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mercoledì 13 marzo 2013

Le fumate del camino della Cappella Sistina

Al termine del primo giorno di conclave, dal camino sopra la Cappella Sistina è uscita una fumata nera, segno che i 115 cardinali non sono riusciti a trovare un accordo sul successore di Papa Benedetto XVI.
L’insuccesso della prima giornata di consultazioni non è una sorpresa, dato che al momento non esiste un netto favorito. Da oggi si terranno quattro votazioni al giorno fino a quando un candidato non otterrà i 77 voti necessari.
Secondo le previsioni del cardinale di New York Timothy Dolan, il fumo bianco che annuncia l’elezione arriverà il 14 marzo, e il nuovo papa si insedierà il 19 marzo, giorno di San Giuseppe.




esci da questo
fabiomagnasciutti


smoke in your eyes
fabiomagnasciutti


arriva l'uomo in bianco
fabiomagnasciutti




BLUE SMOKE
Ecco ci siamo. Fra poco inizierà il Conclave. Io non so se la prima fumata sarà bianca o nera ma immagino che qualche segnale blu uscirà presto dal famoso camino.
UBER


Riber




Uva






Zapiro Cartoon Puzzle
13 Mar 2013
Move the Pieces with Your Cursor
 When you have finished, let us know how long it took you



Tiziano Riverso





Matteo Bertelli



martedì 12 marzo 2013

Conclave in Vaticano

Dal 12 marzo i 115 cardinali-elettori si riuniscono in conclave per eleggere il nuovo papa.
Tra i favoriti ci sono lo statunitense Timothy Dolan, il filippino Luis Antonio Tagle e l’italiano Gianfranco Ravasi.
L’elezione si svolgerà secondo un antico rito e sarà annunciata dalla fumata bianca di un camino installato sulla Cappella sistina.



Vatican Conclave
By Patrick Chappatte, Le Temps, Switzerland - 3/12/2013


EXTRA OMNES
Ci siamo, martedi si chiuderanno le porte della Cappella Sistina e avrà inizio uno dei Conclavi più attesi della Storia.
 Gianfranco Uber

Pietro Vanessi

Giannelli


El cónclave
 By Dario Castillejos, El Imparcial de México - 2/21/2013


Nuevo papa
By Angel Boligan, El Universal, Mexico City, www.caglecartoons.com - 2/25/2013


Reality show
By Angel Boligan, El Universal, Mexico City, www.caglecartoons.com - 3/3/2013


Iglesia católica débil al Conclave
By Arcadio Esquivel, La Prensa, Panama, www.caglecartoons.com - 3/5/2013


The Papal Conlave
By Manny Francisco, Manila, The Phillippines - 3/12/2013


The conclave
By Tom Janssen, The Netherlands - 3/12/2013


PORTOS / Franco Portinari

Peter Brookes for The Times



Conclave in Vaticano per scegliere un nuovo papa
Oh no! Lui no... Oh no! Lui no...
 Mix & Remix


Uva 

 
Tiziano Riverso



Conclave
By Kap, La Vanguardia, Spain - 3/5/2013

sabato 1 settembre 2012

Carlo Maria Martini

 "Che ognuno di noi sappia dimenticare se stesso, e dare frutto con la grazia della carità".
Carlo Maria Martini


E' morto il Cardinale Carlo Maria Martini, già arcivescovo di Milano. Grande biblista, indicato come papabile nel Conclave che ha eletto Papa Ratzinger ma in realtà troppo impegnato nel cercare le risposte sui temi più spinosi per la Chiesa Cattolica degli ultimi anni quali l'eutanasia, il celibato dei sacerdoti, l'inseminazione artificiale, la sessualità per poter avere qualche probabilità di successo.


Gianfranco Uber




"La persona, protagonista di ogni preghiera. E' senza dubbio giusto e doveroso sottolineare la vocazione sociale che è inscritta in ogni atto dell'uomo e l'indole ecclesiale della intera vita cristiana. Ma non bisogna mai dimenticare che alla sorgente di tutto sta il mistero della persona, mistero sempre singolare e singolarmente inedito, non sommabile, non raffrontabile.
Anche se costituito in una condizione e in una natura che egli riceve per generazione e condivide con tutti i suoi simili, l'uomo trova la ragione prima della sua grandezza nel fatto di provenire, secondo il nucleo originario e inconfondibile del suo essere, immediatamente dal Dio creatore, che dall'eternità lo ha chiamato per nome; e nel fatto di dover tornare a Colui che è al tempo stesso il suo principio e il suo destino, con una decisione (o, meglio, con una serie di decisioni) di cui egli porta la responsabilità totale, perché non è condizionabile in modo determinante da nessuna creatura diversa da sé."
(Carlo Maria Martini)




Fnsi: grazie Cardinal Martini

Anche i giornalisti italiani hanno un profondo grazie da dire al Cardinal Martini. La straordinaria immagine del “lembo del mantello”, da lui usata nella lettera pastorale dei primi anni Novanta per parlare del ruolo dei media nella societa’ di oggi, resta uno dei richiami più incisivi alle responsabilita’ e alle potenzialita’ della comunicazione. Nessuna visione apocalittica, ma un appello fiducioso al ruolo che gli operatori dei media (credenti e no) possono esercitare. Parole di speranza da portare con noi, ora che sempre più pesanti si fanno le pressioni sui media dei poteri economici e politici, e che sembra avere sempre più forza il tentativo di svuotare di senso la comunicazione per ridurre ogni persona a consumatore passivo e acritico.
31 agosto 2012 fonte

Tante le polemiche sulla stampa per la sua scelta del non accanimento terapeutico
la vignetta di Mauro Biani accenna a questa cosa:


 

 Accordo ultras
E’ morto Martini. Non era Papa.
Mauro Biani


Carlo Maria Martini
PORTOS / Franco Portinari

 



Adesso che è morto tutti amici...
Tiziano Riverso

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ANAGRAMMA di Marco Minelli
CARLO MARIA MARTINI = RAMMARICA NOIALTRI
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Aggiornamento 06 09 2012

04/09/2012 - la lettera della nipote
"Così zio Carlo ha chiesto
di essere addormentato"

Giulia Facchini, nipote del cardinal Martini, durante i funerali nel Duomo di Milano
Ecco la lettera scritta dall’avvocato Giulia Facchini, nipote del cardinale Carlo Maria Martini, che è stata al suo fianco negli ultimi istanti di vita pubblicata dal Corriere della Sera e dalla Stampa

milano

Quando venerdì il tuo feretro è arrivato in Duomo la prima persona, tra i fedeli presenti, che ti è venuta incontro era un giovane in carrozzina, mi è parso affetto da Sla.

D’improvviso sono stata colta da una profondissima commozione, un’onda che saliva dal più profondo e mi diceva: «Lo devi fare per lui» e per tutti quei tantissimi uomini e donne che avevano iniziato a sfilare per darti l’estremo saluto, visibilmente carichi dei loro dolori e protesi verso la speranza.

Lo sento, Tu vorresti che parlassimo dell’agonia, della fatica di andare incontro alla morte, dell’importanza della buona morte.

Morire è certo per noi tutti un passaggio ineludibile, come d’altro canto il nascere e, come la gravidanza dà, ogni giorno, piccoli nuovi segni della formazione di una vita, anche la morte si annuncia spesso da lontano. Anche tu la sentivi avvicinare e ce lo ripetevi, tanto che per questo, a volte, ti prendevamo affettuosamente in giro.

Poi le difficoltà fisiche sono aumentate, deglutivi con fatica e quindi mangiavi sempre meno e spesso catarro e muchi, che non riuscivi più a espellere per la tua malattia, ti rendevano impegnativa la respirazione. Avevi paura, non della morte in sé, ma dell’atto del morire, del trapasso e di tutto ciò che lo precede.

Ne avevamo parlato insieme a marzo e io, che come avvocato mi occupo anche della protezione dei soggetti deboli, ti avevo invitato a esprimere in modo chiaro ed esplicito i tuoi desideri sulle cure che avresti voluto ricevere. E così è stato.

Avevi paura, paura soprattutto di perdere il controllo del tuo corpo, di morire soffocato. Se tu potessi usare oggi parole umane, credo ci diresti di parlare con il malato della sua morte, di condividere i suoi timori, di ascoltare i suoi desideri senza paura o ipocrisia.

Con la consapevolezza condivisa che il momento si avvicinava, quando non ce l’hai fatta più, hai chiesto di essere addormentato. Così una dottoressa con due occhi chiari e limpidi, una esperta di cure che accompagnano alla morte, ti ha sedato.

Seppure fisicamente non cosciente - ma il tuo spirito l’ho percepito ben presente e recettivo - l’agonia non è stata né facile, né breve. Ciò nonostante, è stato un tempo che io ho sentito necessario, per te e per noi che ti stavamo accanto, proprio come è ineludibile il tempo del travaglio per una nuova vita.

È di questo tempo dell’agonia che tanto ci spaventa, che sono certa tu vorresti dire e provo umilmente a dire per te.

La chiave di volta - sia per te che per noi - è stata l’abbandono della pretesa di guarigione o di prosecuzione della vita nonostante tutto. Tu diresti «la resa alla volontà di Dio».

A parte le cure palliative di cui non ho competenza per dire, è l’atmosfera intorno al moribondo che, come avevo già avuto modo di sperimentare, è fondamentale.

Chi era presente ha sentito nel profondo che era necessaria una presenza affettuosa e siamo stati con te, nelle ultime ventiquattro ore, tenendoti a turno la mano, come tu stesso avevi chiesto. Ognuno, mentalmente, credo ti abbia chiesto perdono per eventuali manchevolezze ed a sua volta ti abbia perdonato, sciogliendo così tutte le emozioni negative.

In alcuni momenti, mentre il tuo respiro si faceva, con il passare delle ore, più corto e difficile e la pressione sanguigna scendeva vertiginosamente, ho sperato per te che te ne andassi; ma nella notte, alzando gli occhi sopra il tuo letto, ho incontrato il crocefisso che mi ha ricordato come neppure il Gesù uomo ha avuto lo sconto sulla sua agonia.

Eppure quelle ore trascorse insieme tra silenzie sussurri, la recita di rosari o letture dalla Bibbia che stava ai piedi del tuo letto, sono state per me e per noi tutti un momento di ricchezza e di pace profonda.

Si stava compiendo qualcosa di tanto naturale ed ineludibile quanto solenne e misterioso a cui non solo tu, ma nessuno di coloro che ti erano più vicini, poteva sottrarsi. Il silenzio interiore ed esteriore, i movimenti misurati, l’assenza di rumori ed emozioni gridate - ma soprattutto l’accettazione e l’attesa vigile - sono stati la cifra delle ore trascorse con te.

Quando è arrivato l’ultimo respiro ho percepito, e non è la prima volta che mi accade assistendo un moribondo, che qualcosa si staccava dal corpo, che lì sul letto rimaneva soltanto l’involucro fisico. Lo spirito, la vera essenza, rimaneva forte, presente seppure non visibile agli occhi.

Grazie Zio per averci permesso di essere con te nel momento finale. Una richiesta: intercedi perché venga permesso a tutti coloro che lo desiderano di essere vicini ai loro cari nel momento del trapasso e di provare la dolce pienezza dell’accompagnamento.
 GIULIA FACCHINI MARTINI

giovedì 31 maggio 2012

Il corvo del Vaticano

... preso il "corvo" del Vaticano... 

Marilena Nardi





"Confermo che la persona arrestata mercoledì sera per possesso illecito di documenti riservati, è il signor Paolo Gabriele, che rimane tuttora in stato di detenzione".
 Il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi.


 La verità ...
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Maggiordomi
Il corvo su un piatto d’argento.

 pop con Nero Wolfe
Mauro Biani


Conclusiva direi - Mauro Biani

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Marco De Angelis



BATTISTA IL MAGGIORDOMO
 Nonostante si sia già trovato il colpevole nella figura del maggiordomo (soluzione che più canonica di così non si può) resta ancora molto oscura la vicenda dei documenti trafugati in Vaticano. E probabilmente resta anche molto amaro in bocca ai fedeli per la triste deriva terrena del messaggio Cristiano.
Gianfranco Uber

VATILEAKS SCANDAL
Gianfranco Uber
Arrested the Pope's Butler for illegally possession of secret and reserved documents.
30 May 2012
[Dietro il furto del maggiordomo del Papa non sembra esserci solo una semplice e squallida vicenda di furto di documenti riservati bensì una sottile lotta per il potere.
Il vero obbiettivo della manovra sembra essere l'attuale Segretario di Stato Cardinale Bertone
a cui, sembra una larga fazione dell'alta gerarchia militare rimprovera una politica un po' troppo "terrena".
(CARTOONMOVEMENT)]


Giannelli http://www.corriere.it/foto_del_giorno/giannelli/index_201105.shtml





Giannelli http://www.corriere.it/foto_del_giorno/giannelli/index_201105.shtml



chiedilo a loro, le sanno tutte
fabiomagnasciutti


zerozerosetta
fabiomagnasciutti







KHAMARD





Qualcuno volò sul nido del cuculo
Paolo Lombardi


mariobochicchio


Tomas



Tomas




Nico Pillinini





Giorgio Forattini



Vaticanleaks
Paride Puglia






Matteo Bertelli

 
ILLAZIONIAMO ...
 Joseph cerca di salvare la faccia, ma senza essere troppo credibile.
 E del resto, non lo è mai stato più di tanto.
Roberto Mangosi


Marilena Nardi



Aggiornato il 09/01/2023

È morto Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele di Benedetto XVI aveva 54 anni: fu lui a far scoppiare lo scandalo Vatileaks 1

Nel 2012, il laico più vicino al Papa tedesco, si rese protagonista dello scandalo rubando documenti privati di Ratzinger e divulgandoli ai giornalisti. Per questo motivo fu condannato dal Tribunale vaticano a tre anni di reclusione, ridotti a diciotto mesi

di Francesco Antonio Grana | 24 NOVEMBRE 2020

È morto a 54 anni Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele di Benedetto XVI. Nel 2012, il laico più vicino al Papa tedesco, si rese protagonista dello scandalo Vatileaks 1 rubando documenti privati di Ratzinger e divulgandoli ai giornalisti. Per questo motivo fu condannato dal Tribunale vaticano a tre anni di reclusione, ridotti a diciotto mesi, “per aver egli operato, con abuso della fiducia derivante dalle relazioni di ufficio connesse alla sua prestazione d’opera, la sottrazione di cose che in ragione di tali relazioni erano lasciate od esposte alla fede dello stesso”. La difesa di Gabriele rinunciò a fare appello e, alla vigilia del Natale 2012, Benedetto XVI lo andò a trovare nella cella della Gendarmeria Vaticana dove era detenuto da alcuni mesi “per confermargli il proprio perdono – come precisò la Santa Sede – e per comunicargli di persona di avere accolto la sua domanda di grazia, condonando la pena a lui inflitta. Si è trattato di un gesto paterno verso una persona con cui il Papa ha condiviso per alcuni anni una quotidiana familiarità”. Un segno che ricordò quello compiuto da San Giovanni Paolo II che, durante il periodo natalizio del 1983, due anni dopo l’attentato, andò a visitare a Rebibbia Alì Agca, il membro dei Lupi Grigi che gli aveva sparato il 13 maggio 1981 in piazza San Pietro.

Dopo la scarcerazione e la grazia, il Vaticano precisò che benché Gabriele “non possa riprendere il precedente lavoro e continuare a risiedere in Vaticano, la Santa Sede, confidando nella sincerità del ravvedimento manifestato, intende offrirgli la possibilità di riprendere con serenità la vita insieme alla sua famiglia”. Negli anni successivi alla condanna, infatti, l’ex maggiordomo di Ratzinger è rimasto comunque a lavorare in strutture collegate alla Santa Sede, ciò per assicurare il sostentamento necessario anche alla moglie e ai figli. Del resto, dall’arresto fino alla sentenza l’ex maggiordomo aveva continuato sempre a ricevere lo stipendio. Quando la Gendarmeria Vaticana entrò nella sua abitazione all’interno del piccolo Stato, furono trovati centinaia di migliaia di testi e documenti. Ben 82 scatoloni nascosti negli armadi contenenti oltre mille documenti riservati del Papa, tra cui testi cifrati spediti alle nunziature apostoliche di tutto il mondo su questioni internazionali molto delicate. C’erano anche numerose carte sulle quali Benedetto XVI aveva scritto di suo pugno “zu vernichten”, da distruggere, e che, invece, Gabriele si era portato a casa. Ma anche lettere e foto riguardanti la vita privata di Ratzinger e perfino le sue analisi mediche. Il maggiordomo aveva iniziato il suo lavoro con Benedetto XVI nel 2006, appena un anno dopo la sua elezione, e aveva cominciato subito a portare via documenti dall’appartamento pontificio.

Sullo scandalo Vatileaks 1, Ratzinger chiese a tre “cardinali 007”, Jozef Tomko, Julian Herranz e Salvatore De Giorgi, di indagare per far luce su chi aveva armato la mano di Gabriele. Durante il processo, infatti, l’ex maggiordomo del Papa tedesco aveva sempre affermato: “Se lo devo ripetere, non mi sento un ladro”. Ammettendo, però, di sentirsi responsabile di aver “tradito la fiducia” di Benedetto XVI. “La cosa che sento forte dentro di me – disse l’ex maggiordomo ai magistrati – è la convinzione di avere agito per amore esclusivo, direi viscerale, per la Chiesa di Cristo e per il capo visibile”, ovvero il Papa. Il dossier redatto dai tre porporati fu completato e consegnato a Benedetto XVI negli ultimi giorni del suo pontificato. E nel loro primo incontro, a Castel Gandolfo, pochi giorni dopo l’elezione di Francesco, Ratzinger lo consegnò a Bergoglio. Di questo dossier il Papa latinoamericano ne ha parlato proprio recentemente raccontando che “all’inizio del mio pontificato andai a trovare Benedetto. Nel passare le consegne mi diede una scatola grande. ‘Qui dentro c’è tutto, – disse – ci sono gli atti con le situazioni più difficili, io sono arrivato fino a qua, sono intervenuto in questa situazione, ho allontanato queste persone e adesso tocca a te’. Ecco, io non ho fatto altro che raccogliere il testimone di Papa Benedetto, ho continuato la sua opera”.

Eppure, all’epoca della sentenza, un comunicato della Segreteria di Stato negò tutte le ipotesi complottistiche sulla vicenda: “Il dibattimento ha potuto accertare i fatti, appurando che il Sig. Gabriele ha messo in atto il suo progetto criminoso senza istigazione o incitamento da parte di altri, ma basandosi su convinzioni personali in nessun modo condivisibili. Le varie congetture circa l’esistenza di complotti o il coinvolgimento di più persone si sono rivelate, alla luce della sentenza, infondate”. Per la Segreteria di Stato, allora guidata dal cardinale Tarcisio Bertone, “la sentenza del processo contro Paolo Gabriele, ora passata in giudicato, mette un punto fermo su di una vicenda triste, che ha avuto conseguenze molto dolorose. È stata recata un’offesa personale al Santo Padre, si è violato il diritto alla riservatezza di molte persone che a lui si erano rivolte in ragione del proprio ufficio, si è creato pregiudizio alla Santa Sede e a diverse sue istituzioni, si è posto ostacolo alle comunicazioni tra i vescovi del mondo e la Santa Sede e causato scandalo alla comunità dei fedeli. Infine, per un periodo di parecchi mesi è stata turbata la serenità della comunità di lavoro quotidianamente al servizio del successore di Pietro. L’imputato è stato riconosciuto colpevole al termine di un procedimento giudiziario che si è svolto con trasparenza, equanimità, nel pieno rispetto del diritto alla difesa”.

Evidentemente, però, le conclusioni dei tre “cardinali 007” di Benedetto XVI hanno allargato e di molto lo spettro della vicenda se Francesco, proprio parlando di Vatileaks 1, ha recentemente affermato che la cosiddetta questione morale nei sacri palazzi è un “male antico che si tramanda e si trasforma nei secoli”, ma che ogni Pontefice ha cercato di debellare. “Purtroppo la corruzione – ha aggiunto il Papa – è una storia ciclica, si ripete, poi arriva qualcuno che pulisce e rassetta, ma poi si ricomincia in attesa che arrivi qualcun altro a metter fine a questa degenerazione”. Aggiungendo che “la Chiesa è e resta forte, ma il tema della corruzione è un problema profondo, che si perde nei secoli”.

fonte : https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/24/e-morto-paolo-gabriele-il-maggiordomo-infedele-di-benedetto-xvi-aveva-54-anni-fu-lui-a-far-scoppiare-lo-scandalo-vatileaks-1/6014651/