Benigni di Franco Portinari / Portos |
Effetti benigni
Massimo Gramellini
Qualsiasi esperto di tv avrebbe spiegato a Benigni che, se c’è una cosa che non funziona in televisione, è parlare di un argomento troppo serio per due ore consecutive senza lo straccio di un ospite, di un’immagine o di un colpo di scena e con l’aggravante di un fondale marroncino alle spalle. Ma Roberto deve essersi dimenticato di interpellarlo e così ha conquistato nove milioni di spettatori con un monologo sui Dieci Comandamenti. Le ragioni di questa performance sono almeno quattro e finiscono tutte con la à. Qualità, prevedibilità, rarità e (assenza di) pubblicità.
La qualità del Benigni affabulatore è indiscutibile. In un Paese dove gli intellettuali pensano che per esseri seri occorra essere pesanti, e invece finiscono per essere soltanto noiosi, quell’uomo conosce la formula della leggerezza e di come coniugarla con la profondità. Poi, se da giovane era eversivo e lo guardavi pregustando o temendo l’imprevedibile, con gli anni si è tramutato in un’istituzione rassicurante e consolatoria, esattamente ciò di cui ha bisogno un pubblico televisivo stremato dagli scandali gratuiti e dalle provocazioni volgari. Nemmeno Benigni, però, riuscirebbe a essere Benigni tutti i giorni. Nell’era delle emozioni e distrazioni seriali, per attrarre l’attenzione degli altri occorre offrirgli qualcosa di raro e di eccezionale. Un evento, possibilmente non interrotto ogni venti minuti da un filotto dispersivo di pubblicità. L’altra sera abbiamo assistito all’esperimento di una tv di massa non concepita per i consumatori, ma per le persone. Una tv di servizio pubblico. Che ideona.
Undicesimo ricordati di santificare Benigni Riccardo Mannelli per il Fatto Quotidiano |
Io, in diretta, non l’ho visto, contavo di vederlo su Ray Replay, ma, ad oggi, non è possibile, ché, credo, ci sia dietro un problema di diritti…
A parte qualche spezzone, oltre i post di questo topic, ho al mio “attivo” solo la lettura del commento di Aldo Grasso, il quale, sul suo forum, osserva:
Men of few words are the best men (dall’Enrico V)
…e, infatti, in breve:
Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso (Lc 10,27)
oppure, per chi non ama termini quali Dio o Signore, ovvero crede che Dio sia stato creato dall’Uomo a sua immagine e somiglianza:
Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere come principio di una legislazione universale
*
In realtà, qualcosa l’ho pizzicata: gli ultimi dieci minuti in fondo alla seconda serata, proprio quando si è parlato del versetto tratto dal Vangelo di Luca e, a dire il vero, ho apprezzato la chiosa forse proprio per la sua brevità: non credo avrei resistito per due più due ore, o forse sì, irresistibilmente attratto dall’indubbio magnetismo di Benigni o semplicemente dall’effetto acquario che certe trasmissioni hanno su di me.
Alla luce di queste poche cose, posso dire che Benigni mi ha ricordato i predicatori che vengono alle Novene che precedono le feste patronali delle mie parti: in genere si tratta di Cappuccini o di Frati Minori che, sebbene li abbia raramente seguiti, posso assicurare possiedano la stessa verve e la stessa immaginifica affabulazione di Benigni, solo con una audience più limitata e con il rischio di cali di attenzione da parte dei fedeli/del pubblico che il nostro comico, almeno per quanta riguarda i presenti in teatro, non ha ovviamente corso.
E concludo osservando che ho l’impressione che Benigni sia giunto all’inverno della sua vita: e d’inverno è meglio e il comico è più pensoso e bianco.
(Salmastro da Aenigmatica)
Non è mai troppo tardi
CeciGian
Dieci milioni di itali seguono i 10 comandamenti di Benigni ALTRI 50 MILIONI LI TRAGSGREDISCONO Tiziano Riverso |