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giovedì 6 marzo 2014

Gli Oscar 2014: i protagonisti ed il 'selfie'



Dopo il selfie da record (oltre 3,3 milioni di retweet) di Ellen DeGeneres e delle star del cinema durante la notte degli Oscar si è scatenenata l'ironia del web: in testa i Simpson con una selfie-vignetta.

Migliorfilm 2014 è 12 anni schiavo, che però non ha ottenuto nessun altra statuetta se non quelle andata a Lupita Nyong'O come miglior attrice non protagonista e a John Ridley come miglior sceneggiatura non originale.
Un vero trionfo per Gravity, che oltre al premio per la miglior regia andato ad Alfonso Cuaron ha dominato in praticamente tutte le categorie tecniche, mentre torna a casa a mani vuote la compagine di American Hustle, così come quella di The Wolf of Wall Street.
Continua quindi la maledizione per DiCaprio, sconfitto anche quest'anno come miglior attore: l'Academy ha scelto al suo posto  Matthew McConaughey, premiando anche come non protagonista il suo compagno di set in Dallas Buyers Club Jared Leto.
Miglior attrice, Cate Blanchett per la magistrale interpretazione in Blue Jasmine, e  la miglior sceneggiatura originale è andata a Spike Jonze per Her.
 Alfonso Cuarón è diventato il primo regista latinoamericano a vincere il premio per la miglior regia, 12 anni schiavo è il primo film diretto da un regista nero a vincere il premio per il miglior film.


Oscar 2014
By Taylor Jones, Politicalcartoons.com - 3/3/2014

Adams Telegraph



Ucraina mon amour
 Mauro Biani


Alfonso Cuarón
By Dario Castillejos, El Imparcial de México  -  2/21/2014



Alfonso Cuarón
By Antonio Neri Licón, El Economista, Mexico - 3/3/2014


Oscar winner Lupita Nyongo
By Taylor Jones, Politicalcartoons.com - 3/5/2014



Statuettes
 By Nate Beeler, The Columbus Dispatch - 2/28/2014



Oscar for Mother Nature
By Dave Granlund, Politicalcartoons.com - 2/28/2014


Alla sua quarta nomination Dicaprio non ce la fa ....
sarà la maledizione del titanic?
Uva P.


Marco Careddu


I candidabili
CeciGian



Kim Jong Un
By Bob Englehart, The Hartford Courant - 2/28/2014


Selfie
By Nate Beeler, The Columbus Dispatch - 3/5/2014

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Miglior film:

12 anni schiavo
American Hustle
Captain Phillips
Dallas Buyers Club
Gravity
Her
Nebraska
Philomena
The Wolf of Wall Street

Miglior regista:

Alfonso Cuaron per Gravity

David O.Russell per American Hustle
Alexander Payne per Nebraska
Steve McQueen per 12 anni schiavo
Martin Scorsese per The Wolf of Wall Street


Miglior attore protagonista:

Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club

Christian Bale per American Hustle
Bruce Dern per Nebraska
Leonardo DiCaprio per The Wolf of Wall Street
Chiwetel Ejiofor per 12 anni schiavo


Miglior attrice protagonista:

Cate Blanchett per Blue Jasmine

Amy Adams per American Hustle
Sandra Bullock per Gravity
Judy Dench per Philomena
Meryl Streep per I segreti di Osage County


Miglior attore non protagonista:

Jared Leto per Dallas Buyers Club

Barkhad Abdi per Captain Phillips
Bradley Cooper per American Hustle
Michael Fassbender per 12 anni schiavo
Jonah Hill per The Wolf of Wall Street


Miglior attrice non protagonista:

Lupita Nyong'o per 12 anni schiavo

Sally Hawkins per Blue Jasmine
Jennifer Lawrence per American Hustle
Julia Roberts per I segreti di Osage County
June Squibb per Nebraska

Miglior film d'animazione:

Frozen

I Croods
Cattivissimo me 2
Ernest & Celestine
The Wind Rises

Miglior film straniero:

La grande bellezza

The Broken Circle Breakdown
The Hunt
The Missing Picture
Omar

Miglior sceneggiatura non originale:

John Ridley per 12 anni schiavo

Richard Linklater, Ethan Hawke e Julie Delpy per Before Midnight
Billy Ray per Captain Phillips
Steve Coogan e Jeff Pope per Philomena
Terence Winter per The Wolf of Wall Street

Miglior sceneggiatura originale:

Spike Jonze per Her

Eric Warren Singer e David O. Russell per American Hustle
Woody Allen per Blue Jasmine
Craig Borten e Melisa Wallack oer Dallas Buyers Club
Bob Nelson per Nebraska

Miglior colonna sonora originale:

Gravity

The Book Thief
Her
Philomena
Saving Mr.Banks

Miglior canzone originale:

"Let it Go" da Frozen

"Alone Yet Not Alone" da Alone Not Yet Alone
"Happy" da Cattivissimo me 2
"The Moon Song" da Her
"Ordinary Love" da Mandela: Long Walk to Freedom

Miglior montaggio:

Gravity

American Hustle
Captain Phillips
Dallas Buyers Club
12 anni schiavo

Miglior scenografia:

Il grande Gatsby

American Hustle
Gravity
Her
12 anni schiavo

Miglior trucco:

Dallas Buyers Club

Jackass Presents: Bad Grandpa
The Lone Ranger


Miglior fotografia:

Gravity (Emmanuel Lubezki)

The Grandmaster
Inside Llewyn Davis
Nebraska
Prisoners


Migliori costumi:

Il Grande Gatsby

American Hustle
The Grandmaster
The Invisible Woman
12 anni schiavo


Miglior montaggio sonoro:

Gravity

All is Lost
Captain Phillips
Lo Hobbit: la desolazione di Smaug
Lone Survivor


Miglior missaggio sonoro:

Gravity

Captain Phillips
Lo Hobbit: la desolazione di Smaug
Inside Llewyn Davis
Lone Survivor


Migliori effetti visivi:

Gravity

Lo Hobbit: la desolazione di Smaug
Iron Man 3
The Lone Ranger
Star Trek Into Darkness


Miglior documentario:

20 Feet from Stardom

The Act of Killing
Cutie and the Boxer
The Square

Miglior cortometraggio documentario:

The Lady in Number 6: Music Saved My Life

CaveDigger
Facing Fear
Karama Has No Walls
Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall

Miglior cortometraggio d'animazione:

Mr. Hublot

Feral
Get a Horse|
Possessions
Room on the Broom

Miglior cortometraggio:

Helium

Aquel No Era Yo (That Wasn't Me)Avant Que De Tout Perdre (Just Before Losing Everything)
Pitääkö Mun Kaikki Hoitaa? (Do I Have to Take Care of Everything?)
The Voorman Problem


sabato 1 marzo 2014

Ultima ora: Putin invade con 2000 soldati la Crimea

Power play in UKRAINE
 By Patrick Chappatte, The International New York Times - 2/28/2014

Crimea, Kiev: 'Invasione russa'. Obama: 'Grave violazione'

'Atterrati 2.000 parà'. Presidiati gli aeroporti. Stati Uniti vedono movimenti 'via aria e via mare'

01 marzo, 00:10
All'aeroporto militare di Gvardiiski, vicino alla capitale della Crimea, Sinferopoli, sono atterrati 13 aerei militari russi Il-76 ognuno con a bordo 150 paracadutisti per un totale di 2.000 soldati. Lo denuncia il rappresentante permanente del presidente ucraino in Crimea, Serghiei Kunitsin, citato dall'agenzia Unian. fonte Ansa



Crossing the line
By Olle Johansson, Sweden - 2/27/2014






#145039 By Christo Komarnitski, Bulgaria - 2/28/2014


Hidden Yanukovych
By Martin Sutovec, Slovakia - 2/27/2014


Farsi una guerra per essere filoUE , filo Russi, tranne che essere senza fili.
Marco Careddu 


Kiev 2014
Alfredo Martirena
The death toll in Kiev has risen to 75 in two days of the worst violence in the country since Soviet times. 21 Feb 2014

Poor Ukraine!
Sofia Mamalinga
... 26 Feb 2014


 
 Dave Brown -The Indipendent28/02/2014

 
 Peter Brookes
 Morten Morland

 Morten Morland



Putin the Terrible and Dictator
Payam Boromand
Putin the Terrible and Dictator 25 Feb 2014


Timoshenko is free
Vladimir Kazanevsky
Timoshenko is free. 24 Feb 2014


Ukraine: TRUCE
Paolo Lombardi
. 23 Feb 2014



Yulia Tymoshenko
Nayer ኛየር
European Union is smiling now! 24 Feb 2014


Which Way to Go?
Nayer ኛየር
Tensions mount in Ukraine: Russian military are making their presence known in Crimea, while the European Union is opening the door for closer ties with Europe. 28 Feb 2014




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venerdì 23 agosto 2013

Salvate il soldato ... Manning.


Bradley Manning
Jan-Erik Ander


Il soldato Chelsea Manning, nato Bradley, accusato di aver passato a Wikileaks 250 mila cablo diplomatici e oltre mezzo milione di rapporti militari segretissimi, relativi soprattutto alle guerre in Iraq e Afghanistan è stato condannato a 35 anni di detenzione ed all'"espulsione dall'esercito con disonore".
Arrestato nel 2010 ha subito da allora trattamenti di una violenza inaudita.
Ammnesty International chiede di
 commutare la pena di Bradley Manning e indagare sugli abusi da lui rivelati
(Il presidente Obama dovrebbe commutare la condanna di Bradley Manning e indagare sulle violazioni dei diritti umani che il soldato ha contribuito a svelare)

martedì 30 aprile 2013

Bangladesh: strage di lavoratori tessili

 
sabato 27 aprile 2013
UN BRUTTO FILM
Il crollo dell'edificio a Dacca in Bangladesh che ha causato più di trecento vittime rivela, si fa per dire, i motivi reali della maggior parte delle cosiddette delocalizzazioni. Milioni di lavoratori costretti a lavorare in condizioni di pericolo per paghe da fame che producono a costi irrisori i beni delle griffes più famose.
 Gianfranco Uber


Bangladesh factory
Marco Careddu 28/04/2013



Bangladesh garments to customers in Western
Payam Boromand
Textile factory in Bangladesh collapsed and more than 350 workers were killed in the incident. 28 Apr 2013

 
Apicella


 



Feste che perdono di significato
30 aprile 2013
Trecentottantuno lavoratori tessili morti a Dacca nel crollo di un palazzo di 8 piani.
Una Sinistra normale ed il M5S dovrebbero occuparsi anche di questo. Si ricomincia guardando oltre il proprio ombelico. Non è sensibilità, è egoismo a ben vedere. Aumentare i diritti conviene a tutti. Il diritto di avere diritti, appunto.
Mauro Biani


Una camicia di colore scuro, sporca di polvere, fotografata tra le macerie. Sul tessuto, l’etichetta verde acceso, inconfondibile: “United Colors of Benetton“, recita la scritta. Dalle macerie del Rana Plaza, il palazzo di otto piani alla periferia di Dacca, in Bangladesh, che lo scorso mercoledì si è sbriciolato uccidendo almeno 381 operai, cominciano ad affiorare le prime verità. Le fabbriche tessili che avevano sede nel palazzo, e i cui dipendenti lavoravano in assenza delle più elementari condizioni di sicurezza, producevano capi di abbigliamento per conto di multinazionali occidentali, tra cui a quanto pare Benetton. L’azienda veneta aveva in un primo primo momento negato legami con i laboratori venuti giù nel crollo, ma lunedì, dopo la pubblicazione delle foto, su Twitter è arrivata una prima ammissione: “Il Gruppo Benetton intende chiarire che nessuna delle società coinvolte è fornitrice di Benetton Group o uno qualsiasi dei suoi marchi. Oltre a ciò, un ordine è stato completato e spedito da uno dei produttori coinvolti diverse settimane prima dell’incidente. Da allora, questo subappaltatore è stato rimosso dalla nostra lista dei fornitori“.
[...]
Le foto, però, raccontano un’altra verità: scattate e pubblicate dall’Associated Press, ritraggono una camicia di colore scuro griffata Benetton tra i calcinacci, accanto a quello che pare la commessa di un ordine.





e la memoria corre alle immagini pubblicitarie innovative di Toscani per la Benetton...
di fratellanza e di giustizia sociale... .... pubblicità, solo pubblicità!
 oggi rammento solo questa purtroppo
'cimiteri e colori uniti'....




Links:

mercoledì 24 aprile 2013

Il discorso del Presidente Napolitano 23 Aprile 2013

“Imperdonabile non fare le riforme. Ora un governo con tutte le forze”
Più forti gli schiaffi, più forti gli applausi.



23/04/2013
Natangelo


martedì 23 aprile 2013
INEFFABILI
Napolitano prende a schiaffi tutta la classe politica che però applaude.
Che gli frega ? Come il mai dimenticato Principe De Curtis, in arte Totò, non si chiama mica Pasquale!
Gianfranco Uber


mercoledì 24 aprile 2013
S E & O
Seguito del post di ieri.
Più che giusti gli schiaffoni assestati alla classe politica della quale tuttavia fa parte e l'invito a non autoassolversi oltre che al Parlamento potrebbe anche essere rivolto all'inquilino del Quirinale.
O perlomeno al bilancio del suo primo settennato aggiungere un prudente e burocratico "S E & O".
Gianfranco Uber

Applausi
Marco Careddu


Giorgio Forattini


Masoch-citorio
massimo gramellini

Il discorso di Masoch-citorio, in cui il Presidente ha maltrattato i politici fra gli applausi scroscianti dei medesimi, ha provocato un immediato effetto di emulazione nelle altre categorie di furbacchioni del Paese.

Pochi minuti dopo lo storico cazziatone presidenziale, veniva segnalato un assembramento di automobilisti in via Veneto: stavano portando in trionfo il vigile che li aveva multati per parcheggio in quadrupla fila (nella mischia qualcuno cercava di sfilargli i verbali dalle tasche). A riprova che da noi il senso di colpa prevale sempre su quello del ridicolo, nei dintorni di piazza del Popolo alcuni evasori fiscali con yacht a carico facevano la ola a una pattuglia della Guardia di Finanza, costringendola a passare sotto una cascata di scontrini, ovviamente falsi. Molto toccante la scena all’uscita della metropolitana di via Barberini, dove una madre esasperata ha requisito il computerino ai figli, che hanno accolto la decisione con urla di giubilo, tuffandosi nella lettura dei libri di scuola. (Sotto la copertina c’erano le istruzioni di un videogioco). In piazza di Spagna un marito fedifrago ascoltava a testa bassa la gelida requisitoria della moglie, interrompendone i passaggi più significativi con vivissimi applausi, mentre tramite sms spostava di mezz’ora l’appuntamento con l’amante. Nulla è più liberatorio dell’essere scoperti, nulla più dolce della possibilità di sdoppiarsi fra vittima e carnefice smanioso di espiazione. Noi Dostoevskij non abbiamo bisogno di leggerlo: lo abbiamo nelle vene. Naturalmente un Dostoevskij in versione light. Un peccatore felice di pentirsi perché non vede l’ora di ricominciare.



Crozza 23/04/2013



I sogni del presidente
Makkox



SERGIO STAINO


Testo del discorso integrale:

"Inizia per me un non previsto ulteriore impegno pubblico; inizia per voi un lungo cammino da percorrere con passione, rigore umiltà"

"Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione". Così il Presidente Napolitano ha giurato dinanzi alle Camere riunite in seduta comune con i delegati delle Regioni, per poi rivolgere il suo messaggio al paese, "innanzitutto esprimendo - insieme con un omaggio che in me viene da molto lontano alle istituzioni che voi rappresentate, la gratitudine per il così largo suffragio" con cui è stato eletto Presidente della Repubblica. "E' un segno - ha detto il Capo dello Stato - di rinnovata fiducia che raccolgo comprendendone il senso, anche se sottopone a seria prova le mie forze : e apprezzo in modo particolare che mi sia venuto da tante e tanti nuovi eletti in Parlamento, che appartengono a una generazione così distante, e non solo anagraficamente, dalla mia".
"Come voi tutti sapete, non prevedevo di tornare in quest'aula per pronunciare un nuovo giuramento e messaggio da Presidente della Repubblica. Avevo già nello scorso dicembre - ha ricordato il Presidente Napolitano - pubblicamente dichiarato di condividere l'autorevole convinzione che la non rielezione, al termine del settennato, è 'l'alternativa che meglio si conforma al nostro modello costituzionale di Presidente della Repubblica'. Avevo egualmente messo l'accento sull'esigenza di dare un segno di normalità e continuità istituzionale con una naturale successione nell'incarico di Capo dello Stato. A queste ragioni e a quelle più strettamente personali, legate all'ovvio dato dell'età, se ne sono infine sovrapposte altre, rappresentatemi - dopo l'esito nullo di cinque votazioni in quest'aula di Montecitorio, in un clima sempre più teso - dagli esponenti di un ampio arco di forze parlamentari e dalla quasi totalità dei Presidenti delle Regioni. Ed è vero che questi mi sono apparsi particolarmente sensibili alle incognite che possono percepirsi al livello delle istituzioni locali, maggiormente vicine ai cittadini, benché ora alle prese con pesanti ombre di corruzione e di lassismo. Istituzioni che ascolto e rispetto, signori delegati delle Regioni, in quanto portatrici di una visione non accentratrice dello Stato, già presente nel Risorgimento e da perseguire finalmente con serietà e coerenza. E' emerso da tali incontri, nella mattinata di sabato, un drammatico allarme per il rischio ormai incombente di un avvitarsi del Parlamento in seduta comune nell'inconcludenza, nella impotenza ad adempiere al supremo compito costituzionale dell'elezione del Capo dello Stato. Di qui l'appello che ho ritenuto di non poter declinare - per quanto potesse costarmi l'accoglierlo - mosso da un senso antico e radicato di identificazione con le sorti del paese. La rielezione, per un secondo mandato, del Presidente uscente, non si era mai verificata nella storia della Repubblica, pur non essendo esclusa dal dettato costituzionale, che in questo senso aveva lasciato - come si è significativamente notato - 'schiusa una finestra per tempi eccezionali'. Ci siamo dunque ritrovati insieme in una scelta pienamente legittima, ma eccezionale. Perché senza precedenti è apparso il rischio che ho appena richiamato : senza precedenti e tanto più grave nella condizione di acuta difficoltà e perfino di emergenza che l'Italia sta vivendo in un contesto europeo e internazionale assai critico e per noi sempre più stringente".
"Bisognava dunque - ha aggiunto il Presidente Napolitano - offrire, al paese e al mondo, una testimonianza di consapevolezza e di coesione nazionale, di vitalità istituzionale, di volontà di dare risposte ai nostri problemi : passando di qui una ritrovata fiducia in noi stessi e una rinnovata apertura di fiducia internazionale verso l'Italia. E' a questa prova che non mi sono sottratto. Ma sapendo che quanto è accaduto qui nei giorni scorsi ha rappresentato il punto di arrivo di una lunga serie di omissioni e di guasti, di chiusure e di irresponsabilità". Il Capo dello Stato ne ha proposto una sommaria rassegna: "Negli ultimi anni, a esigenze fondate e domande pressanti di riforma delle istituzioni e di rinnovamento della politica e dei partiti - che si sono intrecciate con un'acuta crisi finanziaria, con una pesante recessione, con un crescente malessere sociale - non si sono date soluzioni soddisfacenti : hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi. Ecco che cosa ha condannato alla sterilità o ad esiti minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento. Quel tanto di correttivo e innovativo che si riusciva a fare nel senso della riduzione dei costi della politica, della trasparenza e della moralità nella vita pubblica è stato dunque facilmente ignorato o svalutato : e l'insoddisfazione e la protesta verso la politica, i partiti, il Parlamento, sono state con facilità (ma anche con molta leggerezza) alimentate e ingigantite da campagne di opinione demolitorie, da rappresentazioni unilaterali e indiscriminate in senso distruttivo del mondo dei politici, delle organizzazioni e delle istituzioni in cui essi si muovono. Attenzione : quest'ultimo richiamo che ho sentito di dover esprimere non induca ad alcuna autoindulgenza, non dico solo i corresponsabili del diffondersi della corruzione nelle diverse sfere della politica e dell'amministrazione, ma nemmeno i responsabili di tanti nulla di fatto nel campo delle riforme".
"Imperdonabile - ha rilevato il Capo dello Stato - resta la mancata riforma della legge elettorale del 2005. La mancata revisione di quella legge ha prodotto una gara accanita per la conquista, sul filo del rasoio, di quell'abnorme premio, il cui vincitore ha finito per non riuscire a governare una simile sovra-rappresentanza in Parlamento. Ed è un fatto, non certo imprevedibile, che quella legge ha provocato un risultato elettorale di difficile governabilità, e suscitato nuovamente frustrazione tra i cittadini per non aver potuto scegliere gli eletti. Non meno imperdonabile resta il nulla di fatto in materia di sia pur limitate e mirate riforme della seconda parte della Costituzione, faticosamente concordate e poi affossate, e peraltro mai giunte a infrangere il tabù del bicameralismo paritario".
"Molto si potrebbe aggiungere ma mi fermo qui perché - ha sottolineato il Presidente Napolitano - su quei temi specifici ho speso tutti i possibili sforzi di persuasione, vanificati dalla sordità di forze politiche che pure mi hanno ora chiamato ad assumere un ulteriore carico di responsabilità per far uscire le istituzioni da uno stallo fatale. Ma ho il dovere di essere franco : se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese. Non si può più, in nessun campo, sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana".
Il Capo dello Stato ha quindi richiamato il suo discorso a Rimini nell'agosto 2011, quando volle "rendere esplicito il filo ispiratore delle celebrazioni del 150° della nascita del nostro Stato unitario : l'impegno a trasmettere piena coscienza di 'quel che l'Italia e gli italiani hanno mostrato di essere in periodi cruciali del loro passato', e delle 'grandi riserve di risorse umane e morali, d'intelligenza e di lavoro di cui disponiamo'. E aggiunsi di aver voluto così suscitare orgoglio e fiducia 'perché le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto. Questo ci dice la crisi che stiamo attraversando. Crisi mondiale, crisi europea, e dentro questo quadro l'Italia, con i suoi punti di forza e con le sue debolezze, con il suo bagaglio di problemi antichi e recenti, di ordine istituzionale e politico, di ordine strutturale, sociale e civile'. Ecco, posso ripetere quelle parole di un anno e mezzo fa, sia per sollecitare tutti a parlare il linguaggio della verità - fuori di ogni banale distinzione e disputa tra pessimisti e ottimisti - sia per introdurre il discorso su un insieme di obbiettivi in materia di riforme istituzionali e di proposte per l'avvio di un nuovo sviluppo economico, più equo e sostenibile. E' un discorso che - anche per ovvie ragioni di misura di questo mio messaggio - posso solo rinviare ai documenti dei due gruppi di lavoro da me istituiti il 30 marzo scorso. Documenti di cui non si può negare - se non per gusto di polemica intellettuale - la serietà e concretezza".
Il Presidente Napolitano ha quindi formulato due osservazioni: "La prima riguarda la necessità che al perseguimento di obbiettivi essenziali di riforma dei canali di partecipazione democratica e dei partiti politici, e di riforma delle istituzioni rappresentative, dei rapporti tra Parlamento e governo, tra Stato e Regioni, si associ una forte attenzione per il rafforzamento e rinnovamento degli organi e dei poteri dello Stato. A questi sono stato molto vicino negli ultimi sette anni, e non occorre perciò che rinnovi oggi un formale omaggio, si tratti di forze armate o di forze dell'ordine, della magistratura o di quella Corte che è suprema garanzia di costituzionalità delle leggi. Occorre grande attenzione di fronte a esigenze di tutela della libertà e della sicurezza da nuove articolazioni criminali e da nuove pulsioni eversive, e anche di fronte a fenomeni di tensione e disordine nei rapporti tra diversi poteri dello Stato e diverse istituzioni costituzionalmente rilevanti. Né si trascuri di reagire a disinformazioni e polemiche che colpiscono lo strumento militare, giustamente avviato a una seria riforma, ma sempre posto, nello spirito della Costituzione, a presidio della partecipazione italiana - anche col generoso sacrificio di non pochi nostri ragazzi - alle missioni di stabilizzazione e di pace della comunità internazionale. La seconda osservazione riguarda il valore delle proposte ampiamente sviluppate nel documento da me già citato, per 'affrontare la recessione e cogliere le opportunità' che ci si presentano, per 'influire sulle prossime opzioni dell'Unione Europea', 'per creare e sostenere il lavoro', 'per potenziare l'istruzione e il capitale umano, per favorire la ricerca, l'innovazione e la crescita delle imprese'".
Su questi ultimi punti, il Presidente Napolitano ha osservato di essersi "fortemente impegnato in ogni sede istituzionale e occasione di confronto, e continuerò a farlo. Essi sono nodi essenziali al fine di qualificare il nostro rinnovato e irrinunciabile impegno a far progredire l'Europa unita, contribuendo a definirne e rispettarne i vincoli di sostenibilità finanziaria e stabilità monetaria, e insieme a rilanciarne il dinamismo e lo spirito di solidarietà, a coglierne al meglio gli insostituibili stimoli e benefici. E sono anche i nodi - innanzitutto, di fronte a un angoscioso crescere della disoccupazione, quelli della creazione di lavoro e della qualità delle occasioni di lavoro - attorno a cui ruota la grande questione sociale che ormai si impone all'ordine del giorno in Italia e in Europa. E' la questione della prospettiva di futuro per un'intera generazione, è la questione di un'effettiva e piena valorizzazione delle risorse e delle energie femminili. Non possiamo restare indifferenti dinanzi a costruttori di impresa e lavoratori che giungono a gesti disperati, a giovani che si perdono, a donne che vivono come inaccettabile la loro emarginazione o subalternità".
"Volere il cambiamento ciascuno interpretando a suo modo i consensi espressi dagli elettori - ha rilevato il Capo dello Stato - dice poco e non porta lontano se non ci si misura su problemi come quelli che ho citato e che sono stati di recente puntualizzati in modo obbiettivo, in modo non partigiano. Misurarsi su quei problemi perché diventino programma di azione del governo che deve nascere e oggetti di deliberazione del Parlamento che sta avviando la sua attività. E perché diventino fulcro di nuovi comportamenti collettivi, da parte di forze - in primo luogo nel mondo del lavoro e dell'impresa - che 'appaiono bloccate, impaurite, arroccate in difesa e a disagio di fronte all'innovazione che è invece il motore dello sviluppo'. Occorre un'apertura nuova, un nuovo slancio nella società ; occorre un colpo di reni, nel Mezzogiorno stesso, per sollevare il Mezzogiorno da una spirale di arretramento e impoverimento".
"Apprezzo l'impegno - ha aggiunto il Presidente Napolitano - con cui il movimento largamente premiato dal corpo elettorale come nuovo attore politico-parlamentare ha mostrato di volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandovi il peso e l'influenza che gli spetta : quella è la strada di una feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza e Parlamento. Non può, d'altronde, reggere e dare frutti neppure una contrapposizione tra Rete e forme di organizzazione politica quali storicamente sono da ben più di un secolo e ovunque i partiti. La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del 'metodo democratico'. Le forze rappresentate in Parlamento, senza alcuna eccezione, debbono comunque dare ora - nella fase cruciale che l'Italia e l'Europa attraversano - il loro apporto alle decisioni da prendere per il rinnovamento del paese. Senza temere di convergere su delle soluzioni, dal momento che di recente nelle due Camere non si è temuto di votare all'unanimità. Sentendo voi tutti - onorevoli deputati e senatori - di far parte dell'istituzione parlamentare non come esponenti di una fazione ma come depositari della volontà popolare. C'è da lavorare concretamente, con pazienza e spirito costruttivo, spendendo e acquisendo competenze, innanzitutto nelle Commissioni di Camera e Senato. Permettete che ve lo dica uno che entrò qui da deputato all'età di 28 anni e portò giorno per giorno la sua pietra allo sviluppo della vita politica democratica".
Il Capo dello Stato ha rilevato che "lavorare in Parlamento sui problemi scottanti del paese non è possibile se non nel confronto con un governo come interlocutore essenziale sia della maggioranza sia dell'opposizione. A 56 giorni dalle elezioni del 24-25 febbraio - dopo che ci si è dovuti dedicare all'elezione del Capo dello Stato - si deve senza indugio procedere alla formazione dell'Esecutivo. Non corriamo dietro alle formule o alle definizioni di cui si chiacchiera. Al Presidente non tocca dare mandati, per la formazione del governo, che siano vincolati a qualsiasi prescrizione se non quella voluta dall'art. 94 della Costituzione : un governo che abbia la fiducia delle due Camere. Ad esso spetta darsi un programma, secondo le priorità e la prospettiva temporale che riterrà opportune. E la condizione è dunque una sola : fare i conti con la realtà delle forze in campo nel Parlamento da poco eletto, sapendo quali prove aspettino il governo e quali siano le esigenze e l'interesse generale del paese. Sulla base dei risultati elettorali - di cui non si può non prendere atto, piacciano oppur no - non c'è partito o coalizione (omogenea o presunta tale) che abbia chiesto voti per governare e ne abbia avuti a sufficienza per poterlo fare con le sole sue forze. Qualunque prospettiva si sia presentata agli elettori, o qualunque patto - se si preferisce questa espressione - si sia stretto con i propri elettori, non si possono non fare i conti con i risultati complessivi delle elezioni. Essi indicano tassativamente la necessità di intese tra forze diverse per far nascere e per far vivere un governo oggi in Italia, non trascurando, su un altro piano, la esigenza di intese più ampie, e cioè anche tra maggioranza e opposizione, per dare soluzioni condivise a problemi di comune responsabilità istituzionale. D'altronde, non c'è oggi in Europa nessun paese di consolidata tradizione democratica governato da un solo partito - nemmeno più il Regno Unito - operando dovunque governi formati o almeno sostenuti da più partiti, tra loro affini o abitualmente distanti e perfino aspramente concorrenti. Il fatto che in Italia si sia diffusa una sorta di orrore per ogni ipotesi di intese, alleanze, mediazioni, convergenze tra forze politiche diverse, è segno di una regressione, di un diffondersi dell'idea che si possa fare politica senza conoscere o riconoscere le complesse problematiche del governare la cosa pubblica e le implicazioni che ne discendono in termini, appunto, di mediazioni, intese, alleanze politiche. O forse tutto questo è più concretamente il riflesso di un paio di decenni di contrapposizione - fino allo smarrimento dell'idea stessa di convivenza civile - come non mai faziosa e aggressiva, di totale incomunicabilità tra schieramenti politici concorrenti".
Il Presidente Napolitano ha quindi ricordato quando diceva già sette anni fa nella medesima occasione auspicando che "fosse finalmente vicino 'il tempo della maturità per la democrazia dell'alternanza' : che significa - ha puntualizzato il Presidente - anche il tempo della maturità per la ricerca di soluzioni di governo condivise quando se ne imponga la necessità. Altrimenti, si dovrebbe prendere atto dell'ingovernabilità, almeno nella legislatura appena iniziata. Ma non è per prendere atto di questo che ho accolto l'invito a prestare di nuovo giuramento come Presidente della Repubblica. L'ho accolto anche perché l'Italia si desse nei prossimi giorni il governo di cui ha bisogno. E farò a tal fine ciò che mi compete : non andando oltre i limiti del mio ruolo costituzionale, fungendo tutt'al più, per usare un'espressione di scuola, 'da fattore di coagulazione'. Ma tutte le forze politiche si prendano con realismo le loro responsabilità : era questa la posta implicita dell'appello rivoltomi due giorni or sono".
"Mi accingo - ha concluso il suo messaggio il Presidente Napolitano - al mio secondo mandato, senza illusioni e tanto meno pretese di amplificazione 'salvifica' delle mie funzioni ; eserciterò piuttosto con accresciuto senso del limite, oltre che con immutata imparzialità, quelle che la Costituzione mi attribuisce. E lo farò fino a quando la situazione del paese e delle istituzioni me lo suggerirà e comunque le forze me lo consentiranno. Inizia oggi per me questo non previsto ulteriore impegno pubblico in una fase di vita già molto avanzata ; inizia per voi un lungo cammino da percorrere con passione, con rigore, con umiltà. Non vi mancherà - ha concluso il Presidente - il mio incitamento e il mio augurio".

fonte Quirinale.it

mercoledì 20 febbraio 2013

L'autogol di Giannino

"Uno schiaffo che lascia il segno", "un pugno allo stomaco", "un autogol alla Niccolai". Ma in ogni caso "solo un equivoco", e la "colpa" che Oscar Giannino si riconosce nella vicenda del master alla Booth University di Chicago (inserito tra i tioli del giornalista in alcuni curricula circolati sul Web ma non conseguito) è unicamente quella di "non essermi accorto che sul Web da diversi anni c'era un dibattito su questo".
"L'ego smisuratino di Oscar Giannino"
Marco Careddu

L'opinione sulla "bugia di Oscar" di un divertito e  forse comprensivo Gramellini:

19/02/2013
Fare per fermare il Giannino
massimo gramellini
Scrivere per criticare Giannino essere troppo facile. Uno che fondare un partito che parlare come la Mamie di «Via col vento» («Fare per fermare il declino») avere bisogno di tanto affetto e comprensione. Perciò io non capire perché, a una settimana dal voto, l’economista Luigi Zingales fare cagnara per fermare il Giannino, dopo avere scoperto che lui millantare un master di economia all’università di Chicago.
Giannino avere fatto l’incauta affermazione in tv, non per truffare il destino ma per titillare il suo ego smisuratino: nelle immagini essere possibile vedere come lui abbassare la voce e storcere gli occhi e la bocca mentre pronunciare le parole «master all’università di Chicago». In realtà Giannino essere andato a Chicago in vacanza per imparare rudimenti della lingua inglese: to make to stop the decline. (In inglese non usare il doppio infinito, ma questo imparare solo nel secondo master).
Come milioni di altri italiani davanti alla moglie o a Equitalia, Giannino non inventare completamente la realtà: solo un po’ migliorare. Per lui il master di Chicago essere come fiore all’occhiello delle sue giacche color formigoni: un apostrofo rosa fra le parole «me amare». Certo, in Germania due ministri essersi dimessi per laurea taroccata. Ma io dire: con tutti i guai e i cialtroni che noi avere, essere questo il problema? Bugie assomigliare a omeopatia: in piccole dosi aiutare a difendersi dalle grandi. Ieri il primo a dare del bugiardo a Giannino essere stato uno che per fermare il proprio declino avere fatto votare dal Parlamento che Ruby essere la nipote di Mubarak.

Oscar
Gianni Soria



La Lettera di dimissioni denuncia di Luigi Zingales:

Mie dimissioni da Fare per Fermare il Declino

E’ con una disperazione profonda che ho rassegnato le mie dimissioni da Fare per Fermare il Declino. Dopo aver avvisato i vertici ieri, lo faccio oggi in modo pubblico, perché ho trascinato molte persone in questo movimento e mi sento in dovere di spiegare loro le ragioni della mia scelta. Io credo nella trasparenza, anche in queste scelte.

Non mi dimetto certo perché sono in disaccordo con le proposte di Fare. Sono fiero della campagna elettorale che è stata fatta e ringrazio Oscar Giannino, Michele Boldrin, e tutti quanti per l’enorme sforzo che vi hanno dedicato. Credo fermamente nelle idee che abbiamo portato avanti insieme. Ma ho sempre pensato che anche le idee più sane abbiano bisogno di gambe sane. Finora, con tutte le difficoltà e tutti gli errori di un movimento nato in fretta, Fare aveva realizzato un piccolo miracolo, selezionando per lo più liste di persone brave e pulite. Grazie alla difficoltà della battaglia solitaria, gli arrivisti si erano concentrati principalmente altrove.

Ma scegliere persone brave non basta. Per cambiare l’Italia c’è bisogno anche di rigore nel metodo: onestà, trasparenza, ed accountability, che significa che tutti, a qualsiasi livello, devono rendere conto agli altri del proprio operato. Purtroppo negli ultimi giorni mi sono reso conto che questi tre principi non sempre si applicano al vertice di Fare. Dopo aver provato, per quattro giorni, a fare di tutto per cambiare le cose, non mi resta che una via di uscita: dimettermi.

I fatti sono i seguenti. Quattro giorni fa, per caso, ho scoperto che Oscar Giannino ha mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un Master alla mia università
(http://tinyurl.com/bksptrf) anche se non era vero. Anche la sua biografia presso l’Istituto Bruno Leoni ora prontamente rimossa (http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?Codice=0000002280&level1=2165&nome=Oscar+Giannino ) riportava credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false. Questo è un fatto grave, soprattutto per un partito che predica la meritocrazia, la trasparenza, e l’onestà. Ciononostante, il fatto per me ancora più grave è come questo brutto episodio è stato gestito. In una organizzazione che predica meritocrazia, trasparenza, ed onestà, la prima reazione avrebbe dovuta essere una spiegazione di Giannino ai dirigenti del partito, seguita da un chiarimento al pubblico. Invece Oscar si è rifiutato, nonostante io glielo abbia chiesto in ginocchio.

In un’Italia in cui ogni giorno un amministratore delegato o un politico finiscono in galera per corruzione, una bugia in televisione può sembrare un errore veniale. Per me non lo è: rompe il rapporto fiduciario tra cittadini e rappresentanti politici. Gli italiani sono alla disperata ricerca di leader politici di cui potersi fidare. Ma come possono fidarsi di un candidato leader che mente sulle proprie credenziali accademiche? In aggiunta, tollerare queste falsità mina alla base la credibilità di un movimento. Nessuna organizzazione e nessun partito possono essere completamente esenti dal rischio di disonestà e corruzione. L’unico modo per proteggersi è una politica di tolleranza zero che cominci fin dai vertici. In questo caso, purtroppo, Fare ha fallito.

Per fortuna Fare non è solo Oscar Giannino. Ci sono decine di migliaia di attivisti fantastici che stanno lavorando sodo per cambiare l’Italia. Il mio cuore è con loro. Fare rimane la proposta politica migliore in questo momento molto difficile. Per questo voterò Fare. Ma, lo farò turandomi il naso, come il meno peggio, non con la passione con cui finora avevo abbracciato questo progetto.

Mi auguro che dopo le elezioni Fare si trasformi, come promesso, in un partito democratico, in cui tutti, a cominciare dal leader, siano accountable delle loro azioni e ci sia tolleranza zero per certi atteggiamenti. Solo così Fare potrà evitare di degenerare nel solito marciume politico italiano. Anche la Lega e Forza Italia erano cominciate con grandi ideali: guardate come sono finite. Speriamo che a Fare non tocchi la stessa sorte.


Tiziano Riverso


La risposta di Oscar Giannino

Lettera aperta a tutti gli aderenti, simpatizzanti e potenziali elettori di Fare per fermare il declino
Pubblicato: Mar, 19/02/2013 - 17:45 • da: Oscar Giannino

Nella condizione di lesa credibilità nella quale mi sono da ieri venuto a trovare, ho ritenuto fin da ieri sera doveroso convocare il nostro unico organo politico, la Direzione. Mancano pochi giorni al voto, ormai prossimi a un grande successo. Ma tutto ciò che per il successo della nostra causa ho messo in discussione della mia vita privata e professionale, mi impone di anteporre la più piena coerenza del nostro movimento a qualunque difesa prioritaria di ciò che ho fatto sotto gli occhi di tutti in Italia per trent’anni, senza mai una sola volta spendere titoli o credenziali che non ho per candidarmi o ottenere cariche, incarichi, pubblicamente o privatamente retribuiti.

Ogni possibile equivoco in materia è un errore del quale mi sono assunto la piena responsabilità, e intendo ancora scusarmi con ciascuno di voi.

Per questo il nostro unico organo politico, la Direzione, domani esaminerà e deciderà in piena libertà tutto ciò che è necessario, vista la condizione nella quale ci troviamo, per rendere forza raddoppiata al nostro sforzo finale. Quando dico “tutto il necessario”, come ho già detto alla stampa, è compresa naturalmente sia la mia disponibilità a continuare a svolgere fino in fondo la funzione attribuitami di Presidente e candidato, quanto, all’opposto, a rinunciare a tutto e al seggio se eletto. Nelle prossime ore, chiedo ai fattivi di esprimere ai membri di direzione come la pensate in materia.

Quanto abbiamo fatto in poche settimane nell’intera Italia non ha precedenti nella storia della politica. E deve andare al successo fin da questa prima tornata elettorale. E’ e resta a nostra portata di mano. Tutti a spingere per il quorum!

Oscar Giannino

Tiziano Riverso


Chicago Boys
Krancic

Bruno Bozzetto per Fare - per Fermare il Declino:



  L’AMACA
MICHELE SERRA
________________________________________
È proprio vero che ci sono due Italie; e non è la classica discriminante ideologica destra/sinistra a scavare il solco. Oscar Giannino, che non è certo di sinistra, è una persona etica: accusato di avere bluffato sui suoi titoli di studio, ha rimesso al proprio partito Fare (del quale è fondatore e leader) ogni decisione in merito a sue eventuali dimissioni. Così come è ovvio nelle democrazie europee, mentire è considerato grave; così grave da poter compromettere una carriera politica. Inevitabile pensare (e veniamo all’altra Italia) all’ininterrotto rosario di bugie che hanno segnato la storia di Berlusconi. Per lui le bugie sono state i gradini di una scala: lo hanno portato in alto. È stato sbugiardato infinite volte, su tutto, anche su ridicole millanterie circa suoi fantomatici studi alla Sorbona. Ma a chi lo affianca in politica, a chi lavora per lui, infine, ahimé, a chi lo vota, che B. sia un mentitore seriale non importa nulla. È l’altra Italia, quella delle cui scelte portiamo tutti il peso e l’imbarazzo. La stessa Italia, per fare un esempio infimo ma significativo, che l’altro giorno proponeva ai lettori di Libero il seguente “sondaggio” online: “Secondo voi Giannino si veste come un clown del circo?”. Loro se lo meritano, Berlusconi.
 (20/02/2013 fonte)

‎#Anagrammi - OSCAR GIANNINO = OSO' INGANNARCI


PORTOS / Franco Portinari


masterizzato
Nico Pillinini


Piscitelli


Oscar
Giannino. E la Lombardia, uhm. Ma è pur vero quello che scrive oggi Michele Serra.
Mauro Biani



Morte agli zingales
Krancic


Khamard


Autogol
Puglia


Dubbi
Tomas



Mannelli



la vera falsa storia del Avv. Prof. Dott Oscar Giannino http://t.co/EsyIoOUrtN @Marxisti


 Nota: ieri Giannino ha lasciato la guida del partito all'avvocato Silvia Enrico.

 "Dimissioni irrevocabili da presidente in Direzione - aveva 'twittato' Giannino mentre il vertice era ancora in corso -. I danni su di me per inoffensive ma gravi balle private non devono nuocere a @Fare2013!"

L' opinione di un simpatizzante:
" Il titolo di studio non ha la benchè minima importanza, secondo me. Ci sono persone affidabilissime e oneste senza laurea ed emeriti ladri imbecilli plurititolati. Giannino è solo uno che non disdegna di apparire, oltre che essere. E' una debolezza che lo mette, oggi, in difficoltà."
http://www.fermareildeclino.it/


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