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sabato 3 marzo 2018

GILLO DORFLES (1910 - 2018)

Teorico d'arte, pittore e filosofo era nato a Trieste nel 1910.  "Ripensò la categoria del Kitsch: dapprima come espressione del cattivo gusto, sempre più sfrenato e ubiquitario, in seguito come parte integrante dell’arte stessa"
Gillo Dorfles
© Riccardo Vecchio


GILLO DORFLES
E' la prima volta che vedo Gillo Dorfles senza cravatta. Ha un' eleganza domestica. Senza contrappunti stilistici. Mi accoglie nella penombra del salotto milanese nel quale trionfa un pianoforte a mezzacoda. Il professore è entrato nel centotreesimo anno di età. Essendo nato nel 1910, cioè quattro anni prima che scoppiasse la Grande Guerra, la figura di questo straordinario testimone fa pensare a qualcosa di irripetibile. Si muove ancora agile cercando di farmi accomodare su un bel divano posto proprio sotto una sua opera. Perché Dorfles, oltre a essere un critico d' arte, è un apprezzato pittore, e appassionato di musica moderna. Quasi a voler sottolineare, con tutto ciò, la sua aria di antipassatista. Il professore si scusa perché ad attenderlo tra un po' ci sarà una macchina che lo porterà dritto a un convegno internazionale dedicato all' estetica orientale e ai rapporti con l' Occidente. È incredibile l' attivismo che egli ancora esprime. E mentre gli sto per chiedere di che cosa parlerà, mi viene in mente che forse una delle prime manifestazioni del kitsch, di cui lui è stato un acuto teorico, la si può far risalire a quella curiosità culturale che dal diciannovesimo secolo in poi l' Occidente cominciò a nutrire nei riguardi dell' Oriente. «Il kitsch può manifestarsi ovunque. Di solito un fenomeno che diventa moda, stravolge, mortifica, banalizza, estende uno stile, amplifica un pensiero fino a perderne l' origine. Diventa appunto kitsch», sentenzia il professore.
 Si è mai sentito kitsch?
«Il kitschè più una categoria estetica che esistenziale. Anche se può coinvolgere la sensibilità personale. Dal punto di vista delle scelte e dei giudizi, quindi, direi proprio di no. Provo un certo orrore quando il gusto spinge verso il basso. Ma poi penso che il movimento discendente faccia parte della nostra società di massa».
Dalla quale comunque tenta di distinguersi. 

sabato 23 dicembre 2017

La Vespucci di Mario Magnatti



Carissimi auguri di buon Natale a tutti
Nave "A. VESPUCCI"
Tecnica mista su cartoncino 35x50
:-))) mmm
© Mario Magnatti Mariom

domenica 2 luglio 2017

Lucio Rossi e "I colori nascosti di Benedetto Antelami"

Antelami, Deposizione - foto Lucio Rossi



Da Parma Repubblica

Lucio Rossi e "I colori nascosti di Benedetto Antelami"

Dopo 839 anni di storia ritorna alla luce la colorazione originale dell’opera "Deposizione di Cristo dalla Croce" di Benedetto detto Antelami.

Si tratta di una scoperta importante per un’opera altrettanto fondamentale per la storia dell’arte e questa scoperta viene restituita in dono alla città per i suoi 2200 anni. Un evento unico, intriso di arte e genialità, nato proprio a Parma.

A guidare la ricerca fu Bruno Zanardi, uno dei più influenti storici dell’arte e docenti di restauro che il nostro Paese possa vantare e che Parma

sabato 15 ottobre 2016

Dario Fo, pittore.

Il-quarto-stato-con-Dario-e-Franca-2011


"Mi sento attore dilettante e pittore professionista." 
Così amava definirsi Dario Fo straordinario uomo di teatro e Premio Nobel per la Letteratura nel 1997. Nel 2012 per la prima volta il grande artista è stato al centro di una mostra a Palazzo Reale,  dal titolo «Dario Fo a Milano. Lazzi sberleffi dipinti»: in esposizione oltre 400 opere  il ruolo fondamentale di pittura e disegno nella carriera e nella vita di Fo.

Il percorso espositivo si snodava fra i dipinti a olio degli esordi (ai tempi l'autore frequentava l'Accademia di Brera) e i monumentali acrilici realizzati più di recente, passando per collages e arazzi. In mostra erano anche oggetti di scena, maschere, marionette e burattini, oltre a disegni, schizzi, acquarelli, bozzetti di costumi, scenografie, locandine e stampe che nel corso degli anni sono diventati parte integrante della Compagnia Teatrale di Dario Fo e Franca Rame.
fonte

Il-terremoto-dell-Aquila-2011


Recitare-l'osceno-è-permesso.-La-satira-è-proibita-2012

La-cacciata-dei-comici-2011

Dobbiamo-salire-sempre-più-in-alto-per-farci-sentire-2011


Lo-sbarco-di-Lampedusa-2011



Quella che vedete in foto sotto è un'opera di Dario Fo realizzata con tecnica mista, con prevalenza di pittura a olio su tavola di faggio. Il nome dato all'opera è il seguente:
"Dipinto sulle orme del dinamismo metafisico. Ritratto di una donna elegante Maria Elena Boschi". La misura del quadro è 52cm x 62cm. Per volere di Dario Fo, il dipinto è stato messo all'asta (base d'asta 8.000 euro) su una piattaforma online, e il ricavato della vendita devoluto al Movimento 5 Stelle a sostegno di Italia 5 Stelle che si è tenuto a Palermo il 24 e il 25 settembre scorsi, ma anche per alimentare la polemica sulla vignetta delle "cosce" della ministra Maria Elena Boschi firmata da Mannelli.

Nel tratto si distinguono chiaramente le sembianze di una dama dalla testa non umana che accavalla le gambe, mostrando le cosce, un chiaro riferimento alla vignetta di Mannelli.

"Dipinto sulle orme del dinamismo metafisico. Ritratto di una donna elegante Maria Elena Boschi"


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COSCE DA PAZZI
Diario Fo commenta la vignetta di Riccardo Mannelli: "È bellissima, le polemiche sono un tentativo di censura"

Franca Rame


martedì 9 agosto 2016

Adolf Born

Adolf Born (12 June 1930 – 22 May 2016) was a Czech painter, illustrator, caricaturist, and filmmaker. For his lasting contribution as a children's illustrator, Born was a finalist for the biennial, international Hans Christian Andersen Award in 2008. His various international rewards and honors also include the Grand Prix at the International Salon of Cartoons in Montreal and the Knight of the Order of Arts and Letters in France.

Born: Viaggio in India

Born: Marco Polo
Born : Viaggio attraverso le Alpi per Venezia con Durer


Adolf BORN
SUPPER IN AMSTERDAM
1986




Adolf BORN
AN AUDIENCE WITH THE EMPEROR RUDOLF
1986



Born: il capitalista

Born: Melancolia

Video


What if...
di Adolf Born


The Hobbit - Gene Deitch & Adolf Born di Eklecty-City
The Hobbit - Gene Deitch & Adolf Born di Eklecty-City


Foto



E' scomparso il grandissimo umorista e illustratore ceco Adolf Born, un caro vecchio amico. Una perdita veramente dolorosa, perché ci conoscevamo dal Salone di Bordighera del '75 e lo considero uno degli autori più abili e geniali di sempre.
 Ciao Adolf.
Lo ricordo con una foto scattata nel suo studio di Praga nel 1986, con lui (e i suoi inconfondibili baffi bianchi), Lucio Trojano e il Golem in persona.
Marco De Angelis

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Biography
Born was born in the town of České Velenice on the Bohemian side of the southern border with Austria, Adolf Born got his Visual Arts Education from 1949 to 1955 in Prague, where he lived and worked. Since the 1960s his works have been exhibited all over the world. In 1966, in collaboration with Gene Deitch, Born animated the first ever screen adaptation of a work by J. R. R. Tolkien, The Hobbit!  In 1974, Born was declared cartoonist of the year in Montreal and he won the Palma d'Oro at the International Festival of the Humor of Bordighera, Italy.
One of the forms he specialised in was the bookplate (the "ex libris"), usually using colour lithography. He held over 100 exhibitions, illustrated hundreds of books and designed theatre sets and costumes.
He was married and had one daughter.
The asteroid 17806 Adolfborn is named after him.
Born died on 22 May 2016 at the age of 85.

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Nota:



Da Buduar i disegni che Born faceva a Bordighera per la figlia di Ugo Sajini e Lucio Trojano.

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sabato 30 luglio 2016

Marta Marzotto

Marta Marzotto (1931-2016)
L'infanzia povera, il lavoro da mondina, il matrimonio da fiaba. E poi l'amore per Guttuso e Lucio Magri. La mondanità, i salotti, la moda e i gioielli. Craxi, Pertini, il Pci...
... ma nel mio blog la voglio ricordare come musa.

Marta Marzotto ritratta da Renato Guttuso


Melancholia Nova (1980)
"Renato diceva che io incarnavo in assoluto il suo ideale estetico, che ero l'immagine vivente del suo eterno feminino. " da " Una finestra su Piazza di Spagna" Quadro: "Malinconia nova".




NELLA STANZA LE DONNE VANNO E VENGONO, 1986



SPES CONTRA SPEM, 1982

Dalla Serie Le MARTINEIDI GUTTUSIANE.
IL FUOCO CHE SCALDA TROPPO PUO' ANCHE BRUCIARTI...



All’inaugurazione della mostra «La musa inquieta: vita arte e miracoli di Marta Marzotto». Dietro un quadro di Guttuso (Foto Olycom)


Renato Guttuso (Bagheria, 26 dicembre 1911 – Roma, 18 gennaio 1987), fu pittore sociale, impegnato con il partito comunista. I suoi dipinti trasudano sangue, vene, corpi distesi. Vivono di un “colore morale”, di vento di poppa, di calore di Sicilia. Spade volte al cielo. Crocifissioni di tagli profondi, fucilazioni e racconti di dittature, imprecazioni dolorose. Punti di vista arditi e scoscesi. Visioni popolari, politiche, oltraggiose, coraggiose.

Renato Guttuso fu per un periodo amante di Marta Marzotto. Lei era sposata, lui pure.  Ma il loro amore fu un incontro di parole, carne e arte. Una musa affascinante, reale. Una musa quotidiana, vicina, di un’intelligenza e ironia fuori dal comune.

La ritrasse in molte opere.

Marta ritratta da Helmut Newton. 1986
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Marta Marzotto
di PierPaolo Perazzolli




martedì 2 febbraio 2016

NONE OF THAT, un fantastico corto contro la censura









None of That - Official from None of That on Vimeo.

Anna Hinds Paddock, Isabela Littger de Pinho e Kriti Kaur raccontano in questo splendido corto la censura nell’Arte.
Protagonisti un simpaticissimo custode di museo ed una terribile suorina ninja, che impersona la censura.



Nota:
Il corto è antecedente alla visita in Italia di Rohani ed al relativo scandalo delle statue nascoste negli scatoloni dai funzionari capitolini.

giovedì 3 settembre 2015

Milano, Palazzo Reale: "Giotto l'Italia"


La mostra, posta sotto l’Alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana, promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Comune di Milano – Cultura, con il patrocinio della Regione Lombardia, è prodotta e organizzata da Palazzo Reale e dalla casa editrice Electa. Il progetto scientifico è di Pietro Petraroia (Éupolis Lombardia) e Serena Romano (Università di Losanna) che sono anche i curatori dell’esposizione.

La mostra, con allestimento di Mario Bellini, ha un motivo particolare per essere realizzata in Palazzo Reale: esso infatti ancora ingloba strutture del palazzo di Azzone Visconti, ove, negli ultimi anni della sua vita, Giotto venne a realizzare due cicli di dipinti murali, oggi perduti.

Il titolo, "Giotto, l’Italia", intende appunto sottolineare il ruolo rivoluzionario del pittore fiorentino chiamato da cardinali, ordini religiosi, banchieri, dal re di Napoli e dal signore di Milano, in molti luoghi e città d’Italia. Giotto infatti ovunque si sia trovato a lavorare ha avuto la capacità di attrarre fortemente le scuole e gli artisti locali verso il suo stile innovatore, cambiando in modo definitivo i tragitti del linguaggio figurativo italiano.






Polittico Baroncelli si ricongiunge al Dio che rientra da San Diego!
foto Cipolletta Raffaele

La mostra a Palazzo Reale riunisce 14 opere, prevalentemente su tavola, nessuna delle quali prima esposta a Milano: una sequenza di capolavori assoluti mai riuniti tutti insieme in una esposizione. Ognuno di essi ha provenienza accertata e visualizza quindi il tragitto compiuto da Giotto attraverso l’Italia del suo tempo, in circa quarant’anni di straordinaria attività.

Si attraverseranno dapprima le sale dedicate alle opere giovanili: il frammento della Maestà della Vergine da Borgo San Lorenzo e la Madonna da San Giorgio alla Costa documentano il momento in cui il giovane Giotto era attivo tra Firenze e Assisi. Poi il nucleo dalla Badia fiorentina, con il polittico dell’altar maggiore, attorno al quale saranno ricomposti alcuni frammenti della decorazione affrescata che circondava lo stesso altare. La tavola con Dio Padre in trono proviene dalla cappella degli Scrovegni e documenta la fase padovana del maestro. Segue poi lo straordinario gruppo che inizia dal polittico bifronte destinato alla cattedrale fiorentina di Santa Reparata, e che ha il suo punto d’arrivo nel polittico Stefaneschi, il capolavoro dipinto per l’altar maggiore della basilica di San Pietro in Vaticano.
Accanto al polittico è esposto, evento straordinario, il frammento affrescato con due teste di apostoli o Santi, proveniente dalla basilica di San Pietro, opera di Giotto anch’essa commissionata dal Cardinal Stefaneschi.
Il percorso espositivo si completa con i dipinti della fase finale della carriera del maestro, che precedono di poco le sue opere milanesi nel palazzo di Azzone Visconti: il polittico Baroncelli dall’omonima cappella della basilica di Santa Croce a Firenze, che grazie a questa mostra verrà temporaneamente ricongiunto con la sua cuspide, raffigurante il Padre Eterno, conservata nel museo di San Diego in California e il polittico di Bologna, che Giotto dipinse nel contesto del progetto di ritorno in Italia, a Bologna, della corte pontificia allora ad Avignone.
Prestiti così straordinari si devono alla collaborazione lungimirante di istituzioni e proprietari, tra cui un ruolo determinante è stato quello dei Musei Vaticani, e al supporto scientifico e tecnico di molti uffici e istituti del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

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I grandi capolavori di Giotto a Milano, il backstage della mostra

Dal sito del Ministero dei Beni Culturali:
Giotto, l’Italia è il grande evento espositivo che concluderà il semestre di Expo 2015 a Palazzo Reale di Milano.

La mostra propone al pubblico cosmopolita dei visitatori di Expo di incontrare i grandi capolavori dell’artista
fondatore della cultura figurativa italiana, riunendo 13 opere, prevalentemente su tavola, nessuna delle quali
 prima esposta a Milano. 

Una sequenza di capolavori assoluti mai riuniti tutti insieme in una esposizione. Ognuno di essi ha provenienza
 accertata e visualizza quindi il tragitto compiuto da Giotto attraverso l’Italia del suo tempo, in circa quarant’anni
 di straordinaria attività.
Redattore: RENZO DE SIMONE

Informazioni Evento

Data Inizio: 02 settembre 2015
Data Fine: 10 gennaio 2016
Costo del biglietto: 12,00 euro; Riduzioni: 10,00 euro
Prenotazione:Nessuna
Luogo: Milano, Palazzo Reale
Orario: lunedì: 14.30-19.30;
martedì, mercoledì, venerdì e domenica: dalle 9.30 alle 19.30;
 giovedì e sabato: 9.30-22.30
Telefono: 02 92800821
E-mail: info@milanoguida.com
Sito web: http://www.mostragiottoitalia.it/

Dove

Palazzo Reale
Città: Milano
Indirizzo: Piazza del Duomo, 12
Provincia: MI
Regione: Lombardia



Nota sull'allestimento:

La luce di Giotto tra penombra e altari di ferro
di Mario Bellini
Giotto in mostra a Palazzo Reale di Milano? Una bella sfida. Perché richiede di immaginare
una “messa in scena” dinamica della sua vita e delle sue opere.

Teatro. Una sequenza di stanze, spaziose e “palaziali” fin che si vuole, ma intrinsecamente
estranee allo spirito e all’aura degli edifici di culto per cui i capolavori di Giotto furono
concepiti.

Copione. La vita di successi e grandi commesse di un artista che anticipa il Rinascimento
italiano, chiamato a lavorare da Papi, prelati e benefattori in tutta Italia, tra Padova, Firenze,
Assisi, Roma, Napoli.

Protagonisti. Cinque maestosi polittici da altare (di cui due bifacciali) policromi su fondo
oro, due Madonne, Dio Padre in trono, frammenti di affreschi strappati.

Scenografia. Non trattandosi di un vero teatro, il Palazzo Reale è trasformato per divenire
teatro totale, luogo di incontro e scambio tra gli spettatori (noi) e i personaggi (le opere di
Giotto) con la forza di due poderose macchine sceniche: la luce, in tutte le sue manifestazioni
che includono anche penombra, ombra, oscurità e controllo dei riflessi e del colore. La luce,
dunque, e una materia primigenia: il ferro vivo che si ossida durante la laminazione a 1200
gradi, divenendo elemento nobile, unico e solo a fare da sfondo, incastonatura, basamento
solido che allude agli altari e a fare da superficie connettiva di opera in opera, di scena in
scena, di stanza in stanza, lungo i nostri passi, sotto i nostri piedi.
Nessun colore, nessun tessuto, nessun legno, nessuna morbidezza, nessun marchingegno di
supporto.
Silenzio. Parla la pittura di Giotto, ci guida la luce, ci sorregge il ferro.


Architect
Mario Bellini Architects

Design Team
Mario Bellini  with Raffaele Cipolletta

Project Team
Francesco Savoini

Consultants
Graphic Design: Tassinari / Vetta, via Rossini, 16 Trieste 
Curators: Pietro Pietraroia, Serena Romano

Exhibition fit out
Articolarte S.r.l., Via Delle Marmorelle nuova, 502 Laghetto di Monte Compatri (Roma)

Lighting 

Reggiani Illuminazione S.p.a., Viale Monza, 16 Sovico (MB)

The exhibition, sponsored by the Ministry of the Heritage, Cultural Activities and Tourism and the City of Milan–Culture, and devised by Éupolis Lombardia to a scholarly project by Pietro Petraroia and Serena Romano, who are also the curators, it is produced and organized by Palazzo Reale and the publishing house Electa. The exhibition is an outstanding chapter in Expoincittà, the calendar of events part of the city’s cultural life during the Expo semester. Giotto, l’Italia is the major exhibition that will conclude the semester of Expo 2015 at the Palazzo Reale in Milan.
The exhibition offers the cosmopolitan public of visitors to Expo the opportunity to view the great masterpieces of the founder of Italian figurative culture, Dante Alighieri’s alter ego in the field of painting, bringing together 13 works, mostly on panel, none of which have ever been exhibited in Milan before. A sequence of masterpieces never presented in a single exhibition.
The provenance of each is established so that together they document Giotto’s travels through the Italy of his time during some forty years of outstanding achievement.
The exhibition is guided by a prestigious Scholarly Committee comprising the directors of Italian institutions that over the years not only have contributed to the preservation and protection of Giotto’s works, but have also to a very remarkable degree enlarged our knowledge and scholarly and technical understanding of the master’s painting, with internationally significant and advanced studies and contributions.
The Committee consists of the president Antonio Paolucci and Cristina Acidini, Davide Banzato, Giorgio Bonsanti, Caterina Bon Valsassina, Gisella Capponi, Marco Ciatti, Luigi Ficacci, Cecilia Frosinini, Marica Mercalli and Angelo Tartuferi.

The exhibit design is by Mario Bellini.
http://www.bellini.it/exhibitions/Mostra_Giotto.html

Giotto, l'Italia
2.9.2015 – 10.1.2016
Palazzo Reale, Milano

sabato 8 agosto 2015

Paul Scharff

Il mondo di Scharff, un bestiario immaginario, e purtuttavia non irreale, che può farsi specchio deformato e dolente di un campionario paradigmatico di distorte virtù umane.
Giuseppe Rosato

Titolo: Ittiocentauro

Autore: Paul Scharff
Tecnica: Litografia su carta. Stampa realizzata dall’autore con torchio manuale.
Dimensioni cm: 33×45,4
Edizione: 1995 – 16 esemplari numerati e firmati

Licofrone, Claudiano e il grammatico bizantino Ioannes Tzetzes menzionano qualche volta gli ittiocentauri; altri riferimenti a questi, nei testi classici, non ce ne sono. Possiamo tradurre ittiocentauri con “centauro-pesci”: il termine s’applica a creature che i mitologi hanno chiamato anche centaurotritoni. Le loro raffigurazioni abbondano nella scultura romana ed ellenistica. Dalla cintura in su sono uomini, dalla cintura in giù pesci. Il loro posto è nel corteggio delle divinità marine, insieme agli ippocampi.

Dal “Manuale di zoologia fantastica” di Jorge Luis Borges.

Titolo: Coppia con uovo

Autore: Paul Scharff
Tecnica: Litografia su carta. Stampa realizzata dall’autore con torchio manuale.
Dimensioni cm: 31,2×29,6
Edizione: 1998 – 13 esemplari numerati e firmati





Paul Scharff nasce ad Amsterdam il 20 ottobre 1928, ultimo nato di una grande famiglia (12 figli!). Fin da piccolo è amante del disegno, dopo gli studi superiori si iscrive ad una scuola d’arte di Amsterdam. Nel 1948 viene inviato in Indonesia per il servizio militare e lì riesce a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Bandung. Al suo ritorno, nel 1950, inizia a lavorare nel campo pubblicitario ad Amsterdam e partecipa alla creazione di una rivista pedagogica come impaginatore e illustratore. Nel 1954 si sposa e si trasferisce con la moglie a Bruxelles per continuare la sua esperienza pubblicitaria. Nel 1957 viene in Italia e qui si stabilisce definitivamente, ponendo termine al suo vagabondaggio. A Milano lavora dapprima nella pubblicità e poi, dal 1959, come grafico e illustratore alla Mondadori, dove rimane fino al 1966.
Nel 1967 si trasferisce a Varese e inizia a lavorare come free-lance per diverse case editrici come Fabbri, De Agostini, Il Saggiatore. Da sempre coltiva la passione per il gioco degli scacchi, ai quali dedica disegni, vignette umoristiche e un libro per ragazzi che viene tradotto in varie lingue.
La sua arte si esprime anche nella creazione di poster e marchi, come quello dell’ Università dell’Insubria di Varese e Como. Sviluppa inoltre una sezione umoristica, grazie alla quale riceve numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Ora si dedica interamente alla litografia, che crea con il suo torchio di inizio ‘900 salvato dalla rottamazione quasi per miracolo, circondato da boccettine contenenti collanti e inchiostri che riesce oramai a trovare solo all’estero.
Negli ultimi anni ha dato forma agli animali fantastici che Jorge Luis Borges descrive nel suo “Manuale di zoologia fantastica”.
Il 5 agosto 2015 il caro Paul Scharff è mancato all`affetto dei suoi congiunti e amici a Cittiglio dove abitava. Ne hanno dato il triste annuncio la moglie Annie, il figlio Rick e il nipote Giacomo.


Titolo: Treped

Autore: Paul Scharff
Tecnica: Litografia su carta. Stampa realizzata dall’autore con torchio manuale.
Dimensioni cm: 30×40,3
Edizione: 2012- 11 esemplari numerati e firmati


Titolo: Gesti – Perplessità

Autore: Paul Scharff
Tecnica: Litografia su carta. Stampa realizzata dall’autore con torchio manuale.
Dimensioni cm: 28,5 x 38,3
Edizione: 2013 – 13 esemplari numerati e firmati

When  puzzled man scratches his head he is performing a Displacement Activity.  Da Manwat


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Le opere che ho scelto le ho prese dal sito di Paul Scharff 
I video delle opere e dell'arte litografica sono tutti di Francesco Riva.
Qui alcune opere umoristiche


vignette umoristiche di Paul Scharff
La sua arte si esprime anche nella creazione di poster e marchi, come quello dell’ Università dell’Insubria di Varese e Como. Sviluppa inoltre una sezione umoristica, grazie alla quale riceve numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. Ora si dedica interamente alla litografia, che crea con il suo torchio di inizio ‘900 salvato dalla rottamazione quasi per miracolo, circondato da boccettine contenenti collanti e inchiostri che riesce oramai a trovare solo all’estero.
Negli ultimi anni ha dato forma agli animali fantastici che Jorge Luis Borges descrive nel suo “Manuale di zoologia fantastica”.
Francesco Riva





Paul Scharff, animali fantastici.


Paul Scharff. La litografia raccontata 1 parte


Paul Scharff. La litografia raccontata 2 parte

sabato 4 luglio 2015

Paolo Piffarerio


"Cari Amici e collaboratori, questa notte ci ha lasciato Paolo Piffarerio (classe 1924) storico collaboratore del nostro settimanale". Così il direttore de "Il Giornalino", Stefano Gorla, ha annunciato la morte , il 30 giugno scorso dell'illustratore italiano, noto al grande pubblico per essere uno dei disegnatori del fumetto "Alan Ford".

Fonte Sergio Bonelli.it
Nato a Milano il 27 agosto 1924, Paolo Piffarerio è stato uno dei più stimati specialisti in riduzioni a fumetti di opere letterarie. Dopo il diploma all'Accademia di Brera, esordisce nel 1943 con "Capitan Falco". Nel 1946 realizza "Il ritorno del cow-boy" e "La Venere indiana" per l'Audace diretta da Tea Bonelli e, l'anno successivo, disegna per "Ipnos", scritto da Gianluigi Bonelli.
Nel 1953 entra nel mondo dell'animazione e del cinema, realizzando short per la Gamma Film (fondata con i suoi fratelli – Roberto e Nino – e Gino Gavioli), studio che negli anni successivi crea numerose animazioni pubblicitarie per Carosello e che collabora con il cinema per "La lunga calza verde" (1961, sceneggiato da Cesare Zavattini) e "Putiferio va alla guerra" (1968). Negli anni Sessanta e Settanta lavora per l'Editoriale Corno, realizzando, tra gli altri, "Viva l'Italia", "El Gringo", "Milord" e il racconto, pubblicato tra le pagine di "Eureka", "Fouchè, un uomo nella Rivoluzione", che, nel 1976, gli vale il premio Marzocco d'Argento. Dal 1975 realizza le matite di alcuni episodi di "Alan Ford".
Nel 1977 collabora a varie "Storie... a fumetti" di Enzo Biagi, pubblicate da Arnoldo Mondadori Editore. Nel 1978 comincia il suo lungo rapporto lavorativo con le edizioni paoline, ed è qui che si specializza in riduzioni di celebri romanzi, tra cui "La maschera di ferro", "I promessi sposi" (scritta da Claudio Nizzi, "Le avventure di Ulisse" e "I miserabili". Negli ultimi anni, collaborava regolarmente con il settimanale "La Settimana Enigmistica".


Tra i pionieri del cinema d'animazione, Piffarerio realizzò alcuni tra i personaggi più amati del celebre Carosello:
  • La parola alla strada (dove il vigile siciliano Concilia e il pedone veneto Foresto concludevano che: Non è vero che tutto fa brodo, è Lombardi il vero buon brodo). Testimonial, ovviamente, del dado da cucina Lombardi. Spot andato in onda dal 1959 al 1965.
  • Caio Gregorio er guardiano der pretorio (simpaticissimo omuncolo che parlava in romanesco, testimonial dei tessuti Rhodiatoce). Spot andato in onda dal 1960 al 1969.
  • "Pallina dà lustro alla casa" (testimonial del Vetril). Spot andato in onda dal 1961 al 1968.
  • Babbut Mammut e Figliutt (allegra famiglia di cavernicoli che reclamizzano gli Pneumatici e materassi in gommapiuma Pirelli). Spot andato in onda dal 1962 al 1965.
  • Vitaccia cavallina (il cavallino testimonial del succhi di frutta Derby). Spot andato in onda dal 1962 al 1975.
  • Gringo (il cowboy che si nutriva di carne Montana, con i testi in rima forzata sulla falsariga del coevo brano "Ringo" di Adriano Celentano). Spot andato in onda (nella sua forma originale) dal 1966 al 1976.
  • Taca Banda o Andrea e Oracolo (avidi consumatori dei crackers Doria e dei biscotti Bucaneve). Spot andato in onda dal 1968 al 1976.
  • il frate Cimabue (testimonial dell’amaro Dom Bairo). Spot andato in onda del 1972 al 1976.


Sigla di apertura del cortometraggio animato "Alan Ford e il Gruppo TNT contro Superciuk", diretto nel 1988 da Max Bunker (al secolo Luciano Secchi), autore anche della sceneggiatura. I disegni sono di Paolo Piffarerio. La canzone "Alan Ford" è di Luciano Secchi (testo), Arturo Zitelli (musica e arrangiamento) e Gianni Daldello (arrangiamento).


L'amaro fu pubblicizzato da una nota serie di spot di Carosello, Le avventure di Cimabue. Il protagonista era un fraticello di nome Cimabue che veniva canzonato dei confratelli, per i molti errori commessi, con le parole Cimabue, Cimabue, fai una cosa, ne sbagli due. La sua consueta replica, anch'essa al tempo passata nel parlare comune, era: Ma che cagnara, sbagliando si impara!.
Lo spot andò in onda tra il 1972 e il 1976 ed era basato su una animazione realizzata graficamente da Paolo Piffarerio per la Gamma Film.


Vitaccia cavallina: La pittura


da il Corriere

martedì 30 giugno 2015

In "Notte stellata" di Van Gogh c'è arte e matematica.

Guarderò le stelle
Com'erano la notte ad Arles,
Appese sopra il tuo boulevard;
Io sono dentro agli occhi tuoi,
Víncent.[...]



Uno degli aspetti più straordinari del cervello umano è la capacità di riconoscere dei modelli e descriverli.

Tra i modelli più difficili da comprendere c’è il concetto di flusso turbolento nella dinamica dei fluidi. Il fisico tedesco Werner Heisenberg disse: “Quando incontrerò Dio, gli farò due domande: “Perché la relatività?” e “Perché la turbolenza?”. Di sicuro mi risponderà alla prima.”

Per quanto la turbolenza sia difficile da capire matematicamente, possiamo usare l’arte per rappresentarla.

Nel giugno 1889, Vincent Van Gogh dipinse la vista poco prima dell’alba dalla finestra della sua stanza del manicomio Saint-Paul-de Mausole a Saint-Rémy-de-Provence, dove si era ricoverato dopo essersi tagliato un orecchio durante un episodio psicotico. In “Notte stellata” le pennellate circolari creano un cielo notturno pieno di vortici di nubi e di mulinelli stellari.

Van Gogh e altri impressionisti rappresentavano la luce in modo diverso dai predecessori, sembravano catturarne il movimento, ad esempio, su acque screziate dal sole, o qui nella luce delle stelle che scintilla e si scioglie attraverso onde lattiginose del cielo blu della notte. L’effetto è causato dalla luminanza, l’intensità della luce nei colori sulla tela.

La parte più primaria della nostra corteccia visiva, che vede i contrasti e i movimenti della luce, ma non il colore, mescola due aree di colori diversi se hanno la stessa luminanza. Ma la suddivisione cerebrale primaria vedrà i colori in contrasto senza mescolarli. Con entrambe le interpretazioni in contemporanea, la luce in molte opere impressioniste pare pulsare, baluginare e irradiarsi in modo strano.

Ecco come questa e altre opere impressioniste usano rapide pennellate marcate per catturare qualcosa di considerevolmente reale sul modo di muoversi della luce.

60 anni dopo, il matematico russo Andrey Kolmogorov incoraggiò la nostra comprensione matematica della turbolenza ipotizzando che l’energia in un fluido turbolento a lunghezza R varia in proporzione di cinque terzi della potenza di R. Misurazioni sperimentali mostrano come Kolmogorov fosse straordinariamente vicino al modo in cui funzionano i flussi turbolenti, sebbene una descrizione completa delle turbolenze rimanga una delle questioni irrisolte della fisica.

Un fluido turbolento è sempre simile a se stesso se c’è una cascata di energia: i mulinelli grandi trasferiscono energia a quelli più piccoli, che fanno lo stesso in scala. Esempi ne sono la macchia rossa di Giove, la formazione delle nubi e le particelle di polvere interstellare.

Nel 2004, con il telescopio di Hubble, degli scienziati osservarono i mulinelli di una nube di polvere intorno a una stella, e si ricordarono della “Notte stellata” di Van Gogh. Questo spinse scienziati di Messico, Spagna e Inghilterra a studiare in dettaglio la luminanza nei dipinti di Van Gogh. Scoprirono che c’è un preciso modello di strutture fluide turbolente, vicine all’equazione di Kolmogorov, nascosto in molti dipinti di Van Gogh. I ricercatori hanno digitalizzato i quadri e misurato come la luminosità vari ogni due pixel. Dalle curve misurate per la separazione in pixel, hanno concluso che i dipinti di Van Gogh del periodo di agitazione psicotica si comportano in modo straordinariamente simile alla turbolenza fluida. L’autoritratto con la pipa, di un periodo più calmo della vita di Van Gogh, non ha mostrato alcuna corrispondenza. E neanche opere di altri artisti che a prima vista sembrano ugualmente turbolente, come “L’urlo” di Munch.

Mentre sarebbe troppo facile dire che il genio turbolento di Van Gogh gli ha consentito di raffigurare la turbolenza, è anche fin troppo difficile esprimere accuratamente la bellezza esaltante del fatto che in un periodo di profonda sofferenza, Van Gogh sia stato capace di percepire e rappresentare uno dei concetti più difficili in assoluto che la natura abbia mai offerto all’uomo, e di unire la sua singolare immaginazione ai misteri più profondi dei movimenti, dei fluidi e della luce.
Natalya St. Clair
fonte traduzione


The unexpected math behind Van Gogh's "Starry Night" - Natalya St. Clair
Video animato di Avi Ofer


Qui potete ammirare il dipinto Notte stellata in ogni suo dettaglio.

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Prima di dare del pazzo a Van Gogh,

sappi che lui è terrazzo, tu ground floor. 
Prima di dire che era fuori di senno,
fammi un disegno con fogli di carta e crayon. 
Van Gogh, mica quel tizio là, 
ma uno che alla tua età libri di Emile Zola, 
Shakespeare nelle corde, Dickens nelle corde;
tu leggi manuali di DVD Recorder,
Lui, trecento lettere letteratura fine, 
Tu, centosessanta caratteri due faccine, fine.
Lui, London, Paris, Anverse, 
Tu, megastore, iper, multiplex.
Lui, distante ma sa tutto del fratello Teo,
Tu, convivi e non sai nulla del fratello tuo.
Lui, a piedi per i campi, lo stimola, 
Tu, rinchiuso con i crampi sul tapis roulant
Beh, da una prima stima mio caro ragazzo, 
dovresti convenire che...
Tu sei pazzo, mica Van Gogh
Tu sei pazzo, mica Van Gogh
Van Gogh, 
a sedici anni girò tra collezioni d'arte, 
Tu sedici anni Yu-Gi-Oh, collezioni carte,
A vent'anni nel salon del Louvre 
e tu nell'autosalon nel SUV rimani in mutande, 
Lui oli su tela, e creò dipinti,
Tu oli su muscoli, gare di bodybuilding ,
Lui, paesane, modelle, prostitute, 
Tu passi le notti nel letto con il computer, 
Lui ha talento e lo sai
che è un po' che non l'hai, 
lui scommette su di se, 
tu poker online, 
lui esaltato per aver incontrato Gauguin, 
tu esaltato per avere pippato cocaine, 
lui assenzio e poesia, 
tu senza poesia,
lui ha fede, 
tu ti senti il messia. 
Van Gogh, una lama e si taglia l'orecchio, 
io ti sento parlare, sto per fare lo stesso.
Ho il rasoio tra le dita
ma non ti ammazzo,
avrò pieta di te perché...
Tu sei pazzo, mica Van Gogh
Tu sei pazzo, mica Van Gogh.
Spacchi tutto quando fan goal
Fai la coda per lo smartphone, 
Tu sei pazzo, mica Van Gogh,
Tu sei pazzo, mica Van Gogh.
Ok Van Gogh, mangiava tubi di colore ed altre cose assurde, 
probabilmente meno tossiche del tuo cheeseburger, 
lui llucinazioni che alterano la vista, 
tu ti fai di funghi ad Amsterdam ma ciò non fa di te un artista.
Tu, in fissa con i cellulari
lui coi girasoli. 
girare con te è un po' come quando si gira soli. 
Colpo di mano, cambia il vento, come a rubamazzo, 
C'è una novità ragazzo,
tu non sei più sano...
Tu sei pazzo, mica Van Gogh

Caparezza

lunedì 1 giugno 2015

EXPO VENETO: SCULTURE IN ACQUA, IN PIAZZA, IN ARIA a Piazzola sul Brenta

Maurizio Tonini


SCULTURE IN ACQUA, IN PIAZZA, IN ARIA
Rassegna d'arte Contemporanea
II Edizione
Nella splendida cornice di Piazzola sul Brenta dal 24 aprile al 28 ottobre 2015 è possibile ammirare passeggiando sotto i portici di piazza Paolo Camerini, nel giardino antistante Villa Contarini e negli scorci più pittoreschi della cittadina la ricca rassegna d'arte contemporanea giunta alla sua seconda edizione dal titolo "Sculture in acqua, in piazza, in aria".
Curatore della rassegna Giuseppe Pin scultore di Piazzola sul Brenta che, in collaborazione con il Comune e con la promozione della Pro Loco locale, ha saputo riunire opere di artisti delle Accademie delle Belle Arti di Venezia, Urbino, Verona e Milano.


ULTERIORI INFORMAZIONI OPERATIVE

È possibile visitare la rassegna d'arte contemporanea tutti i giorni e a tutte le ore, tranne che per le opere esposte nel giardino antistante Villa Contarini le quali sono accessibili negli orari di apertura della villa, in particolare ricordiamo la chiusura della villa il mercoledì.
È possibile raggiungere Piazzola in auto, con mezzi pubblici ed anche in bicicletta grazie anche alla pista ciclabile dell'Ostiglia.
L'accoglienza garantita grazie anche a ristoranti, pizzerie, bar e gelaterie pronte a soddisfare le vostre esigenze. Per chi desidera è possibile soggiornare nel nostro territorio nelle diverse strutture ricettive come agriturismi e bed and breakfast per poter godere delle varie iniziative e bellezze della Città.
Ricordiamo uno dei più grandi mercatini dell'antiquariato in Italia qui presente ogni ultima domenica del mese, la splendida Villa Contarini, spettacoli musicali e concerti soprattutto nei mesi di giugno e luglio.
Non dimenticate la macchina fotografica!
VISITARE LA RASSEGNA D'ARTE CONTEMPORANEA È GRATUITO.






Annamaria Gelmini





pdf volantino sculture + mappa delle sculture

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BASSANO TG  - Cinquanta artisti e più di ottanta sculture disposte tra villa Contarini e l’area di archeologia industriale di Piazzola. Sono i numeri della seconda edizione della Biennale dal titolo “Sculture in Acqua, in Piazza, in Aria

http://www.expoveneto.it/it/22641/sculture-in-acqua--in-piazza--in-aria