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lunedì 12 ottobre 2015

"Marino stai sereno!"


Ultima ora:

 Ignazio Marino ha formalizzato le dimissioni da sindaco di Roma, consegnandole al presidente dell’assemblea capitolina Valeria Baglio. Da domani scattano i 20 giorni previsti dalla legge passati i quali le dimissioni saranno esecutive ed irrevocabili. Il 2 novembre dunque Marino decadrà dal incarico e si aprirà la fase del commissariamento e per le nuove elezioni.


Ripercorro gli ultimi mesi con le vignette di Gianfranco Uber







mercoledì 17 giugno 2015
TANTO TUONO'...
Certo che uno "stai sereno" dall'ex responsabile della Protezione Civile, Franco Gabrielli, dovrebbe tranquilllizzare Marino.
O no?

giovedì 27 agosto 2015
CAFFE' SALATO
Dopo lo scandalo di Mafia Capitale il CDM decide in pratica il commissariamento del Comune di Roma. Marino non era presente alla riunione. Ufficialmente perchè ancora in ferie ai Caraibi, probabilmente perchè subodorava l'impallinamento.
Questo comunque, indipendentemente dal metodo "staisereno" e dai meriti del Sindaco resta un gesto profondamente offensivo nei riguardi dei cittadini romani e degli elettori in genere.
Per curiosità a Genova(*) quando il caffè aveva un brutto gusto si diceva che sapeva di marino.

(*) Nel porto, più importante in Europa per l'importazione del caffè, poteva capitare che durante lo sbarco qualche sacco si bagnasse di acqua salata

venerdì 9 ottobre 2015
IL COCCODRILLO CAPITOLINO
Non ho mai avuto un particolare entusiasmo per la discesa in politica di Marino ma e' molto probabile che i meno entuisiasti fossero i titolari degli sporchi affari consumati dietro il paravento di Roma Capitale.
Adesso molti sembrano rimpiangerlo gia' ma sara' solo un attimo, in attesa di un vecchio volpone o di un nuovo marziano da spernacchiare, come quello di Flaiano, il piu' in fretta possibile.
(e i gemelli? direte voi. Se li sara' mangiati!)



LA SCOSSA
Oggi Marino darà le dimissioni. Il suo vizietto, molto probabilmente vero e cronico, anche se fosse solo limitato alla pochezza degli scontrini falsi rapportati alle ruberie romane, doveva suggerirgli di darle prima. Senza aspettare l'aiutino della Chiesa.
(a proposito non era stata abolita la pena di morte dal Vaticano?)





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domenica 11 ottobre 2015

Le Sorelle Bandiera che sfasciano la Capitale

Benny disegna le sorelle Bandiera per il Bestiario di Pansa



IL BESTIARIO
Renzi, Orfini e Marino: le Sorelle Bandiera che sfasciano la Capitale

Qualcuno ricorderà le Sorelle Bandiera. Erano tre uomini vestiti da donna che Renzo Arbore aveva lanciato in un suo straordinario programma televisivo in onda sulla Rai. La loro apparizione suscitò proteste, anatemi, critiche furiose. Ma Arbore è Arbore e se ne infischiò. Le sorelle Bandiera, un messicano, un australiano e un italiano, spopolarono. Cantavano "Fatti più in là, così vicino mi fai turbar!" e mandarono in delirio milioni di telespettatori.

Molti, a cominciare dal sottoscritto, ritenevano che le Sorelle Bandiera fossero morte e sepolte. Non era così.

giovedì 8 ottobre 2015

Marino, Marino, Marino



"Marino"


Mi sono innamorato di Marino
Un ragazzo moro ma carino
Ma lui non vuol saperne del mio amore
Cosa faro' per conquistargli il cuor
Un giorno l'ho incontrato solo solo
Il cuore mi batteva mille all'ora
Quando gli dissi che lo volevo amare
Mi diede un bacio e l'amor sboccio'

Marino, Marino, Marino
Ti voglio al piu' presto sposar
Marino, Marino, Marino
Ti voglio al piu' presto sposar


O mia bella Roma
No non mi lasciare
Non mi devi rovinare
Oh, no, no, no, no, no






...la luna
...il dito
Fogliazza



Il povero Cristo è crocefisso, Barabba esulta, Giuda conta i trenta euro. Fasci, masso-mafi, 101 d'alemon, Pinocchio e pinocchietti, malversatori di basso e infimo bordo esultano, assieme a delinquenti di ogni risma, e si preparano a partecipare al SACCO SANTO Straordinaro prossimo venturo.Luciano Lodoli
L'ultima cena
Riverso


il pacco che s'incartava da sè
Mannelli


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L'intervista al sindaco dimissionario di Roma, Ignazio Marino, di Massimo Gramellini

cocaina in tasca”
“Renzi? Non ho avuto l’opportunità di conoscere il pensiero del presidente del Consiglio. Ma metà dei consiglieri Pd piangeva”
Alle nove di sera il Mostro Marino, sindaco dimissionario di Roma, ha la voce esausta di un chirurgo dopo dieci ore di camera operatoria. «È da ieri che non mangio e che non mi siedo: proprio come quando operavo». 

Se ne va a casa per cinque scontrini di ristorante non giustificati? 
«Ci avevano provato con la Panda rossa, i funerali di Casamonica, la polemica sul viaggio del Papa. Se non fossero arrivati questi scontrini, prima o poi avrebbero detto che avevo i calzini bucati o mi avrebbero messo della cocaina in tasca». 

Su qualche sito sono arrivati a imputarle di avere usato i soldi del Comune per offrire una colazione di 8 euro a un sopravvissuto di Auschwitz. 
«Se è per questo, mi hanno pure accusato di avere pagato con soldi pubblici l’olio della lampada votiva di san Francesco, il patrono d’Italia, “per farmi bello”. Senza sapere che sono centinaia di anni che il sindaco di Roma, a rotazione con altri, accende quella lampada». 

Vox populi: si dava arie da integerrimo e invece sotto sotto era uno spendaccione come gli altri.  
«Infatti una volta in cui mi trovavo in albergo a Londra per un convegno con i sindaci europei, ho rinunciato al buffet da 40 sterline perché mi sembrava uno schiaffo alla miseria. Ho attraversato la strada e sono andato da Starbucks». 

Ci sono cinque note spese in cui lei sostiene di avere cenato con qualcuno che invece nega di essere stato a tavola con lei. 
«Ho già detto che sono disposto a pagare di persona le mie spese di rappresentanza di questi due anni: 19.704,36 euro. Li regalo al Campidoglio, compresa la cena in onore del mecenate che poi ha staccato l’assegno da due milioni con cui stiamo rimettendo a posto la fontana di piazza del Quirinale, sette colonne del foro Traiano e la sala degli Orazi e Curiazi». 

Ma quelle note spese sono bugiarde oppure no? 
«Io non so cosa ci hanno scritto sopra. Ho consegnato gli scontrini agli uffici, come si fa in questi casi. Non escludo che possa esserci stata qualche imprecisione da parte di chi compila i giustificativi». 

Si aspettava che sarebbe venuto giù il mondo? 
«Ho rotto le uova nel paniere del consociativismo politico. Ho riaperto gare di acquisti beni e servizi che erano in prorogatio da una vita. Ho tolto il business dei rifiuti a una sola persona e il patrimonio immobiliare a una sola azienda che ha incassato dal comune 100 milioni negli ultimi anni, la Romeo». 

Da Renzi si sarebbe aspettato un atteggiamento diverso? 
«Diciamo che Renzi non ha avuto la possibilità di apprezzare i cambiamenti epocali che abbiamo fatto in questa città». 

Si sente pugnalato alle spalle dal suo partito, il Pd? Non una voce si è alzata a sua difesa. 
«Mi hanno espresso vicinanza in due. Il ministro Graziano Del Rio e Giovanni Legnini, vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Erano entrambi molto avviliti per quanto accaduto».

video


E Renzi? 
«Non avendo avuto l’opportunità di parlare col presidente del consiglio, non ho potuto conoscere qual è il suo giudizio». 

Brr, che freddo. Lei ha presentato le dimissioni dicendo che in base alla legge ha venti giorni di tempo per ritirarle. Cos’è, una minaccia? 
«Ma si figuri. Prendo atto che Pd e Sel, due partiti della maggioranza, hanno chiesto le mie dimissioni. E un chirurgo non può restare in sala operatoria senza il suo team» 

Pensa che qualcuno starà festeggiando? 
«Sicuramente. Eppure oggi ho visto tanti volti rigati dalle lacrime… Alfonso Sabella, assessore e magistrato, mi ha detto che non piangeva così da 35 anni. E dieci consiglieri del Pd su diciannove mi hanno assicurato con le lacrime agli occhi che erano contrari alle mie dimissioni» 

Dieci su diciannove è la maggioranza… Se erano sinceri, il partito è spaccato in due. Tornerà indietro? 
«La decisione non è più nelle mie mani. E io sono l’ultima persona al mondo che vuole occupare una poltrona. Questo incarico meraviglioso mi ha procurato problemi familiari enormi, proiettili in busta e perdita della libertà personale». 

Sta scrivendo un libro sull’esperienza di sindaco e queste dimissioni vi aggiungeranno ancora più pepe. Pensa di avere pagato a caro prezzo la sua natura di marziano a Roma, anzi di marziano della politica, troppo ingenuo nei rapporti e poco avvezzo ai compromessi? 
«Se sono accuse, le considero medaglie. Non sono mai andato nei salotti e alle cene della Roma che conta. Non ho mai frequentato il mondo che in passato era abituato a decidere assieme alla politica le strategie economiche della città. Io alla terrazza ho sempre preferito la piazza. E vorrei ricordare che il 5 novembre avverrà un fatto storico: Roma sarà parte civile nel processo di Mafia Capitale. Noi abbiamo tagliato le unghie a chi voleva mettere le mani sugli affari». 

Ma le mani hanno finito per tagliarle a lei. E proprio alla vigilia di un evento come il Giubileo. Come mai? 
«Non lo so. Certo nei prossimi giorni bisognerà decidere quando e come investire sul Giubileo… La mia giunta ha segnato una discontinuità. Mi auguro che chi verrà dopo di me non riporti Roma indietro». 

Sembrano le parole di un uomo nauseato dalla politica. 
«Diciamo che il comportamento di una parte della classe dirigente non mi ha entusiasmato. Ho provato a interrompere il consociativismo degli affari che fa sedere maggioranza e opposizione intorno allo stesso tavolo, senza scontrini… E ho pagato per questo».



EX VOTO
Portos


Marino: fatto non fosti a viver come Bruto

di Nadia Redoglia
«…Immediatamente dopo, se gli scontrini non avessero funzionato, sarebbero passati a mettermi la coca in tasca…». Si fa per dire, per sintetizzare in qualche modo il succo delle cose. Ed è in questo modo che Ignazio Marino (già) sindaco di Roma ha sintetizzato.

Chi ha orecchie per intendere, occhi per vedere e capacità di sintesi, intende, vede e costruisce. Sono i “chi” che (perciò) avevano già previsto che non sarebbe durato a lungo…. Fin dalla panda rossa (auto o ailurus fulgens va bene uguale nel nostro caso) stava scritto che quel sindaco vaticinato -non vaccinato da mafia, casta, figli della lupa, marchesi del Grillo, romani poteri più o meno temporali, giungendo fino a quel primo figlio della lupa che, ammazzato il gemello, s’impossessò di ‘sta città eterna- aveva i semestri contati.

Ecco il punto. Eterna dde che? Senz’altro dell’esser “fatti per viver come Bruti”. E’ già un bel passo avanti rispetto a quel Romolo fratricida. Gli è che però già stiamo al 2015 d.C. e ancora esser fermi al tempo delle pugnalate a Gaio Giulio Cesare un po’ ci turba e inquieta (a parte il farci anche un po’ senso).

Se tanto ci dà tanto quanto ancora dobbiamo subire prima d’arrivare a risolvere i (fatti non siamo a esser) Gaio Massimo Carminati?

9 ottobre 2015






Ellekappa



Giannelli

... magnamo dopo...
Bianco



FANGO (SU) MARINO
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Vignettina un po' (MOLTO) in controtendenza con l'adesione viscerale e pressochè plebiscitaria al gettafango su Ignazio Marino!
Fonte QUA:
http://www.facemagazine.it/chi-ha-paura-di-ignazio-marino-ecco-le-vere-ragioni-di-un-linciaggio-senza-precedenti
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La vignetta è visionabile sul mio Spazio Flickr QUA:
https://www.flickr.com/photos/moisevivi/22028926792/#
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…e a breve nella rubrica “MoisEditoriali” di afNews.info QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2015/10/08/fango-marino/




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LINK:
Ho un sospetto su Ignazio Marino che nessuno dice
La rivincita di Mafia Capitale

sabato 4 ottobre 2014

182 licenziamenti al teatro dell'Opera di Roma

Esternalizzazione dell'Opera di Roma
vignetta di Tiziano Riverso



Il primo trombone
massimo gramellini

L’unico capolavoro da sempre in cartellone all’Opera di Roma è l’ottusità di certi sindacati. Pur di difendere privilegi di casta, il partito del demerito è riuscito a fare perdere il posto a duecento orchestrali e coristi. L’Opera è l’Alitalia dei teatri: ha costi da Metropolitan e produttività da banda di paese (con molte scuse alle bande di paese). Appena il piatto ha cominciato a piangere, ci si è trovati a scegliere tra l’aumento dei concerti e la riduzione degli stipendi. Ma i burocrati dello spartito hanno optato per una terza soluzione: ridurre i concerti, lasciando inalterati gli stipendi. E poi si chiedono perché Muti è scappato ululando. Perlomeno non hanno preteso l’aumento, anche se si vocifera di un braccio di ferro con l’amministrazione del teatro sulla diaria giornaliera per le trasferte: 190 euro tra pranzo e cena. I contabili volevano ridurlo a 160, appena sufficienti per un pieno di champagne, ma la proposta è stata respinta come un attentato alla cultura.



Saputo dei licenziamenti, un sindacalista che per ironia della vita occupa lo scranno di primo trombone ha intonato la solita romanza del complotto contro l’arte, confondendo la sacralità di quest’ultima con le bizze da divo di chi talvolta impugna il suo strumento come una pratica d’ufficio da sbrigare con il minore dispendio possibile di energie. Ora i martiri del posto comodo hanno due possibilità. Pretendere da qualche giudice compiacente la restaurazione di un mondo che non tornerà. Oppure fondare una cooperativa e mettersi a lavorare il doppio. Come succede nei teatri di mezza Europa. In giro ci sono troppi diritti da difendere per potersi ancora occupare dei capricci.


 
Opera Lirica
Natangelo
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Giovedì 2 ottobre il consiglio di amministrazione del Teatro dell’Opera di Roma - che è presieduto dal sindaco di Roma Ignazio Marino – ha approvato una procedura per fare in modo che orchestra e coro siano gestiti con un servizio esterno (esternalizzazione) e l’avvio della conseguente procedura di licenziamento collettivo. La decisione è arrivata dopo mesi di crisi, dissidi, accuse interne e scioperi. Lo scorso 14 settembre, inoltre, Riccardo Muti aveva annunciato la sua rinuncia a dirigere l’Aida e gli altri appuntamenti previsti per la stagione. Muti era stato nominato Direttore Onorario a vita nel 2011.
Il licenziamento riguarderà 182 persone. La procedura prevede dei giorni per le trattative sindacali e altri giorni per la trattativa nei tavoli istituzionali (dura al massimo 75 giorni). Poi si procederà al licenziamento effettivo: nei prossimi tre mesi tutti i dipendenti manterranno posto e stipendio. L’idea è di trovare un soggetto esterno che si faccia carico di gestire i servizi di orchestra e coro. I risparmi conseguenti al licenziamento saranno di circa 3,4 milioni di euro.
(continua)

domenica 16 giugno 2013

Saluti romani




CASTELLI ROMANI
Grande sconfitta del PDL alle Amministrative.
Comprensibile il malumore di Berlusconi soprattutto per Roma dove aveva già espresso poca convinzione sulla candidatura di Alemanno contro il candidato del PD Marino.
Gianfranco Uber


Saluti romani
Mauro Biani


Tiziano Riverso


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it



Alemanno 
Tomas



Giorgio Forattini



Kurt


Giannelli - Corriere della sera



PORTOS / Franco Portinari



PORTOS / Franco Portinari



Bandanax - L'Asino




Paride Puglia



Ro Marcenaro - L'Asino



SERGIO STAINO


Congratulazioni
Makkox



Krancic