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martedì 12 dicembre 2017

"Liberi e Uguali", nuova guida a sinistra.

'Ecco la nuova sinistra'
"Fare politica è un onore, non una vergogna. C'è in gioco il futuro dell'Italia e questa è la nostra sfida: battersi perché tutti, nessuno escluso siano liberi e uguali, liberi e uguali".
Lo dice il presidente del Senato Pietro Grasso, chiudendo l'assemblea unitaria della sinistra, citando per la prima volta il nome del nuovo soggetto: "liberi e uguali".



Nuova guida a sinistra
OSPITE DA FAZIO
Grasso: «D’Alema? Sarò io
a guidare, lo faccio da una vita"
Portos
http://portoscomic.org/2017/12/11/3893/






Grassi Libero insegna. Grasso “Liberi e Uguali”?
di Nadia Redoglia

Liberi 
da cosa?  Uguali a chi? Confidiamo che ci spiegherà Piero Grasso.
Per lo stato di diritto quei requisiti sono assunti vitali  (per tantissimi, dogma) che devono essere insegnati. Grasso è uno che ben li sa approndire e altrettanto ben spiegare e, soprattutto, lo sa fare  in maniera semplicedunque alla portata di tutti (quelli che vogliono imparararli). Toh, senza accorgermene ho già fornito un senso a “liberi” e a  “uguali” (nell’imparare). Quisquilie…
L’uomo  è antimafia (recepì fin da bambino perciò divenne magistrato) che per  due generazioni ha combattuto la mafia come servitore del potere giudiziario. Quando trucidarono Pier Santi Mattarella dichiarò che il governatore fu giustiziato perché stava realizzando politica radicale, rivoluzionaria contro lo strapotere mafioso. L’uomo è oggi presidente del Senato, dunque  tocca con mano che vuole dire essere (anche) servitore del potere legislativo…
Eh sì, ci piacerebbe essere veramente liberi dalla mafia! Quanto a essere uguali sono certa che verrebbe di conseguenza…  L’uomo che oggi riflette sulla possibilità di divenire servitore del potere esecutivo ha la capacità (volontà) d’approfondirci l’assunto?
Al momento essere veramente liberi (dalla mafia) significa rendere uguali solo i morti ammazzati.


sinistra indifferenziata
Portos




Prove di presentazione logo
Portos



Programma vivente
Dopo che il Presidente del Senato ha smesso i panni del PD molti aspirano a farne il proprio leader.
Vendola si lancia affermando addirittura che "Grasso è il nostro programma vivente"
Uber







Giannelli

Pronti al debutto
Natangelo



I crudeli comunisti 
Natangelo


Staino






LIBERI E UGUALI. FRATELLI, NO?
Liberi e Uguali fa venire in mente Libera e Bella, lo shampoo per i capelli secchi e grassi. Da Grasso ci aspettavamo che accettasse la candidatura a patto di un nome da capelli normali e un un po’ meno doccia fredda. Con i nomi titubanti (Possibile) o troppo prudenti (Movimento democratico e progressista) la sinistra resterà allo stato di forfora. Tanto ineliminabile quanto inutile. E allora bisognerà ricominciare tutto da capo. Magari con Bella e Snella, per la remise en forme. Ah, scusate, mi dicono che esista già. E poi c’è qualcosa che mi inquieta in questo marchio: liberi e uguali si rifà evidentemente ai concetti di liberté ed egalité della Rivoluzione francese (è sempre da lì che si riparte). E la fraternité? Eh no, eh: non ditemi, se le cose andranno male, che vi rimetterete a litigare come fratelli coltelli.
Ivano Sartori

giovedì 19 dicembre 2013

Elezioni truccate



OPS !
C'è voluto un po' di tempo, forse troppo in verità, ma alla fine la Corte Costituzionale si è accorta della furbata di una legge elettorale fatta apposta per blindare lo strapotere dei partiti.
Digestione interrotta? Chissà ?
Gianfranco Uber

domenica 10 novembre 2013

Le tavole di Marilena Nardi (ottobre 2013)


"B. l’ultimo re vichingo e la corte da ibernare" per il testo di Dario Fo, su Il Fatto Quotidiano del 15/10/2013.
Berlusconi ha fatto costruire un mausoleo nel quale farsi inumare. È un sacello monumentale in cui sono previsti loculi dentro i quali possono trovare posto le salme di gran parte dei suoi seguaci che, morto lui, saranno disposti a tenergli compagnia nell’aldilà.

mercoledì 5 giugno 2013

Finanziamento ai partiti, si cambia.

Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge che introduce un nuovo sistema di finanziamento della politica basato sulle contribuzioni volontarie.
 Alla conclusione della riunione, il premier Enrico Letta comunica la sua soddisfazione via Twitter: "Il Cdm ha appena approvato il ddl di abrogazione del finanziamento pubblico partiti e passaggio a incentivazione fiscale contributi cittadini".


sabato 1 giugno 2013
SUPER EROI
Con un annuncio roboante Letta dichiara, forse un po' troppo in anticipo, la morte del finanziamento pubblico dei partiti. A leggere bene il DDL si fa fatica a capire se in realtà a regime concluso spenderemo (e spenderanno !) di meno o se in effetti la torta risulterà ancor più abbondante di oggi.
Gianfranco Uber



UNIONI GAIE
Risolta con una promessa di risolvere la questione del finanziamento pubblico dei partiti ora la non usuale coppia è attesa alla prova della convivenza sui problemi più scottanti.
Gianfranco Uber

IL PALLIDO PRENCE
Oggi il Governo dovrebbe approvare l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti.
Gianfranco Uber



http://archiviostorico.corriere.it/2013/maggio/31/ira_Sposetti_esecutivo_sbaglia_co_0_20130531_2f3a022e-c9b8-11e2-821b-e02dbebf3a7c.shtml
 PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Le Figu, Ugo Sposetti


PORTOS / Franco Portinari
Etichette: cassa integrazione, dipendenti PD, finanziamento pubblico partiti, Realitisciò



occhio non vede
fabiomagnasciutti


sarà una riscacca che vi seppellirà
(riformine)
fabiomagnasciutti


Diamo un segnale
Mhhh.
Mauro Biani



Tiziano Riverso



L'Editoriale a Fumetti di oggi si riferisce a questa notizia:
http://www.unita.it/economia/bonus-casa-governo-lavora-alla-proroga-1.502136
La vignetta si trova anche sul mio spazio Flickr QUA:
http://www.flickr.com/photos/moisevivi/8814124903/
...e su afNews QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2013/05/res-publica-o-res-privata/


Moise


SERGIO STAINO

Giorgio Forattini

Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


Giannelli - Corriere della sera



Giannelli - Corriere della sera
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Link:

Partiti, stop al finanziamento pubblico.
Fine rimborsi, incentivi e contributi dal 730

domenica 12 maggio 2013

Epifani, il traghettatore.


sabato 11 maggio 2013
IL TRAGHETTATORE
Oggi l'Assemblea del PD eleggerà il nuovo Segretario al posto del dimissionario Bersani.
Salvo franchi tiratori dovrebbe essere Guglielmo "Caronte" Epifani.
Lo attende il difficile compito di traghettare il Partito sulle rive del poco rassicurante Congresso di Ottobre.


Epifani nuovo segretario del Pd:
"Grazie per fiducia, ce la metterò tutta"

Congresso dei democratici ad ottobre
Per l'ex leader Cgil 458 voti, pari all'85,8 per cento. Designato dai saggi, sarà il traghettatore fino al Congresso di ottobre. Ha prevalso la soluzione transitoria. L'addio di Bersani: "Si vince e si perde soli". Ai renziani andrà l'organizzazione. Presenti la metà dei delegati. Renzi: "Ora riprendiamoci l'esecutivo" (continua)

 






Epifans
Valerio Marini


-È ufficiale: sarà Epifani a traghettare il PD
-Con Barca?
PORTOS / Franco Portinari
Etichette: Barca, Epifani, PD, Realitisciò, Traghettatore


- PD e PdL: è la riedizione delle "convergenze parallele"
- Tra chi cerca un reggente  e chi un autoreggente?
PORTOS / Franco Portinari
Etichette: autoreggente, PD, PDL, Reggente, SUPERMARKET


epi fani


l'etimo fuggente
Fabio Magnasciutti


10/05/2013

11/05/2013
SERGIO STAINO 


Il traghettatore
Vukic 


Epifani nuovo segretario PD
Vincino


Epifani...a Piddina
Krancic




Claudio Cadei


Le vignette di ElleKappa - Repubblica.it


Altan


Giannelli - Corriere della sera 10/05/2013

Tiziano Riverso

NOTE:

Un po’ di rispetto
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[Civati]
Tutti qui all’assemblea nazionale chiedono rispetto per il lavoro del governo. Ci mancherebbe.

Vorrei però che si portasse rispetto anche per chi non è d’accordo. Soprattutto se giovane e donna, come la ragazza che è intervenuta – benissimo – a nome di OccupyPd.

Non la conosco, e non ho avuto modo di ringraziarla. Però faccio notare agli snob, quelli antichi e quelli nuovi, i quarantenni che banalizzano gli interventi e i documenti dei ventenni, che il testo che hanno distribuito è ottimo, scritto bene e condivisibilissimo. E non è strano che l’abbia scritto chi ha meno di trent’anni. Anzi.

Rispetto per tutte e tutti, quindi. E, se possibile, non prendiamoci in giro: i toni da partitissimo, oggi, in tutto simili al governissimo, non possono farci dimenticare quello che è successo negli ultimi giorni. Per cambiare fase ci vuole un Congresso. Aperto, libero, senza gli amici degli amici, e i candidati che si candidano a nome di questo o di quello.

Lo dico per rispetto, dell’intelligenza dei nostri elettori.
11/05/2013


Poi non interessa a nessuno
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[Civati]
Ma i giornali che questa mattina ‘sparano’ in prima pagina l’85% per Epifani dovrebbero considerare che il segretario-pro-tempore-ma-anche-no del Pd ha ottenuto 458 voti su 1000, ci sono state 76 bianche e 59 nulle.

In sostanza, i presenti erano il 59% dei componenti e dei presenti Epifani ha ottenuto il 77%. In questo caso, con un candidato unico, le nulle vanno contate, altrimenti non ci capiamo.

E, per inciso, si fa notare che tutti, ma proprio tutti i capicorrente avevano dato indicazione di voto per Epifani.

Per il resto, a chi come me chiedeva che Epifani fosse a tempo e che le regole del Congresso si tenessero per quelle che sono, Epifani ha risposto nel suo intervento: glissando sul primo punto e spiegando che al Congresso si parlerà più di idee che di persone.

Come ho scritto una settimana fa, se così sarà, più che un nuovo segretario avremo un nuovo partito. Ancora qualche giorno e lo sapremo: non è una minaccia, ma una banale considerazione. Perché il Pd si basa (basava?) sull’alternativa di governo e sulle primarie: perdere entrambe le sue caratteristiche fondamentali, il proprio nome e il proprio cognome, sarebbe un colpo definitivo per la propria identità.

Intanto, è già un gran parlare di posti e di incarichi. Come il governissimo, il partitissimo.

Peccato.
12/05/2013

lunedì 22 aprile 2013

Elezioni Quirinale: Rodotà il candidato dei cittadini

By InkyJohn



Un tram che si chiama Desiderio
Gianfranco Uber


SEL: "Rodotà: sarebbe un grande presidente della Repubblica!"
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 20/04/2013
Perché, perché, perché?
di Paolo Flores d'Arcais

Bersani incontra Monti! E poi forse Berlusconi! Parlamentari del Pd perché non votate Rodotà, che tutta la vostra base vuole? Perché, perché, perché?

Volete eleggere un Presidente insieme a Monti e Berlusconi, quando potete eleggere un uomo che appartiene alla vostra storia, che è stato presidente del Pds, cioè dell’antecedente del Pd, che ha tutte le caratteristiche di un autentico e intransigente Custode della Costituzione e dei suoi valori fondanti di giustizia e libertà, dunque di ciò di cui ha bisogno l’Italia?
Il M5S ha detto chiaramente che se votate Rodotà, il “vostro” Rodotà, si aprono “praterie” per un governo. Era quello che chiedevate da settimane. Ora che lo ottenete lo rifiutate? Allora era tutta una messa in scena, tutta una pantomima?

Se non votate Rodotà, non riuscirete a formare un governo, andrete alle elezioni, e potrebbe vincerle Berlusconi. E’ questo che volete? Berlusconi è ineleggibile, lo ha detto anche il vostro capogruppo al Senato Luigi Zanda, insieme al M5S potreste dichiarare Berlusconi ineleggibile in pochi giorni, tutta la vita politica italiana uscirebbe da un incubo di quasi vent’anni, e invece volete salvare di nuovo il Caimano e anzi consegnargli il paese? (continua)
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Uno del PD ha detto : "Non si può votare perchè la gente non sa chi è!"
 Lo ha detto una nullità non mi ricordo neppure il suo nome...

CeciGian


CeciGian



PORTOS / Franco Portinari


PORTOS / Franco Portinari
 

Nico Pillinini

Rodotà al Quirinale?
Paolo Piccione




19.4.13
Le vignette di Vauro - Servizio Pubblico - Puntata #22


VAURO

Maramotti - L'Unità

L’AMACA
MICHELE SERRA
_18/04/2013_______________________________________

Si dice, da anni, che la sinistra italiana non è più in grado di captare gli umori del paese. Ora sappiamo che non è più in grado di captare neanche gli umori della sua gente: quella che alla sinistra vuole bene, che dentro la sinistra vive, che nella sinistra ancora spera. Eventuali primarie tra Marini e Rodotà vedrebbero il secondo trionfare con un margine così schiacciante da far sembrare perfino stravagante la candidatura del primo. Non che Marini non sia una persona degna, o un incapace. Nessuno lo sostiene. Ma tutti intendono che il cambiamento tanto invocato dallo stesso Bersani non passa da Berlusconi, no che non ci passa: e invece è proprio dal parlottio con Berlusconi e i suoi che il nome di Marini è sortito. Tutti intendono che Rodotà incarna la politica alta e la sinistra degna. Tutti sanno che Rodotà è stato presidente del Pds. Tutti colgono il vero e proprio colpo di fortuna toccato alla sinistra con l’esito delle “quirinarie” grilline, con la rinuncia di Gabanelli e Strada e il nome di Rodotà che chiede solamente di essere riconosciuto. Tutti, infine, ora intendono che Grillo ha avuto ragione a sfidare il Pd su Rodotà al Colle, già sapendo che quel partito non avrebbe avuto l’estro, la libertà, la forza di accettare. Ieri Grillo ha stravinto. Il Pd ha straperso. E molte persone, chi con il magone, chi schiumando rabbia, si sono chieste come è possibile farsi talmente male.




Quirinarie
Vukic

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Questa la lettera di Stefano Rodotà a Eugenio Scalfari, che lo aveva pesantemente attaccato per la sua scelta di offrire il fianco al Movimento 5 Stelle:

Sono e resto un uomo di sinistra

di STEFANO RODOTA'
CARO direttore, non è mia abitudine replicare a chi critica le mie scelte o quel che scrivo. Ma l'articolo di ieri di Eugenio Scalfari esige alcune precisazioni, per ristabilire la verità dei fatti. E, soprattutto, per cogliere il senso di quel che è accaduto negli ultimi giorni. Si irride alla mia sottolineatura del fatto che nessuno del Pd mi abbia cercato in occasione della candidatura alla presidenza della Repubblica (non ho parlato di amici che, insieme a tanti altri, mi stanno sommergendo con migliaia di messaggi). E allora: perché avrebbe dovuto chiamarmi Bersani? Per la stessa ragione per cui, con grande sensibilità, mi ha chiamato dal Mali Romano Prodi, al quale voglio qui confermare tutta la mia stima. Quando si determinano conflitti personali o politici all'interno del suo mondo, un vero dirigente politico non scappa, non dice "non c'è problema ", non gira la testa dall'altra parte. Affronta il problema, altrimenti è lui a venir travolto dalla sua inconsapevolezza o pavidità. E sappiamo com'è andata concretamente a finire.

La mia candidatura era inaccettabile perché proposta da Grillo? E allora bisogna parlare seriamente di molte cose, che qui posso solo accennare. È infantile, in primo luogo, adottare questo criterio, che denota in un partito l'esistenza di un soggetto fragile, insicuro, timoroso di perdere una identità peraltro mai conquistata. Nella drammatica giornata seguita all'assassinio di Giovanni Falcone, l'esigenza di una risposta istituzionale rapida chiedeva l'immediata elezione del presidente della Repubblica, che si trascinava da una quindicina di votazioni. Di fronte alla candidatura di Oscar Luigi Scalfaro, più d'uno nel Pds osservava che non si poteva votare il candidato "imposto da Pannella". Mi adoperai con successo, insieme ad altri, per mostrare l'infantilismo politico di quella reazione, sì che poi il Pds votò compatto e senza esitazioni, contribuendo a legittimare sé e il Parlamento di fronte al Paese.

Incostituzionale il Movimento 5Stelle? Ma, se vogliamo fare l'esame del sangue di costituzionalità, dobbiamo partire dai partiti che saranno nell'imminente governo o maggioranza. Che dire della Lega, con le minacce di secessione, di valligiani armati, di usi impropri della bandiera, con il rifiuto della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, con le sue concrete politiche razziste e omofobe? È folklore o agire in sé incostituzionale? E tutto quello che ha documentato Repubblica
nel corso di tanti anni sull'intrinseca e istituzionale incostituzionalità dell'agire dei diversi partiti berlusconiani? Di chi è la responsabilità del nostro andare a votare con una legge elettorale viziata di incostituziona-lità, come ci ha appena ricordato lo stesso presidente della Corte costituzionale? Le dichiarazioni di appartenenti al Movimento 5Stelle non si sono mai tradotte in atti che possano essere ritenuti incostituzionali, e il loro essere nel luogo costituzionale per eccellenza, il Parlamento, e il confronto e la dialettica che ciò comporta, dovrebbero essere da tutti considerati con serietà nella ardua fase di transizione politica e istituzionale che stiamo vivendo.

Peraltro, una analisi seria del modo in cui si è arrivati alla mia candidatura, che poteva essere anche quella di Gustavo Zagrebelsky o di Gian Carlo Caselli o di Emma Bonino o di Romano Prodi, smentisce la tesi di una candidatura studiata a tavolino e usata strumentalmente da Grillo, se appena si ha nozione dell'iter che l'ha preceduta e del fatto che da mesi, e non soltanto in rete, vi erano appelli per una mia candidatura. Piuttosto ci si dovrebbe chiedere come mai persone storicamente appartenenti all'area della sinistra italiana siano state snobbate dall'ultima sua incarnazione e abbiano, invece, sollecitato l'attenzione del Movimento 5Stelle. L'analisi politica dovrebbe essere sempre questa, lontana da malumori o anatemi.

Aggiungo che proprio questa vicenda ha smentito l'immagine di un Movimento tutto autoreferenziale, arroccato. Ha pubblicamente e ripetutamente dichiarato che non ero il candidato del Movimento, ma una personalità (bontà loro) nella quale si riconoscevano per la sua vita e la sua storia, mostrando così di voler aprire un dialogo con una società più larga. La prova è nel fatto che, con sempre maggiore chiarezza, i responsabili parlamentari e lo stesso Grillo hanno esplicitamente detto che la mia elezione li avrebbe resi pienamente disponibili per un via libera a un governo. Questo fatto politico, nuovo rispetto alle posizioni di qualche settimana fa, è stato ignorato, perché disturbava la strategia rovinosa, per sé e per la democrazia italiana, scelta dal Pd. E ora, libero della mia ingombrante presenza, forse il Pd dovrebbe seriamente interrogarsi su che cosa sia successo in questi giorni nella società italiana, senza giustificare la sua distrazione con l'alibi del Movimento 5Stelle e con il fantasma della Rete.

Non contesto il diritto di Scalfari di dire che mai avrebbe pensato a me di fronte a Napolitano. Forse poteva dirlo in modo meno sprezzante. E può darsi che, scrivendo di non trovare alcun altro nome al posto di Napolitano, non abbia considerato che, così facendo, poneva una pietra tombale sull'intero Pd, ritenuto incapace di esprimere qualsiasi nome per la presidenza della Repubblica.
Per conto mio, rimango quello che sono stato, sono e cercherò di rimanere: un uomo della sinistra italiana, che ha sempre voluto lavorare per essa, convinto che la cultura politica della sinistra debba essere proiettata verso il futuro. E alla politica continuerò a guardare come allo strumento che deve tramutare le traversie in opportunità.
(22 aprile 2013)La Repubblica



by Marco Careddu


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