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domenica 23 gennaio 2022

La Settimana Enigmistica compie novant'anni

Auguri Cara Settimana Enigmistica!
e GRAZIE se sono qui a scrivere su questo blog è anche merito Tuo!!!


 
Se nella storia del nostro Paese c'è una cosa sicura e inamovibile, che culturalmente e politicamente unisce tutti (tranne il rebus del Quirinale...) questa è la Settimana Enigmistica, che proprio oggi compie 90 anni! Auguri.
Molti anni fa mi ha ispirato questo disegno.
Marco De Angelis




Riflessioni a ridosso del 23/1/22: in sintesi, GRAZIE
Oggi, in questa serata ormai al confine con la notte, voglio ringraziarvi.
Voglio ringraziare tutti per le belle parole che avete avuto verso la Settimana Enigmistica, che domani compirà ufficialmente i suoi 90 anni. Lo faccio a nome di tutta la redazione e di tutti i nostri collaboratori. I vostri auguri, le cento testimonianze di come la rivista sia "di famiglia" sono uno stimolo in più a cercare di dare il meglio di noi, ogni giorno. 
Sono entrato in redazione il giorno 1 ottobre del 1982 (per me un primo giorno di scuola), dunque quest'anno saranno 40 anni che lavoro per la rivista, e mi sembra una specie di sogno a cui ancora non voglio credere: ma come, è già passato tutto questo tempo? Quando sono arrivato in redazione la Settimana aveva appena compiuto 50 anni, per me -allora ventitreenne- sembrava un'età già venerabile, adulta, l'età in cui tutto si è già compiuto e stabilito. Il tempo si è incaricato di mostrarmi che non era per niente così. 
A lavoro tutto è cambiato, ricordo ancora quando usai per la prima volta il termine compact disc, e per dimostrare che esisteva mi toccò scendere al negozio di dischi sotto, prenderne uno, portarlo su e mostrarlo, nessun vocabolario ancora registrava la voce. Ora, i cd sono quasi tramontati. Il primo fax che acquistammo... ora lo si usa così sporadicamente. 
E poi, c'era Brighenti, il mio maestro preferito. C'era Bruno Bozzoli, così paziente, uno zio benigno e sorridente sempre chino sui suoi fogli, le mangiate di tortellini a casa sua e le vacanze insieme con la sua famiglia. E Attilio Ghilardi, entusiasta, gioviale. C'era mio papà, che con la coda dell'occhio mi lasciava crescere e a ogni gioco che gli sottoponevo trovava sempre una magagnetta "perché al posto di questa vocale un po' stupidina non provi a mettere una j? Non vedi come ti aiuta?" e io a bocca aperta, mi aveva fregato ancora una volta. 
Mille cose sono cambiate, ora abbiamo giochi che i nostri maestri non videro, la Sinfonia, i Triplici, il Rompicapo Incernierato, gli Insuperabili, e tanti altri. E in quei giochi c'è stato sempre il mio zampino, che cosa strana: sono tutti venuti così, naturali, come se fossero figli del tempo che passava. Sono cambiate tante cose, il linguaggio, il modo di disegnare, il modo di concepire l'impaginazione della rivista. Una cosa bella, che mi affascina, è che tante voci hanno detto la loro, hanno partecipato a questa continua trasformazione per cui la rivista sembra sempre la stessa ma cambia, oh se cambia, e lo fa costantemente.
Dunque questa volta sono io che ringrazio, con profonda riconoscenza, il mio direttore ed editore che mi ha permesso di crescere così e con cui ho l'onore di costituire un tandem alimentato da affetto e grandissimo rispetto. Ringrazio tutti i nostri redattori, il nostro gruppo perché senza di loro io sarei un microbo. Ringrazio tutti i collaboratori esterni appassionati e insostituibili. Ringrazio la vita che mi sta permettendo di vivere questa avventura fantastica, impegnativa, divertente, sempre capace di sorprendermi.
Infine, ringrazio tutti coloro che ci leggono e ci risolvono, ringrazio voi carissimi amici. senza di voi non saremmo arrivati a questo incredibile traguardo. Grazie.
Tenendoci per mano, verso il futuro, insieme.

Alessandro Bartezzaghi




lunedì 22 febbraio 2021

Maria Ghezzi, la signora dei Rebus

 Da poche ore ci ha abbandonato una donna speciale, elegante e di grande talento. Si chiamava Maria Ghezzi ed ha disegnato tantissimi rebus per La Settimana Enigmistica. Era moglie di Giancarlo Brighenti, il papà del rebus moderno che sulle nostre pagine ha conosciuto -grazie a loro- uno sviluppo meraviglioso. Insieme formavano una coppia spettacolare, affabile, di gusti raffinati, affiatati come non si può immaginare. Ho sempre coltivato il pensiero che in un vecchio rebus lei si sia ritratta così, all'apice della sua bellezza e gioventù. 

E spero tanto che Giancarlo sia sceso quaggiù ad aspettarla, oggi, e insieme stiano già correndo, mano nella mano, raccontandosi mille cose, finalmente riuniti, in un grande prato senza pensieri, pieno di are, osti, avi...

Riposa in pace, Maria. Ti abbiamo voluto bene.

Alessandro Bartezzaghi

Il Ritratto
Il volto di donna disegnato da Maria Ghezzi per un rebus di Piero Bartezzaghi sulla Settimana Enigmistica 1952 elaborazione del catalogo "Ah che rebus!" Mazzotti 2010
Soluzione Bambole manierose.
Accanto l'autrice in una foto degli anni Cinquanta.


 Alla vigilia del 94° compleanno se n'è andata Maria Ghezzi, conosciuta nel mondo enigmistico come la Brighella. Nata a Bresso il 22 febbraio 1927, aveva iniziato nel 1952 a disegnare rebus per "La settimana enigmistica", contribuendo moltissimo con la sua bravura alla diffusione e al rinnovamento del rebus voluti dal marito Giancarlo (in arte Briga).
Ser Viligelmo/Silvano Rocchi


La signora dei Rebus

Il suo nome lo conoscono in pochi, ma i suoi disegni fanno parte del patrimonio di immagini dell' Italia degli ultimi sessant' anni. Chi abbia dato almeno un' occhiata alla Settimana enigmistica (di cui a gennaio sono stati ricordati gli ottant' anni anni dalla fondazione) ha visto le sue opere riprodotte: sono le vignette dei rebus. Dietro quei disegni c' è la sua mano, il tratto inconfondibile di Maria Ghezzi Brighenti, nata a Bresso nel 1927, che proprio in questi giorni festeggia anche lei il suo compleanno. Nella sua casa milanese, rebus non se ne vedono. Quadri alle pareti e sui mobili, nei punti più luminosi, una collezione di sassi di arenaria modellati. Bisogna entrare nello studio per trovare boccette d' inchiostro e pennini, gli strumenti, mai cambiati, del suo lavoro. «Quanti rebus ho disegnato? Non ho mica tenuto il conto! In tanti anni, settimana dopo settimana, ne avrò disegnate decine di migliaia. È stato un lavoro continuo, che ha occupato completamente la mia vita». Una carriera tanto prolifica quanto singolare, in cui il disegno è al servizio di un gioco. «Ho sempre avuto inclinazione per il disegno e negli anni Quaranta ho frequentato il liceo artistico dell' Accademia di Brera. Ricordo bene il pittore Gianfilippo Usellini, le lezioni di storia dell' arte di Guido Ballo e, fra i compagni, Dario Fo. Per guadagnare in quegli anni realizzavo figurini di moda e decorazioni per interni. Ma dipingevo anche e ho esposto - nel ' 46 o ' 47 - alla Taverna del Gatto Nero in via Senato, un locale animato da Walter Pozzi. I rebus non avevo ancora idea di cosa fossero». Bisogna arrivare al 1951 perché questo gioco incroci la sua strada. Nell' estate di quell' anno Maria partecipa, con diverse tele, al Premio Bolzano per le pittrici italiane, nella cui giuria c' è anche Palma Bucarelli, direttrice della Galleria d' arte moderna di Roma. La svolta della carriera (e della vita) di Maria però non arriva da quella mostra, ma dall' incontro fortuito, lì sulle Dolomiti, con Giancarlo Brighenti, responsabile dei giochi illustrati della Settimana enigmistica, che diverrà suo marito. È Brighenti (pseudonimo Briga) a introdurre Maria (nome d' arte la Brighella) nel mondo dei rebus, convincendola a dirottare le sue capacità artistiche dai colori alla sintesi del bianco e nero, dalle tele al cartoncino. Edè grazie al sodalizio di questa coppia- una vera simbiosi fra parole e immagini - che si afferma lo stile del rebus moderno in Italia. Le innovazioni che Brighenti porta nel gioco prendono vita grazie alla maestria grafica di Maria: la precisione realistica dei dettagli si coniuga con l' effetto interrogante dell' insieme, rendendo leggibili le situazioni più strane, interstiziali, assurde,a ricordare che nell' origine della parola ci sono le cose (dal latino res ), ma anche il rovescio, lo scherzo e il sogno. «Da quando ho cominciato a lavorare in questo campo non ho avuto più tempo per la pittura». Maria guarda un suo dipinto a olio, un gruppo espressivo e materico di figure, molto lontano per stile e tecnica dalla sua produzione grafica. «Non ho avuto più tempo per dipingere perché disegnare rebus è impegnativo. Bisogna comporre una scena, con interni ed esterni, in cui sistemare figure e lettere - e guai a sbagliare un dettaglio. Mi sono dovuta documentare su piante, animali, carte geografiche, strumenti di tutti i tipi, come se avessi lavorato in un' enciclopedia illustrata. È di grande importanza poi che il solutore incontri con ordine, da sinistra a destra, le figure e le lettere che portano alla soluzione: in fondo, è come progettare una scenografia». Una scenografia, una doppia messa in scena della lettura, in cui il disegno non illustra il significato della frase da scoprire, ma le immagini presenti nella sequenza di parole che la compongono. Non per niente nella storia di questo gioco, strettamente legato alla lingua in cui si nomina il visibile, si trovano i trattati di scrittura, le cifre figurate di Leonardo e gli enigmi visivi di Lorenzo Lotto, i ventagli con frasi d' amore e i fogli volanti con messaggi politici. Un percorso nella storia del rebus italiano, dai primi esempi fino alle enigmatiche azioni teatrali di Fanny & Alexander, è stato proposto in una mostra - in cui erano esposte anche molte tavole originali di Maria - presso l' Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (catalogo Mazzotta 2010). Mentre parla, Maria sfoglia degli album dove sua madre ha raccolto una piccola parte dei rebus pubblicati. Passano sotto gli occhi immagini familiari e bizzarre, fatte di piazze quasi metafisiche, di accostamenti talvolta surreali, di orti, rivi, reti e di tante altre cose dal nome bisillabo, utili per decifrare le frasi risolutive. «Alcune sono facili, basta leggere le immagini una dopo l' altra; altre volte bisogna interpretare un contesto, il bambino che mente, l' uomo che osa. Nessun dettaglioè mai superfluo». Che la soluzione sia facile o no, in questi disegni si ripetono scene riconoscibili con esattezza, immerse in un tempo fermo, che non hanno mancato di affascinare anche gli artisti. Quando negli anni Sessanta i pittori del pop italiano Renato Mambor e Tano Festa hanno esplorato il deposito d' immagini dell' editoria di massa, si sono soffermati anche sui rebus. Dettagli sono stati prelevati e rielaborati con accostamenti stranianti, cancellature e colori industriali, con effetti di grande bellezza e senza pensare mai a chi fosse l' autore dei disegni. Quell' autore, non c' è bisogno di dirlo, era Maria Ghezzi. Rintracciati grazie alla collaborazione fra l' esperto di enigmistica Tiberino e la storica dell' arte Ada De Pirro, i disegni che hanno ispirato tante opere suscitano una domanda. Ma l' autore dei disegniè l' autore del rebus? «Per tradizione enigmistica- spiega Maria - l' autore è chi inventa la frase. Come autrice di frasi, anch' io ho firmato dei rebus, ma come disegnatrice il mio nome è comparso di rado e solo nei primi tempi». Per osservare tutti i rebus disegnati da Maria ci vorrebbero anni. Per lei, ogni vignetta è legata a un ricordo insieme familiare e professionale. «Il mio studio è la mia casa. Ho sempre disegnato nella mia stanza, usando solo l' inchiostro di china e il pennino, che permette di modulare le linee di contorno e i tratteggi e di scrivere con precisione le lettere». Sei suoi disegni, riprodotti in piccolo sul settimanale, hanno già un grande fascino («I disegni di Maria hanno arricchito la mia visione di nostalgia e di mistero», parole del pittore Sergio Ceccotti), gli originali, di dimensioni maggiori, sono esempi di grafica di alta qualità, nitidi e ariosi. Sconosciuti al circuito di mostre e mercato, notissimi nella loro versione ridotta e riprodotta. Ancora oggi, con tratto fermo e chiaro, Maria continua a fare rebus. E mentre ci salutiamo, mi mostra l' ultimo: «L' ho fatto dopo aver letto I pesci non chiudono gli occhi di Erri De Luca. In una pagina è descritto un rebus la cui soluzione è "Quando l' amore manca la volontà non basta". Ho provato a disegnarlo». È un rebus inventato da De Luca, in omaggio a un gioco che piacque a sua madre e a lui ragazzino come, in quegli anni Sessanta, a tanti lettori italiani che nei "giornaletti enigmistici" si incantavano e si arrovellavano sui rebus disegnati da lei, da Maria Ghezzi, la Brighella. 

©Antonella Sbrilli (18/3/2012)


Il concorso a suo nome

Nata a Bresso (Milano) il 23 febbraio 1927, dopo gli studi presso il liceo artistico dell'Accademia di Brera a Milano, Maria Ghezzi iniziò l'attività di pittrice, disegnatrice di figurini di moda e decoratrice d'interni. L'incontro con l'enigmista Brighenti (pseudonimo Briga) la orienta dagli anni '50 verso il disegno del rebus. Da allora, fino al pensionamento, si è dedicata al disegno delle vignette e di altri giochi enigmistici illustrati (frasi polidescritte, «Il signor Brando»). In suo onore, si svolge annualmente un concorso di invenzione rebussistica, basato su un suo disegno originale (Concorso «La Brighella»).

Ghezzi è considerata l'illustratrice che ha stabilito lo standard visivo del rebus italiano, a partire dal primo rebus che ha disegnato nel 1952 (l'autore era Gian Carlo Brighenti, il capo della sezione rebus della «Settimana Enigmistica»). Alle caratteristiche principali del rebus stabilite da Brighenti - «originalità della trovata e coerenza delle parti del gioco», «bellezza e contenuto della soluzione» - il tratto preciso e funzionale di Maria Ghezzi aggiunse la qualità dell'«illustrazione artistica». Maria Ghezzi ha prodotto - nella sua lunga e prolifica carriera - decine di migliaia di disegni, realizzati a china. Alcuni originali sono stati esposti alla mostra «Ah che rebus!, Cinque secoli di enigmi fra arte e gioco in Italia» (Roma, 2010-11).



Tutti voi che vi dilettate di Enigmistica, anche se non lo sapete, conoscete l’arzilla signora che in questa foto mi fa l’onore di apprezzare un mio disegno: è Maria Ghezzi Brighenti “La Brighella”, colei che ha dato l’impronta grafica a quello stupendo gioco che è il Rebus!

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Il suo stile è assolutamente impagabile e mescola un tratto realistico “morbido” con una composizione che – proprio in virtù delle caratteristiche del rebus – si tinge di una lieve tinta di surreale follia. Ari, pie, avi e ile convivono nelle sue immagini con una naturalezza e una magia assolutamente impagabili!

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Oggi ho appreso che la Brighella ci ha lasciati per riunirsi al marito, il mitico Briga, in qualche oltremondano Altrove dove ( mi piace immaginarla così ) faranno diventar pazzi santi e arcangeli con i loro fantastici enigmi!

Moise



Maria Ghezzi

Strada di Nicosia

autore della frase Briga

china su carta

proprietà “La Settimana Enigmistica”, pubblicato nel giugno 1968

La soluzione si ottiene osservando che la S si trova tra dadini, così la A


La soluzione:  VA si dice mento = vasi di cemento 


Il mondo dell'Enigmistica è ancora in lutto: è scomparsa La Brighella. Chi frequenta il nostro mondo da anni, conosce benissimo la sua straordinaria bravura di disegnatrice. Maria Ghezzi, compagna da una vita di Briga, ci ha donato migliaia di illustrazioni che alla fine sono diventate patrimonio di noi tutti e ha creato lo standard ideale di come dare vita alle fantasie degli ideatori di rebus. A chi invece è approdato da poco in Enigmistica consiglio di soffermarsi maggiormente sui suoi fantastici disegni, cantati anche da Paolo Conte e magistralmente studiati da Enrico Viceconte nel suo articolo "Appunti sull'immagine nel rebus" (che potete leggere qui: http://www.lasibilla.net/.../appunti-sullimmagine-nel-rebus/ ). Saluto con grande rimpianto questa nostra grande Amica ed Artista.

Guido Iazzetta /Samlet




Un rebus di Brighella: Anita Garibaldi

La soluzione (due parole rispettivamente di 6 e 9 lettere) è «eroina spacciata».

Fonte: Pietro Ichino per il Corriere. Il rebus è stato pubblicato solo sulla Sibilla.



Devo purtroppo comunicare un’altra gravissima perdita, che ci colpisce in modo particolare perché era una figura molto amata ed ammirata da tutti noi, giovani e meno giovani: La Brighella.

Maria Ghezzi Brighenti, a distanza di vent’anni, si ricongiunge così al suo Giancarlo, il nostro indimenticabile Briga, assieme al quale ha “contribuito a costruire e consolidare lo stile e i canoni del rebus moderno”.

Essa stessa autrice di rebus, dal 1952 ha prodotto migliaia di vignette di alto livello grafico e compositivo, con uno stile e una maestria che rimarranno inimitabili.

Ha scritto La Sibilla: “Il rebus per antonomasia è quello disegnato da lei". Nel 1986 le è stato attribuito il "Trofeo ARI". Fino a pochissimi anni fa ha voluto essere con noi alle Feste della B.E.I., a cui era particolarmente vicina anche per le origini ‘campogallianesi’ di Briga. Grazie di tutto, Brighella!

Pippo / Giuseppe Riva




Il terzo lato di Briga 



Con la scomparsa di Maria Ghezzi l’enigmistica e l’arte del l’illustrazione perdono una protagonista raffinata, garbata, dal tratto chiaro e sicuro, capace di coniugare la precisione e la cura dei particolari al costante rispetto dell’autore e del solutore del rebus, a servizio del quale ella per tutta la vita ha votato il proprio sconfinato talento. Grazie Maria, maestra ineguagliabile e splendida donna, per tutto ciò che ci hai dato entrando ogni settimana nelle case di tutti come un’amica fidata e gentile che si conosce da sempre.
Velvet (Francesca Pizzimenti)



Per chi, come noi, sin da ragazzi, è cresciuto a pane e rebus (della Settimana) i suoi disegni rappresentavano il rebus nella sua dimensione più sognante e magica. Quante volte abbiamo immaginato di camminarci dentro. Ciao, Maria. Per te solo amore e tanta gratitudine.
Pasticca / Riccardo Benucci




 Per noi della vecchia generazione, ecco un'altra perdita che ci strazia nel profondo del cuore. Non c'è stato abbastanza tempo per prendere coscienza della dipartita del fraterno amico Tiberino che ci giunge la terribile notizia della scomparsa della nostra cara Brighella portandosi con se il suo radioso sorriso la sua amicizia e la sua Arte. A me, che l'ho conosciuta da almeno cinquant'anni e a tutti coloro che hanno avuto la fortuna di averla conosciuta, non rimane che la consolazione di fare tesoro di quello che ci ha lasciato e ringraziarla per le gioie che ci ha  procurato con le sue artistiche illustrazioni.
(Lionello)



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Grazie Brighella, è stato un piacere ammirare i tuoi tantissimi rebus.
Condoglianze alla famiglia.
Fany

venerdì 21 luglio 2017

Ae...aevacuation...



Ae...aevacuation...

Eravamo proprio str...ani
aggrappati alla scialuppa
enigmisti un po' marziani
un miscuglio...una zuppa.

Penzoloni sopra a un ciglio…
aspettando lo sciacquone
che disgorga con cipiglio
ciò che là sembrò marrone.

Ma si sa che è buffa storia
quella dell'evacuazione
che con sforzo non riesce
manco se si usa il cannone.

Un confetto? Qualche prugna?
La ventosa parve troppo!
Fu pur ardua questa pugna
con lo str...ano, sì, malloppo.

Forse il software, intasato,
non riusciva a liberare
un archivio assai affollato...
troppo grosso da gettare.

Certo urgeva un intervento
per estinguer la fiumara,
quindi adesso passo e chiudo:
...tutto scorre col Niagara!!!

Laura Neri.



Nota:
Il forum della sfida su AE era morto da tempo certo ma ora lo hanno anche sepolto! triste oggi 19 luglio 2017 aprire Edi...peggio e vedere tutto il resto sparito definitivamente.

  Naturalmente AEnigmatica non si ferma e continuerà a proporvi giochi (sia d'antologia che nuovi) con cadenza quotidiana, oltre al consueto appuntamento a premi con il Gioco della Settimana ogni martedì.

Ma è con grande rammarico che Fany  e Laurina lo salutano, e perdonateci il satirico sfogo
tanto ormai, sanno che razza di "lavativi" (per restare in tema) siamo...


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L'elogio del forum di Aenigmatica

lunedì 13 aprile 2015

Buduàr 24


COPERTINA DI UGO SAJINI
Diamo i numeri.
Ognuno di noi, sicuramente, ha un amico o conoscente esperto di Cabala e numeri. Il mio, l’altro giorno, durante una conversazione sul più e il meno, ha scoperto che Buduàr raggiungeva il numero 24: “nella cabalistica è il numero degli scandali, dei piaceri infimi e del libertinaggio.
Ho sorriso di circostanza, tanto per non far sembrare troppo che la cosa poco m’importava.
Il ragionamento sui numeri, comunque mi ha portato a curiosare sul nostro giornale, girando per le pagine che in questi anni abbiamo pubblicato ed ho fatto una scoperta che voglio condividere: in 24 numeri abbiamo pubblicato quasi SEIMILA pagine di umorismo e storia dell’umorismo a livelli altissimi. 5990 per la precisione.
Il mio amico, interpellato, non ha saputo darmi alcuna interpretazione “cabalistica”, ma ha aggiunto: siete pazzi!
Forse ha ragione lui.
Alessandro Prevosto
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E' anche possibile sfogliare clikkando col mouse o usando il dito (su palmari e smartphone) e trascinando la pagina a destra, sinistra o in basso.

gli autori

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Ps: c'è uno special, tra le mille cose pubblicate nelle 122 pagine, dedicato a Bort, Mario Bortolato, autore tanto amato tra gli amici enigmisti. Eccovi un'anticipazione.


sabato 13 dicembre 2014

Bort l'autore di “Le ultime parole famose” della Settimana Enigmistica




“Le ultime parole famose”: il decano della Settimana Enigmistica racconta l’Italia in 50 anni di vignette
Cominciò da ragazzo autodidatta con un disegno sul generale Badoglio e ora, alle soglie dei 90 anni, è in cerca di nuova ispirazione per vincere la solitudine e la noia
12/12/2014
miriam massone
alessandria
Da 50 anni l’appuntamento è sempre nello stesso posto: in basso a destra, pagina 43. Lì l’enigmista compulsivo sa che può concedersi una sosta dalle parole crociate e guardare dal buco della serratura la vita di una famiglia media. La cornice è quella delle «Ultime parole famose», un’«istituzione» della Settimana Enigmistica, anche ora che di parole l’autore non ne ha più: «Sono d’archivio quelle vignette ormai, da un po’ ho smesso: ero stanco, mi cominciava a infastidire se mi ritoccavano il disegno. D’accordo la correzione sulla battuta, ma perché mai togliere il cappello al mio Bort?». Mario Bortolato, in arte «Bort», nato in Veneto ma alessandrino da sempre, è un pezzo di storia dell’editoria italiana: 89 anni, 20mila vignette in curriculum, pessimista come solo gli artisti della risata sanno essere. L’ironia la consuma tutta nei suoi tratti, matita e china, tratteggi, retinature, collage. Mai polemico e mai politico: «E’ molto più difficile l’umorismo rispetto alla satira: che ci vuole a far ridere parlando di Brunetta?». Più arduo trovare lo spunto invece su signor «Bort» (quello delle vignette) e consorte.



La mitica vignetta

Un filo di pancia, camicia e cravatta, un po’ maldestro ma simpatico, semplice ma fulminante nei commenti, se fosse un film sarebbe un personaggio di Carlo Verdone: è l’italiano medio. Coprotagonisti, la moglie, gonna al ginocchio e capelli raccolti, i figli, la suocera - «Quella che vorresti sempre buttare dalla finestra ma poi non la butti mai» - e il cane. «Le ultime parole famose» ricalcano la vera famiglia di Mario Bortolaso che, tra l’altro, è anche «nonno d’arte»: suo nipote è il noto tennista Matteo Donati. «Sono autodidatta, cominciai da ragazzo con una vignetta su Badoglio e non ho mai smesso, nemmeno dopo la laurea in Giurisprudenza e quando trovai lavoro all’Inps. Ero affascinato dal mondo delle redazioni». Le prime collaborazioni sono con Marc’Aurelio, Notes, Grazia, poi Famiglia Cristiana, Millelibri, Domenica quiz, Intrepido, Monello (qui disegnava Teo, un «giamburrasca» anni Settanta). Lo notano, apprezzano, ricercano. Così nel 1963 entra nella «Disegnatori riuniti» assieme ai big del settore: «E grazie a loro sono arrivato alla Settimana Enigmistica», con una parentesi pure come autore di programmi tv, da L’Altra Domenica a Drive In. La battuta nasce per caso, guardando la tv, nella sua casa al rione Pista, passeggiando, o al supermercato. E viene sempre prima del disegno, che segue a ruota: per quello bastano 5 minuti. La sua mano nodosa e per nulla incerta pattina sul foglio.
In cerca di ispirazione
Alle soglie dei 90 anni Bort non risparmia i suoi affilati commenti: «Non mi piace tanto lo stile di questi ultimi tempi: c’è troppa cattiveria». Com’è difficile far sorridere senza ferire. «Vauro è terribile, come pure Forattini». Ma qualcuno da salvare c’è: «Mi piacciono Giorgio Cavallo e le strisce di Ernesto Cattoni su Famiglia Cristiana». I suoi preferiti sono i Peanuts di Schulz, vagamente simili alla famiglia di Bort. Mandato in pensione il suo alter ego in fumetti, Bortolato si è rilanciato con le strisce sui frati («Mi ha ispirato il colore del saio, quel marron che mi piace tanto»). A chi volesse imitare la sua carriera dice: «Meglio di no, non si campa con i disegni. Adesso mi hanno chiesto di dare lezioni nelle scuole: ma cosa dico? Io non ho studiato disegno, ero portato e basta». Geniale, con quel pessimismo che però fa rima con realismo. Oggi Bort è in cerca di una nuova musa, per ridare un senso ai pomeriggi di solitudine che gli spengono l’estro: «Si è spenta l’ispirazione, ma vorrei ritrovarla».
foto di Federica Castellana 
La Stampa



Le migliori vignette di "Bort"


Mario Bortolato (Bort.)
Forse non tutti sanno che il famosissimo Bort. Autore de “Le ultime parole famose…” vignette esilaranti pubblicate sulla Settimana Enigmistica è un’alessandrino di adozione, tutt’ora residente nella nostra città.
Mario Bortolato nasce il 2 agosto 1926 a Salzano (Ve). Per seguire gli spostamenti del padre, segretario comunale, cambierà spesso residenza. Terminato il Liceo Classico a Voghera, si iscrive al Politecnico a Milano con la speranza di conseguire una laurea in Architettura. Dopo aver conosciuto, quella che poi in futuro diventerà sua moglie, Bortolato abbandonerà il Politecnico di Milano per iscriversi a Giurisprudenza a Pavia e nel 1953 potrà fregiarsi del titolo di Dottore. Disegnare vignette, per Bortolato, non era l’attività principale ma il suo vero lavoro era quello di impiegato nell’ufficio parastatale dei Contributi Agricoli Unificati, che svolse in Alessandria dalla metà degli anni ’50. Diventato Direttore, si trasferirà per due anni a Belluno e per un altro paio di anni a Vercelli. Ritornerà infine ad Alessandria, dove concluderà l’attività lavorativa nel 1986. Bortolato firma i suoi lavori con la siglia “Bort.” Diminutivo dettato dalla sua proverbiale pigrizia (scrivere il nome per intero richiederebbe troppa fatica). I suoi esordi artistici risalgono ai tempi del liceo, quando ritrae in divertenti caricature i compagni del liceo. Il vignettista prende contatto con l’umorismo politico nel 1950 cominciando a pubblicare sui giornali dell’epoca le sue belle e formose figliole che tanto piacevano ai lettori di ogni età. Fu il “Guerin Meschino” ad avviarlo a tale mestiere e da allora vagò un po’ per tutti i periodici dell’Italia. Nel 1955, Bort, conquista il prestigioso trofeo “Palma d’oro” per il disegno umoristico all’ottavo Salone Internazionale dell’Umorismo di Bordighera. Nello stesso anno, la Doubleday di Garden City (New York) pubblica “Cartoon Treasury” con ben 21 vignette del nostro artista. Il 1962 segna l’ingresso di Bort. Nell’agenzia milanese “Disegnatori Riuniti”, da lì a poco la Settimana Enigmistica gli affiderà la famosa rubrica “Le ultime parole famose…”
C’è qualcosa di eccezionale in ogni vignetta di Bort. I suoi famosissimi omini, le sue donnine, molto procaci, persino i suoi bambini lentigginosi ci riportano a un vissuto che ci appartiene, che conosciamo. Succede così che un veneto sia molto più alessandrino, di tanti alessandrini, nella leggerezza, nell’ironia, nella capacità di castigare, ridendo, dei costumi dei suoi concittadini e degli italiani in generale.
I tempi cambiano. Oggi, purtroppo dobbiamo fare i conti con l’indifferenza, la volgarità, il rumore…le vignette di Bort. Invece hanno per tema la vita in famiglia, in ufficio, in città: insomma ci dà un saggio divertente dei vizi di casa nostra. I personaggi di Bort. continuano ostinatamente ad esprimere la parte migliore di noi. Noi forse siamo più invecchiati, incattiviti e più soli. Loro no: sono sempre gli stessi e ci regalano dal foglio un po’ della loro innocenza.
[fonte]

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Nota di Zanzara:
 Bortolato ha cessato la collaborazione da un annetto. Purtroppo. Resta una certa scorta di suoi inediti. E poi... e poi dopo si vedrà (jannacci dixit)

sabato 3 novembre 2012

La Settimana Enigmistica straccia la borsa

La Settimana Enigmistica straccia la borsa

Tiberio 56 : "Ottima notizia che risalta nel mare di quelle cattive, una attività imprenditoriale che produce ricchezza.
Ottima anche per i lettori, dovrebbe allontanare nel tempo un aumento del prezzo di copertina.     8)

martedì 24 gennaio 2012

La settimana enigmistica fa 80.


Il  numero 1.

23 gennaio 2012


Esattamente ottant'anni fa usciva in edicola la nostra cara, inossidabile signora.
Auguri, mia fantastica maestra, casa, rifugio, gioia, cruccio, passato e futuro. Con un pensiero grato e pieno di nostalgia a tutti quelli che ne hanno varcato le stanze e riempito le pagine, e un ringraziamento di vero cuore a tutti coloro che quelle pagine le hanno risolte, e che si sono appassionati con noi.
auguri, cara Settimana Enigmistica
Alessandro Bartezzaghi


Il 23 gennaio del 1932 nelle edicole italiane
fu distribuito o venduto il primo numero di uno
dei passatempi più longevi e divertenti d’Italia.
Si chiamava allora come oggi “La settimana enigmistica“.
Costava 50 centesimi , aveva 16 pagine, era in
bianco e nero e proponeva rebus, parole crociate
ed altri tipi di giochi enigmistici che ne hanno fatto
la fortuna in questi ottant’anni.


Una delle vignette che tanto fanno sorridere




Grazie a tutta la redazione e proprietà di questi bellissimi 80 anni
Augurissimi per i prossimi traguardi futuri.


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Un mare di auguri!!!
Una diva elegante e discreta...citata nei film, nei libri, negli spot e anche nei rebus...

Laura Neri 
Gli anagrammi per festeggiare gli 80:


Raffaella Spinazzi /Fany:
La settimana enigmistica /eminentissima galattica / gentilissima canti a tema /smagliante semini tacita /simile (a) gattina semantica / imitata gentilmente scansi


Enrico Torlone/ET:
Entità t'eclissa, immagina!"italian games": tanti scemi! :-))maligna ti mentisca, sì, a te!


Marco Minelli/Nelli:
Imiti in cast? Te se magna!
i mentecatti li sgama sani
lascia menti, segna i matti
sentimenti: la saga mitica!
Meningi ti asseta? Calmati!
Immagini Santa Leti*? Ce stà!
*Letizia Balestrini


Alex Brunetti/Selenius:
Tagliasti mica menti sane?
se ci sta Atlante, immagini?


Pietro Cusenza/Elimo:
s'immagina l'antiestetica
stima scemanti genialità
ammansisce gli attenti ai


Renato Danzi/Daren:
Sentimentalistica magia!
KNOFLY:
La pista cifrata"la* matita: segmenti in scia"
Rebus"cimenti esaltanti: mi gasa"
Una gita a..."la* gita sintetica? Immensa!"
Calcolo enigmatico"insegnasti, lì, matematica!" / "...e là i segni ti ammattiscan" 
Sui tentativi di imitazione"l'imitata, e ci sta, m' insegna"
Prova di intelligenza"casti test ammalian i geni"

Letizio:
Immaginala nei casti test
Albus:
ginnastica a lemmi esatti


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venerdì 21 ottobre 2011

Topolino: Paperino, Paperoga e L'Enigmatico Skiantosh

Su il numero 2917 di Topolino una storia-omaggio alla Settimana Enigmistica e ai suoi "Strano ma vero". La prima pagina contiene un vero cruciverba! Complimenti all'autore Roberto Gagnor e al disegnatore Claudio Sciarrone! Felice
 Le parole crociate sono incorniciate a mo' di copertina della Settimana Enigmistica !!
Paperino, Paperoga e L'Enigmatico Skiantosh, 
Rivista di cruciverba, rebus enigmi, ameni giochini e matte risate.
La rivista che tutti cercano di imitare ed invece no!
Simpaticissima idea, un numero da comprare e conservare.

cover Topolino 2917

Sullo stesso numero tante altre belle storie e c'è in allegato pure l'album delle figurine della Champion League 2011 (edizioni PANINI)

mercoledì 27 ottobre 2010

SOMMO PV: "IL QUARTIERE DEI REBUS... D'AUTORE"

rebus di Raffaella Spinazzi - Parma
artista: Francesca Locatelli - Bergamo
La signora Luisa, segretaria della S.O.M.S., un vulcano o come preferiscono chiamarla bonariamente gli amici di Sommo, una 'mula' per la sua perseveranza è riuscita nel corso degli anni a far diventare Sommo, piccolo e ridente paese pavese ... una perla per la sua unicità.
Sui muri della parte vecchia del paese... tanti asini  Felice
ed il quartiere nuovo?
giustamente reclamava ... era un bel rebus come fare?
 e così lei ed ed i soci hanno pensato di fare il concorso  Felice

Correva l'anno 2009 , mercoledì 18 febbraio     


Al via il concorso per affrescare le case del nuovo quartiere del paese

Gli asinelli di Sommo diventano rebus

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Sommo. Il paese degli asinelli raddoppia. Dopo gli affreschi è la volta dei rebus.
L'importante che ci sia di mezzo un ciuco. La SOMS di Sommo dopo aver portato a compimento il progetto " un affresco per Sommo", grazie al quale ha dipinto la maggior parte dei muri di via Roma( la strada principale) con asinelli  di ogni tipo e forma , torna all'attacco con un concorso per autori di rebus, e indice un bando. Tema prestabilito, l'asino, che dovrà essere inserito nel disegno partecipante al concorso.
Non è obbligatorio l'utilizzo della chiave "asino", ma l'animale dovrà essere comunque presente con parole che lo riguardano da vicino (come "raglia" o "soma"). A fine estate , un gruppo di rebus ( sarà un apposita giuria a decretare, dopo la "Via degli asini affrescati", il  "Quartiere dei rebus d'autore. [...]
1° Premio (dipinto)
rebus di Vincenzo Ferlisi - Pavia
artista: Eleonora Guzzetti Varese
ESITO CONCORSO “IL QUARTIERE DEI REBUS”
30-06-2009
Con riferimento a questo: http://www.aenigmatica.it/oedipower/index.php?topic=37264.0

Al concorso hanno partecipato 66 Autori, con un totale di 124 rebus.

I rebus scelti dalla giura per essere affrescati nel Nuovo Quartiere di Sommo sono in totale n. 15, dei seguenti Autori:

· Angela Barbieri · Marco Blasi · Giovanna Casartelli · Veronica Ferrari · Vincenzo Ferlisi · Marco Giuliani · Maria Assunta Grignani · Carolina Milani · Roberto Morraglia · Enrico Parodi · Luca Patrone · Anna Scarponi ·Raffaella Spinazzi · Enrico Torlone · Dante Venditti.
1° Premio (rebus/frase)
di Enrico Torlone - Pescara
artista: Paola Magini -Siena
Tra questi, il rebus più apprezzato è risultato quello di Enrico Torlone, che si aggiudica il primo premio, ovvero il SUMMUM (bassorilievo artistico della scultrice Enza Sabbadini).

Tutti i premi previsti dal bando di concorso saranno assegnati al termine del progetto, in occasione dell’inaugurazione degli affreschi.

Ringraziamo tutti i partecipanti ed invitiamo tutti gli appassionati di enigmistica a venire a Sommo per ammirare e risolvere - vi faremo sapere quando saranno pronti - i nostri rebus... asinini.
La Direzione SOMS



Il rebus vincitore di Enrico Torlone (_et_)



Qui sotto qualche rebus fotografato nel quartiere...

rebus di Alfredo Baroni

rebus di Alfredo Baroni
artista: Sophie Rose - Firenze

rebus di Giovanna Casartelli - Como
artista: Barbara Galizia - Asti


rebus di Marco Giuliani - Milano
artista: Maddalena Farina - Bergamo
rebus di Marco Blasi - Bari
artista: Stefano Casati - Bergamo

rebus di Veronica Ferrari - Sommo PV
artista: Franco Mora -Modena

rebus di Dante Venditti
artista: Marina Castagnola - Pavia



Fico

Domenica 24 Ottobre 2010
 Sommo di Pavia 
Premiazione vincitori
CONCORSO
"Il quartiere dei Rebus...d'autore"


Ci vuol tempo per dipingere 15 affreschi!! Ghigno

Ma dopo un anno e mezzo che emozione!!

Grazie alla Settimana Enigmistica e in particolar modo a Alfredo Baroni!!
Grazie alla SOMS ed alla grande Luisa De Luigi!!
Grazie alle famiglie che ospitano gli affreschi sulle loro case!!


 Grande _et_ !! Congratulazioni!!

  Invito tutti a visitare Sommo per scoprire tutti gli affreschi ed i rebus!!... ne ho fotografato solo alcuni.
Le immagini di questo post sono foto fatte per le vie del paese.


fany, la presidente della S.O.M.S. e la ' segretariaLuisa De Luigi



la premiazione di Enrico Torlone

PS : il rebus di Alfredo Baroni, in alto (uno dei più belli), non partecipava al concorso... la società OMS che ha gestito il concorso ed ha chiesto aiuto alla più vecchia e grande rivista enigmistica, La Settimana Enigmistica, ha voluto che anche il giudice, avesse un suo rebus sui muri del paese!!
l'asino affrescato sulla sede della S.O.M.S.
 Link: