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giovedì 29 ottobre 2020

Makkox: "Nuove mappe del paradiso"

 Sembra un vecchio Urania, ma è più grande per i disegni (c'è una storiella a fumetti in chiusa di ogni capitolo, più vigne sparse). Li facevo a pennarello su degli A4 da stampante mentre scrivevo, alla come vengono. Mi mancava farli a cazzo di mano così :) 

Makkox

NUOVE MAPPE DEL PARADISO

MAKKOX

un'autobiografia ucronica

scritta con Nicola Mirenzi

prefazione di Pippo Civati

Edizioni People

Marco Dambrosio è diventato “Makkox” per talento e determinazione, attraverso una serie inimmaginabile di tentativi e incidenti di percorso. All’inizio erano le lezioni di piano con suor Candida, la mensa della Magneti Marelli, gli escavatori, le piscine. E poi la comunicazione, la pubblicità. E poi la TV, tanta. Milano, Roma e – sempre – Gaeta. Dietro le quinte e poi sul palco, anzi, su un palchetto, laterale come il suo punto di vista.

Ciò che Makkox racconta disegna una storia che devasta i luoghi comuni sulla satira e sull’arte. In un presente in cui le categorie classiche perdono di definizione, sente l'urgenza di riscrivere le regole per immaginare un futuro che ci liberi dalla puzza di vecchio dell'esistente. Nel farlo, ci spinge ai limiti della fantascienza, dove questa si fonde con il fumetto e, come per magia, diventa realtà.

Tra politici comici e comici politici, vi perderete, ma solo un po’: giusto il tempo che tutto sia illuminato.

«Da bambino non c’era un attimo della giornata in cui non disegnassi, se non con le mani, con la testa. Quando non potevo disegnare, pensavo a cosa avrei disegnato quando avrei potuto disegnare. Eravamo inseparabili, io e il disegno. Dove c’ero io, c’era lui. Una coppia simbiotica. Inscindibile. È per questo che mia madre – una donna che credeva che sprecare il talento equivalesse a una lesione dei diritti umani – mi mandò abbastanza presto a prendere lezioni di pianoforte.»

Marco “Makkox” Dambrosio – Gaeta, classe ’65. Disegnatore di fumetti, cartoon e autore TV.

Prima del 2007 non pubblica nulla. Apre il blog Canemucca, riscuote un discreto successo in rete e accende l’attenzione di alcuni editori. Pubblica un paio di libri, collabora a riviste. Inizia a produrre quotidianamente vignette e storie umoristiche sull’attualità. La satira politica gli apre le porte per la TV.

Vincitore per due volte del Premio Satira Politica di Forte dei Marmi, è tra gli autori della trasmissione Gazebo, e poi, con Diego Bianchi, di Propaganda Live.

La Prefazione è di Pippo Civati e questo lo ha scritto sul suo blog:

"Ho conosciuto Makkox nel 2011. E gli ho voluto bene subito, per la sua genialità ormai proverbiale, un lampo che squarcia anche le conversazioni più oziose ma soprattutto per il suo cinismo che in verità è tutta emozione.

venerdì 1 marzo 2019

La banalità del ma di Mauro Biani

Da MauroBiani.it

LA BANALITÀ  DEL MA
MAURO BIANI
PEOPLE

“La banalità del ma”, il mio nuovo libro in uscita nelle librerie dal 7 febbraio,
è già oggi in pre-ordine, sul sito dell’editore People.
p.s. ieri Enrico Mentana su instagram. D’accordo.
p.p.s “Perchè abbiamo deciso di pubblicare un libro di Mauro Biani” (Civati).


Come siamo diventati così miserabili? Come ha fatto un popolo di migranti, di persone costrette a fuggire a milioni dalla fame, dalla povertà, dalla guerra, o semplicemente di persone alla ricerca di migliori opportunità, a diventare così cinicamente insensibile, quando non apertamente ostile e rancoroso, nei confronti di chi sta subendo oggi un destino persino peggiore di quello dei nostri antenati?

Le migrazioni, il razzismo, la paura, la violenza. Questi anni di grande transizione sembrano aver trasformato in normale, persino banale, ciò che solo pochi anni fa avremmo trovato folle, orrendo. La matita di Mauro Biani, affilata e poetica, amara e ironica, racconta questo mutamento in “La banalità del ma”, con la sua satira che, senza mai ergersi a giudice, non fa sconti a nessuno.
Scorrendo la raccolta delle migliori vignette di Mauro Biani degli ultimi tre anni, impreziosita da inediti di grande impatto, si nota come non sia stato un cambiamento repentino, ma un lento e progressivo scivolamento verso la parte peggiore di noi.

“La banalità del ma” non è stato un gioco di parole riuscito. E’ stata una riflessione condivisa sull’indifferenza. Sulla banalità criminale dell’indifferenza. Pensiero contrastato anche ieri. Sembra ieri, oggi. Mi scusi signora Arendt, se sono solo vignette.





La recensione de “la banalità del ma” di Andrea Voglino.


E mi sarebbe piaciuto regalare a e a . E ascoltarli.


Da [ciwati]

Perché abbiamo deciso di pubblicare un libro di Mauro Biani
19 GENNAIO 2019
People è nata per affidare alle persone racconti universali, che alle persone parlino in modo diretto di questioni delicate e complesse.

Nel pensare alla casa editrice e al suo approccio editoriale abbiamo pensato a Mauro Biani e ci siamo detti: ci dobbiamo ispirare al suo lavoro, al suo tratto, al messaggio che ci consegna ogni volta che vediamo una sua vignetta. La pubblicazione del suo libro è un passaggio per noi naturale, perché Biani per noi è stato parte dell’elaborazione stessa di People, fin dall’inizio.

***

Com’è capitato a Makkox, questa settimana, con l’immagine del ragazzo e la sua pagella, il messaggio di un libro bellissimo – Naufragi senza volto – ha finalmente avuto, appunto, «un volto». L’immagine coglie nel segno: sono i «senza nome» di cui parla Liliana Segre, che sono annullati anche nella possibilità di essere conosciuti. Ed è lo stesso lavoro che fa l’anatomopatologa Cristina Cattaneo, che del libro è autrice (lo pubblica Raffaello Cortina): dare un nome alle persone e ai fenomeni, aggiungo, che le riguardano, che cambiano le loro vite.

La vignetta è per sua stessa natura un veicolo antico che si adatta perfettamente a raccontare una storia in uno sguardo. Funziona molto, forse più che mai, in un mondo che vive in un eterno presente irriflessivo come quello che furoreggia nel nostro discorso pubblico. Che dimentica in fretta e che ogni giorno chiede una nuova storia. Quel disegno è un modo per fermare il presente e il suo flusso e insieme un antidoto potentissimo al luogo comune, come vuole significare lo stesso titolo del libro. Una minuscola scheggia di eternità e di universale in un mare confuso, limaccioso, oscuro, in cui le parole si fanno sempre più grevi, imprecise, volgari.

***

Quello che abbiamo cercato di fare con La banalità del ma è non solo e non tanto offrire una retrospettiva dell’ottimo lavoro di Biani in questi anni, giorno dopo giorno, ma comporre un puzzle che offrisse una prospettiva su ciò che ci accade. La domanda è quella più profonda che possa esserci: chi siamo noi, cosa siamo diventati?

Per dare un valore ulteriore e per fare da raccordo tra i vari momenti del libro, Biani ci ha voluto dedicare una serie di inediti, veri «passaggi» che ci accompagnano mentre attraversiamo le sue pagine e anche la società in cui viviamo.






Mauro Biani (Roma 6 marzo 1967), è  vignettista, illustratore, scultore. È, inoltre, educatore professionale con ragazzi diversamente abili mentali, presso un Centro specializzato.
Attualmente è vignettista de “Il Manifesto“, ha una rubrica: Taglio alto con “L’Espresso“, e collabora con “i Siciliani“e”Azione Nonviolenta“.
Collabora inoltre con “Courrier International”, “Der Spiegel”, “Le Monde”.
E’ stato vignettista di “Liberazione”, e ha collaborato con “L’Unità”, con “il Misfatto” de “Il Fatto Quotidiano”, con “Left”, con “il Male” di Vauro e Vincino, con “E” mensile di Emergency, con “Loop”, con il settimanale del terzo settore “Vita”, con “il Mucchio Selvaggio”,  l’associazione “Libera”, il portale Polisblog e Peacelink. Molti suoi lavori appaiono nella rete Internet, ripresi da decine di siti.
Ha disegnato su “Pizzino” rivista satirica siciliana, è stato autore e coordinatore di “Paparazzin” inserto satirico di Liberazione e ha disegnato per “Emme” inserto satirico de L’Unità.
Il 29 settembre 2007 ha vinto il XXXV° Premio di Satira Politica di Forte dei Marmi, aggiudicandosi il Premio Pino Zac per la satira sul web.
Fa parte del gruppo internazionale sotto l’alto patrocinio dell’Onu: Cartooning For Peace.
E’ uno dei fondatori ed autori di “Mamma!” rivista di satira giornalismo e fumetti http://www.mamma.am/ , portale che ha ricevuto il  XXXVII° Premio di Satira Politica di Forte dei Marmi ‘09, Premio Pino Zac per la satira sul web.
Il 2 ottobre 2011 ha vinto il primo premio di “Una vignetta per l’Europa”, concorso organizzato dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea all’interno del Festival della rivista “Internazionale” svoltosi a Ferrara.
Il 16 febbraio 2013 a Sansepolcro (AR) ha ricevuto il Premio Nazionale “Nonviolenza” insieme a Marco Paolini Premio nazionale “Cultura della Pace”.  Alcune foto.
Ha pubblicato: “Come una specie di sorriso“. Stampa Alternativa 2009. I personaggi delle canzoni di Fabrizio De André rivivono nelle vignette di Mauro Biani che si misura con i temi più cari a De André per trasformarli in altrettante tavole.
Nel 2012 esce il libro “Chi semina racconta. Sussidiario di resistenza sociale” (Altrinformazione 2012). Finalmente in un unico volume, il meglio delle vignette, sculture e illustrazioni di Mauro Biani, tra i più noti e apprezzati autori di satira. Uno sguardo disincantato e libero che sa dare le spalle ai potenti, per toccare temi universali come la nonviolenza, i diritti umani, l’immigrazione, il cristianesimo anticlericale, la resistenza alla repressione e la lotta alle mafie. Nel volume di 240 pagine a colori anche i contributi di Antonella Marrone, Carlo Gubitosa, Cecilia Strada, Cinzia Bibolotti, Ellekappa, Franco A. Calotti, Gianpiero Caldarella, Makkox, Mao Valpiana, Massimo Bucchi, Nicola Cirillo, Pino Scaccia, Riccardo Orioles, Stefano Disegni, Vincino Gallo.
Sulla stessa barca“, la mostra più bella. A Lampedusa, presso il Lampedusa in Festival  dal 25 al 30 settembre 2014.
A gennaio 2016 esce il libro “Tracce migranti” (nato con il progetto di crowfunding “Satira migrante”), sempre edito da Altrinformazione.
Arricchito da una prefazione bella e importante del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini e da un patrocino prestigioso, quello dell’Idos (Immigrazione Dossier Statistico) che ha contribuito con i dati statistici trasformati in infografiche e con un testo di Franco Pittau, che è stato tra i fondatori di IDOS e ora ne è il presidente onorario.
Su iniziativa de “il Manifesto”, “Tracce Migranti” è stato diffuso anche in edicola dal 16 dicembre 2015 in una edizione economica.
Il 7 febbraio 2019 esce per People “La banalità del ma“. “Come siamo diventati così miserabili? Come ha fatto un popolo di migranti, di persone costrette a fuggire a milioni dalla fame, dalla povertà, dalla guerra, o semplicemente di persone alla ricerca di migliori opportunità, a diventare così cinicamente insensibile, quando non apertamente ostile e rancoroso, nei confronti di chi sta subendo oggi un destino persino peggiore di quello dei nostri antenati? Le migrazioni, il razzismo, la paura, la violenza. Questi anni di grande transizione sembrano aver trasformato in normale, persino banale, ciò che solo pochi anni fa avremmo trovato folle, orrendo. La matita di Mauro Biani, affilata e poetica, amara e ironica, racconta questo mutamento in “La banalità del ma”, con la sua satira che, senza mai ergersi a giudice, non fa sconti a nessuno. Scorrendo la raccolta delle migliori vignette di Mauro Biani degli ultimi tre anni, impreziosita da inediti di grande impatto, si nota come non sia stato un cambiamento repentino, ma un lento e progressivo scivolamento verso la parte peggiore di noi”.  Qui Civati.

mercoledì 22 giugno 2016

CIAONE : le vignette sui risultati dei ballottaggi

Ballottaggi elezioni comunali: dato definitivo, ha votato il 50,54%
Il M5S vince 19 ballottaggi su 20
IL PD vince solo a Milano e Bologna



Renzone

CeciGian



Se il Pd perderà il ballottaggio a Roma e Milano, Matteo Renzi si dimette?
 "Assolutamente no, abbiamo già detto che l'esito della permanenza al governo è legata al referendum costituzionale".
Il premier salva il governo dagli effetti del voto del prossimo 19 giugno.
Ma non salva il Pd. O meglio non tutto il Pd. Ospite a ‘Otto e mezzo’ il premier non nasconde che nel partito si prepara una vera e propria guerra. Perché, al massimo il Pd conquisterà “Milano, Torino”, Bologna, ma su Roma nemmeno il premier scommette.
E allora, pericolosamente a dieci giorni dal secondo turno, Renzi si lascia già andare a grida di battaglia. “Noi nel partito ci entreremo con il lanciafiamme, subito dopo i ballottaggi", dice, annunciando una resa dei conti con il solito bersaglio di sempre: la minoranza interna.



http://www.huffingtonpost.it/maurizio-guandalini/matteo-renzi-bersani-elezioni-amministrative-_b_10564892.html
Franco Portinari Portos


Fassino ed Appendino
Portos
Gava 


RAGGI
Il M5S conquista la Capitale. O meglio, quello che c'è rimasto.
Uber

CHI HA VINTO? CHI HA PERSO? TUTTO E' RELATIVo
Poi però certe previsioni si sono dimostrate esatte!
Uber





-Editoriale a Fumetti su afNews QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2016/06/20/evoluzione/
Fonte QUA:
http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/elezioni/2016/06/19/ballottaggio-roma-raggi-giachetti-live-_8eca54f3-5432-4872-9bae-3726ceddeb8c.html
MOISE





Riverso



Vauro


Staino


Giannelli

Il lanciafiamme e l’appendino
MASSIMO GRAMELLINI
Ti candidi alla segreteria del partito e hai tutti contro, tranne i dispari e gli anarchici. Perdi, ma è come se avessi vinto. Infatti l’anno dopo vinci tu. Ti lasci riempire dalle speranze che hai suscitato: la meritocrazia, l’innovazione, la rottamazione degli apparati. In virtù della carica rivoluzionaria che emani, ti perdonano l’aria furbetta e persino lo sgambetto a Letta, indispensabile per conquistare il governo in tempo utile a vincere le Europee. Adesso puoi fare quello che hai promesso, magari andare alle elezioni e stravincerle. Invece ti impantani nei riti di Palazzo con gli Alfano e i Verdini e ti circondi, Boschi a parte, di esecutori mediocri e ruffiani. Allontani i liberi pensatori e li sostituisci - anche nei media - con falsi amici che fino a ieri stendevano stuoie a Bersani e domani le spolvereranno per Di Maio. A Palazzo Chigi hai due sottosegretari: Del Rio l’anima bianca e Lotti l’anima nera. Fai fuori l’anima bianca. Perdi contatto col mondo reale, vai solo dove sei sicuro di prendere applausi, ma i fischi ti raggiungono anche lì.

Prometti che tornerai quello di prima, però in Campania sostieni vecchi arnesi alla De Luca, mentre a Roma costringi alle dimissioni Marino - un atipico, come eri tu - e ovunque sposti a destra il partito senza intercettare i voti di destra. Ti aggrappi ossessivamente a un referendum sulle regole del gioco, anziché combattere l’oligarchia finanziaria che impoverisce i tuoi elettori. Perdi Roma, Torino e il tuo senso in questa storia. Ma puoi ancora ritrovarlo, se invece del lanciafiamme prenderai qualche appendino. In giro ce ne sono tanti e una volta piacevano anche a te.

Palazzo Vecchio
Mannelli

Da Arrivederci amore ciaone di Civati
Se diventi arrogante e volgare, non puoi rimproverare l’arroganza e la volgarità altrui. Se nella città di mafia capitale parli di un «eventuale fascicolo che sarebbe il caso che la Procura aprisse», se pur non dicendo esattamente come stanno le cose e affidandoti spesso a mezze verità scrivi #bugiarda, sappi che scivoli su un terreno dove si perdono anche le ultime distinzioni e davvero sì tutti sono uguali. E allora si vota chi è più uguale e egualitario di te.

Se apostrofi con il ciaone, in questo schema così simmetrico, speculare, verrebbe da dire reciproco, sappi che qualcuno il ciaone te lo restituirà. Con una ironia che si trasformerà presto in sarcasmo. Anzi, con il sorriso, come vuole una certa retorica: un sorriso mannaro. Anche perché non sei più tu l’outsider, sei l’insider. Ed è finito il gioco per cui potevi dare la colpa agli altri, senza spiegare come si fa a cambiare. Esattamente quanto sta succedendo a te. E alla politica italiana in generale. Che è molto più grave e preoccupante.[...]


Indicazioni
Romaniello



Grillo bingo, Renzi bongo e Mastella jr.


I giornali, nel fornire gli esiti elettorali, hanno identificato l’appartenenza  dei candidati in sole tre scissioni specifiche: “centrodestra, centrosinistra, mov. 5Stelle”.
La sinistra e la destra, per loro natura, sono ben distanti dal centro perciò da mo’ sono sparite Allorquando il centro, spuntando da un nulla  senza che manco i più s’accorgessero, ha preso possesso dell’arco istituzionale, è iniziata quella fase lassista che ci ha poi portato al ridicolo odierno chiamato partito della nazione.  Sicché par ovvio che il popolo (più alla ricotta che alla riscossa che  ancora passa per le urne rispetto all’ormai maggioranza che le ha per l’ennesima volta disertate) dopo aver suonato Renzi come un tamburo, abbia eletto l’ibrido che, pur senz’arte né parte, almeno possiede un nome. A parte (l’arte di)  Benevento che è assurta agli onori da insediamento a primo cittadino di Mastella Clemente. Mica un omonimo: è proprio quel Mastella ululà, sostenuto da sempre da quel centro ululì! Questa coerenza, in tempo d’apoteosi di banalizzazione in salsa d’ipocrita perbenismo,  è commovente: ancora c’è chi ha il coraggio di esprimersi palesemente, ovvero parla come mangia…
Ma torniamo alla vittoria dell’ibrido dentro al quale si sono convogliate idee (già ampiamente surclassati gli ideali) di destra e di sinistra. Ciascun elettore gli ha schiaffato dentro i suoi pezzi numerati attendendo  fiducioso l’estrazione di almeno un sommesso ambo sulla sua  cartella. Adesso ha solo più bisogno che il bussolotto della tombola rimanga a disposizione del croupier (pardon sindaco) che ha eletto…
21 giugno 2016



La Sora Cesira- Ciaone seems to be the only word from La Sora Cesira on Vimeo.
La Sora Cesira- Ciaone seems to be the only word



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Crozza-Renzi: “Virginia Raggi? E’ bella, sembra la Boschi ma senza il papà inguaiato”

Copertina caleidoscopica di Maurizio Crozza, che commenta per Dimartedì (La7) i ballottaggi elettorali, calandosi nei panni di Bersani: “Io contento per disfatta di Renzi? No, nelle disgrazie non si è contenti. Quando scivola la suocera in bagno, ti dispiace almeno per le piastrelleOh, ragazzi, al drogato ci interessano le pere, mica il formaggio. Bagno di umiltà per Renzi? Lui non diventa umile nemmeno se lo metti a macerare come le zucchine nel carpione” – continua – “Io, porco boia, voglio un partito lontano da lobby, vicino ai cittadini, senza inciuci con Verdini. Voglio entrare nei 5 stelle. Se solo mi spiegano bene ‘sta diavoleria di Facebook, vado a far la minoranza da Grillo. Ragazzi, se un’orata sta delle ore in bagno, non diventa mica un pesce sega“. Il comico torna nelle sue vesti e commenta il risultato a Torino: “L’avete già fatto un minuto di silenzio in ricordo di Fassino? Ciao Piero, insegna agli angeli a vincere i ballottaggi. Nel 2009 Fassino aveva detto ‘vediamo quanti voti prende Grillo’. L’idea a Grillo gliel’ha data proprio Fassino, lui non ci pensava proprioA Torino il Pd governava ininterrottamente da 23 anni. Avevano vinto il ballottaggio contro Cavour. Fino a pochi mesi fa le probabilità di espugnare Torino erano uguali a quelle che ha Travaglio di diventare direttore del Tg4. Adesso Fassino è in ballottaggio per entrare in una teca del Museo Egizio. Se la gioca con Ramsete II. Renzi ha scaricato Fassino in un nanosecondo. Nella mailing list del Pd ormai Fassino lo trovi alla voce “Spam”“. Finale imitazione del premier, che promette di essere umile: “Non mi chiamatemi più Presidente, ma semplicemente Matteo, ultimo fra gli ultimi, umile fra gli umili. In mano ho un iPhone 3, mi sono ridimensionato. E’ senza aggiornamento, si blocca ogni 5 minuti, come il Pd. Dopo un’attenta analisi politica, ho capito dove abbiamo sbagliato: Fassino e Giachetti usano ancora i pantaloni con le pences. Dovevo scegliere i candidati tra i miei follower di Instagram: il raccattapalle della Pennetta, la nutrizionista della Cristoforetti, il fonico di Fedez. Tutti tranne quei due bolliti che scambiano Netflix per un collutorio“. E aggiunge: “L’ha vista com’è bella Virginia Raggi? Sembra la Boschi, ma senza il papà inguaiato. Comunque, mi sono comportato come un vero leader del Pd, ho perso le elezioni. Più a sinistra di così. Sono preoccupato per il referendum di ottobre sulla RENZIT, l’uscita di Renzi da Palazzo Chigi. In 2 anni ho già fatto tutto quello che Berlusconi ha fatto in 20: ho promesso miracoli, ho piazzato i miei amici, ho distrutto il partito e ora sto sul cazzo a tutti“. Nel finale, Crozza saluta con una promessa: “Ciao Giovanni, ci rivediamo a settembre”
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domenica 12 maggio 2013

Epifani, il traghettatore.


sabato 11 maggio 2013
IL TRAGHETTATORE
Oggi l'Assemblea del PD eleggerà il nuovo Segretario al posto del dimissionario Bersani.
Salvo franchi tiratori dovrebbe essere Guglielmo "Caronte" Epifani.
Lo attende il difficile compito di traghettare il Partito sulle rive del poco rassicurante Congresso di Ottobre.


Epifani nuovo segretario del Pd:
"Grazie per fiducia, ce la metterò tutta"

Congresso dei democratici ad ottobre
Per l'ex leader Cgil 458 voti, pari all'85,8 per cento. Designato dai saggi, sarà il traghettatore fino al Congresso di ottobre. Ha prevalso la soluzione transitoria. L'addio di Bersani: "Si vince e si perde soli". Ai renziani andrà l'organizzazione. Presenti la metà dei delegati. Renzi: "Ora riprendiamoci l'esecutivo" (continua)

 






Epifans
Valerio Marini


-È ufficiale: sarà Epifani a traghettare il PD
-Con Barca?
PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Barca, Epifani, PD, Realitisciò, Traghettatore


- PD e PdL: è la riedizione delle "convergenze parallele"
- Tra chi cerca un reggente  e chi un autoreggente?
PORTOS / Franco Portinari
Etichette: autoreggente, PD, PDL, Reggente, SUPERMARKET


epi fani


l'etimo fuggente
Fabio Magnasciutti


10/05/2013

11/05/2013
SERGIO STAINO 


Il traghettatore
Vukic 


Epifani nuovo segretario PD
Vincino


Epifani...a Piddina
Krancic




Claudio Cadei


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


Altan


Giannelli - Corriere della sera 10/05/2013

Tiziano Riverso

NOTE:

Un po’ di rispetto
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[Civati]
Tutti qui all’assemblea nazionale chiedono rispetto per il lavoro del governo. Ci mancherebbe.

Vorrei però che si portasse rispetto anche per chi non è d’accordo. Soprattutto se giovane e donna, come la ragazza che è intervenuta – benissimo – a nome di OccupyPd.

Non la conosco, e non ho avuto modo di ringraziarla. Però faccio notare agli snob, quelli antichi e quelli nuovi, i quarantenni che banalizzano gli interventi e i documenti dei ventenni, che il testo che hanno distribuito è ottimo, scritto bene e condivisibilissimo. E non è strano che l’abbia scritto chi ha meno di trent’anni. Anzi.

Rispetto per tutte e tutti, quindi. E, se possibile, non prendiamoci in giro: i toni da partitissimo, oggi, in tutto simili al governissimo, non possono farci dimenticare quello che è successo negli ultimi giorni. Per cambiare fase ci vuole un Congresso. Aperto, libero, senza gli amici degli amici, e i candidati che si candidano a nome di questo o di quello.

Lo dico per rispetto, dell’intelligenza dei nostri elettori.
11/05/2013


Poi non interessa a nessuno
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[Civati]
Ma i giornali che questa mattina ‘sparano’ in prima pagina l’85% per Epifani dovrebbero considerare che il segretario-pro-tempore-ma-anche-no del Pd ha ottenuto 458 voti su 1000, ci sono state 76 bianche e 59 nulle.

In sostanza, i presenti erano il 59% dei componenti e dei presenti Epifani ha ottenuto il 77%. In questo caso, con un candidato unico, le nulle vanno contate, altrimenti non ci capiamo.

E, per inciso, si fa notare che tutti, ma proprio tutti i capicorrente avevano dato indicazione di voto per Epifani.

Per il resto, a chi come me chiedeva che Epifani fosse a tempo e che le regole del Congresso si tenessero per quelle che sono, Epifani ha risposto nel suo intervento: glissando sul primo punto e spiegando che al Congresso si parlerà più di idee che di persone.

Come ho scritto una settimana fa, se così sarà, più che un nuovo segretario avremo un nuovo partito. Ancora qualche giorno e lo sapremo: non è una minaccia, ma una banale considerazione. Perché il Pd si basa (basava?) sull’alternativa di governo e sulle primarie: perdere entrambe le sue caratteristiche fondamentali, il proprio nome e il proprio cognome, sarebbe un colpo definitivo per la propria identità.

Intanto, è già un gran parlare di posti e di incarichi. Come il governissimo, il partitissimo.

Peccato.
12/05/2013

martedì 30 aprile 2013

Che rospo!

29 aprile 2013 Camera dei deputati ore 20 voto alla fiducia governo Letta 


 

La mia personalissima posizione

Giuseppe Civati  29 /04/2013 ore 18.20
Non parteciperò al voto di fiducia del governo Letta. Ho deciso così, dopo giorni difficili, dopo avere atteso risposte che non sono arrivate, dopo avere valutato tutte le alternative e le possibilità che avevamo di fronte.
Questa mattina, al gruppo, abbiamo finalmente discusso, ma “a cose fatte”.
Incredibilmente fino a oggi non avevamo avuto la possibilità di affrontare la questione del cosiddetto governissimo (che avevamo per altro sempre escluso tutti quanti, almeno a parole), fino a oggi non c’era stata un’occasione e una sede in cui offrire la nostra opinione all’attenzione dei nostri dirigenti, fino a oggi non c’era stata la possibilità di decidere insieme quali fossero le ‘scelte’ del Pd.
Farlo oggi, prima del voto in aula, è stato certo importante, ma molto tardivo e di fatto inefficace: perché, arrivati al giorno della fiducia, le alternative erano finite davvero e non avevamo alcuna possibilità di cambiare, modificare, correggere il corso delle cose, nonostante lo scetticismo e le cautele di molti (che molti hanno ribadito nella riunione del gruppo di oggi).
Ho perciò preferito il dissenso all’ipocrisia e ho gentilmente respinto i richiami all’ordine, perché l’ordine si rispetta solo se in precedenza c’è stata la possibilità di esprimersi, di discutere e di votare sulla base di un’attenta valutazione del parere di ciascuno. Votare tipo «prendere o lasciare» non fa (o non dovrebbe fare) parte della cultura del Pd. (continua)


 
Altan L'Espresso


Modi di dire: ingoiare un rospo
Accettare un fatto spiacevole, sopportare un peso, adeguarsi a una situazione incresciosa.

Il rospo, nelle credenze popolari, è un animale velenoso, immondo, deforme e anche un po’ magico (c’è chi fa derivare il suo nome da haruspex, l’indovino dell’antica Roma). “Ingoiare il rospo” è dunque una metafora legata al disgusto e alla ripugnanza provocata da questo anfibio; anticamente si diceva anche “ingoiare la rana”. Inoltre nella cultura popolare è viva l’immagine del serpente che cattura il rospo e lo deglutisce e digerisce con grande sforzo. Non è chiaro il collegamento, se c’è, con l’opposto “sputare il rospo”, d’origine romanesca e poi diffusosi in tutta Italia. Nel gergo, infatti, il rospo era il “segreto” e dunque sputarlo significava confessare la verità, dire quello che si sa, sfogare il proprio malumore.



Il rospo
Mauro Biani

La resa e la fine

Postato in Senza Categoria il 28 aprile, 2013
Fanno un po’ di tenerezza gli ex malpancisti Pd che questa mattina si attaccano ai nomi decenti del nuovo governo per chinare il capino e votare la fiducia.
Parlo dei vari Gozi, Puppato, Tocci, Cuperlo, Scalfarotto e cosí via: erano almeno 50 – diceva Pippo Civati ancora ieri – e ora sono tutti lí a rientrare frettolosamente nei ranghi.
Fa tenerezza sentirli sostenere che nell’esecutivo «non ci sono indigeribili» (stomaco forte, mandar giù gente che un mese fa occupava il Palazzo di giustizia di Milano per difendere il Capo alla sbarra). E che «ci sono figure di garanzia» (certo, peccato che garantiscano soprattutto le aziende del Cavaliere, la Compagnia delle opere e i consigli comunali mafiosi).
Eletti per portarci fuori dal ventennio di B. e delle sue cricche, questi parlamentari ne preserveranno invece la continuità di potere, armandosi oggi di ogni possibile alibi: soprattutto, suppongo, per non sputare sullo specchio appena si alzano al mattino.
La loro probabile resa – forse resisterà solo Civati, chissà – tuttavia non sancisce solo una vittoria epocale di Berlusconi.
Sancisce anche la fine della rappresentanza della sinistra italiana, risucchiata e annegata nel super centro andreottiano del giovane Letta, nei suoi infiniti rapporti di potere e nella sua  missione di preservazione e rafforzamento di questi poteri.
Lo ha scritto bene Marco Damilano, lucido e disincantato come sempre: fuori dal gran papocchio di melassa lettiana resta solo il Movimento 5 Stelle. Ed è questo, salvo miracoli, il bipolarismo che ci aspetta.
Alessandro Giglioli





SERGIO STAINO