" - in riferimento ad un viaggio privato a caccia di elefanti nel bel mezzo della crisi finanziaria è senza precedenti, ben riconosciuta da molti politici dell'arco Parlamento. Nessuna autorità ha fatto qualcosa di simile, né in Spagna Juan Carlos aveva pubblicamente riconosciuto un errore. È interessante notare che il re ha scelto di parlare di persona, scartando la freddezza di una dichiarazione che avrebbe minato la credibilità alle sue parole e non hanno permesso di osservare la sua contrizione davanti una telecamera, consapevole dell'importanza dell'errore, il disagio causato e il suo danno per il prestigio della monarchia.
Don Juan Carlos ha promesso che "non accadrà più". 
Qui  l'intero articolo



Altri titoli:
  Spain's King Juan Carlos under fire over elephant hunting trip the guardian
 Le roi d'Espagne Juan Carlos s'excuse pour la chasse à l'éléphantslateafrique
Sexe, argent et braconnage slateafrique
Video del re che si scusa