Riprendo da *
S.P.Q.R.*
PS: Beh, nemmeno gli Svizzeri sono troppo dolci coi padani
«Ci rubano lavoro». L'offesa svizzera
con quel topo anti italiano
Transfrontalieri rappresentati da tre ratti. Uno si chiama Giulio e ha uno scudo con tre monti
Sono
Padani
Questi
Ratti
LOCARNO - Ci sono tre topi. Anzi, tre ratti. Il primo si chiama Fabrizio, vive a Verbania, ma fa il piastrellista in Ticino. Il secondo si chiama Bogdan. È rumeno. Non ha né un domicilio, né un lavoro. Il terzo si chiama Giulio. E come Tremonti è un avvocato italiano. Non è l’inizio di una barzelletta. E i tre animali sono i protagonisti della curiosa campagna lanciata oggi in Ticino. Dietro all’iniziativa sembra ci siano personaggi noti del mondo imprenditoriale e politico ticinese. Nel mirino i ‘tre mali dell’economia ticinese’: i frontalieri, i criminali stranieri e lo scudo Tremonti. Marco Car per Inserto Satirico.
[...]Ultima annotazione: Michel Ferrise, l'ideatore della campagna, ha detto che l'anonimo committente gli aveva «chiesto di trovare un'idea originale che portasse i ticinesi ad aprire gli occhi su determinate questioni» e che aveva scelto i ratti perché «il ratto è qualcosa di spregevole» e contiene «il concetto di "derattizzazione"». Che sia razzista, non c'è dubbio. Originale no. Lo dice una vignetta pubblicata un secolo fa dalla rivista americana Judge in cui il vecchio zio Sam assiste corrucciato allo sbarco, da una nave proveniente «direttamente dalle topaie dell'Europa», di migliaia di topi di fogna coi baffi alla figaro che hanno scritto sui cappelli o sul coltello che reggono tra i denti: «Mafia», «Anarchia», «Assassinio»...
È passato un secolo, e noi italiani, grazie a quelli come il signor Ferrise e i suoi committenti, siamo alle prese ancora con le stesse porcherie...Gian Antonio Stella
Non è la Svizzera ad essere razzista, ma un gruppo di cittadini, fino adesso non indentificati (domani ci sarà una conferenza stampa) e che le autorità tutte hanno condannato l'iniziativa
...ma è l'UDC il
più votato partito elvetico!
ma in Ticino non ha molti estimatori, questo sarà stato un modo di "farsi belli"
Razzista sarà lei
La campagna pubblicitaria dove i frontalieri piemontesi e lombardi del Canton Ticino vengono raffigurati come topi famelici che divorano il formaggio svizzero non è affatto razzista. Lo ha spiegato chi l’ha commissionata, un politico locale che è presidente dell’Udc e di nome fa Pierre, ma con Casini per fortuna non c’entra niente.
Anche Ciarrapico ha respinto con sdegno l’etichetta di antisemita: in fondo al Senato aveva soltanto detto che tutti gli ebrei sono dei Giuda. Persino Berlusconi, fra un attacco ai giudici e una barzelletta blasfema su Rosi Bindi, ha trovato il tempo per raccontarne una sulla tirchieria degli ebrei (originale, vero?), ma nemmeno lui è razzista. E nemmeno Bossi, che ha dato dei «porci» ai romani. Era una battuta: di Boldi, per la precisione. (Qualcuno l’aveva attribuita a Obelix, che però ha smentito. Lui diceva «Sono pazzi questi romani». Era un raffinato, Obelix). E chi vuol cacciare i rom in quanto rom? Guai a ricordargli il precedente di Hitler: si offende. Come quel professore di musica che su Facebook si augura lo sterminio dei disabili. «Nazista io? Inconcepibile».
Forse è il momento di tracciare una linea nel discorso pubblico. Di qua razzismo, di là goliardia. E’ che non si capisce bene dove vogliano collocarla, questa linea, gli arzilli avanzi del Bagaglino. Per loro dileggiare una comunità non esprime pregiudizio, ma incontenibile simpatia. Per me il confine resta il rispetto della dignità di ogni individuo. Ma sono un vecchio topo liberale, non faccio testo (e non mangio neanche il formaggio).
Gramellini LASTAMPA.it
La Svizzera ci tratta come topi
"La Stampa" 29 settembre 2010
Un personaggio di Kafka, destandosi una mattina, si trovò tramutato in scarafaggio: “Che cosa m’è accaduto?”, si domandò terrorizzato. Il terrore non lo molla più. Noi, lettori occidentali, pensavamo che il grande scrittore praghese, ebreo, intuisse e rappresentasse gli incubi delle minoranze oppresse: essere declassati da uomini ad animali. Ma pensavamo tutto questo sforzando il cervello, per intuire una condizione che non sarà mai nostra: noi siamo occidentali, siamo europei, siamo cristiani, le condizioni a-umane o sub-umane non possono toccarci, sarebbe una contraddizione della storia, e noi siamo autori di storia, padroni della storia. Noi italiani, poi, siamo il centro della cristianità, il cuore dell’arte e della genialità. Mai saremo visti, dai fratelli europei, come animali repellenti o feroci. Non siamo lupi. Non siamo scimmie.
Ed ecco, dalla civilissima Svizzera, e dalla parte più italiana della Svizzera, il Canton Ticino, esce uno spot pubblicitario che ci raffigura come topi, anzi toponi. I toponi sono topi grassi. Perché mangiano molto formaggio. Svizzero. Non lo fanno, ma lo mangiano. Entrano in casa e sbafano tutto. Peggio che ladri, sono ladri e rapinatori e parassiti insieme. La didascalia dice: “I ratti invadono la Svizzera italiana”, ma il messaggio è: “I ratti italiani invadono la Svizzera”. Perché non ci siano dubbi sull’identificazione uomini-topi, i topi, tre, hanno dei nomi. Uno si chiama Fabrizio, vive a Verbania ma va a lavorare in Ticino. Il secondo si chiama Bogdan, è rumeno, non ha né casa né lavoro: come uomo, un sotto-uomo, come topo, un sotto-topo. Il terzo si chiama Giulio, e fa l’avvocato. Un Giulio che fa l’avvocato è Tremonti, e Tremonti è descritto poco dopo come citrullo, disonesto, dannoso ai suoi concittadini, sabotatore delle oneste e professionali banche svizzere. Perché, introducendo lo scudo fiscale, richiama dalla Svizzera i capitali illecitamente esportati. Dei tre tipi che incarnano la malaumanità europea, noi italiani siamo presenti in due. La società svizzera-ticinese è laboriosa, risparmia e accumula (il formaggio è lì pronto, una forma enorme), “guadagna bene” (lo dice il testo, con legittimo vanto), insomma rappresenta il benessere capitalistico, e chi sta bene Dio è con lui. Noi italiani siamo il male, e facciamo il male. Non noi napoletani o noi siciliani, insomma noi italiani del Sud, facilmente e ingiustamente disprezzati dal Nord: ma noi italiani del Nord, anzi del Nord del Nord, noi frontalieri della Svizzera. Noi rubiamo il lavoro. Ci facciamo pagare con una cicca, e così eliminiamo ogni concorrenza. I lavoratori svizzeri sono troppo umani e dignitosi, non si fanno pagare da straccioni. E poi hanno una moneta buona, solida, stabile. Non hanno l’euro, ballerino e spregiato. Noi italiani del Nord, sottolavoratori della zona euro, siamo accecati dal salario decente e dal franco.
Ma queste non sono esattamente le accuse che noi, italiani del Nord, rivolgiamo agli europei dell’est e agli africani del nord? Vengono da aree dove il lavoro è zero, hanno monete rifiutate dalle nostre banche, qui fanno i sottolavori sporchi o malsani o rischiosi che noi scartiamo, si accontentano delle sottopaghe che noi sdegniamo, qui vivono la loro miserabile sottovita, e noi li accusiamo di rubarci i posti (se non ci fossero loro, li occuperemmo noi), entrare nelle case sfitte, e ripagarci stuprando le nostre donne, rubando nelle nostre case, e riempiendo le nostre prigioni. Non diciamo “siete topi”, ma gli incendiamo gli insediamenti, per farli scappare. Come gli svizzeri con noi. Gli italiani ai confini della Svizzera sono ratti, dicono, “e noi vogliamo derattizzare”. Testuale. È un calcio in pancia che ci sveglia di soprassalto. Apriamo gli occhi, e ci troviamo trasformati in topi.
Ferdinando Camon
Dice l'autore della campagna pubblicitaria:
Alle 11.05 Ferrise ha preso la parola: "Siete qui in tanti. Segno che l'idea ha avuto successo. Oggi mi tolgo un sassolino dalla scarpa e dico che è stato dato un senso sbagliato alla campagna. Guardate l'immagine (indica il cartellone) vi sembra un'immagine razzista? Mi sembra che in Italia la satira sia una realtà, perchè in Ticino non puo' essere così?".
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