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lunedì 16 febbraio 2015

L'Italia precipita al 73esimo posto nella classifica sulla libertà di stampa.

2015 World Press Freedom Index
L'Italia precipita al 73esimo posto nella classifica sulla libertà di stampa.

© Ann Telnaes (Etats-Unis)


© Tiziano Riverso







RSF Reporter Senza Futuro e (Contras)segni della libertà d’informazione


Quando ogni anno Reporter Senza Frontiere consegna l’indice della libertà d’informazione, quel dito lo sento puntato minacciosamente perciò sto qualche secondo in apnea, ma questa volta è un violento pugno. Su 180 Paesi monitorati nel mondo, siamo al 73esimo posto, scesi in un anno di 24 posizioni, collocati tra Moldavia e Nicaragua (!). Per esempio l’Estonia è al decimo, il Ghana al 22esimo, la Namibia è 17esima… Le principali infamanti ragioni: verso i cronisti 43 aggressioni fisiche9 attentati incendiari a beni personali129 cause per diffamazione “immotivate” intentate per lo più dai politici in pesantissimo afrore di censura. Tra gli “agenti non statali” è la mafia a controllare e minare la nostra Informazione allo stesso modo in cui Isis e cartelli della droga la controllano e la minano in quei paesi là
Altro che Je suis (intanto la Francia guadagna un posto collocandosi a 38).  “Che cosa siamo noi?!” meglio sarebbe chiederci ogni giorno a mo’ di catartica riflessione: sarebbe meno umiliante che esistere di vile blablologia.
Mi allevierebbe un poco sapere che il nostro ministro delle Comunicazioni condivide pur solo la metà delle mie amarezza, vergogna, rabbia, disonore. Ma noi non l’abbiamo neppure il ministro, pur essendo l’Informazione tra i fondamentali beni di Nazione in Stato di Diritto. Lo Renzi il munifico ha incaricato (il bravo giornalista) Antonello Giacomelli quale sottosegretario del ministero dello Sviluppo Economico con delega alle comunicazioni.
L’Informazione noi, oltre che la releghiamo, infatti la deleghiamo.
14 febbraio 2015





by Fadi Abou Hassan ‎



***


http://fr.rsf.org/
L'Italia precipita al 73esimo posto nell'Index sulla libertà di stampa

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NOTA:

Da 100 Dessin de cartooning for peace pour la liberté de la presse

© Mix & Remix (Svizzera)


© Plantu (Francia)


© Cotè (Canada)




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Disegni per il 3 maggio, giorno mondiale per la libertà della stampa.



venerdì 9 gennaio 2015

Quelches dessin de collegues. Je suis Charlie.

Dal blog di Bado (Guy Badeaux)

Les dessinateurs pleurent leurs collègues de « Charlie Hebdo »

La profession s'est ralliée pour dénoncer l'attentat commis dans les locaux de « Charlie Hebdo » hier.



On peut rever. Je suis Charlie*
Bado (Canada)



martedì 16 dicembre 2014

Ebola

Time ha nominato personaggio dell'anno 2014 "The Ebola Fighters"


The Choice

They risked and persisted, sacrificed and saved. Editor Nancy Gibbs explains why the Ebola Fighters are TIME's choice for Person of the Year 2014
Dec. 10, 2014

By Nancy Gibbs
Not the glittering weapon fights the fight, says the proverb, but rather the hero’s heart.
Maybe this is true in any battle; it is surely true of a war that is waged with bleach and a prayer.
For decades, Ebola haunted rural African villages like some mythic monster that every few years rose to demand a human sacrifice and then returned to its cave. It reached the West only in nightmare form, a Hollywood horror that makes eyes bleed and organs dissolve and doctors despair because they have no cure.
But 2014 is the year an outbreak turned into an epidemic, powered by the very progress that has paved roads and raised cities and lifted millions out of poverty. This time it reached crowded slums in Liberia, Guinea and Sierra Leone; it traveled to Nigeria and Mali, to Spain, Germany and the U.S. It struck doctors and nurses in unprecedented numbers, wiping out a public-health infrastructure that was weak in the first place. One August day in Liberia, six pregnant women lost their babies when hospitals couldn’t admit them for complications. Anyone willing to treat Ebola victims ran the risk of becoming one.[...]
...  eccovi alcune delle tante vignette sull'ebola:

domenica 9 novembre 2014

25 anniversario della caduta del muro di Berlino

25 anniversary of the fall of Berlin Wall

UN NUOVO MURO DIVIDE L'EUROPA
A 25 anni dalla caduta del muro di Berlino, che ha generato la riunificazione della Germania, i contrasti sull'EURO rischiano di causare il fallimento della UE.
(votabile su CARTOONMOVEMENT)

Gianfranco Uber


Tiziano Riverso



Stephff art



Andrè Philippe Cotè

La caduta dei muri
Mauro Biani




NON CI SONO PIU' I MURI DI UNA VOLTA
Una sola cosa è crollata in Germania
e tutti ancora ne parlano,
a distanza di un quarto di secolo.
Situazione alquanto differente da quella italiana,
dove fa scalpore solo quello
che ancora rimane in piedi.Roberto Mangosi



25° anniversario dalla caduta del muro di Berlino.
GLMart


Alfio Leotta
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