Marilena Nardi http://www.marilenanardi.it/
un... capolavoro di premier!
Sentite l'ultima ...
«La mafia italiana famosa per Gomorra»
Il premier: «Sarebbe la sesta al mondo, ma fiction e letteratura sono un state un supporto promozionale»
ROMA - «La mafia italiana risulterebbe essere la sesta al mondo, ma guarda caso è quella più conosciuta, perchè c'è stato un supporto promozionale che l'ha portata ad essere un elemento molto negativo di giudizio per il nostro paese. Ricordiamoci le otto serie della Piovra programmate dalle tv di 160 paesi nel mondo e tutta la letteratura in proposito, Gomorra e il resto...». Lo ha detto il presidente del consiglio Silvio Berlusconi a margine della presentazione dei dati sulla lotta alla criminalità organizzata, dopo la riunione del Consiglio dei ministri. Già in passato il Cavaliere aveva citato lo sceneggiato della Rai come esempio di trasmissione che danneggia l'immagine del Paese. Ora ha aggiunto anche il libro di Roberto Saviano. «Vorrei dire che tutti i mafiosi di cui si parla nelle fiction - ha però chiosato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano - , l'ultima è il Capo dei capi, sono sottoposti al regime di 41 bis». (continua QUI)
Robe da matti
lele corvi http://www.lelecorvi.com/
PORTOS
Staino L'Unità
Maramotti L'Unità
Vadelfio
La risposta di Saviano: Presidente Silvio Berlusconi, le scrivo dopo che in una conferenza stampa tenuta da lei a Palazzo Chigi sono stato accusato, anzi il mio libro è stato accusato di essere responsabile di "supporto promozionale alle cosche". Non sono accuse nuove. Mi vengono rivolte da anni: si fermi un momento a pensare a cosa le sue parole significano. A quanti cronisti, operatori sociali, a quanti avvocati, giudici, magistrati, a quanti narratori, registi, ma anche a quanti cittadini che da anni, in certe parti d'Italia, trovano la forza di raccontare, di esporsi, di opporsi, pensi a quanti hanno rischiato e stanno tutt'ora rischiando, eppure vengono accusati di essere fiancheggiatori delle organizzazioni criminali per il solo volerne parlare. Perché per lei è meglio non dire. è meglio la narrativa del silenzio. Del visto e taciuto. Del lasciar fare alle polizie ai tribunali come se le mafie fossero cosa loro. Affari loro. E le mafie vogliono esattamente che i loro affari siano cosa loro, Cosa nostra appunto è un'espressione ancor prima di divenire il nome di un'organizzazione. Io credo che solo e unicamente la verità serva a dare dignità a un Paese. Il potere mafioso è determinato da chi racconta il crimine o da chi commette il crimine? Il ruolo della 'ndrangheta, della camorra, di Cosa nostra è determinato dal suo volume d'affari - cento miliardi di euro all'anno di profitto - un volume d'affari che supera di gran lunga le più granitiche aziende italiane. Questo può non esser detto? Lei stesso ha presentato un dato che parla del sequestro alle mafie per un valore pari a dieci miliardi di euro. Questo significa che sono gli scrittori ad inventare? Ad esagerare? A commettere crimine con la loro parola? Perché? Michele Greco il boss di Cosa Nostra morto in carcere al processo contro di lui si difese dicendo che "era tutta colpa de Il Padrino" se in Sicilia venivano istruiti processi contro la mafia. Nicola Schiavone, il padre dei boss Francesco Schiavone e Walter Schiavone, dinanzi alle telecamere ha ribadito che la camorra era nella testa di chi scriveva di camorra, che il fenomeno era solo legato al crimine di strada e che io stesso ero il vero camorrista che scriveva di queste storie quando raccontava che la camorra era impresa, cemento, rifiuti, politica. Per i clan che in questi anni si sono visti raccontare, la parola ha rappresentato sempre un affronto perché rendeva di tutti informazioni e comportamenti che volevano restassero di pochi. Perché quando la parola rende cittadinanza universale a quelli che prima erano considerati argomenti particolari, lontani, per pochi, è in quell'istante che sta chiamando un intervento di tutti, un impegno di molti, una decisione che non riguarda più solo addetti ai lavori e cronisti di nera. Le ricordo le parole di Paolo Borsellino in ricordo di Giovanni Falcone pronunciate poco prima che lui stesso fosse ammazzato. "La lotta alla mafia è il primo problema da risolvere ... non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale e morale che coinvolga tutti e specialmente le giovani generazioni le spinga a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale della indifferenza della contiguità e quindi della complicità. Ricordo la felicità di Falcone quando in un breve periodo di entusiasmo mi disse: la gente fa il tifo per noi. E con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto che l'appoggio morale dà al lavoro dei giudici, significava soprattutto che il nostro lavoro stava anche smuovendo le coscienze". Il silenzio è ciò che vogliono. Vogliono che tutto si riduca a un problema tra guardie e ladri. Ma non è così. E' mostrando, facendo vedere, che si ha la possibilità di avere un contrasto. Lo stesso Piano Caserta che il suo governo ha attuato è partito perché è stata accesa la luce sull'organizzazione dei casalesi prima nota solo agli addetti ai lavori e a chi subiva i suoi ricatti. Eppure la sua non è un'accusa nuova. Anche molte personalità del centrosinistra campano, quando uscì il libro, dissero che avevo diffamato il rinascimento napoletano, che mi ero fatto pubblicità, che la mia era semplicemente un'insana voglia di apparire. Quando c'è un incendio si lascia fuggire chi ha appiccato le fiamme e si dà la colpa a chi ha dato l'allarme? Guardando a chi ha pagato con la vita la lotta per la verità, trovo assurdo e sconfortante pensare che il silenzio sia l'unica strada raccomandabile. Eppure, Presidente, avrebbe potuto dire molte cose per dimostrare l'impegno antimafia degli italiani. Avrebbe potuto raccontare che l'Italia è il paese con la migliore legislazione antimafia del mondo. Avrebbe potuto ricordare di come noi italiani offriamo il know-how dell'antimafia a mezzo mondo. Le organizzazioni criminali in questa fase di crisi generalizzata si stanno infiltrando nei sistemi finanziari ed economici dell'occidente e oggi gli esperti italiani vengono chiamati a dare informazioni per aiutare i governi a combattere le organizzazioni criminali di ogni genealogia. E' drammatico - e ne siamo consapevoli in molti - essere etichettati mafiosi ogni volta che un italiano supera i confini della sua terra. Certo che lo è. Ma non è con il silenzio che mostriamo di essere diversi e migliori. Diffondendo il valore della responsabilità, del coraggio del dire, del valore della denuncia, della forza dell'accusa, possiamo cambiare le cose. Accusare chi racconta il potere della criminalità organizzata di fare cattiva pubblicità al paese non è un modo per migliorare l'immagine italiana quanto piuttosto per isolare chi lo fa. Raccontare è il modo per innescare il cambiamento. Questa è l'unica strada per dimostrare che siamo il paese di Giovanni Falcone, di Don Peppe Diana, e non il paese di Totò Riina e di Schiavone Sandokan. Credo che nella battaglia antimafia non ci sia una destra o una sinistra con cui stare. Credo semplicemente che ci sia un movimento culturale e morale al quale aspirare. Io continuerò a parlare a tutti, qualunque sarà il credo politico, anche e soprattutto ai suoi elettori, Presidente: molti di loro, credo, saranno rimasti sbigottiti ed indignati dalle sue parole. Chiedo ai suoi elettori, chiedo agli elettori del Pdl di aiutarla a smentire le sue parole. E' l'unico modo per ridare la giusta direzione alla lotta alla mafia. Chiederei di porgere le sue scuse non a me - che ormai ci sono abituato - ma ai parenti delle vittime di tutti coloro che sono caduti raccontando. Io sono un autore che ha pubblicato i suoi libri per Mondadori e Einaudi, entrambe case editrici di proprietà della sua famiglia. Ho sempre pensato che la storia partita da molto lontano della Mondadori fosse pienamente in linea per accettare un tipo di narrazione come la mia, pensavo che avesse gli strumenti per convalidare anche posizioni forti, correnti di pensiero diverse. Dopo le sue parole non so se sarà più così. E non so se lo sarà per tutti gli autori che si sono occupati di mafie esponendo loro stessi e che Mondadori e Einaudi in questi anni hanno pubblicato. La cosa che farò sarà incontrare le persone nella casa editrice che in questi anni hanno lavorato con me, donne e uomini che hanno creduto nelle mie parole e sono riuscite a far arrivare le mie storie al grande pubblico. Persone che hanno spesso dovuto difendersi dall'accusa di essere editor, uffici stampa, dirigenti, "comprati". E che invece fino ad ora hanno svolto un grande lavoro. E' da loro che voglio risposte. Una cosa è certa: io, come molti altri, continueremo a raccontare. Userò la parola come un modo per condividere, per aggiustare il mondo, per capire. Sono nato, caro Presidente, in una terra meravigliosa e purtroppo devastata, la cui bellezza però continua a darmi forza per sognare la possibilità di una Italia diversa. Una Italia che può cambiare solo se il sud può cambiare. Lo giuro Presidente, anche a nome degli italiani che considerano i propri morti tutti coloro che sono caduti combattendo le organizzazioni criminali, che non ci sarà giorno in cui taceremo. Questo lo prometto. A voce alta. ©2010 Roberto Saviano/ Agenzia Santachiara (17 aprile 2010) |
Devo correre a seminare i cavoli. Speriamo che non Piovra!
Ecco l'ultima sparata di Silvio: "La Piovra e la Camorra sono famose grazie a "La Piovra" e a "Gomorra".
Lino Giusti & Roberto Mangosi http://www.crepapelle.net/
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Notizie correlate:
28 - 29 - 30 novembre ' 09 ( Berlusconi e la Piovra e ecc...)
Ciao Fany. Scusa, ma t'era scappata ;-)
RispondiEliminahttp://www.crepapelle.net/2010/04/devo-correre-seminare-i-cavoli-speriamo.html
ChaoLin LinGiù
@Lino
RispondiEliminaNon è un problema ... fatto!
i miei post non so se hai mai fatto caso ma lievitano spesso e volentieri... come quella bella vignetta del Mangosi sul pane!
dire che berlusconi si dovrebbe vergognare per le sue affermazioni e' inutile,tanto lui non prova mai vergogna,ma si dovrebbero vergognare tutti quelli che lo hanno votato perche' offende chi ci ha rimesso la vita nella lotta alla Mafia , giudici, forze dell'ordine, giornalisti, liberi cittadini che hanno detto NO alla mafia.
RispondiEliminaMa tanto e' inutile aspettarsi un po' di vergogna anche dagli elettori di MISTER B visto il poco sale in zucca che hanno.
Do la mia piena solidarieta a Saviano e a tutti i Magistrati e le forze dell'ordine che lottano tutti i giorni per liberarci dal cancro sociale rappresentato dalle MAFIE
A volte vorrei capire qual'è il limite tra il bene e il male....C'è chi parla di mafia denunciando e testimoniando, c'è invece chi invita al "silenzio". Sarà un messaggio ???? Bhoooo!
RispondiEliminaha ragione anonimo delle 13.03: non si vergogna, è questo il punto!
RispondiEliminae quando uno non si vergogna di niente è capace di tutto.
Per quanto riguarda "La Piovra",posso essere d'accordo con Berlusconi.Si portano sullo schermo delle cose non vere,anche se ,all'estremo,possibili.Sono sceneggiate alla napoletana costruite per fare soldi ed acquistare visibilità. Queste grida,queste violenze! La mafia fa tutto in silenzio.Ti trovi il morto lì punto e basta.Non possiamo disconoscere,invece la validità di "Gomorra" che sembra aver esposto lucidamente i fatti.Io non sono riuscito a finirlo di leggere! Mi domando ancora come abbia fatto Saviano. Sarà vero? Comunque tacere avrebbe significato omertà,fenomeno che da tanti anni si tenta di combattere.
RispondiEliminacredo, ke x 1 cosa mister b, dovrebbe spiegare agli italiani, come alla sera alla mattina sul suo conto corrente vi sono apparsi mgliaia di miliardi di lire, credo sia il miglior modo x dimostrare di essere al di fuori da tutte le accuse ke le vengono mosse in variprocessi,,guarda caso propio di mafia....signor presidente la prego si faccia processare x dimostrare definitivamente la sua illibatezza da certe accuse da lei respinte con disprezzo,,,ma ke lasciano molti dubbi a noi cittadini italiani,,ci dimostri ke lei e' e sara' al di sopra di ogni dubbio di tutte le accuse ke le vemgono mosse..
RispondiEliminacon sincerita' 1 cittadino italiano
solo i mafiosi difendono la mafia
RispondiEliminaFORZA SILVIOOOOOOOOOOOO
RispondiEliminaFORZA LEGAAAAAAAAAAAAA
LA MAFIA CE L'AVETE NEL DNA MA NOI VE LA STRAPPEREMO CON L'AMORE O CON LA FORZA
ALLA FACCIA DEI VOSTRI SOLITI INUTILI CHIACCHIERONI ALLA SAVIANO
QUI AL NORD NE ABBIAMO PIENE LE BALLE DELLA CULTURA ROMANOCENTRICA GESTITA DAI SOLITI SINISTRI "INTELETUALI DE NOANTRI" CHE CI IMPONGONO UNA STORIA PER NIENTE SIMILE ALLA NOSTRA
RispondiEliminaHA FATTO BENE BERLUSCONI A DENUNCIARE LE STORIELLE DI QUELLA GENTAGLIA SUDDISTA DEL C...
PIAGNONA E FANNULLONA
"A quanti cronisti, operatori sociali, a quanti avvocati, giudici, magistrati, a quanti narratori, registi, ma anche a quanti cittadini che da anni, in certe parti d'Italia, trovano la forza di raccontare, di esporsi, di opporsi..." MA SONO BEN POCHI QUELLI CHE HANNO GUADAGNATO DIVERSI MILIONI DI EURO LUCRANDOCI SOPRA...
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