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sabato 13 settembre 2025

Ciao Stefano Benni

 Ciao, Stefano…

© Riccardo Mannelli


Io ti amo

e se non ti basta

ruberò le stelle al cielo

per farne ghirlanda

e il cielo vuoto

non si lamenterà di ciò che ha perso

che la tua bellezza sola

riempirà l’universo

Io ti amo

e se non ti basta

vuoterò il mare

e tutte le perle verrò a portare

davanti a te

e il mare non piangerà

di questo sgarbo

che onde a mille, e sirene

non hanno l’incanto

di un tuo solo sguardo

Io ti amo

e se non ti basta

solleverò i vulcani

e il loro fuoco metterò

nelle tue mani, e sarà ghiaccio

per il bruciare delle mie passioni

Io ti amo

e se non ti basta

anche le nuvole catturerò

e te le porterò domate

e su te piover dovranno

quando d’estate

per il caldo non dormi

e se non ti basta

perché il tempo si fermi

fermerò i pianeti in volo

e se non ti basta

vaffanculo.

Stefano Benni


© Riccardo Mannelli


La Luisona di Stefano Benni 

Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: «La meringa è un po' sciupata oggi. Sarà il caldo». Oppure: «È ora di dar la polvere ai krapfen». 

Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: «Hanno mangiato la Luisona!». 

La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella bacheca dal 1959. Guardando il colore della sua crema i vecchi riuscivano a trarre le previsioni del tempo. La sua scomparsa fu un colpo durissimo per tutti. Il rappresentante fu invitato a uscire nel generale disprezzo. Nessuno lo toccò, perché il suo gesto malvagio conteneva già in sé la più tremenda delle punizioni. Infatti fu trovato appena un'ora dopo, nella toilette di un autogrill di Modena, in preda ad atroci dolori. La Luisona si era vendicata. La particolarità di queste paste è infatti la non facile digeribilità. 

Quando la pasta viene ingerita, per prima cosa la granella buca l'esofago. Poi, quando la pasta arriva al fegato, questo la analizza e rinuncia, spostandosi di un colpo a sinistra e lasciandola passare. La pasta, ancora intera, percorre l'intestino e cade a terra intatta dopo pochi secondi. Se il barista non ha visto niente, potete anche rimetterla nella bacheca e andarvene. 

(Da «Bar Sport» di Stefano Benni)

Vauro per Benni





Pennac, 'a Stefano Benni la malattia ha tolto la risata'
'Lassù ha aperto uno studio da psicanalista, domani vedrà Dio'
Quando morì Federico Fellini "Stefano Benni mi ha detto che è morto perché non poteva più sognare.
Ed era vero, era clinicamente vero.
I farmaci che prendeva Fellini per la sua malattia gli avevano impedito di continuare a sognare. Per trent'anni aveva appuntato i suoi sogni in un diario. Disegnava e dipingeva. E di colpo non ha più potuto sognare. A Stefano è successa la stessa cosa, ma con la risata: di colpo la malattia gli ha tolto la capacità di ridere, quella risata che per tutta la sua vita lui ci ha offerto". Lo ha detto lo scrittore francese Daniel Pennac ricordando l'amico Stefano Benni durante la camera ardente all'Archiginnasio.
    Pennac ha regalato ai familiari di Benni e ai tanti cittadini presenti un omaggio commosso e surreale, nel suo stile narrativo. Pennac ha rievocato scherzi e invenzioni condivise: "Il giorno in cui mi hai fatto ridere di più - ha detto - è stato quando mi hai detto che avresti aperto uno studio di psicanalista per curare gli insetti e gli animali: una formica individualista, un cane che non sopportava l'odore del padrone, un elefante complessato per la sua proboscide". Poi l'immagine finale, sospesa tra poesia e ironia: "Questa notte ho visto Stefano, ha aperto il suo studio di psicanalista lassù. Il suo primo cliente è un angelo che soffre di vertigini.
    Domani riceverà Dio, che è depresso perché avrebbe voluto un giorno in più per completare la creazione e rendere l'uomo un po' meno stupido, meno aggressivo, più tranquillo". Pennac ha concluso con un saluto tenero e ironico: "Coraggio, caro Stefano, con Dio. E presto arriveremo tutti lì, insieme a te".

"Camullo" di Stefano Benni

Ciao Stefano, avevi cominciato a lasciarci già da un po', ma ora non possiamo pensare che il Lupo non ci sia più. 

Ti ricordiamo con il "Camullo" che avevi disegnato tu stesso.

Riempi pure l'altro mondo di storie!

Stefano Benni 12 agosto 1947 – 9 settembre 2025

Gallucci Editore

il treno per Forte dei Marmi va a Firenze
devo vedermi con questo premio (opera di Altan) che è già arrivato e ne ha approfittato per un bagno
è crucciato, si è reso conto di non essersi mai dato a Stefano Benni che ne starà ridendo dietro un bicchiere
Fabio Magnasciutti




festival_satira:

A Stefano Benni, uno dei più grandi scrittori satirici italiani, paradossalmente mai premiato dal Premio Satira.

Ascoltate la sua lingua che si impenna nelle invenzioni onomastiche e arriva qui a sfottervi («A Forte dei Marmi il jet-set internazionale si è riunito nella villa del conte Ottavio della Squama Bufalino per festeggiare la contessina Maggioranza della Squama Bufalino che compiva 18 anni»).

Il Premio, pentito, ti saluta, Lupo, e continuerà a leggerti.

Lamento del mercante d’armi

Ho venduto un pezzo di cannone

poi le ruote e un altro pezzo di cannone

la culatta e l’otturatore

il mirino e un altro pezzo di cannone

e altri tre pezzi di cannone

e adesso c’è uno in televisione

che dice che mi spara col mio cannone

chi lo sapeva che coi pezzi di cannone

avrebbe fatto un cannone?

Se lo avessi saputo

mica avrei accettato l’ordinazione.

Ho venduto cento elicotteri

con relativo armamento

e un sistema puntamento missili

e un sistema anti-sistema di puntamento

adesso l’elicottero è lì che spia

come un falco sopra casa mia.

Se lo avessi saputo cosa voleva fare

non gli avrei venduto la testata nucleare

era così distinto, un vero signore

chi poteva sapere che era un dittatore?

Se avessi saputo che un cliente

può diventare un nemico

della mia patria

dell’Occidente

vi giuro gente

lo giuro sui figli

lo giuro su Gesù

gli avrei fatto pagare

il cinquanta per cento in più.

Da qui si vede

la mia buona fede.

Stefano Benni


© Tartarotti


È morto all’età di 78 anni Stefano Benni, scrittore, giornalista e drammaturgo. A causa di una lunga malattia, si era ritirato a vita privata. Autore di vari romanzi e antologie di racconti di successo, tra i quali Bar Sport, Elianto, Terra!, La compagnia dei celestini, Baol, Comici spaventati guerrieri, Saltatempo, Margherita Dolcevita, Spiriti, Il bar sotto il mare e Pane e tempesta. I suoi libri sono stati tradotti in più di 30 lingue. In segno di protesta contro i tagli alla cultura e alla scuola attuati dal governo Renzi, nel 2015 pubblicò sulla sua pagina Facebook ufficiale una lettera in cui spiegava le sue ragioni nell'aver rifiutato il premio Vittorio de Sica, attribuito annualmente ad alte personalità italiane e straniere che si sono distinte nelle arti.


L’indicazione data da suo figlio, che ne ha annunciato la scomparsa è di leggere le opere di Stefano a voce alta:

“Una cosa che Stefano mi aveva detto più volte è che gli sarebbe piaciuto che la gente lo ricordasse leggendo ad alta voce i suoi racconti. Come alcuni di voi sapranno, Stefano era molto affezionato al reading come forma artistica, lettura ad alta voce – spesso accompagnato da musicisti. Quindi, se volete ricordarlo, vi invito in questi giorni a leggere le opere di Stefano che vi stanno più a cuore a chi vi sta vicino”.

martedì 4 febbraio 2025

80 anni dalla liberazione di Aschwitz, per non dimenticare!

Auschwitz, a 80 anni dalla liberazione 

l’allarme dei sopravvissuti: “Può succedere ancora” 

Per non dimenticare!
Gio/ Mariagrazia Quaranta
www.caricaturegio.altervista.it





Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche raggiunsero il campo di concentramento di #Auschwitz.

David Dushman, ventunenne carrista sovietico, abbatté la recinzione elettrificata che separava l'orrore del campo di sterminio dal resto del mondo; nei decenni a venire raccontò la sua esperienza a generazioni di studenti.

Stefano Tartarotti

#ilgiornodellamemoria #shoah #olocausto #DavidDushman #giornatadellamemoria


La Memoria va allenata sempre, soprattutto il giorno dopo e quello dopo ancora e quello dopo... Guardare negli occhi i mostri del passato aiuta a riconoscere i mostri del presente.
Questa la mia vignetta per Disturbo.
#kutoshikimimo #giornodellamemoria #olocausto #HolocaustRemembranceDay #Shoah #Gaza #Genocidio #genocide
Kutoshi Kimino




Deb Milbrath
27 January 2025
Holocaust Remembrance
The Holocaust and the horrors of Auschwitz are reasons HISTORY and CIVICS should become mandatory classes again…. Let’s relearn about the Civil War, famous presidential speeches and other world shaping events. Enough with the cat videos…a documentary on the Holocaust should be required viewing and maybe folks will understand the outrage over Musk’s “wave” and the bully-in-chief’s release of the most violent, paramilitary Jan 6 insurrectionists.
https://www.cartoonmovement.com/cartoon/holocaust-remembrance

to be or knot to be
fabio magnasciutti



Giornata della Memoria
Memory Day
#memories #memory #memoryday#giornatadellamemoria #Genocidio #genocide #shoah #racism #Israele #Israel #CartooningForPeace #cartoon #remember #courrierinternational #satire #pagina21 #cartooonmovement #LaRepubblica
Marco De Angelis






L'Olocausto fu il genocidio di circa 6 milioni di ebrei, di cui furono responsabili le autorità della Germania nazista, i loro alleati e i collaborazionisti. Gli ebrei furono le principali vittime tra i gruppi ritenuti dai nazisti "indesiderabili" o "inferiori" per motivi politici o razziali.[1] Per estensione, il termine "olocausto" è a volte riferito a tutte le vittime di persecuzioni sistematiche e omicidi di massa nazisti, incluso lo sterminio dei popoli romanì, l'uccisione di civili polacchi e di altre popolazioni slave, l'uccisione dei prigionieri di guerra sovietici, degli oppositori politici, dei dissidenti religiosi come Testimoni di Geova e pentecostali, le uccisioni e le violenze contro omosessuali, persone con disabilità mentali o fisiche[2] e i neri europei.[3][continua] 80th Anniversary of the Liberation of Auschwitz On 27 January 2025, we will commemorate the 80th anniversary of the liberation of the German Nazi concentration and extermination camp Auschwitz. https://www.youtube.com/watch?v=180tHqgUW00&t=1s


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lunedì 27 gennaio 2025
Giorno della Memoria - 27 gennaio 2025. Il 27 gennaio 2025 è l'ottantesimo anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, luogo simbolo dello sterminio di milioni di persone che lì e negli altri centri della spietata macchina delle morte nazifascista furono deportati e uccisi.


Auschwitz, 80° anniversario di liberazione: la voce dei sopravvissuti contro antisemitismo crescente
Ai politici è stato chiesto di non intervenire all'evento di quest'anno, per lasciare spazio alle parole dei sopravvissuti in quella che potrebbe essere l'ultima volta che essi si riuniscono il 27 gennaio, data in cui i sovietici liberarono il campo di sterminio nazista nel 1945

I sopravvissuti all'Olocausto hanno messo in guardia dall'aumento dell'antisemitismo in occasione della cerimonia nel sud della Polonia per commemorare l'80° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

I nazisti uccisero 1,1 milioni di persone ad Auschwitz-Birkenau, la maggior parte delle quali erano ebree.

Data l'età e la fragilità dei sopravvissuti, alcuni ritengono che potrebbe essere l'ultima volta che essi si riuniscono nel sito per ricordare il giorno - il 27 gennaio 1945 - in cui le truppe sovietiche liberarono il campo, salvando 7 mila persone
Tra chi è scampata e che ha accettato di parlare c'era Tova Friedman, 86 anni, che aveva solo sei anni quando il campo fu liberato.

“Ricordo che da bambina di cinque anni e mezzo guardavo dal mio nascondiglio mentre tutti i miei piccoli amici venivano radunati e portati alla morte. Ricordo le grida strazianti dei loro genitori che cadevano nel vuoto”, ha detto.

"Dopo che tutti i bambini se ne furono andati e il cortile era vuoto, pensai a me stessa: “Sono forse l'unica bambina ebrea rimasta al mondo?”.
Molti degli oratori hanno messo in guardia il pubblico dai pericoli di un crescente antisemitismo, affermando che è stato questo odio a portare i nazisti a uccidere sei milioni di ebrei durante la Seconda guerra mondiale.

“Oggi assistiamo a un enorme aumento dell'antisemitismo ed è proprio l'antisemitismo che ha portato all'Olocausto”, ha affermato Marian Turski, sopravvissuta ad Auschwitz.

Leon Weintraub, sopravvissuto ad Auschwitz, ha parlato della necessità di essere vigili, soprattutto in un momento in cui l'estrema destra sta diventando più popolare in Europa.

“Siamo molto seri e prendiamo sul serio ciò che predicano i nemici della democrazia. In genere cercano di mettere in pratica gli slogan che promuovono”, ha affermato.

“Se riusciranno a conquistare il potere, dovremo evitare l'errore degli anni Trenta, quando il mondo non prese sul serio il regime nazista e i suoi piani di creare uno Stato privo di ebrei, rom e persone di opinioni diverse, o malate, o ritenute inadatte a vivere”.

giovedì 26 settembre 2024

I Vincitori del Premio Nazionale Cartoonsea 2024

 

ANDREA PECCHIA_VOI UMANI
GRAND PRIX CARTOONSEA 2024

COMUNICATO STAMPA CARTOONSEA 2024 - XIV EDIZIONE

Edizione dolorosamente speciale per il Premio nazionale di Umorismo e Satira CARTOONSEA ideato e promosso dall’azienda fanese SEA GRUPPO: in corso d’opera, quest’anno, il concorso ha visto la scomparsa del suo ideatore Oscardo Severi che tutta la comunità di Cartoonsea ricorda come una persona speciale e un “padrone di casa” impeccabile, la cui conoscenza e amicizia è stata un piacere e un onore.

Al di là del dolore e del vuoto che l'assenza di Oscardo ci procura, insieme alle figlie e all'azienda Sea Gruppo, dopo una lunga riflessione abbiamo deciso, pensando di interpretare al meglio le volontà del suo “Patròn”, di portare a termine la XIV edizione di Cartoonsea.

Crediamo che nulla lo renderebbe più orgoglioso.

Il titolo di questa XIV edizione è:

VOI UMANI… Emancipati o bullizzati dalle macchine?”


Le macchine nascono con lo scopo di alleviare le fatiche dell’uomo. Dagli albori dell’industrializzazione ci confrontiamo con il tema della meccanizzazione chiedendoci se questa debba portare a meno lavoro o a maggior profitto… Le più avanzate tecnologie conducono il dibattito a un passo ulteriore: l’automazione, la robotica, l’intelligenza artificiale renderanno l’umano più emancipato dal lavoro permettendogli di coltivare la libertà, le arti e le passioni o lo obbligheranno a lavori sempre più umili sostituendolo in quelle competenze artigianali artistiche e intellettuali fino a ora appannaggio del pensiero umano? L’artificiale sarà dunque uno strumento di aiuto per l’intelligenza naturale o produrrà un’inesorabile atrofia cerebrale e plastica dell’essere pensante per eccellenza: l’umano?

La giuria riunita il 31 agosto 2024, composta dai vincitori della passata edizione: Urka (presidente),

Maurizio Boscarol e Walter Leoni insieme a Michele Ambrosini (direttore artistico) e Luciana Forlani, ha valutato le 226 opere giunte da ben 120 artisti da tutta Italia, 25 dei quali partecipano per la prima volta.


Il vincitore del GRAND PRIX CARTOONSEA 2024 è l’artista Andrea Pecchia (Roma 1972) con l’opera Voi umani…


Vincitori dei due PRIX CARTOONSEA 2024 ex aequo sono Margherita Allegri (Cremona 1977) con l’opera Ciclo creativo e Scevoland (Torino 1981) con l’opera Prenderci la mano.

Il Premio ORIGONE under 29 quest’anno è stato assegnato al giovanissimo Marco Caverni (Fano 1998) con l’opera Un lavoro si trova.

Ai premiati si aggiungono le opere segnalate:

GIANCARLO COVINO - Umanità artificiale

GIANLORENZO INGRAMI - Ufficio 9000

RAFFAELE MOLLICA - La pace non è per gli uomini

FRANCESCO NATALI - App

BRUNO OLIVIERI - Dica 33

STEFANO TARTAROTTI - Ooops



La premiazione avverrà sabato 28 settembre 2024 a Fano, Palazzo Bracci Pagani Corso Matteotti 97. Le opere vincitrici e segnalate insieme a una selezione delle più significative resteranno esposte presso la stessa sede, fino al 12 ottobre 2024.



Ufficio Stampa

CARTOONSEA

info@premiocartoonsea.it

++

MARGHERITA ALLEGRI_CICLO CREATIVO.
PRIX CARTOONSEA 2024 ex aequo

SCEVOLAND_PRENDERCI LA MANO.
PRIX CARTOONSEA 2024 ex aequo




Le opere segnalate:



GIANCARLO COVINO_UMANITA ARTIFICIALE.


GIANLORENZO INGRAMI_UFFICIO 9000.


RAFFAELE MOLLICA_LA PACE.




+
BRUNO OLIVIERI_DICA 33.



FRANCESCO NATALI_APP.


STEFANO TARTAROTTI_OOOPS.


giovedì 16 novembre 2023

Famiglie arcobaleno

 

Tutte le famiglie felici sono uguali 

(Tolstoj)



Stefano Tartarotti
  · 
È iniziato a #Padova il processo contro 33 coppie lesbiche e i loro 37 bambini. La colpa è aver ottenuto la trascrizione all'anagrafe dei figli, vietata a giugno di quest'anno dalla circolare Piantedosi e impugnata con effetto retroattivo dalla Procura, che non si è limitata, come a Milano, ad impugnare le ultime registrazioni, ma è andata indietro nel tempo, fino al 2017, decidendo di annullare i certificati anche di bimbi che oggi hanno 7 anni.
#Governibigotti #sovranisti #dirittideibambini #dirittilgbt






Famiglia arcobaleno
Gio - Mariagrazia Quaranta

"Caro te, che sei femmina o sei maschio poco importa.
Te che non sei nato dalla mia pancia, ma dal mio cuore.
Te che hai una faccia diversa dalla mia, anche se tutti dicono che ci somigliamo.
Te che la vita è bastarda, che ti ha fatto nascere in un posto e rinascere in un altro e non hai potuto scegliere.
Nessuna delle due volte.
Te che una mamma ce l’avevi e poi ne è arrivata un’altra e adesso ne hai due ed è un gran casino.
Te che sei da maneggiare con cura come c’è scritto sulle robe fragili.
Che sei fatto di spine, ogni tanto pungi e ti dispiace.
Che a volte non ci stai dentro, che vuoi scappare ma non sai da cosa.
Te che per paura di essere lasciato lasci, ma non ti fidi.
Te che dimmi che mi vuoi bene, ma dimmelo venti volte di seguito.
Te che.. posso venire nel letto con te? E dimmi che non mi lasci anche tu.
Te che è vero che sei un figlio e una figlia diversa.
Perché i figli nati solo dal cuore, sono figli al quadrato, alla terza, alla quarta, alla quinta potenza. Perché sei stato l’atteso, il mistero, la pazienza, la tenacia. Il senso definitivo di tutto. Se ci fosse la misura dell’amore ti direi che il mio amore non sta dentro una piscina olimpionica. Se lo misurassi in Km sarebbe lungo come la Salerno Reggio Calabria, la Transiberiana e la curva dell’arcobaleno. Se fosse un mare tutti gli oceani messi insieme… e se fosse cielo una galassia intera, un miliardo di stelle sarebbero tutte per te.
E se non sei convinto, voglio ripetertelo ancora.
Sei mio figlio.
Sei mia figlia.
In ogni istante di ogni minuto, di ogni ora della mia vita. E non potrei mai, di tutto il mondo dei mai, fare a meno di te.
Per questo ti do tutti i baci che ho".
- Luciana Littizzetto, 
 a nome di tutte le mamme e papà adottivi o affidatari ♥️



Mamme gay dai giudici, 'Procura ha cambiato posizione' 
Prime udienze su impugnazione atti anagrafe, si profila Consulta 
PADOVA, 14 novembre 2023, 17:33



Sulla decisione di impugnare gli atti d'anagrafe dei bimbi figli di due mamme gay "la Procura ha cambiato posizione".

E' questo, ridotto all'osso, il risultato più importante che le coppie omogenitoriali di Padova portano a casa dopo il primo giro di udienze davanti al Tribunale civile, che dovrà decidere se accogliere o meno i 33 atti di opposizione alla trascrizione dei bambini con due mamme (e doppio cognome) - quella partoriente e quella intenzionale - registrati a partire dal 2017 dal Comune di Padova. Comune che, con il sindaco Sergio Giordani, non si è fermato: dopo l'impugnazione degli atti decisa a giugno dall'ex Procuratore della repubblica Valeria Sanzari - ora in quiescienza - ha infatti continuato ad accogliere le richieste di altre mamme gay: quattro coppie, l'ultima delle quali per un bimbo nato 40 giorni fa. Le mamme, che in mattinata hanno dato vita all'ennesimo sit in di protesta davanti al palazzo di giustizia, erano arrivate all'udienza per niente ottimiste. Da giorni, tra di loro, giravano i pareri depositati agli atti dai giudici tutelari cui si era rivolto il Tribunale. E in questi viene prospettata come soluzione per non lasciare i bambini privi di tutela - in caso di accogliemento delle impugnazioni - l'istituto dell'affido. "In assenza dell'invocato intervento del legislatore - c'è scritto in uno di questi - considerate le favorevoli pronunce, il procedimento di adozione in casi particolari rappresenta allo stato attuale l'istituo presente nel nostro ordinamento per poter riconoscere al minore lo status di figlio del genitore di intenzione". Il movimento delle mamme Arcobaleno aveva già detto che la strada non è quella dell'adozione, ma del riconoscimento di un atto anagrafico che vede un bambino già con i cognomi di entrambe le mamme che lo hanno voluto. L'esito delle prime quattro udienze, però, ha riacceso la fiducia delle coppie gay padovane. "È andata molto bene - ha commentato all'uscita dall'aula l'avvocata Susanna Lollini, che difende Laura, Irene e i loro due bambini - Ci ha colpito che i giudici ci hanno ascoltato con molto interesse. La questione dell'inammissibilità delle procedure (l'impugnazione dei certificati anagrafici dei bimbi con due madri, ndr) che abbiamo presentato è sembrata convincente". Ma soprattutto, ha aggiunto Lollini, "la Procura ha cambiato posizione, ed ha aderito alla questione di incostituzionalità, sollevata da noi avvocati di tutte le coppie di madri, ritenendo opportuno che la Consulta torni ad esaminare il tema". E dato che l'invito rivolto al legislatore con la sentenza 32 del 2021 della stessa Consulta è rimasti inascoltato, "potrebbe decidere di intervenire". La decisione spetterà sempre poi al Tribunale civile, "ma - ha aggiunto - il fatto che la Procura abbia aderito a sollevare la questione di costituzionalità è rilevante, anche per il Tribunale". "Ho anche insistito molto sulla inammissibilità di questi procedimenti - ha concluso Lollini - perché se il Tribunale dovesse definire le procedure inammissibili, Consulta o non Consulta, la questione si chiude qui". Oggi comunque i giudici hanno solo ascoltato le parti, non hanno preso decisioni. I casi sono tutti simili, ed è possibile che il Tribunale voglia arrivare a sentenza una volta vagliate tutte le procedure di impugnazione firmata dall'ex procuratrice Sanzari. Le udienze sono in programma sino a fine dicembre.

Le mamme arcobaleno sono tornare a manifestare stamane a Padova davanti al Tribunale, dove stavano per iniziare le udienze delle prime 4 coppie omogenitoriali contro le quali a giugno la Procura ha impugnato i certificati di nascita dei 37 figli di 'due mamme' - una biologica, e la seconda di intenzione - registrati all'anagrafe dal Comune euganeo.
Nella piazzetta antistante il Tribunale una trentina di mamme gay hanno dato vita ad un sit in con bandiere e cartelli a favore della causa delle coppie omogenitoriali, leggendo a voce alta i nomi dei bambini di tutte le 33 coppie di donne che dovranno comparire davanti ai giudici. La Procura, in base al decreto del ministro Piantedosi, ha chiesto la rettifica degli atti di nascita, con la cancellazione del cognome della mamma non biologica. Dopo la lettura dei nomi dei bambini le mamme si sono legate l'una all'altra ai polsi con un nastro rosa, scandendo più volte lo slogan "siamo tutte famiglie!". 

"Oggi a Padova inizia il processo civile contro 33 coppie di madri, colpevoli di aver ottenuto la trascrizione dei propri figli, vietata dalla circolare del ministro dell'Interno Piantedosi e impugnata con effetto retroattivo dalla Procura. Il tribunale potrebbe decidere di togliere bambini alle loro mamme, rendendo 37 figli legalmente orfani di un genitore. Una vicenda vergognosa frutto del furore ideologico anti-Lgbtqi+ e dell'accanimento contro le famiglie omoparentali da parte del governo italiano". Lo afferma in una nota Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo. "E' inaccettabile secondo gli standard europei che un Paese membro dell'Ue porti alla sbarra delle mamme colpevoli solo di aver voluto dare un futuro più sicuro ai loro figli. Si tratta di una chiara violazione dei diritti civili, delle libertà fondamentali e del diritto europeo, ma soprattutto una lesione della dignità di queste madri e di questi figli", aggiunge Gozi. "Essere oggi al loro fianco, contro la deriva orbaniana del nostro Paese, è una questione di civiltà. Non esistono famiglie eterosessuali di serie A e famiglie omosessuali di serie B", conclude.

venerdì 27 ottobre 2023

Ciao direttore! per Sergio Staino gli amici artisti.

ciao Sergio è proprio il caso di dire "riposa in pace", dopo tanto dolore grazie per l'impegno, per la lotta per aver cercato ostinatamente, fino all'ultimo, quell'angolo di luce nei tuoi occhi per i brevi momenti condivisi chissà come avresti trattato questi tempi bui tu che al buio davi del tu
Fabio Magnasciutti


Se ne va un grandissimo amico.

Un affabulatore eccezionale, una persona splendida dotata di grande senso dell'umorismo".

Dino Aloi, vignettista e storico della satira, conosceva Staino dal 1983 e con lui aveva un forte legame.
    "Era molto preciso nelle sue vignette, riusciva a far sorridere anche raccontando aneddoti, le sue esperienze. Gli abbiamo attribuito nel 2002 il premio Giorgio Cavallo. Fu una grande festa: ci intrattenne con i suoi ricordi, anche quelli su Cavallo che conosceva bene" ricorda Aloi che, con Claudio Mellana, organizzò in quell'occasione una grande mostra dedicata a Staino a Moncalieri (Torino).
    "Ha quasi inventato un genere perché da comunista - osserva Aloi - diventò l'anima critica del Pci: attraverso il suo personaggio Bobo ha raccontato il teatrino della politica degli ultimi quarant'anni. Ha fatto satira politica vista dall'interno, un grande intellettuale della sinistra che amava e però criticava, Non potevi non volergli bene. Era un geniale battutista, bravissimo anche disegnatore. Ultimamente purtroppo tutti sanno che aveva problemi di vista" Staino aveva creato la copertina per Buduar, la rivista satirica online che Aloi dirige con Alessandro Prevosto. Insieme hanno tenuto conferenze sulla storia della satira. "A scoprirlo - ricorda Aloi - fu nel 1979 Oreste del Buono che pubblicò le sua vignette su Linus. Fu direttore dell'Unità e prima, nel 1986, l'inventore di Tango, il supplemento dell'Unità, poi diventato Cuore sotto la direzione di Michele Serra. Ha ideato supplementi come La domenica del cavaliere, molto divertente e raffinato, Emme. Amava molto i giovani. La stessa ElleKappa maturò proprio con lui".
    "Mi mancherà tantissimo, oltre che un amico, era la persona giusta a cui chiedere un consiglio", dice con tristezza Aloi.
 

Per Sergio
Ellekappa 




Ciao Direttore

Ti ringrazio di avermi fatto fare un pezzetto di strada con Te. Grazie alla pubblicazione su Buduàr e su L'Unità, quando eri Direttore del giornale, ho vissuto la bellissima avventura del World Press Cartoon.

Conservo le tue email con molto affetto!

Gio


Sul giornalone della Stampa per l'omaggio a Staino ho plagiato alcuni suoi sodali di Tango
Andrea Bozzo


Ciao Staino.
Lele Corvi



Voglio salutare Sergio con questo disegno, che realizzai per la simpatica mostra organizzata nel 2020, a Firenze, dal comune amico Stefano Giraldi per i suoi ottant'anni (e per quelli di Francesco Guccini) dal titolo "Ottanta voglia di raccontare". E ricordando il nostro ultimo allegro incontro in occasione di "Racconti nella Rete" a Lucca. Ciao Sergio!
Le mie più sincere condoglianze alla famiglia.
Marco De Angelis




È morto Sergio Staino. Vorrei dire qualche parola in più sul nostro rapporto. Complicato, oppure molto semplice: non so. Magari ci proverò, ma per ora lascio la parola a Bobo: la scena è sua.

#staino #bobo #sergiostaino #vignetta #fumetto #memeitaliani #umorismo #satira #humor
Mario Natangelo



Ciao Staino
Romaniello U.


A Sergio Staino Sergio Staino Due
#satira #bobo #SergioStaino #perte
Kutoshi Kimino



by Joshua Held



#SergioStaino La mia vignetta oggi nel paginone dedicato a Sergio, su 
@repubblica
Mauro Biani


#SergioStaino 💗 #propagandalive
Makkox



È morto Sergio Staino.
#Staino #SergioStaino #satira #lutto #scomparsa #Bobo
Tartarotti


SERGIO STAINO, UN COMUNISTA ERETICO MA ANCHE ORTODOSSO 
L'AMICO MICHELE SERRA LO RICORDA COSÌ SU “LA REPUBBLICA” 
■ di Michele Serra per “la Repubblica”
Sergio Staino non è stato solo un grande autore e narratore satirico (uno dei più importanti del Novecento italiano). È stato anche un intellettuale generoso e indomabile, neppure scalfito dal sospetto che la politica, la cultura, l’arte potessero mai perdere rilievo e significato sotto i colpi dei tempi nuovi. Intellettuale nel senso più profondo e più concreto del termine: una persona che suscita pensiero, lo provoca, lo organizza, e nel tumulto che ne deriva si sente vivo e utile.
Oggi, in un mondo ideologicamente scardinato, non è facile capire quale ingegnoso, incredibile azzardo fu il suo “Tango”: un giornale di satira dentro l’organo ufficiale del Partito comunista, "l'Unità", un bivacco chiassoso e programmaticamente libero dentro le mura già intaccate ma ancora imponenti di quel partito che per lui, come per milioni di italiani, era ancora casa e chiesa. Sergio, in quell’ormai lontano ’86, era già il padre di Bobo. Ovvero l’autore di una vera e propria saga del disincanto, autobiografia collettiva di un mondo perfettamente cosciente della morte dell’ideologia eppure appassionatamente vivo, persona per persona; e fermamente intenzionato a non diventare mai cinico, mai immeschinito.
In quelle strisce l’intenzione artistica di Staino era indistinguibile da quella politica: quel gruppo di famiglia era una specie di parlamentino domestico. Bobo è una delle più fortunate, limpide applicazioni dell’idea sessantottina che niente è solo privato, niente solo politico. Si trattava di elaborare il lutto (la casa comune si stava sfarinando, la Bolognina era alle porte) senza piangersi addosso e anzi ridendo di sé stessi, terapeuticamente, intelligentemente. Bobo lo faceva a partire dai suoi esordi politici giovanili, la militanza in un partitino marx-leninista settario e moralista del quale parlava quasi con tenerezza, come di una malattia formativa. Da quell’angustia il giovane Staino, architetto già con il guizzo del disegnatore, era sortito con una gran voglia di campo aperto e di avventura intellettuale.
Ma la vittoria di Bobo, il suo successo ben presto molto solido, non gli bastava. Bobo era un eroe collettivo, insieme a Cipputi è stato ed è il testimone impavido di un trapasso d’epoca di quelli che tutto travolgono tranne i sentimenti forti e i princìpi solidi. Il suo romanzo non poteva esaurirsi nell’autobiografia, era un romanzo sociale ed era un romanzo politico. Aveva necessità di compagni di viaggio e andò a snidarli quasi ovunque. (Me, molto giovane, mi inchiodò al bar Basso di Milano dicendomi: tu sei un autore di satira. Non mi risultava e glielo dissi, ma non mi sembrò che la mia opinione reggesse davanti alla sua, che era quella di un capo).
Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto, Sergio, a mettere insieme un gruppo di autori così lontani tra loro e così lontani da lui, gli anarchici, i menefreghisti, quelli del Settantasette, i comunisti, i radicali, gli allegri sporcaccioni “alla francese”, i moralisti pan-politici. Con un tasso di narcisismo e di ombrosità che, per giunta, tra i satirici è spesso altissimo, perché alla foga politica tocca sommare la prosopopea artistica. Ma la sua fiducia nella interminabile e sempre inconclusa discussione che costituisce l’essenza stessa della sinistra era così forte da vincere una scommessa che, sulla carta, sembrava quasi insensata. Andrea Pazienza con Ellekappa, Vincino con Altan, Angese con Domenico Starnone, Mannelli con Francesco Guccini, tutto si tenne. E Paolo Hendel, David Riondino, le feste di Tango a Montecchio: “Cuore” fu, di quella storia, una fortunata discendenza. Il figlio di quel padre.
Già lo slogan di lancio di “Tango”, ovvero “chi si incazza è perduto”, diceva tutto dello spirito di Sergio, che era aperto, curioso, disponibile, mai arcigno, mai escludente. Da Mao a Matteo Renzi (non è una battuta, è l’enunciazione di una vastità) non c’è fase o personaggio della storia della sinistra e della post-sinistra con i quali Sergio non avesse voglia di aprire un contraddittorio permanente. Perché Sergio aveva la fortuna di essere – o di essere diventato per intelligenza e per voglia – al tempo stesso un eretico e un ortodosso, un riformista e un incendiario, un polemico e un tollerante, un uomo di partito e un artista irriducibile a qualunque convenienza politica, una persona schieratissima eppure dal giudizio sempre libero. Lasciando un segno che, a volerlo intendere, è tanto più importante quanto più la discussione pubblica va facendosi acrimoniosa e suscettibile: essere appassionati ed essere tolleranti non solo non è incompatibile, ma l’una e l’altra facoltà possono darsi reciproco sostegno. “Chi si incazza è perduto”.
Le persone che, sulla scena artistica e culturale italiana, devono qualcosa a Sergio Staino sono parecchie: la sua capacità di “fare ambiente” e anzi crearne di nuovi, la sua voglia di animare giornali, riempire teatri, organizzare incontri è stata ininterrotta (fino alla presidenza del club Tenco, la cui rassegna è in corso proprio in questi giorni sul palco dell’Ariston). Ha fatto incontrare persone, ha incrociato altri artisti e li ha fatti incrociare tra loro, ha preso di petto i leader della sinistra da pari a pari, è intervenuto in tutti o quasi i dibattiti esistenti perché rimanersene zitto non era nelle sue facoltà. Ha sollecitato chiarimenti e ha sollevato polemiche, e sempre come se nessuna partita fosse chiusa e tutte le occasioni ancora aperte. Era ottimista, spiritoso, coraggioso. Non si è mai arreso alla cecità progressiva che lo ha tormentato per quasi tutta la vita. Ha continuato a lavorare con l’aiuto di suo figlio Michele e il sostegno inesauribile di sua moglie Bruna.
Mancherà molto a chi gli ha voluto bene. Oltre agli amici, milioni di lettori, che gli saranno sempre grati per avere raccontato gli sconvolgimenti della sinistra italiana come se la sinistra, anche in mezzo ai cocci, fosse ancora una comunità, e il suo viaggio non debba mai avere fine.






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mercoledì 26 luglio 2023

Twitter: una X al posto dell'uccellino.

 If a good enough X logo is posted tonight, we’ll make go live worldwide tomorrow

Se stasera viene pubblicato un logo X abbastanza buono, domani lo faremo live in tutto il mondo

Elon Musk - 23luglio 2023

poulterer x 

by Joep Bertrams, The Netherlands

https://politicalcartoons.com/cartoon/276716

 #ElonMusk  #Twitter #X


by Guardian

Il logo in crowdsourcing è stato pubblicato dall'utente di Twitter Sawyer Merritt , il co-fondatore di un'azienda di abbigliamento sostenibile, che ha twittato che il carattere era stato utilizzato per un podcast interrotto . Il logo è tratto da unicode, uno standard industriale internazionale per la codifica dei caratteri di testo in modo che possano essere visualizzati online.

Il logo di Twitter si basa su un carattere unicode chiamato Blackboard bold, che lascia aperte domande sul fatto che il logo possa essere protetto da copyright o protetto come marchio.

"Le aziende di solito spendono ingenti somme di denaro per progettare un logo unico per distinguersi dalla massa, quindi scegliere un carattere standard che chiunque altro possa utilizzare sembra molto particolare", ha affermato Alan Woodward, professore di sicurezza informatica presso la Surrey University.




Old Twitter logo dies. 
by Arcadio Esquivel, Costa Rica
https://politicalcartoons.com/cartoon/276727


Elon Musk kills Twitter 
by Christo Komarnitski, Bulgaria
https://politicalcartoons.com/cartoon/276766

Mohammed Gajoum
26 July 2023
Assassination
No Description

Tweet, x, tweeting, social media
https://cartoonmovement.com/cartoon/assassination




Glen Le Lievre
25 July 2023
Dead parrot
#twitter #elonmusk #socialmedia #Musk
https://cartoonmovement.com/cartoon/dead-parrot

Addio Larry
Durando
 #logotwitter #TwitterX #x #Musk #TwitterLogo


ELON… ICS!
Dite ciò che volete ma, da pubblicitario, ‘sto nuovo Logo mi fa sesquipedalmente CA*ARE!
e quindi…
Lunga vita all’Uccellino / E poi tanti auguri per / quel volatile carino / che allegrava anche Twittèr!
Fonte QUA
https://www.rainews.it/.../una-x-al-posto-dell-uccellino...
Moise 



Niels Bo Bojesen
@nielsbobojesen

#ElonMusk  
#Twitter 
#X
#TwitterX
#TwitterBird 
#TwitterLogo

by Portos - Franco Portinari




by Steve Breen 


Non sapevo nulla del cambio di logo di #twitter.
Quando qualche giorno fa ho visto quella X nera con quel font spigoloso e vagamente classicheggiante ho pensato davvero che, per misteriose ragioni, mi fosse rimasto in alto il logo di un utente di casapound e forza nuova, che omaggiava la decima mas nell'immagine profilo.
Poi ho notato tutti gli hashtag sul cambio di logo della piattaforma.
A me piaceva tanto il logo dell'uccellino azzurro. Questa X nera su fondo bianco o bianca su fondo nero è parecchio cupa.
#X #bruttiloghi #vagamentefasci
Tartarotti



Osama Hajjaj
25 July 2023
twitter X


Twitter Logo by Rivers, CagleCartoons.com
https://politicalcartoons.com/cartoon/276717

OUT WITH THE OLD IN WITH THE OLD 
by Randall Enos, Easton, CT
https://politicalcartoons.com/cartoon/276784



Twitter volta pagina e dice addio all’iconico uccellino. Lo ha annunciato domenica, proprio con un tweet, il proprietario Elon Musk, il quale ha rivelato che “presto diremo adieu al marchio di Twitter e, gradualmente, a tutti gli uccelli”. Il miliardario, che lo scorso anno ha acquistato la società di San Francisco per circa 44 miliardi di dollari, ha aggiunto che se entro la serata di domenica “verrà pubblicato un logo con una X abbastanza buono, domani lo renderemo operativo in tutto il mondo”. Musk ha contestualmente postato un’immagine di una “X” tremolante e successivamente in una chat audio di Twitter Spaces ha risposto “Sì” quando gli è stato chiesto se il logo di Twitter sarebbe effettivamente cambiato, aggiungendo che “avrebbe dovuto essere fatto molto tempo fa”. Dopo aver comprato il gigante dei social media a ottobre, l’uomo più ricco del mondo ha rinominato legalmente la società come ‘X Corp’, manifestando l’ambizione di sviluppare una “super app” come la cinese WeChat. Attualmente però Twitter deve fare i conti con una serie di controversie spinosa: l’ultima riguarda una causa intentata martedì, in cui si afferma che l’azienda dovrebbe agli ex dipendenti almeno 500 milioni di dollari di indennità di licenziamento. Ma sul tavolo c’è anche l’impopolare decisione di limitare il numero di tweet giornalieri che i diversi account possono visualizzare – favorendo l’espansione della neo-lanciata Threads, un sito concorrente di proprietà di Meta, che ha raggiunto i 100 milioni di iscritti in soli cinque giorni dall’introduzione.