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mercoledì 18 gennaio 2023

Rimini: Amarcord Disegnato di Agim Sulaj

 Amarcord Disegnato

65 fotogrammi del film dipinti a olio su tavola e tela da Agim Sulaj



Fellini Museum

Palazzo del Fulgor

20 gennaio 2023 – 19 marzo 2023


«Era d’estate, in pieno agosto, avevo tredici anni, in Albania.

“Questo film non è per te!”, disse mio padre scacciandomi dal salottino dove avevamo la televisione e chiudendo la porta. Ma io, nella penombra del corridoio, mi chinai incollando l’occhio alla serratura di quella porta chiusa. La televisione le era proprio di fronte: da Valona si prendeva solo il primo canale della RAI italiana, peraltro proibitissimo dal regime del tempo. E fu così che l’ Amarcord di Federico Fellini entrò nella mia vita. Vidi solo le immagini, la musica arrivava attutita e così anche le parole, che comunque non sarei stato ancora in grado di comprendere, ma ne restai folgorato.

Quelle storie semplici, umane, genuine e sincere: la famiglia, il nonno, i parenti, gli amici, la piccola comunità, il borgo antico sul mare narrato in tutte le stagioni, le calure estive in mezzo alla campagna, l’annuncio di primavera col vento che fa turbinare “le manine”, l’autunno che porta le prime malinconie, lo stupore e l’allegria della neve che cade: quelle storie erano identiche alle mie.

Mai avrei potuto immaginare che, tra tante città, da grande io sarei andato ad abitare proprio a Rimini, la città di Fellini, il “borgo” del suo Amarcord. E risiedendo a Rimini, e diventando cittadino italiano, Amarcord ha accompagnato tutta la mia vita, perché racconta anche il mio “amarcord”, il ricordo incancellabile della Valona della mia infanzia e della mia primissima gioventù, una città come Rimini, adagiata sulle rive morbide e dolcissime di un mare luminoso. Che è lo stesso mare per entrambe, quell’Adriatico che unisce, affratella e mi rende felice, perché mi sembra di non esser mai partito da casa mia. »

Agim Sulaj



da martedì a venerdì

10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00

sabato, domenica e festivi

10.00 – 19.00

lunedì chiuso




Più che da vedere, i film di Fellini sarebbero da sfogliare, diceva un po’ provocatoriamente Morando Morandini, uno dei maestri del giornalismo cinematografico italiano. Film da riportare  al loro elemento originario, il fotogramma, per apprezzarne l’essenza specificamente pittorica del cinema del maestro riminese.

Sembra rispondere a quell’invito “Amarcord Disegnato”, il progetto miniaturistico di Agim Sulaj, artista albanese da anni a Rimini, che prende Amarcord e lo frantuma nelle sue parti atomiche, restituendoci personaggi e atmosfere del capolavoro di Fellini, di cui quest’anno cadono i primi cinquant’anni. Sessantacinque oli su tavola, di piccole dimensioni, che esaltano le campiture di colore e i tagli di luce che compongono le inquadrature del film e che saranno esposti al Palazzo del Fulgor dal 20 gennaio, 103esimo anniversario della nascita del regista, fino al 19 marzo.




Agim Sulaj è un riminese adottivo, ma devono essere più i riminesi grati a lui di aver scelto Rimini, piuttosto che il contrario. Perché l’arte del pittore albanese (Tirana, 1960) ha arricchito la città e i suoi abitanti. Non che le sue opere siano limitate a Rimini e Romagna, anzi girano il mondo, soprattutto le sue pungenti vignette sulla guerra, sui migranti, con le quali ha vinto numerosi premi internazionali.

I ritratti che ha realizzato dei personaggi del film “Amarcord” di Federico Fellini, ci restituiscono l’essenza dei caratteristi che popolavano la pellicola felliniana, capolavoro di riminesità e di un’Italia che non c’è più.

Lo storico dell’arte riminese Gabriello Milantoni,  parla di «minime cose che si fanno canto sommesso attraverso un pennello minimo intriso di minimi colori… I dipinti di Sulaj sono goccioline quasi impalpabili imbevute della memoria del tempo interiore, inzuppate di ore senza misura, che continuano a pulsare per noi, solo per noi, portandoci notizie di quel mondo ritrovato e infinito».



Fellini Museum Rimini

Castel Sismondo

Piazza Malatesta

Palazzo del Fulgor

Email

museofellini@comune.rimini.it

Telefono

+39 0541 793781


mercoledì 9 settembre 2020

Philippe Daverio

Un piccolo omaggio al grande storico dell'arte Philippe Daverio da parte di Fany-Blog e dei disegnatori amici del blog.



Garbo, intelligenza, acume, eleganza, competenza. Philippe Daverio era tutto questo, ed era uno degli ultimi a resistere in qualche modo, in un'Italia dove quelle doti assumono sempre più sembianza di handicap.
Signore fino all'ultimo, non si lasciò andare ad ingiurie nemmeno quando la solita lungimirante Rai chiuse il suo programma Passepartout, uno dei pochi per cui valesse ancora la pena pagare il canone. E da signore, si congeda.

Grazie Philippe, grazie per averci provato. ❤️


Se n’è andato nel modo più lontano da come riempiva la scena: in silenzio, senza preavviso, per un male non curabile di cui fino all’ultimo non ha voluto parlare. Aveva 70 anni: troppo presto per chiunque. Abbastanza per aver lasciato una traccia indelebile. Dandy d’altri tempi, istrionico, europeista sfegatato, appassionato avversario del sovranismo (che lui preferiva chiamare “cretinismo”), eppure amante come pochi dell’Italia di cui ha ereditato la metà di sangue paterno, Philippe Daverio è stato, soprattutto, e prima di tutto, un grande storico dell’arte e divulgatore televisivo e non solo. Chi lo ha potuto conoscere, o anche solo ascoltare, ha in mente l’incanto di quelle lectio ovunque affollatissime in cui l’arte diventava scusa per parlare di noi, delle nostre bellezze e delle nostre miserie. Un viaggio. Eppure, oggi che quel viaggio è concluso, la prima parola che esce fuori spontanea da tutte le persone note o meno note che lo stanno salutando è “simpatia”. La seconda è “garbo”. Perché questo era Philippe Daverio: un gentiluomo. E perché, in fondo, quando cala il sipario, puoi essere anche un gigante della cultura, ma quello di cui si ricordano tutti è chi sei stato e cos’hai lasciato. Spero che un po’ di questo affetto se lo stia gustando, sotto gli occhialini tondi e il suo papillon. Buon viaggio. Lorenzo Tosa





“E' l’essere umano, nella sua essenza ontologica, a essere irrimediabilmente complicato e proprio per questo motivo così curiosamente creativo e degno di nota.”
Philippe Daverio

Grazie...

© Umberto Rigotti



© Roby il pettirosso



© Valerio Marini






© Perazzolli



Daverio





Philippe Daverio , oggi ci ha lasciato l’ultimo divulgatore dell’arte in TV. 
©️Gbeduschi’2020



©Tiziano Riverso



Un saluto al grande Philippe Daverio, ai suoi inconfondibili occhialini tondi e ai suoi coloratissimi papillon; un saluto a quella sua fantastica ed elegante intelligenza. Ciao Philippe! By Chenzo, www.chenzoart.it #philippedaverio #Philippe #passepartout #chenzo
© Lorenzo Bolzani


© Soria


Philippe Daverio
Pier Francesco Uva


2 Settembre 2020
Un piccolo, semplice, ma sincero Omaggio a Memoria di Philippe Daverio, Persona Eccezionale, dal 'Vs' Mike, 
© Mike Comics.




" Con questo disegno Emilio Giannelli, vignettista del Corriere della Sera, fa dell'ironia sul premio «12 Apostoli» che ha ricevuto a Verona nel 2012. Nella vignetta sono presenti lo stesso Giannelli, Philippe Daverio e alcune firme del Corriere, tutti ritratti come nel affresco di Leonardo «L'ultima cena». Ma questa volta, come ha spiegato l'autore, a morire sarà solo il gallo.





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Tra i tanti filmati per ricordare Daverio ho scelto questo dove parla di cose di Parma la mia terra 😏
 
 


E Adesso chi ci resta? Sgarbi? 
Ma Daverio, come potete vedere nel filmato sotto pensa che Sgarbi ...


© Riverso

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I putti della Madonna Sistina dipinta da Raffaello commentano la dipartita del grande critico e con rammarico non trovano un degno successore.
https://www.nicocomix.it/philippe-daverio/
#Nicocomix #PhilippeDaverio #arte #storico #storicodarte #criticodarte #Raffaello #RIP #2settembre #Sgarbi #fumetti #vignette #satira #satirapolitica #drawing #painting #artist
© Nicocomix




martedì 2 giugno 2020

Ci ha lasciati Christo, l'artista che ha portato un milione di persone a camminare sul lago d'Iseo

Christo passed away today, on May 31, 2020, at his home in New York City. Christo and Jeanne-Claude have always made clear that their artworks in progress be continued after their deaths. L'Arc de Triomphe, Wrapped (Project for Paris) is still on track for Sept. 18–Oct. 3, 2021.

È morto a NewYork, all'età di 84 anni, Christo, l'artista che impacchettava i monumenti e aveva realizzato l'opera "The Floating Piers" nelle acque del Lago d'Iseo.
Christo e Jeanne-Claude, erano il progetto artistico comune dei coniugi statunitensi Christo Yavachev (Христо Явашев) (Gabrovo, 13 giugno 1935 – New York, 31 maggio 2020) e Jeanne-Claude Denat de Guillebon (Casablanca, 13 giugno 1935 – New York, 18 novembre 2009) fra i maggiori rappresentanti della Land art e realizzatori di opere su grande scala. 
Christo è principalmente l'artista delle opere, mentre Jeanne-Claude è l'organizzatrice
 («Le opere destinate al pubblico sono firmate da Christo e Jeanne-Claude, i disegni da Christo»).

In genere le opere sono interamente finanziate dalla vendita dei disegni preparatori, collage o modellini.
Dal 1972 tutti i loro lavori sono fotografati esclusivamente da Wolfgang Volz; mentre per almeno cinque dei loro maggiori lavori è stato prodotto anche un documentario da parte di Albert e David Maysles.



Christo and Jeanne-Claude
The Floating Piers, Lake Iseo, Italy, 2014-16
Photo: Wolfgang Volz
© 2016 Christo
Per sedici giorni, dal 18 giugno al 3 luglio 2016, il Lago d'Iseo è stato reinventato. 100.000 metri quadrati di tessuto giallo luccicante, trasportati da un sistema modulare di pontili galleggianti di 220.000 cubi di polietilene ad alta densità, ondulati dal movimento delle onde mentre
  The Floating Piers si alzava appena sopra la superficie dell'acqua.

I visitatori hanno potuto sperimentare l'opera d'arte camminandoci da Sulzano a Monte Isola e verso l'isola di San Paolo, che è stata incorniciata da The Floating Piers . Le montagne che circondano il lago offrivano una vista a volo d'uccello di The Floating Piers , esponendo angoli inosservati e modificando le prospettive. Il lago d'Iseo si trova 100 chilometri a est di Milano e 200 chilometri a ovest di Venezia.

"Come tutti i nostri progetti, The Floating Piers  era assolutamente gratuito e aperto al pubblico", ha affermato Christo. “Non c'erano biglietti, aperture, prenotazioni e proprietari. I Floating Piers erano un'estensione della strada e appartenevano a tutti. "

Una passerella lunga 3 chilometri è stata creata mentre The Floating Piers si estendeva sull'acqua del Lago d'Iseo. I moli erano larghi 16 metri e alti circa 35 centimetri con i lati inclinati. Il tessuto è proseguito lungo 2,5 chilometri di strade pedonali a Sulzano e Peschiera Maraglio.

"Coloro che hanno sperimentato  The Floating Piers  si sono sentiti come se camminassero sull'acqua - o forse sul dorso di una balena", ha detto Christo. "La luce e l'acqua hanno trasformato il tessuto giallo brillante in sfumature di rosso e oro per i sedici giorni."

Nella primavera e nell'estate del 2014, Christo, Vladimir Yavachev - Direttore operativo, Wolfgang Volz - Project Manager e fotografo ufficiale, e Josy Kraft - Registrar / Curator, hanno esplorato i laghi del Nord Italia. Insieme al direttore del progetto Germano Celant, hanno trovato il Lago d'Iseo il luogo più stimolante. Da quel momento hanno lavorato a fianco dei membri del team di tutto il mondo per realizzare The Floating Piers .

The Floating Piers è stato concepito per la prima volta da Christo e Jeanne-Claude nel 1970. È stato il primo progetto su larga scala di Christo da quando Christo e Jeanne-Claude hanno realizzato The Gates nel 2005, e da quando Jeanne-Claude è deceduta nel 2009. Come con tutto Christo e i progetti di Jeanne-Claude, The Floating Piers è  stato interamente finanziato dalla vendita delle opere d'arte originali di Christo. Dopo la mostra di 16 giorni, tutti i componenti sono stati rimossi e riciclati industrialmente.
Christo e Jeanne-Claude
avvolgono il monumento a Vittorio Emanuele II, Piazza del Duomo, Milano, Italia, 1970
© 1970 Christo
Il monumento al re d'Italia Vittorio Emanuele II, in Piazza del Duomo, e il monumento a Leonardo da Vinci, in Piazza della Scala, furono avvolti con tessuto di polipropilene e corda di polipropilene rosso, nell'autunno del 1970, a Milano, Italia.

Il tessuto era stato precedentemente cucito secondo schemi che consentivano ampie pieghe. I due monumenti avvolti potevano essere visti dal centro della Galleria , contemporaneamente, ad ogni estremità del passaggio commerciale pedonale a volta del XIX secolo. Il monumento a Vittorio Emanuele II fu proiettato di fronte alla cattedrale della fine del XIV secolo, il Duomo , mentre il monumento a Leonardo da Vinci si trovava di fronte al teatro alla Scala del XVIII secolo e al Municipio di Milano.

Tutte le spese sono state a carico degli artisti.

Il  monumento avvolto a Vittorio Emanuele II è  rimasto per due giorni, mentre il  monumento avvolto a Leonardo da Vinci è  rimasto per una settimana.


Christo and Jeanne-Claude
Surrounded Islands, Biscayne Bay, Greater Miami, Florida, 1980-83
Photo: Wolfgang Volz
© 1983 Christo
Il 7 maggio 1983, l'installazione di  Surrounded Islands  fu completata nella Baia di Biscayne, tra la città di Miami, North Miami, il Village of Miami Shores e Miami Beach. Undici delle isole situate nell'area di Bakers Haulover Cut, Broad Causeway, 79th Street Causeway, Julia Tuttle Causeway e Venetian Causeway erano circondate da 6,5 ​​milioni di piedi quadrati (603,870 metri quadrati) di tessuto galleggiante in polipropilene rosa che copre la superficie del acqua e si estende per 200 piedi (61 metri) da ogni isola nella baia. Il tessuto è stato cucito in 79 motivi per seguire i contorni delle 11 isole.

Per due settimane, le  Isole Circondate , che si estendono per 7 miglia (11,3 chilometri), sono state viste, avvicinate e godute dal pubblico, dalle strade rialzate, dalla terra, dall'acqua e dall'aria. Il luminoso colore rosa del tessuto lucido era in armonia con la vegetazione tropicale delle disabitate isole verdeggianti, la luce del cielo di Miami e i colori delle acque poco profonde della baia di Biscayne.

Christo and Jeanne-Claude
The Umbrellas, Japan-USA, 1984-91
Photo: Wolfgang Volz
© 1991 Christo

Christo and Jeanne-Claude
The Umbrellas, Japan-USA, 1984-91
Photo: Wolfgang Volz
© 1991 Christo
All'alba, il 9 ottobre 1991, i 1.880 operai di Christo e Jeanne-Claude iniziarono ad aprire i 3.100 ombrelli a Ibaraki e in California, alla presenza degli artisti in entrambi i siti. Questa opera d'arte temporanea Giappone-USA riflette le somiglianze e le differenze nei modi di vivere e nell'uso della terra in due valli interne, una lunga 12 miglia (19 chilometri) in Giappone e l'altra lunga 18 miglia (29 chilometri) Negli USA.

In Giappone, la valle si trova a nord di Hitachiota ea sud di Satomi, a 75 miglia (120 chilometri) a nord di Tokyo, attorno alla Route 349 e al fiume Sato, nella Prefettura di Ibaraki, sulle proprietà di 459 proprietari terrieri privati ​​e agenzie governative. Negli Stati Uniti, la valle si trova a 60 miglia (96,5 chilometri) a nord di Los Angeles, lungo l'Interstate 5 e il Passo Tejon, tra sud di Gorman e Grapevine, sulle proprietà del Ranch Tejon, 25 proprietari terrieri privati ​​e agenzie governative.

Undici produttori in Giappone, Stati Uniti, Germania e Canada hanno preparato i vari elementi degli ombrelli: tessuto, super-struttura in alluminio, basi con telaio in acciaio, ancore, supporti per base in legno, borse e coperture per base stampate. Tutti i 3.100 ombrelli furono assemblati a Bakersfield, in California, da dove furono spediti in Giappone i 1.340 ombrelli blu.

A partire dal dicembre 1990, con una forza lavoro totale di 500 unità, Muto Construction Co. Ltd. a Ibaraki e AL Huber & Son in California hanno installato le ancore di terra e le basi in acciaio sotto la supervisione dei gestori dei siti Akira Kato in Giappone e Vince Davenport a Gli stati uniti. Le coperture della base della piattaforma di seduta sono state posizionate tra agosto e settembre 1991. Dal 19 settembre al 7 ottobre 1991, un'ulteriore forza lavoro di costruzione ha iniziato a trasportare gli ombrelli nelle basi assegnate, li ha imbullonati alle maniche riceventi e li ha sollevati a posizione chiusa verticale. Il 4 ottobre, studenti, braccianti agricoli e amici, 960 negli Stati Uniti e 920 in Giappone, si sono uniti alla forza lavoro per completare l'installazione di  The Umbrellas. Ogni ombrello era alto 6 metri (19 piedi 8 pollici) e diametro 8,66 metri (28 piedi 5 pollici).

L'opera d'arte temporanea da 26 milioni di dollari di Christo e Jeanne-Claude è stata interamente finanziata dagli artisti attraverso The Umbrellas, Joint Project for Japan e USA Corporation (Jeanne-Claude Christo-Javacheff, presidente). Gli artisti non accettano sponsorizzazioni. Tutti i precedenti progetti di Christo e Jeanne-Claude sono stati finanziati in modo simile attraverso la vendita di studi, disegni preparatori, collage, modelli in scala, prime opere e litografie originali.

La rimozione è iniziata il 27 ottobre e il terreno è stato riportato alle condizioni originali. Gli ombrelli sono stati smontati e la maggior parte degli elementi è stata riciclata.

Gli Ombrelli , moduli dinamici autoportanti, riflettevano la disponibilità del terreno in ogni valle, creando uno spazio interno invitante, come case senza mura o insediamenti temporanei e legati al carattere effimero dell'opera d'arte.

Nello spazio prezioso e limitato del Giappone, gli ombrelli erano posizionati intimamente, vicini e talvolta seguendo la geometria delle risaie. Nella rigogliosa vegetazione arricchita dall'acqua tutto l'anno, gli ombrelloni erano blu. Nella vastità della California di pascoli incolti, la configurazione degli ombrelli era stravagante e si diffondeva in ogni direzione. Le colline marroni sono coperte da erba bionda. In quel paesaggio secco, gli ombrelli erano gialli.

Dal 9 ottobre 1991 per un periodo di diciotto giorni,  gli Ombrelli  furono visti, avvicinati e goduti dal pubblico, sia in auto da una distanza più vicina mentre confinavano con le strade, o camminando sotto  Gli Ombrelli  nelle loro ombre luminose.

Christo e Jeanne-Claude
The Pont Neuf Wrapped, Parigi, 1975-85
Foto: Wolfgang Volz
© 1985 Christo
Il 22 settembre 1985, un gruppo di 300 lavoratori professionisti completò l'opera d'arte temporanea  The Pont Neuf Wrapped . Avevano dispiegato 450.000 piedi quadrati (41.800 metri quadrati) di tessuto in poliammide, dall'aspetto setoso e dall'arenaria dorata, che coprivano:

I lati e le volte dei dodici archi, senza ostacolare il traffico fluviale.
I parapetti scendono a terra.
Marciapiedi e cordoli (i pedoni camminavano sul tessuto).
Tutti i lampioni su entrambi i lati del ponte.
La parte verticale del terrapieno della punta occidentale dell'Île de la Cité.
L'esplanade del Vert-Galant.
Il tessuto è stato trattenuto da 8 miglia (13 chilometri) di corda e fissato da 12,1 tonnellate di catene d'acciaio che circondano la base di ogni torre, 3,3 piedi (1 metro) sott'acqua.

I Charpentiers de Paris guidati da Gérard Moulin, con subappaltatori francesi, furono assistiti dagli ingegneri statunitensi che avevano lavorato ai precedenti progetti di Christo e Jeanne-Claude, sotto la direzione di Theodore Dougherty: Vahé Aprahamian, August L. Huber, James Fuller , John Thomson e Dimiter Zagoroff. Johannes Schaub, direttore del progetto, ha presentato il metodo di lavoro e i piani dettagliati e ha ricevuto l'approvazione del progetto dalle autorità della città di Parigi, del dipartimento della Senna e dello Stato. 600 monitor, in equipaggi di 40, guidati da Simon Chaput, stavano lavorando 24 ore su 24 per mantenere il progetto e fornire informazioni, fino alla rimozione del progetto il 7 ottobre.

Tutte le spese per  The Pont Neuf Wrapped  sono state sostenute dagli artisti come nei loro altri progetti attraverso la vendita di disegni preparatori e collage, nonché di opere precedenti. Gli artisti non accettano sponsorizzazioni di alcun tipo.

Iniziato sotto Enrico III, il Ponte Neuf fu completato nel luglio del 1606, durante il regno di Enrico IV. Nessun altro ponte a Parigi offre una tale varietà topografica e visiva, oggi come in passato. Dal 1578 al 1890, il Pont-Neuf subì continui cambiamenti e aggiunte del tipo più stravagante, come la costruzione di negozi sul ponte sotto Soufflot, l'edificio, la demolizione, la ricostruzione e ancora una volta la demolizione della massiccia struttura rococò che ospitava il La pompa dell'acqua di Samaritaine.

Avvolgere il Pont-Neuf ha continuato questa tradizione di successive metamorfosi con una nuova dimensione scultorea e l'ha trasformata, per 14 giorni, in un'opera d'arte. Le corde tenevano il tessuto sulla superficie del ponte e mantenevano le forme principali, accentuando il rilievo enfatizzando le proporzioni e i dettagli del Pont-Neuf, che ha unito le rive sinistra e destra e l'Île de la Cité, il cuore di Parigi, per oltre 400 anni.



A causa della pandemia di COVID-19,  L'Arc de Triomphe, Wrapped , inizialmente previsto per l'autunno 2020, è stato posticipato di un anno. Le nuove date sono: da sabato 18 settembre a domenica 3 ottobre 2021.

Christo, in stretta collaborazione con il Centre des Monuments Nationaux e il Centre Pompidou, realizzerà un'opera d'arte temporanea a Parigi intitolata  L'Arc de Triomphe, Wrapped (Progetto per Parigi), Place de l'Étoile - Charles de Gaulle . Questa opera d'arte sarà esposta per 16 giorni da sabato 18 settembre a domenica 3 ottobre 2021. L'Arco di Trionfo sarà avvolto in 25.000 metri quadrati di tessuto in polipropilene riciclabile in blu argenteo e 7000 metri di corda rossa.

Come preludio a  L'Arco di Trionfo, Wrapped , una grande mostra, presentata al Centre Georges Pompidou, ripercorrerà gli anni di Christo e Jeanne-Claude a Parigi dal 1958 al 1964, così come la storia di  The Pont Neuf Wrapped, Project per Parigi, 1975-85 . "La mostra al Centre Pompidou svelerà il contesto storico del periodo durante il quale abbiamo vissuto e lavorato a Parigi", afferma Christo.

Nel 1961, tre anni dopo essersi incontrati a Parigi, Christo e Jeanne-Claude iniziarono a creare opere d'arte negli spazi pubblici. Uno dei loro progetti era quello di avvolgere un edificio pubblico. All'epoca Christo, che stava affittando una piccola stanza vicino all'Arco di Trionfo, fece diversi studi su un progetto lì, incluso, nel 1962, un fotomontaggio dell'Arco di Trionfo avvolto, visto da Avenue Foch. Negli anni '70 e '80, Christo ha creato alcuni studi aggiuntivi. Quasi 60 anni dopo, il progetto sarà finalmente concretizzato.

L'Arc de Triomphe, Wrapped  sarà interamente finanziato da Christo attraverso la vendita dei suoi studi preparatori, disegni e collage del progetto, nonché modelli in scala, opere degli anni '50 e '60 e litografie originali su altri argomenti. Non riceverà fondi pubblici.

Il Centre des monumenti nationaux, l'istituzione governativa che gestisce l'Arco di Trionfo, è lieta della realizzazione di un progetto che dimostra il suo impegno per la creazione contemporanea e che onora uno dei monumenti più emblematici di Parigi e della Francia.

The Eternal Flame, di fronte alla Tomba del Milite Ignoto all'Arco di Trionfo, continuerà a bruciare durante la preparazione e l'esposizione delle opere d'arte. Come sempre, le associazioni di veterani e i volontari impegnati nei valori della Repubblica francese garantiranno la continuità del ricordo e la cerimonia quotidiana di riaccendere la fiamma che rende omaggio al Milite Ignoto e a coloro che hanno perso la vita combattendo per la Francia.

"Trentacinque anni dopo che Jeanne-Claude e io abbiamo avvolto il Pont-Neuf, sono impaziente di lavorare di nuovo a Parigi per realizzare il nostro progetto per l'Arco di Trionfo", afferma Christo.

Confermata, invece, la retrospettiva al Centre Pompidou, inizialmente in calendario a partire dallo scorso 18 marzo, e ora slittata a data da destinarsi. Secondo una dichiarazione ufficiale, diffusa sui canali social del museo, la mostra – dedicata ai primi anni della produzione di Christo e della moglie Jeanne-Claude – si terrà non appena l’istituzione sarà nuovamente in grado di ricevere i suoi visitatori.


Il sito ufficiale: https://christojeanneclaude.net/

lunedì 9 dicembre 2019

La banana di Maurizio Cattelan e le vignette


SCOTCH BANANE E OPERE D'ARTE
La banana appiccicata al muro di Cattelan sta ispirando mezzo mondo, la migliore performance per ora è di quell'artista che se l'è mangiata incurante del valore attribuito all'opera (120mila dollari) ma che probabilmente  aumenterà grazie alla maggiore pubblicità.
Obbiettivo un'altra volta raggiunto dall'artista padovano che ha capito da tempo  che più le proprie opere sono discutibili più raggiungono il vero obbiettivo di far discutere.
Gianfranco Uber


Ramón y sus dilemas artísticos.
Ramses


Banana Art, really??!!
The most expensive banana in history is 120 thousand dollars!!!?!.
https://demotix.com/this-is-the-most-expensive-banana-in-history/

Illustration by FadiToOn 019



Bananartists...    Amorim
.
10 Dec 2019


Fogliazza




Banana Art & René Magritte    Shahrokh Heidari
An artwork that sold last week for $120,000 and was hailed as “a symbol of global trade” has been eaten, in what might seem a fitting end for something that was an ever-ripening banana duct-taped to a wall.
The piece, titled Comedian, by Italian artist Maurizio Cattelan was on show at the international gallery Perrotin at Art Basel in Miami when New York performance artist David Datuna ate it, saying he was hungr
10 Dec 2019



IMPARA L'ARTE E BASTA
Banane attaccate al muro, sacchi di tela tagliati, scarabocchi su una tela.
La truffa è servita.
Ti inventi una scemenza, la pubblichi online,
la fai commentare da un "critico"
e sei un artista diplomato.
Un insulto a Michelangelo, Leonardo, Caravaggio
e tanta gente di talento,
cresciuta in una bottega imparando i segreti
della pittura e della scultura.
L'arte vera,
non quella dei cialtroni incapaci.
Roberto Mangosi


Pur non essendo appassionato di arte contemporanea, al Nostro non è certo sfuggita la banana di Cattelan presentata all’Art Basel di Miami e successivamente mangiata da un altro artista-performer.
E’ anche l’occasione per rimettere il suo amato-odiato Renzi al centro della scena: notate come questa volta la somiglianza con Mister Bean sia ancora più precisa. O forse il Maestro allude al Sordi di “Polvere di Stelle” che canta “Ma ’n do’ Hawaii, se la banana non ce l’hai”. Comunque sia, il concetto è quello della politica come performance artistica, più comica che altro; non è certo un caso che l’opera di Cattelan si intitolasse “Comedian”. [MenteCattelan]
By Capire Giannelli



COMEDIAN
La BANALITÀ del male di Salvini riguarda tutti noi.
Dall'opera di Cattelan le banane sono un simbolo del commercio globale e fonte di umorismo".
Durando


 "Ecco il mio salame con lo scotch per Parma 2020". Opera dell'artista e graphic designer parmigiano Luca Soncini: "Unite le due comunicazioni attuali più discusse ed otterrete la miglior creatività di Parma 2020. Questo è il mio omaggio e lo rivendico!", scrive su facebook.

"Posso dire che trovo quest'opera di Luca Soncini davvero riuscitissima? Perché, come dev'essere, man mano che la decodifichi la sua complessità cresce, dal globale al locale e ritorno. Forse la cosa più profondamente satirica che ho visto finora su #parma2020. Bravo!", è il commento dell'assessore alla cultura Michele Guerra.
Luca Soncini



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La notizia:

La banana di Maurizio Cattelan “staccata e mangiata”. Colpo di genio di David Datuna: l’artista americano, noto per la serie Viewpoint of Millions, ha divorato la banana da 120 mila dollari esposta all’Art Basel di Miami. L’opera dell’irriverente Maurizio Cattelan, dal titolo “Comedian”, consisteva in una banana vera e propria, in buccia e polpa attaccata al muro con una striscia di nastro adesivo argento. Il significato? La banana è simbolo del commercio globale e al tempo stesso uno strumento umoristico. E Datuna ha risposto a suo modo: è entrato nel museo, l’ha staccata dal muro e l’ha mangiata sotto gli occhi divertiti e stupefatti dei presenti. “Si tratta di performance artistica – ha detto Datuna – la banana era proprio buona. Sono un artista affamato”. L’artista newyorkese è stato cacciato, mentre il direttore della galleria di Miami, Herald Lucien Terras, ha rassicurato gli acquirenti: “Datuna non ha distrutto l’opera d’arte. Ci sono altri due esemplari”. Il valore dell’opera è dato dal certificato di autenticità, non dalla banana che i proprietari possono sostituire. Tuttavia, per evitare altre alzate d'ingegno o gesti di emulatori, il museo ha messo delle guardie a vegliare sul nuovo frutto in esposizione.

giovedì 6 giugno 2019

A Cosenza "Cracking Art", una grande invasione di arte contemporanea sul tema dell'ambiente




A Cosenza "Cracking Art", una grande invasione di arte contemporanea sul tema dell'ambiente

04-06-2019
Cracking Art invade Cosenza con un grande allestimento di arte urbana”.
Lo annuncia il sindaco Mario Occhiuto, aggiungendo: “Sessantuno coloratissimi animali in materiale rigenerato accompagneranno per tutta l’estate residenti e visitatori in una città sempre più attrattiva, contemporanea e attenta ai temi dell’ambiente”.
La mostra, che focalizza l’attenzione sul Museo all’aperto Bilotti, si chiama “Battito animale” e, nell’aprire la XXI edizione del Festival delle Invasioni del capoluogo bruzio (evento storicizzato e cofinanziato dalla Regione Calabria a valere sui fondi PAC annualità 2019), è dedicata ad un tema di straordinaria contemporaneità: l’educazione ambientale e la rigenerazione urbana, quindi la qualità della vita che passa attraverso il rispetto dell’ambiente, la sostenibilità.
Dal 14 giugno al 15 settembre il museo permanente di Cosenza ospiterà, nell’incontro con le statue del Mab, l’idea progettuale che lega il bene culturale con installazioni urbane di opere raffiguranti animali, realizzate in materiale rigenerato e rigenerabile colorato. L’educazione al rispetto per la natura e all’amore per l’arte in un unico esteso percorso urbano nel quale spaziano le persone insomma.
Sagome di plastica, insolite, che contaminano i passanti sull’isola pedonale, incantano gli sguardi di adulti e bambini, dialogano in maniera simbolica con le opere di Dalì, De Chirico, Manzù, eccetera.
Negli ultimi anni, il Cracking Art Group ha realizzato diverse installazioni di “Regeneration” in piazze, monumenti, musei, portando l’arte contemporanea a confronto con l’arte antica e monumentale. Opere che hanno già invaso altri centri urbani: 400 installazioni dal 1993 ad oggi tra cui Milano, Central Park a New York, la Reggia di Caserta e, di recente, la Fondazione Masieri in occasione della 58esima Esposizione internazionale d’Arte Biennale di Venezia.
A Cosenza, nel pieno spirito di contaminazione del Festival delle Invasioni, gli animali colorati e decisamente fuori scala invadono gli spazi più vari, quelli quotidiani e quelli dell’arte. Un tema attualissimo riguarda non a caso la plastica che viene sottratta alla distruzione tossica e devastante per l’ambiente, e a cui viene donata nuova vita ricomparendo, in questo caso, sotto forma di animali che comunicano con un linguaggio innovativo. L’installazione di Cracking Art a Cosenza si compone nei seguenti modi e luoghi: W come Wolf, come evviva, ovvero i Lupi, animali simbolo della Sila, si riuniscono in branco in piazza Bilotti, dove sono presenti le statue di Peppe Gallo: i Filosofi guerrieri, vestendo i colori che caratterizzano la città (il giallo e il verde), per auspicare l’equilibrio e la convivenza tra la natura selvatica e le popolazioni del territorio. Poi: Circular Economy, ovvero le grandi chiocciole, simbolo di rigenerazione, di connessione con il mondo, si colorano di blu in omaggio all’acqua dei fiumi, poste in rotazione circolare lanciano un messaggio di attenzione agli sprechi e alla gestione delle acque, bene indispensabile alla vita. The words of the snail: la chiocciola fucsia è una creatura silenziosa, che percepisce il mondo circostante attraverso le sue antenne; posta lungo il MAB userà la sua bava rigenerante per inviare messaggi che siano ispirazione per un futuro sostenibile, inoltre con la sua casa la chiocciola è associata non solo alla dimensione domestica ma anche alla comunicazione e, in Italia, al simbolo della posta elettronica. REgeneration: le grandi rondini, simbolo di rinascita della natura e di migrazioni, si posano a terra a piazza Kennedy, accanto ad Ettore ed Andromaca di Giorgio De Chirico, per incontrare le persone che vivono la città in uno spirito di scambio. Hot&Cold: due grandi elefanti, in prossimità di Largo Lisa Bilotti dove è posizionata La Grande Bagnante di Emilio Greco, uno rosso a simboleggiare il caldo, l’altro blu a rappresentare il freddo, sembra stiano per entrare in collisione, ogni persona può mettersi in mezzo ed evitare che ciò capiti: una installazione che vuole rappresentare l’impegno di ognuno a contrastare i cambiamenti climatici. REproduction: il grande coniglio, simbolo di riproduzione e abbondanza, posizionato a piazza XI Settembre dove si trova la statua Rinascita della cultura di Mimmo Rotella, viene colorato di verde come auspicio di produzione attenta alla sostenibilità e alla green economy. The World Beneath the City: l’installazione di due grandi coccodrilli, posizionati accanto alle statue di Sosno, prende spunto dalla leggenda metropolitana dei rettili che vivono sotto le città, tutto ciò che buttiamo o che abbandoniamo può tornare a spaventarci: visualizzare il problema deve fungere da stimolo ad un cambiamento di abitudini, l’auspicio è quello di creare luoghi adatti ala riconciliazione e all’equilibrio. Clear, sweet fresh water: il suricato è un piccolo animale noto per la sua caratteristica postura eretta, durante la quale scruta il passaggio circostante attento a qualsiasi movimento e pericolo, abitando in zone desertiche è consapevole di quanto l’acqua sia un bene prezioso, qui si pone a sentinella dell’acqua delle fontane danzanti di via Arabia, in prossimità della Grande Bifrontale e dei 4 Paracarri di Pietro Consagra, invitando tutti ad adottare lo stesso comportamento responsabile. 
Autore: Iole Perito

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lunedì 29 ottobre 2018

La caricatura personale e il ritratto nell'opera di Andrés Casciani

Christine Lagarde y Mauricio Macri - Andrés Casciani (2018).

La caricatura personale e il ritratto nell'opera di Andrés Casciani
Di Francisco Punal Suarez
Speciale per Fany Blog

 Il lavoro dell'artista sperimentale argentino Andrés Casciani (Mendoza, 1982) è un arcobaleno di possibilità in cui si trovano le arti plastiche, l'illustrazione e l'umorismo grafico, con la forza del colore e della forma, che alcuni definiscono espressionista.
 Quando ci si immerge nell'opera pittorica di questo artista visivo, ci si rende conto della sua immensa immaginazione e capacità espressiva di concentrarsi sulla figura umana, ma anche sulla forza "astratta" delle texture, delle macchie e dei piani dei suoi disegni.  E si ammira il loro grande livello di osservazione, sia delle posture, dei gesti e delle fazioni, delle persone e dell'universo in cui viviamo. Per lui, il disegno è la sua passione. Dobbiamo anche riconoscere che la famiglia ha influenzato la sua visione artistica del mondo, essendo suo padre, Walter Casciani, musicista, e sua madre, Cecilia Franks, artista plastico.
Inoltre, Casciani è un essere umano impegnato nel suo tempo e nella società in cui vive, amante delle cause di solidarietà, nulla gli è estraneo e molte delle sue opere denunciano gli abusi e l'arbitrarietà che si verificano in Argentina.

sabato 27 ottobre 2018

Horacio Cardo ( 1944-2018)

From www.horaciocardo.com
“My work is perhaps the conductive thread that has saved me from dissolution.
I am and have been many, although none of them so consistent, whether by determination or necessity, as the one who keeps on painting.”
(from an interview by Douglas Mac Donald)


autoritratto


El 22 de octubre a las 17.30 hs. nuestro querido padre Horacio Fidel Cardo falleció en el Hospital de Pinamar debido a complicaciones causadas por un ACV.
Sus restos serán velados hoy, 23 de octubre, en la cochería Vel-Sam 1605 esq. De la Corvina 1605, Pinamar, Buenos Aires, Argentina de 11 a 16 hs.
On October 22nd, at 5:30 pm, our beloved father, Horacio Fidel Cardo, passed away at Pinamar Hospital due to complications caused by a stroke.
His wake will be held at Cocheria Vel-Sam, located at 1605 De La Corvina Street, Pinamar, Buenos Aires, Argentina, from 11 am to 4 pm.

Alcune delle sue opere:

mercoledì 7 marzo 2018

Mostra di Oscar Grillo a Cartoon Xira

Oscar Grillo uno dei migliori animatori viventi, argentino di nascita, attivo in Gran Bretagna e vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes del 1980 con il cortometraggio Seaside Woman.
Inaugurata nel pomeriggio di sabato 3 marzo, la 19esima edizione di Cartoon Xira, una mostra a Vila Franca de Xira che mostra i migliori cartoon dell'anno e la mostra personale
del famoso artista animatore, Oscar Grillo.


Da DN

Com o Celeiro da Patriarcal prestes a entrar em obras, a 19ª edição da Cartoon Xira muda-se neste ano para a beira-Tejo, tomando conta de parte da zona de leitura e da galeria de exposições da Fábrica das Palavras, a biblioteca municipal de Vila Franca, inaugurada em 2014. Cem cartoons contam a história do argentino Oscar Grillo e outros tantos recordam o ano de 2017.

Um grande sorriso. A mão sobre a barba branca e a exclamação: "Que vergonha. Eu tinha 16 anos." À sua frente, Oscar Grillo tem Quarto de Tango, o seu trabalho mais antigo de entre os cem que dão corpo a Desenhos Desordenados, exposição que é inaugurada hoje, às 18.00, no arranque da 19.ª Cartoon Xira, mostra que passa em revista o humor gráfico na imprensa nacional durante o ano de 2017.

Ao contrário do que o título possa sugerir, a exposição tem uma ordem cronológica, começando precisamente com esse trabalho de 1960 e terminando com O Irmão Mais Novo de D. Corleone, de 2017, ambos a tinta da china. "A tinta da china é tóxica, mas gosto do cheiro. E uso sempre tinta vinda mesmo da China", conta o cartoonista argentino, já em frente ao conjunto de desenhos que encerram a sua exposição. "Eu gosto de desenhar. Fazer riscos, linhas, livremente, de forma espontânea. E não penso nisso como uma arte. Mas agora, aqui a olhar para estes desenhos... Gosto, e há uma continuidade, um estilo. Quando desenho nunca penso que tenho uma identidade própria. Mas..." A celebrar 75 anos no próximo dia 24 de março, Oscar Grillo continua a desenhar todos os dias: "Trabalhei toda a minha vida com animação, ilustrei muitos livros infantis e livros de poesia de grandes poetas. Ilustrei A Tempestade, de Hamlet. E agora, que já não preciso de desenhar como trabalho, continuo a desenhar. À noite, sento-me no sofá, a ver televisão, e desenho. Coloco um tabuleiro sobre os joelhos e desenho."

O sofá está na sua casa, em Londres, onde está radicado desde 1971. Foi aí que o cartoonista António, curador da Cartoon Xira, passou um dia inteiro - "e mesmo de manhã à noite, abrimos caixas e caixas e caixas, e não abrimos todas", conta -, para chegarem à seleção de cem desenhos que "contam a história de uma vida em desenhos, a vida do Oscar Grillo, a forma como começou, como evoluiu". Para espreitar em cada recanto do adaptado espaço de leitura da Fábrica das Ideias, a biblioteca municipal de Vila Franca de Xira.

Na galeria de exposições, lugar aos cartoons de 2017. Cem trabalhos de António, José Bandeira, Carlos Brito, André Carrilho, Augusto Cid, Cristina Sampaio, Vasco Gargalo, António Jorge Gonçalves, António Maia, Henrique Monteiro, Rodrigo de Matos e Cristiano Salgado passam em revista o que de mais relevante aconteceu no ano passado. Partindo dos cartoons enviados pelos ilustradores, António foi criando famílias de desenhos relacionados com a mesma temática. E criou uma narrativa contada em doze capítulos. "O Mundo é Pequeno", abre as hostilidades, com o cartoon Os Rohingya de Myanmar, de André Carrilho, a ganhar destaque na parede pintada de negro. "Gosto muito do trabalho dele. Como se diz em castelhano, a este rapaz não lhe falta uma mão", comenta Oscar Grillo. O brexit, a Ameaça da Coreia do Norte, Eleições europeias e extrema direita, Catalunha separatista, Fogos trágicos, Heróis nacionais, Evolução e Etc. e tal, são os capítulos que completam a exposição.

Informação útil
Cartoon Xira
Fábrica das Palavras, Biblioteca Municipal de Vila Franca de Xira
Até 8 de julho. Todos os dias. Entrada livre.










Inaugurata nel pomeriggio di sabato 3 marzo, la 19esima edizione di Cartoon Xira, una mostra a Vila Franca de Xira che mostra i migliori cartoon dell'anno.

Quest'anno lo spettacolo è ospitato nella biblioteca della città, Fábrica das Palavras e presenta opere di 12 vignettisti di fama nazionale come António Antunes, Vasco Gargalo, José Bandeira, Carlos Brito; André Carrilho; Augusto Cid; Cristina Sampaio; António Jorge Gonçalves; António Maia; R odrigo Matos; Henrique Monteiro e Cristiano Salgado.

Come nelle edizioni precedenti, Cartoon Xira ha anche la partecipazione di un ospite internazionale, che in questa edizione del 2018 è Oscar Grillo. N ato a Buenos Aires nel 1943, ma con le radici lusitane, dal momento che sua madre era portoghese, Grillo risiede a Londra dal 1971 ed è la prima volta che espone in Portogallo.

L'ingresso è gratuito e lo spettacolo è aperto fino all'8 luglio.




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Oscar Grillo - la página infinita (2015)
Oscar Grillo es dibujante, animador y un artista argentino residente en Londres desde hace décadas. En este documental conoceremos su pensamiento sobre diversas temáticas afines al dibujo y más allá.