mercoledì 25 luglio 2012

Olimpiadi Londra 2012 : l'omaggio di Banksy



Banksy, ha omaggiato a modo suo, le Olimpiadi londinesi con 2 nuovi graffiti.
I lavori del famoso e anonimo artista inglesi e sono apparsi in questi giorni nel suo sito.
Nel primo ha raffigurato un atleta che lancia un giavellotto sostituito da un missile.
Il secondo rappresenta un saltatore con l'asta, che salta una rete metallica  guarnita di filo spinato, per atterrare su un materasso vero, su di un marciapiede, in una zona molto degradata .
I disegni sono una chiara denuncia pacifista nei confronti di una Londra blindatissima in vista dei Giochi, dove le forze dell'ordine hanno persino collocato batterie di missili sui tetti delle case, sollevando non poche polemiche, tra gli abitanti.
   Non è stato semplice trovarli alla polizia londinese, che sta cercando di tenere lontano il più possibile l'artista ed i suoi emulatori dai luoghi dei giochi, ed addirittura non si sa se soppraviveranno alle Olimpiadi.
Recentissimo il bimbo asiatico che cuce, chiara denuncia dello sfruttamento infantile usato per creare i badgets per il recente giubileo della regina e delle stesse Olimpiadi ( maggio 2012), disegnato in pieno centro londinese.



 

Foto dal sito di Banksy.
 http://www.banksy.co.uk/



Exit Through The Gift Shop, il film di Banksy su se stesso e la sua arte (con tanto di interviste con volto mascherato e voce distorta per conservare il mistero sulla sua figura)



Il film di Banksy è una cosa molto più articolata di un documentario su di sé o sulla street art. Ma è anche il modo più appropriato ed efficace per fare un documentario su Banksy e la street art, rispecchiandone lo spirito situazionista.

Thierry Guetta, francese trapiantato a Los Angeles, registra compulsivamente tutto ciò che vede e che vive, riprende ogni cosa, colleziona centinaia di nastri da chiudere dentro degli scatoloni e non rivedere mai più. Per un caso della vita diventa amico degli street artisti più importanti dell'occidente, e la prima parte di Exit Through the Gift Shop li segue al lavoro; sono bravi, divertenti, danno un piacevole senso di libertà e impegno creativo. Col giro di boa Thierry prende sempre più il sopravvento e il film diventa un documento sulla nascita del suo alter ego Mr. Brainwash, deciso a diventare immediatamente una star sfruttando le sue amicizie e allestendo una grossa mostra immediatamente autocelebrativa. Probabilmente non ho svelato niente di essenziale, perché il confine fra realtà e finzione è diversamente identificabile da ognuno.

Se in parte l'operazione ricorda l'ottimo Incident at Loch Ness, lì il gioco è scopertamente falso, per quanto utile a ritrarre il vero Herzog, mentre Exit riporta un intreccio di realtà e finzione raffinato e sostanzialmente inestricabile, fra ambigui filmati di repertorio e la creazione in diretta di eventi prestabiliti che il film trasforma in realtà. Il tutto a formare una critica dell'arte (specialmente del suo mercato) dando vita a un riuscito prodotto artistico che tutto sommato rientra nelle sue tentacolari regole, che prevedono l'accettazione di tutto quanto riesca a far parlare di sé. L'altro ruolo nel dialogo è ricoperto dal pubblico, dapprima indifferenziato nel suo imbattersi casualmente in quadri e installazioni metropolitane che recuperano il valore dell'idea e del figurativo (dipingi un monocromo sul muro di un palazzo e avrai un muro riverniciato), quindi sempre più consapevole e selezionato, in un processo che vede inevitabilmente il crearsi di una riconoscibilità, l'uscita dall'anonimato e la costruzione di nuovi luoghi che conferiscano valore a ciò che contengono.

Tutto questo in un film divertito e divertente, che mostra i protagonisti arrampicarsi sui palazzi di mezzo mondo per lasciare le loro opere, o in sortite provocatorie dentro musei e parchi giochi, racconta le loro storie e contemporaneamente costruisce i personaggi, in una spirale d'idee che porta alla perfetta confusione dei punti di vista e delle possibilità di lettura.
La colonna sonora originale è composta da Geoff Barrow, con musica addizionale di Roni Size.

I titoli di testa e di coda del film sono accompagnati dalla canzone Tonight the Street Are Ours di Richard Hawley.



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