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sabato 13 settembre 2025

Ciao Stefano Benni

 Ciao, Stefano…

© Riccardo Mannelli


Io ti amo

e se non ti basta

ruberò le stelle al cielo

per farne ghirlanda

e il cielo vuoto

non si lamenterà di ciò che ha perso

che la tua bellezza sola

riempirà l’universo

Io ti amo

e se non ti basta

vuoterò il mare

e tutte le perle verrò a portare

davanti a te

e il mare non piangerà

di questo sgarbo

che onde a mille, e sirene

non hanno l’incanto

di un tuo solo sguardo

Io ti amo

e se non ti basta

solleverò i vulcani

e il loro fuoco metterò

nelle tue mani, e sarà ghiaccio

per il bruciare delle mie passioni

Io ti amo

e se non ti basta

anche le nuvole catturerò

e te le porterò domate

e su te piover dovranno

quando d’estate

per il caldo non dormi

e se non ti basta

perché il tempo si fermi

fermerò i pianeti in volo

e se non ti basta

vaffanculo.

Stefano Benni


© Riccardo Mannelli


La Luisona di Stefano Benni 

Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: «La meringa è un po' sciupata oggi. Sarà il caldo». Oppure: «È ora di dar la polvere ai krapfen». 

Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: «Hanno mangiato la Luisona!». 

La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella bacheca dal 1959. Guardando il colore della sua crema i vecchi riuscivano a trarre le previsioni del tempo. La sua scomparsa fu un colpo durissimo per tutti. Il rappresentante fu invitato a uscire nel generale disprezzo. Nessuno lo toccò, perché il suo gesto malvagio conteneva già in sé la più tremenda delle punizioni. Infatti fu trovato appena un'ora dopo, nella toilette di un autogrill di Modena, in preda ad atroci dolori. La Luisona si era vendicata. La particolarità di queste paste è infatti la non facile digeribilità. 

Quando la pasta viene ingerita, per prima cosa la granella buca l'esofago. Poi, quando la pasta arriva al fegato, questo la analizza e rinuncia, spostandosi di un colpo a sinistra e lasciandola passare. La pasta, ancora intera, percorre l'intestino e cade a terra intatta dopo pochi secondi. Se il barista non ha visto niente, potete anche rimetterla nella bacheca e andarvene. 

(Da «Bar Sport» di Stefano Benni)

Vauro per Benni





Pennac, 'a Stefano Benni la malattia ha tolto la risata'
'Lassù ha aperto uno studio da psicanalista, domani vedrà Dio'
Quando morì Federico Fellini "Stefano Benni mi ha detto che è morto perché non poteva più sognare.
Ed era vero, era clinicamente vero.
I farmaci che prendeva Fellini per la sua malattia gli avevano impedito di continuare a sognare. Per trent'anni aveva appuntato i suoi sogni in un diario. Disegnava e dipingeva. E di colpo non ha più potuto sognare. A Stefano è successa la stessa cosa, ma con la risata: di colpo la malattia gli ha tolto la capacità di ridere, quella risata che per tutta la sua vita lui ci ha offerto". Lo ha detto lo scrittore francese Daniel Pennac ricordando l'amico Stefano Benni durante la camera ardente all'Archiginnasio.
    Pennac ha regalato ai familiari di Benni e ai tanti cittadini presenti un omaggio commosso e surreale, nel suo stile narrativo. Pennac ha rievocato scherzi e invenzioni condivise: "Il giorno in cui mi hai fatto ridere di più - ha detto - è stato quando mi hai detto che avresti aperto uno studio di psicanalista per curare gli insetti e gli animali: una formica individualista, un cane che non sopportava l'odore del padrone, un elefante complessato per la sua proboscide". Poi l'immagine finale, sospesa tra poesia e ironia: "Questa notte ho visto Stefano, ha aperto il suo studio di psicanalista lassù. Il suo primo cliente è un angelo che soffre di vertigini.
    Domani riceverà Dio, che è depresso perché avrebbe voluto un giorno in più per completare la creazione e rendere l'uomo un po' meno stupido, meno aggressivo, più tranquillo". Pennac ha concluso con un saluto tenero e ironico: "Coraggio, caro Stefano, con Dio. E presto arriveremo tutti lì, insieme a te".

"Camullo" di Stefano Benni

Ciao Stefano, avevi cominciato a lasciarci già da un po', ma ora non possiamo pensare che il Lupo non ci sia più. 

Ti ricordiamo con il "Camullo" che avevi disegnato tu stesso.

Riempi pure l'altro mondo di storie!

Stefano Benni 12 agosto 1947 – 9 settembre 2025

Gallucci Editore

il treno per Forte dei Marmi va a Firenze
devo vedermi con questo premio (opera di Altan) che è già arrivato e ne ha approfittato per un bagno
è crucciato, si è reso conto di non essersi mai dato a Stefano Benni che ne starà ridendo dietro un bicchiere
Fabio Magnasciutti




festival_satira:

A Stefano Benni, uno dei più grandi scrittori satirici italiani, paradossalmente mai premiato dal Premio Satira.

Ascoltate la sua lingua che si impenna nelle invenzioni onomastiche e arriva qui a sfottervi («A Forte dei Marmi il jet-set internazionale si è riunito nella villa del conte Ottavio della Squama Bufalino per festeggiare la contessina Maggioranza della Squama Bufalino che compiva 18 anni»).

Il Premio, pentito, ti saluta, Lupo, e continuerà a leggerti.

Lamento del mercante d’armi

Ho venduto un pezzo di cannone

poi le ruote e un altro pezzo di cannone

la culatta e l’otturatore

il mirino e un altro pezzo di cannone

e altri tre pezzi di cannone

e adesso c’è uno in televisione

che dice che mi spara col mio cannone

chi lo sapeva che coi pezzi di cannone

avrebbe fatto un cannone?

Se lo avessi saputo

mica avrei accettato l’ordinazione.

Ho venduto cento elicotteri

con relativo armamento

e un sistema puntamento missili

e un sistema anti-sistema di puntamento

adesso l’elicottero è lì che spia

come un falco sopra casa mia.

Se lo avessi saputo cosa voleva fare

non gli avrei venduto la testata nucleare

era così distinto, un vero signore

chi poteva sapere che era un dittatore?

Se avessi saputo che un cliente

può diventare un nemico

della mia patria

dell’Occidente

vi giuro gente

lo giuro sui figli

lo giuro su Gesù

gli avrei fatto pagare

il cinquanta per cento in più.

Da qui si vede

la mia buona fede.

Stefano Benni


© Tartarotti


È morto all’età di 78 anni Stefano Benni, scrittore, giornalista e drammaturgo. A causa di una lunga malattia, si era ritirato a vita privata. Autore di vari romanzi e antologie di racconti di successo, tra i quali Bar Sport, Elianto, Terra!, La compagnia dei celestini, Baol, Comici spaventati guerrieri, Saltatempo, Margherita Dolcevita, Spiriti, Il bar sotto il mare e Pane e tempesta. I suoi libri sono stati tradotti in più di 30 lingue. In segno di protesta contro i tagli alla cultura e alla scuola attuati dal governo Renzi, nel 2015 pubblicò sulla sua pagina Facebook ufficiale una lettera in cui spiegava le sue ragioni nell'aver rifiutato il premio Vittorio de Sica, attribuito annualmente ad alte personalità italiane e straniere che si sono distinte nelle arti.


L’indicazione data da suo figlio, che ne ha annunciato la scomparsa è di leggere le opere di Stefano a voce alta:

“Una cosa che Stefano mi aveva detto più volte è che gli sarebbe piaciuto che la gente lo ricordasse leggendo ad alta voce i suoi racconti. Come alcuni di voi sapranno, Stefano era molto affezionato al reading come forma artistica, lettura ad alta voce – spesso accompagnato da musicisti. Quindi, se volete ricordarlo, vi invito in questi giorni a leggere le opere di Stefano che vi stanno più a cuore a chi vi sta vicino”.

martedì 21 gennaio 2025

Grazie, Toscani!

 “Uno scrittore usa la scrittura, un musicista la musica, e io uso la fotografia“. 

Ci ha lasciato il 13 gennaio, all’età di 82 anni, Oliviero Toscani

Grazie, Toscani!

Mariagrazia Quaranta / Gio


cheese

a Oliviero Toscani

Fabio Magnasciutti



Valerio Marini



Oliviero Toscani

Manuel De Rossi



Riccardo Mannelli




Giannelli


13 gennaio 2025 - È mancato Oliviero Toscani.

© Milko Dalla Battista

Milko Dalla Battista

In rare occasioni disegno "coccodrilli", solo per coloro che stimo o, all'opposto, per quanti meritino bieco sarcasmo. Per Toscani non posso fare eccezione, in omaggio all'uomo e alla sua coerenza intellettuale ancor prima che per la sua capacità di fotografo e comunicatore.






UN GRANDE ROMPIBALLE

Senza pudore, lo chiamano ancora provocatore. Sui giornali, in tivù, negli ascensori. La morte che dovrebbe indurre a mitigare i termini e indurre a più miti giudizi, incoraggia invece i maldicenti e i mal-scriventi a maramaldeggiare. È il caso degli oltraggi, più o meno sibillini, più o meno incartati nel cellofan dell’ipocrisia delle condoglianze, che deve subire, anche post mortem, Oliviero Toscani. Molti continuano ad avercela con lui. E questo è per me un fatto che lo onora. Chi è stato davvero scomodo (e va da sé che ritengo positivo tale aggettivo) è giusto che lo resti anche una volta che si è chiuso l’uscio alle spalle, sbattendolo metaforicamente.

Il grande fotografo, che cominciò a 14 anni puntando l’obiettivo sul volto di Rachele, vedova di Benito, che continuò la sua fulminante carriera inerpicandosi per le balze del Mugello dove fotografò un altro scomodo, il priore di Barbiana don Lorenzo Milani, il sassolino più fastidioso nelle scarpe della Chiesa del secolo scorso, che fu catturato dalla moda, ma senza lasciarsi corrompere dalle sue pompe, mettendone anzi in evidenza il truce cinismo degli applauditi signori e padroni del Made in Italy, sfruttatori della volubilità planetaria e delle maestranze del Terzo Mondo pagate un dollaro a giornata o al mese, quell’uomo incazzoso che s’infervorava per cause meritevoli tutte destinate a essere perse, sì Oliviero Toscani è stato uno dei migliori comunicatori dei mali del mondo e dei malvagi che ne sono gli artefici, sia che si tratti di magliari come di guerrafondai. E poiché le motivazioni delle sue invettive e delle sue immagini erano etiche, se ne può facilmente dedurre che Toscani è stato un giusto tra gli ingiusti, uno sincero, uno che non esitava a dire quel che pensava a mostrare gli scandali di fronte ai quali la gente vile preferisce chiudere gli occhi e tirar via. 

Toscani avrebbe meritato titoli e riconoscimenti da parte dello Stato. Che io sappia, non ne ha avuti. Da parte dei politicanti che pretendono di essere chiamati statisti ed eccellenze in quanto ministri ha ricevuto invece querele che gli sono costate condanne penali e fior di quattrini. Due tra i più esagitati suoi accusatori (o estorsori?) sono stati Matteo Salvini e Maurizio Gasparri.

Con Toscani se ne è andato uno di quelli che in Francia chiamano «emmerdeur» (non mi pare sia il caso di tradurre) e in Italia rompiballe. Ce ne vorrebbero di più di tale genia. Credo ne siano rimasti solo due o tre. Ed è una crisi gravissima, questa, ben più letale del calo delle nascite, in un Paese dal contenuto etico e civile in rosso da parecchio, troppo tempo. Perlomeno dal 1861. 

PS Il Corriere della Sera non poteva scegliere foto peggiore di Toscani per ricordarlo in prima pagina. Una foto che fa apparire la sua indignazione come un ghigno di rabbia. L’ultimo sgarbo.

Ivano Sartori


Rachele Mussolini




Don Lorenzo Milani, priore di Barbiana, fotografato da Oliviero Toscani.



Oliviero Toscani: Photography and Provocation

Museum für Gestaltung Zürich

Ausstellungsstrasse

April 12 - September 15, 2024

Opening:

April 11, 7PM

His images are arresting, disturbing, outrageous. As a photographer, creative director, and image editor, Oliviero Toscani made history and revolutionized commercial communications.

The Museum für Gestaltung Zürich is showing the first comprehensive retrospective of his work. Dedicated to a photographer who made provocation his credo, it will invite visitors to reconsider ethics, aesthetics, gender, racism, and other issues in their larger historical and social context


martedì 7 gennaio 2025

Charlie Hebdo 10 anni dopo: "La voglia di ridere non morirà mai"


«La voglia di ridere non morirà mai». 

(Riss, direttore di Charlie Hebdo)



In memoria dell'attentato di Charlie Hebdo 2015-2025
Mariagrazia Quaranta / Gio





Marilena Nardi
6 gennaio 2025
Merci Charlie Hebdo !
The words of Gerard Biard, editor-in-chief of the satirical magazine Charlie Hebdo: "We have freedom of the press and freedom of expression but we must use these freedoms, otherwise they die. And with them, democracy dies too."
January 7, 2015 / January 7, 2025.
https://www.cartoonmovement.com/cartoon/merci-charlie-hebdo

Le parole di Gerard Biard, caporedattore della rivista satirica Charlie Hebdo : "Abbiamo la libertà di stampa e di espressione ma queste libertà dobbiamo usarle, se no muoiono. E con loro muore anche la democrazia"
7 gennaio 2015 / 7 gennaio 2025. 
#7janvier #CharlieHebdo
#cartooningforcharlie #CartooningForPeace
Cartooning for Peace
https://www.rainews.it/.../le-caricature-del-profeta...







 10 anni dalla strage di CHARLIE HEBDO

Riccardo Mannelli

#CharlieHebdo



10 anni dopo, i nuovi terroristi #CharlieHebdo10 #vrijheidvanmeningsuiting #cartoonisten #WhashingtonPost #Bezos #Musk #Murdoch #Bolloré #olichargen #veilingComedian #MaurizioCattelan per @courrierinternational

Joep Bertrams



Chappatte


Dilem

Piet


Stellina Chen
7 January 2025
10 years after Charlie Hebdo
It doesn't seem better...

charlie hebdo The Washington Post Ann Telnaes Jeff Bezos Amazon freedom expression
https://www.cartoonmovement.com/cartoon/10-years-after-charlie-hebdo


Charlie Hebdo et liberté d’expression
01/07/2025 par Michel Kichka

Interview publiée sur l’excellent site Actuabd en cette journée de la commémoration des dix ans de l’attentat terroriste contre le magasine satirique. Un grand merci à Didier Pasamonik.
https://www.actuabd.com/Michel-Kichka-a-propos-de-Charlie-Hebdo-Les-ennemis-de-la-liberte-de-la-presse



Je suis charlie 2025
La strage di metà della redazione del Giornale Satirico Charlie Hebdo viene ricordata a dieci anni di distanza anche per riaffermare il diritto alla libertà di pensiero, di parola, di stampa e di satira.
Mi associo al ricordo come i tanti colleghi più illustri o meno conosciuti che lo stanno facendo sui media ma io preferirei che venisse ricordata come il risultato del folle fanatismo religioso.  
Gianfranco Uber


Charlie Hebdo, 10 anni fa la strage 🔴
Vauro

lunedì 15 luglio 2024

Ritratto di Angela Terzani

 



Angela Terzani Staude. 

su Robinson di Repubblica

ritratto di Riccardo Mannelli


Angela Terzani Staude. La mia vita meravigliosa con Terzani

Figlia di un pittore tedesco antinazista, conobbe Tiziano da ragazza a Firenze. Lo incontrò anni dopo e non si lasciarono più. Così, dalla Cina all’Asia fino all’ultimo Appennino hanno condiviso insieme cinquant’anni di avventure.

A vent’anni dalla scomparsa si torna a parlare di Tiziano Terzani, il giornalista, lo scrittore, il visionario che diede un calcio sul culo dell’Occidente ripensando radicalmente la propria vita. Un tempo la si sarebbe definita una vita alternativa (parola ormai consunta).

sabato 1 giugno 2024

Ritratto di Roberto D'Agostino


 ROBERTO D'AGOSTINO

su Robinson di Repubblica

Ritratto di Riccardo Mannelli

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ROBERTO D'AGOSTINO

"Ero un giornalista di costume, non di politica. Ma da Proust a Tom Wolfe, dal D’Annunzio di Cronache romane all’Arbasino di Fratelli d’Italia, non mi sfuggiva come la vera politica, quella realmente in grado di raccontare un paese, fosse quella culturale"


Raccontare Roma, "è un atto di presunzione.

Amare questa città è facile, capirla non solo è impossibile ma inutile".

Roberto D'Agostino, il fondatore di Dagospia, conoscitore di inciuci, retroscena, attovagliamenti di potere, tradimenti sessuali, penna arguta e temuta da decenni, vuota il sacco. Con il suo savoir faire noto, esprime lo spirito romanesco del sordiano 'io so io e voi non siete un cazzo' per raccontare con consapevole scandalosità la Roma magica, che tutto attrae, tutto nasconde, tutto dimentica pronta a ricominciare perchè con 2mila anni di storia cosa vuoi che cambi. Roma Santa e Dannata è il documentario di D'Agostino con Marco Giusti, presentato oggi in anteprima alla Festa del cinema di Roma. Il premio Oscar Paolo Sorrentino "dai racconti voleva farne un film nel 2021, ne abbiamo parlato per anni, era diventata una serie a puntate poi non se ne è fatto più nulla" e figura comunque nei credits come produttore creativo del film poi diretto e fotografato da Daniele Ciprì. E' una produzione The Apartment, società del gruppo Fremantle, e Kavac film con Rai Cinema, in sala con Altre Storie il 6, 7 e 8 novembre.

    Regia a parte, il plot è rimasto lo stesso: il racconto, con nomi e cognomi, della notte romana da fine anni '60 in poi, passando per gli anni '80, un affresco con testimonianze (Carlo Verdone, Enrico Vanzina, Sandra Milo, Massimo Ceccherini e altri) di una scena trasgressiva unica, "capace di attirare e trasformare tutti, fare di Berlusconi un premier, di De Michelis un ballerino, di Renzi uno statista e di Valeria Marini un'attrice". Dago & Giusti, "come Virgilio e Dante, Ric e Gian, Thomas Milian e Bombolo" da un barcone sul Tevere ("lì dove finiva La Grande Bellezza comincia L'altra faccia della vestaglia", ha scherzato D'Agostino) partono a raccontare la notte e soprattutto l'indolenza romana, il menefreghismo come religione, il divertimento sfrenato, "sapendo che - dice all'ANSA D'Agostino - qua tutto passa, tutto rinasce, a Roma si è visto tutto in 2mila anni, figurati se ci si ferma all'ultimo potente di turno". Ma come si fa dopo aver visto di tutto in questi anni a vivere con la Roma di oggi? "Ogni mattina mi sveglio - risponde - e ringrazio di essere a Roma".

    Tra le tantissime storie del film quelle di Vladimir Luxuria che racconta i bei tempi di Mucca Assassina nel ex cinema Mercury a luci rosse di proprietà del Vaticano, le orge al Degrado (con un irresistibile Ceccherini a raccontare le dark room e quella volta che a cena da Vittorio Sgarbi passò la serata a vedere lui impegnato a fare sesso con una brasiliana). E poi ancora il rivoluzionario Living Theatre che nel '68 con i suoi ballerini nudi conquistò "gli studenti fascisti di legge alla Sapienza", e poi Bossi "che proclama Roma ladrona e dopo 3 giorni - racconta D'Agostino - va al Gilda dove c'è una donna nuda con la panna sopra. Il senatore Agnelli che vuole conquistare Marina Ripa di Meana e la trova a letto con altri due, esempi fra i tanti, perchè a Roma scivolano tutti, macchiette per una sera.

    Aspettiamo i barbari da millenni, poi li portiamo Al bolognese con quattro zoccole vicine e diventano stronzi come noi". Roma unica, "New York, Londra hanno le loro stagioni e poi passano, Roma resta con Dio a destra e il demonio a sinistra, il Papa e la Dolce Vita ma non uno contro l'altro ma uniti nella lotta senza ideologia, quella dello sticazzi e del mecojoni, Roma tenera, debole, compassionevole, godereccia in cui vivere è surfare sulle onde, mescolarsi sapendo di arrivare a riva perchè tutto a Roma finisce con una pernacchia".

Fonte: https://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/festa-del-cinema-di-roma-/2023/10/27/roberto-dagostino-racconto-roma-viziosa-e-pagana-irresistibile_c338dc11-8cc5-4f31-ba08-26323c80b0e7.html

sabato 25 maggio 2024

Ritratto di Nada

 


NADA

su Robinson di Repubblica

ritratto di Riccardo Mannelli

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Nada: “La mia arte mi salva dal buio”

di Antonio Gnoli

Il successo inaspettato da adolescente, lo stretto legame con la madre, il dolore del lutto e l’effetto della musica. La grande amicizia con Piero Ciampi e la collaborazione con Paolo Conte. La vita in campagna e ora un romanzo

Mi dice che la parola buio le fa pensare al vestito troppo stretto. È una parola che soffoca, aggiunge. A volte mi fa paura, conclude. A Nada Malanima, per tutti Nada, in questo momento gli occhi sorridono. Perché quel buio lo ha allontanato.

https://www.repubblica.it/robinson/2024/01/01/news/nada_la_mia_arte_mi_salva_dal_buio-421779445/

giovedì 16 maggio 2024

Ritratto di Gino Paoli

 

 'Cosa farò da grande. I miei primi 90 anni'

 GINO PAOLI

su Robinson di Repubblica

Ritratto di Riccardo Mannelli

giovedì 25 aprile 2024

Il 25 aprile 2024

 Il 25 aprile non si celebra soltanto l'insurrezione dei Partigiani che hanno liberato le città italiane. 

Si celebra la fine della guerra la sconfitta dei tedeschi, la distruzione della tirannia nazifascista. 

Questo si celebra il 25 aprile e si celebra il fatto che, grazie all’insurrezione dei Partigiani, l'Italia che quella guerra l’aveva cominciata dalla parte sbagliata dalla parte vergognosa, dalla parte di quelli che poi hanno fatto le camere a gas e i forni crematori, l’Italia , almeno un pezzo d'Italia, che è riuscita a combattere e anche a morire stando dalla parte giusta. 

Allora quelli che oggi non si vogliono dire antifascisti e non vogliono celebrare il 25 aprile a me mi piacerebbe chiedergli ma dimmelo in faccia. Cioè tu preferivi che gli americani la perdessero la guerra? Che le nazioni unite perdessero la guerra? Che vincesse Hitler? Che vincessero quelli delle camere a gas?

 Perché se è così puoi anche non andare a celebrare il 25 aprile dimmelo in faccia però vorrei vedere chi oserebbe dirmelo in faccia che preferiva che vincessero le SS e non i partigiani.

Alessandro Barbero


25 APRILE 2024
(*) Sarebbe buona norma rispettare le indicazioni. 
GIANFRANCO UBER



“Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie.” 
Messaggio di fine anno agli Italiani, 1979. 
Sandro Pertini




Pugno arcobaleno

Gio
www.caricaturegio.altervista.it


25 Aprile 
E' anche resistenza al femminile
Tiziano Riverso


Antonio Gallo




25 aprile
Beduschi



Il test del 25 aprile: è un po' elaborato ma sto cercando di snellirlo
Natangelo

#antifascismo #fascismo #liberazione #resistenza #25aprile #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor #natangelo


Buon 25 aprile!
Vanna Vinci



25 aprile
Manuel De Rossi


#25aprile2024 #25aprilesempre #25aprile #partigiani #satira #vignette #satiraneurodeficiente #IChinson
Mario Airaghi



Luca Ricciarelli



Durando




Fare Fumetto / Non è sempre uno spasso / Ma io mi ci metto / E disegno un Gran Passo / Per la civiltà / Un calcione dabbasso / Al Duce? Voilà!
Moise







Paolo Lombardi




#25aprile #Liberazione #Antifascismo #Partigiani  #Matteotti 
Buon 25 Aprile di Liberazione a tutte/i, una festa di pace, la festa più bella
Mauro Biani





Riccardo Mannelli

Pillinini