mercoledì 27 febbraio 2019

La storia e la maturità


La cosa siamo noi - Mauro Biani




Niente tema storico alla Maturità, Liliana Segre: "Ministro, ci ripensi, non rubiamo il passato ai ragazzi"

La senatrice a vita lancia un appello a Bussetti, titolare dell'Istruzione, perché ripristini la storia all'esame di maturità già dal prossimo anno scolastico. "Che cosa succederà quando noi testimoni della Shoah non ci saremo più?"

di SIMONETTA FIORI

"Un esame di maturità senza la storia mi fa paura. Per questo chiederò al ministro Bussetti di ripensarci". A Liliana Segre proprio non va giù. Da quattro mesi dà battaglia per sapere come sia stato possibile che il Miur abbia soppresso la traccia storica dalla prima prova scritta della maturità. Si è anche fatta promotrice di un "affare assegnato" che in linguaggio tecnico vuol dire promuovere una piccola indagine - in questo caso affidata alla Commissione Cultura del Senato - per sapere da che cosa sia nata la decisione del ministero di cancellare la traccia storica. I lavori parlamentari non sono ancora cominciati. "E ora da cittadina ho chiesto un incontro con il ministro".

Cosa vuole dirgli?
"Vorrei capire il perché della soppressione della storia, che ritengo un atto molto grave. Io mi sono sempre occupata di memoria. Ma memoria e storia vanno insieme. Da trent'anni rendo testimonianza sulla Shoah nelle scuole, e vedo la fatica che talvolta fanno i professori per contestualizzare il mio racconto. Può capitare che nell'ultima classe delle superiori non si arrivi a svolgere l'intero programma e ci si fermi alla Grande Guerra. Invece sarebbe utile studiare i totalitarismi, i genocidi e la complessità di tutto il Secolo Breve".

Che cosa le fa più paura di questa cancellazione?
"Ormai gli ultimi testimoni dell'Olocausto stanno sparendo. Tra carnefici e vittime, siamo morti quasi tutti".

Perché dice "siamo"?
"Sono una voce che grida nel deserto dei morti. E cosa succederà quando non ci saremo più? La storia è sempre manipolabile. E, dopo che verranno meno gli ultimi sopravvissuti, la Shoah diventerà una riga nei libri di storia. E più tardi ancora, non ci sarà neppure quella. Ricorda 1984 di Orwell?".

La storia completamente riscritta dal Partito Unico. E gli slogan: "Chi controlla il passato controlla il futuro. E chi controlla il presente controlla il passato".
"Nessuno è riuscito a dirlo meglio dello scrittore inglese. E trovo assurdo che in tempi come i nostri - nel segno delle parole d'odio - il ministero dell'Istruzione sancisca la marginalità della storia. Devo confessare che, dinanzi alla decisione di cancellarne la traccia alla maturità, sono rimasta sbigottita ma non totalmente sorpresa: come se mi fosse arrivata la conferma triste di tanti segnali registrati negli ultimi anni. Le cose non arrivano mai di colpo, ma sono l'esito di lunghi processi".

Da senatrice ha avviato una sorta di indagine.
"Sì, "un affare assegnato" alla VII Commissione del Senato, ma i lavori sono ancora fermi. Ciascun gruppo ha indicato gli esperti e gli studiosi da ascoltare, ma le audizioni non sono state ancora calendarizzate. Capisco che ci siano delle priorità, ma sarebbe opportuno partire tempestivamente. Anche per arrivare in tempo per il prossimo anno scolastico: mi piacerebbe che la traccia di storia venisse ripristinata".

L'indagine accerterà le motivazioni della decisione ministeriale. Ma si conosce già la risposta del Miur.
"Ah certo, ci diranno che, negli ultimi otto anni, meno del 3 per cento degli studenti ha scelto la traccia storica. Troppo pochi".

Così hanno preferito sopprimere la traccia di storia, invece che chiedersi perché così pochi la scegliessero.
"È questo il punto. Non ci si pone il problema di come venga insegnata. I docenti sono ancora capaci di rendere affascinante lo studio del passato? Lo dico con grande rispetto per figure eroiche che in Italia non vedono riconosciuto il proprio ruolo. Che entusiasmo si può coltivare con una remunerazione che svilisce? Detto ciò, io mi imbatto spesso in professori molto bravi e nutro una gratitudine enorme per quello che riescono a fare".

È un problema anche di orari. Da quest'anno, nel biennio degli istituti professionali la disciplina è ridotta a un'ora settimanale.
"Ma che ci fai con un'ora di storia alla settimana? Forse che chi è destinato al mondo del lavoro debba rinunciare a una bussola fondamentale per orientarsi nel presente? Penso anche al rapporto con la città e con i propri monumenti. In Italia possediamo la più alta percentuale del patrimonio artistico mondiale e non siamo in grado di fornire agli studenti gli strumenti per capire questi capolavori. Tra un po' passando davanti al Colosseo si penserà che sia un'opera pubblica incompiuta progettata quarant'anni fa".

Lei ha detto una volta: senza la storia non si diventa uomini.
"È quello che penso. L'ho anche sperimentato in prima persona. Io ho imparato molto dallo studio della storia".

A lei è capitato di essere fagocitata dalla storia prima ancora di studiarla.
"Questo è vero. Avevo tredici anni quando mi caricarono sul treno per Auschwitz. E della storia d'Italia sapevo poco. Avevo fatto in tempo a studiare Garibaldi, che l'iconografia patriottica mostrava accolto tra applausi nel Sud della penisola. Solo più tardi avrei conosciuto la complessità del Risorgimento".

Riprese gli studi storici dopo essere stata liberata. In che modo l'hanno aiutata a crescere?
"Da privatista feci cinque anni in uno, in un accumulo di nozioni e letture. Ma la storia mi appassionava in un modo speciale, forse perché mi mostrava in che modo la vita dei paesi e delle comunità potesse cambiare forma. Mi concentravo sull'Europa, sulle sue rivoluzioni e sulla formazioni degli Stati nazionali. Capivo perché i latini definissero la storia magistra vitae".

Cercava di dare un senso alla sua esperienza ad Auschwitz?
"No, questo sarebbe accaduto più tardi. Nel dopoguerra ho cercato se non di dimenticare - questo è impossibile - certo di mettere da parte il lager. La resa dei conti anche storica sarebbe arrivata più tardi".

E dopo l'ha aiutata a capire?
"Ho approfondito sul piano delle conoscenze, ma non ho mai avuta la risposta che cercavo. Continuo a leggere moltissimi saggi sulla Shoah, ma la risposta continuo a non averla".

Alla campagna per lo studio della storia lei ha affiancato un'altra battaglia che è il disegno di legge contro le parole dell'odio. C'è una relazione?
"Sì, c'è un filo comune. Se si ammettono le parole dell'odio nel contesto pubblico, se si accoglie lo hate speech nella ritualità del quotidiano, si legittimano rapporti imbarbariti. Io l'odio l'ho visto. L'ho sofferto. E so dove può portare. Per questo vado a parlare con gli studenti. Gli racconto un passato figlio dell'odio e del rancore disumano e loro mi ascoltano con un'attenzione di cui non smetto di essergli grata".

Arriviamo così al paradosso: in realtà i ragazzi sono affamati di storia.
"Sì, semmai sono stati gli adulti a ridurla a merce d'antiquariato, inutile e fuori moda. Ecco, al ministro Bussetti vorrei riuscire a dire anche questo. Non rubiamo la storia ai nostri ragazzi. Ne hanno un immenso bisogno".


Makkox: la strategia è rendere definitive frasi tipo "i soldi, quali soldi?
so' sempre stati nostri a memoria d'uomo..." :)



Bussetti risponde

Caro direttore, sono grato alla senatrice a vita Liliana Segre per l'attenzione che rivolge sempre all'educazione dei nostri studenti impegnandosi in prima persona, con un sacrificio che possiamo solo immaginare, per trasmettere loro la memoria della Shoah e dei terribili fatti dei quali, purtroppo, è stata protagonista nel secolo scorso. E anche alimentando il dibattito pubblico sul valore della Storia nella formazione dei giovani. (continua)

lunedì 25 febbraio 2019

Per Musa Kart

FANY-BLOG sostiene il disegnatore Musa Kart ed i giornalisti turchi di Cumhuriyet , condannati a pene detentive dai due agli otto anni.
Musa kart, vincitore del premio internazionale della stampa Cartooning for Peace / Ville De Genève-Officiel 2018, negli ultimi tweet scritti dice di vivere le sue ultime ore di libertà, in attesa che la polizia di Erdogan lo porti in prigione. Una pesante pena per il semplice esercizio del suo mestiere, quello di disegnatore libero e indipendente.

Per Musa Kart
Gio / Mariagrazia Quaranta
Turquie : procès des journalistes de Cumhuriyet, dont le dessinateur Musa Kart

Le procès des journalistes de Cumhuriyet, détenus depuis 9 mois dans la prison de Silivri, s’est ouvert lundi 24 juillet pour dix jours. Accusé d’avoir aidé et soutenu une organisation terroriste, le dessinateur Musa Kart risque une peine d’emprisonnement de 29 ans.

Au début de l’audience, tout comme ses collègues, le caricaturiste a lu une déclaration écrite pour sa défense.

Originellement traduits puis publiés en anglais par nos confrères américains de Cartoonists Rights Network International, ses mots, ponctués de notes d’humour, soulignent non seulement l’absurdité des accusations émises à l’encontre de Cumhuriyet, et consacrent aussi l’importance du dessin de presse dans le combat pour la liberté d’expression.

A lire en français et en intégralité ici.

Mise à jour du 19/02/2019 : La justice turque confirme les peines de prison ferme contre les employés du journal Cumhuriyet.

Accusés d’« association avec une organisation terroriste », les membres de la rédaction du journal Cumhuriyet, rare organe de presse critique à l’égard du gouvernement de Recep Tayyip Erdogan, avaient fait appel de la condamnation en première instance.

Les journalistes, dont le dessinateur de presse Musa Kart, Lauréat du Prix International du dessin de presse décerné par Cartooning for Peace en 2018, ont été condamnés à purger des peines de 2 à 8 ans.

Cartooning for Peace renouvelle tout son soutien à Musa Kart et ses anciens collègues, et condamne cette décision du tribunal qui porte un nouveau coup à la liberté d’expression.




[ALERTE DESSINATEUR]
📣 Cartooning for Peace renouvelle son soutien au dessinateur de presse turc Musa Kart-Çizmeden Yukarı et à ses anciens collègues, et condamne la décision du tribunal qui porte un nouveau coup à la liberté d’expression.
https://bit.ly/2vPpbKW
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[CARTOONIST ALERT]
📣 Cartooning for Peace supports Turkish press cartoonist Musa Kart-Çizmeden Yukarı and his former coworkers and condemns the tribunal's decision which affects freedom of expression.
https://bit.ly/2v3kfVd

Cartoon by Semih Poroy (Turkey)
Cartooning for Peace


Adam Zyglis


France-Cartoons soutient le dessinateur  Musa Kart et les journalistes turcs condamnés à purger des peines de 2 à 8 ans.
disegno di Ballouhey



Bertrams




Free Musa Kart (Turkey)    Maarten Wolterink
Let's support Turkish press cartoonist Musa Kart-Çizmeden Yukarı and his former coworkers and condemn the tribunal's decision which affects freedom of expression.






Turchia, confermata la condanna per i giornalisti di Cumhuriyet. In otto tornano in carcere
di Antonella Napoli
La scure della giustizia si abbatte ancora sulle voci libere in Turchia. La 3^ Corte di appello di Istanbul ha confermato la sentenza a carico di Musa Kart, Bülent Utku, Hakan Karasinir, Kadri Gürsel, Guray Tekin Oz, Oder Celik, Emre Iper e Mustafa Kemal Güngör. Dovranno tornare in carcere per scontare il resto della pena a cui lo scorso aprile erano stati condannati insieme a altri 6 tra redattori e membri del consiglio di amministrazione del quotidiano Cumhuriyet sui quali si dovrà esprimere un altro Tribunale.
Il processo, in cui erano imputati anche il direttore Murat Sabuncu e l’amministratore delegato Akin Atalay, oltre ad alcuni reporter ed editorialisti molto noti come Ahmet Sik, oggi parlamentare dell’Hdp, è diventato uno dei simboli delle limitazioni alla libertà di stampa nel Paese di Recep Tayyip Erdogan.
Dal primo momento è parso evidente a tutta l’opinione pubblica mondiale che i redattori e il resto del personale dell’ultimo giornale indipendente turco, come i fratelli Ahmet e Mehmet Altan e gli altri 150 giornalisti ancora imprigionati in Turchia, fossero stati arrestati e condannati solo per aver svolto il loro lavoro in piena coscienza e libertà.
La magistratura ha dimostrato di non essere in grado di garantire la protezione dei diritti fondamentali dei cittadini turchi che comprendono la libertà di stampa, aggravando così la pressione sui media che tentano di mantenere una propria neutralità.
Per questo oggi piu che mai la Corte europea dei diritti dell’uomo deve assumere decisioni che provino a ristabilire una giustizia degna di questo nome per i nostri colleghi in balia delle repressioni iniziate con il fallito golpe del luglio 2016.
La natura simbolica dei processi Zaman e Cumhuriyet ha sortito un indubbio effetto raggelante sui media turchi e sulla percezione del diritto al libero pensiero.
La conferma in secondo grado della sentenza di un altro processo contro la libertà di stampa in Turchia, l’ergastolo aggravato per 6 giornalisti, tra cui Ahmet Altan, scrittore e giornalista, suo fratello Mehmet, economista e editorialista, e la veterana del giornalismo turco Nazlı Ilıcak, 75 anni (condannata lo scorso febbraio anche per divulgazione di notizie riservate in un altro procedimento) conferma che lo Stato di diritto nel Paese è morto.
La Corte di Appello del Tribunale penale di Istanbul al termine del procedimento che li vedeva accusati di “attentato all’ordine costituzionale” ha ribadito il verdetto di carcere a vita anche per altri imputati, il giornalista Şükrü Tuğrul Özşemgül, Fevzi Yazıcı, esperto designer, e Yakup Şimşek, art director, tutti collaboratori del quotidiano Zaman.
Tutti loro nessun’altra ‘colpa’ hanno se non quella di aver fatto il proprio mestiere.
Un verdetto atteso con preoccupazione anche all’estero, dove in questi mesi sono state lanciate numerose campagne a sostegno dei giornalisti incarcerati negli ultimi due anni e mezzo.
Articolo 21 ha seguito tutte le udienze, iniziate il 24 luglio 2017. Chi scrive era tra gli osservatori internazionali al processo arrivato a sentenza il 25 aprile.
Il dibattimento è stato incentrato sull’attività giornalistica piuttosto che sulle accuse formulate nei confronti degli imputati.
Le domande poste sia dai giudici che dal procuratore vertevano solo sulle notizie e sulla politica editoriale di Cumhuriyet. La linea editoriale indipendente del giornale è stata messa in discussione. Sin dalla prima udienza il processo stesso ha posto in evidenza che quello in atto nei confronti di Cumhuriyet era un tentativo di imporre il bavaglio ai giornalisti turchi, una ritorsione contro chi concepisce il giornalismo come strumento di verità e di libertà d’espressione.
Nella graduatoria 2018 di Reporters sans Frontières sulla libertà di stampa, la Turchia è risultata al 157/mo posto su 180 Paesi.
Rispetto alla decisione della corte d’appello turca che ha confermato la condanna di giornalisti e dirigenti di Cumhuriyet, il direttore della ricerca e della strategia sulla Turchia di Amnesty International, Andrew Gardner, ha dichiarato che “la sentenza di oggi dimostra ancora una volta come procedimenti politicamente motivati e sentenze immotivate ricevano una mera timbratura da parte delle corti d’appello”.
L’organizzazione internazionale ha evidenziato come i procedimenti giudiziari ai danni di decine di operatori dell’informazione costituiscono un costante affronto alla libertà di stampa e alla giustizia in Turchia. Usando i tribunali per rafforzare la loro stretta sugli organi d’informazione, le autorità hanno ancora una volta messo in evidenza il lato oscuro di un sistema giudiziario guasto. “Ciò dovrebbe preoccupare chiunque abbia a cuore la libertà d’espressione” la conclusione di Amnesty che facciamo nostra.

giovedì 21 febbraio 2019

Auf Wiedersehen Karl Lagerfeld, stilista di Fendi e Chanel.

"Il vero lusso? L'intelligenza."

"L'elegance is an attitude."

"Mi piace reinventarmi: è parte del mio lavoro"

"I pantaloni della tuta sono un segno di sconfitta. 
Avete perso il controllo della vostra vita se uscite con la tuta"

“Il lusso è la libertà di spirito, l'indipendenza, in breve il politicamente scorretto.” 

"Da giovane volevo diventare un caricaturista. 
Adesso finalmente sono diventato una caricatura io stesso"


Karl Lagerfeld


Karl
Moine



Auf Wiedersehen. Karl Otto Lagerfeld, stilista e fotografo tedesco. Durante la sua vita ha collaborato con varie etichette di moda. È stato direttore creativo di Fendi insieme e di Chanel oltre a firmare una sua linea.
Era nato il 10 settembre 1933 ad Amburgo in Germania ed è scomparso il 19 febbraio 2019.
Carrera Arcangelo



Karl Lagerfeld 1933-2019
02/19/2019 par Michel Kichka
Karl Lagerfeld, un styliste jamais démodé.


Karl Lagerfeld R.I.P.
Gero




1933-2019...
Damien Glez


“KARL LAGERFELD”
Sciammarella





karl lagerfeld & Choupette
for Het Parool / Amsterdam
Noma Bar



#choupette #karllagerfeld karllagerfeld
Kroll
L'eredità va alla sua gatta Choupette

caricatura tokidoki by Karl Lagerfeld


Karl Lagerfeld e Coco Chanel, schizzo originale di Karl Lagerfeld




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La splendida galleria di vigne sullo sbarco di Lagerfeld a Cuba!

mercoledì 20 febbraio 2019

Diciotti: la giunta dice No all'autorizzazione a procedere contro Salvini.

Piattaforma Rosseau
Franco Portinari


Tauro


Riverso



Durando


Scandalo Diciotti
Paride Puglia



Natangelo



ElleKappa

ElleKappa

ElleKappa

Vauro





La democrazia è l’arte di far credere al popolo che esso governi.
#Diciotti #Salvini #M5Salvini #m5slega #M5s #Rousseau
Durando


Sergio Staino

domenica 17 febbraio 2019

Gérard Vandenbroucke muore a 71 anni

Fonte Bado's blog
Gérard Vandenbroucke davanti alla sua caricatura di Moine .


Il Salone Internazionale di Editoriale e Gag Cartoon di Saint Just le Martel ha annunciato ieri la morte di Gérard Vandenbroucke, suo presidente e fondatore.

Gérard Vandenbroucke, presidente della comunità urbana di Limoges Métropole e vicepresidente della regione Nouvelle-Aquitaine, è morto venerdì sera all'età di 71 anni, dopo una lunga malattia.

Ha dedicato una parte importante della sua vita alla politica, la sua seconda famiglia, dopo la moglie e la figlia.

Nel 1981, questo ex professore di letteratura ha creato il Salone Internazionale di Editoria e Fumetto Gag di Saint-Just-le-Martel, un sobborgo di Limoges.

Nel gennaio 2015, dopo l'attacco a Charlie Hebdo , è stato con le lacrime agli occhi che ha parlato dei suoi amici assassinati Cabu , Wolinski e Tignous .



Grande partecipazione nel mondo dei cartoonist che piange uno dei suoi più cari difensori:


Cartooning for Peace rend hommage à Gérard Vandenbroucke qui nous a quittés. Un grand amoureux du dessin de presse qui a fait beaucoup pour les dessinateurs du monde entier.
Nos pensées vont à sa famille et à tous nos amis du Centre Permanent.
disegno di Plantu



I was saddened to learn that our dear friend, Gérard Vandenbroucke passed away today. Gérard was a tireless proponent of our cartooning profession.

Gérard started the Salon at St Just le Martel, France, more than 40 years ago with a group of teenagers in the village, who continue to run the Salon. They decided to make a festival for "Press Cartoons" (editorial cartoons) and they invited prominent French political cartoonists to attend. A handful came at first, and the Salon has grown steadily ever since into the worldwide editorial cartoonists convention that CagleCartoonists attend every year.

Gérard supported the Salon, along with fund raising and construction of St Just's lovely cartoon museum, as he rose through the French political ranks, starting as mayor of St Just le Martel, then as president of the Limoges region and then the Limousin region. He has continued to be the president of the Salon all this time, and more recently he was the force behind the founding of the Cartooning Global Forum last year at UNESCO in Paris.

It is a sad day for our profession. Gérard was our hero; he was beloved by the cartoonists he loved. He is already missed.
Daryl Cagle


En hommage à Gérard Vandenbroucke
Alf Alain Faillat



Je viens d'apprendre une bien triste nouvelle. Gérard Vandenbroucke le fondateur et président du salon du dessin de presse et d'humour de Saint-Just-le-Martel vient de nous quitter. La grande famille des dessinateurs perd son meilleur ami.
Mes pensés attristées vont à Blanche, à sa famille, à son village, à sa région et à tous les dessinateurs qu'il aimait tant.
Pierre Ballouhey




Ciao Gerard.
Ugo Sajini



Lamentamos la pérdida de nuestro querido amigo Gérard Vandenbroucke, uno de los impulsores principales de la caricatura a nivel mundial y con quien estaremos eternamente agradecidos por su arduo trabajo e inspiración en Salon de l'Humour de Saint-Just-le-Martel Haute Vienne France. Descansa en paz Gérard, nuestros trazos nunca te olvidarán.
Cartoon Club - disegno di Boligan




Very sad news. A good man pass away. Gerard Vandenbrouck was the founder, inspirer and organizer of the largest forum of cartoonists in the world. Everybody loved him, just as he loved everyone. Gerard will always be with us.
(Vladimir Kazanevsky)

Merci pour tout mon ami.Merci pour partager ta passion pour les Arts et merci pour tes tours de chant.Je n'écouterais plus jamais de la même façon "La Mama","Céline" et "La bohème".
Tu nous manque déjà, mais tu reste et resteras dans nos cœurs du coté des beaux souvenirs, pour toujours.
Bonfim



Rousso




Tribute from  Rick Mckee


This one is by Cristina Sampaio from Portugal.




Merci Gérard, de tout coeur.

Bises chère Blanche ❤️
Marilena Nardi


Hommage de Charlie hebdo

Gérard Vandenbroucke con le mucche simbolo del Salone di Saint Just de Martel

Saint-Just-le-Martel capitale du dessin de presse
SAINT-JUST-LE-MARTEL, SEULEMENT 2500 HABITANTS... ET POURTANT…
CAPITALE INCONTESTÉE DE LA CARICATURE, DU DESSIN DE PRESSE ET D’HUMOUR …

A l’écart des grands itinéraires touristiques, des grandes destinations estivales, Saint-Just-le-Martel est un village étonnamment créatif, singulièrement différent, un village où, l’automne revenu, on entend parler anglais et russe, chinois et turc, espagnol et coréen, un village où, dans toutes les langues, on dessine, l'on sourit et l’on rit, où l’on repense le monde par la caricature, par l’humour et le dessin de presse.

Chaque année en effet, depuis plus de trente ans, les "drôles de mines ", dessinateurs et caricaturistes du monde entier se pressent à Saint-Just-le-Martel, au coeur du Limousin, à une dizaine de kilomètres de Limoges.

Au sein d’une population complice, de visiteurs par milliers, ils y célèbrent l’humour graphique, "tendre" ou "vache", talent , lucidité et impertinence intimement mêlés.

Le 30 septembre dernier 2011, ils y ont inauguré un équipement tout à fait exceptionnel, le Centre nternational permanent de la caricature, du dessin de presse et d’humour… Qui aurait pu penser qu’un tel équipement unique en Europe, se construirait un jour ailleurs qu’à Paris, dans une petite commune limousine de 2.500 habitants ?

Le 27 septembre prochain, ils ouvriront la 32e édition du Salon annuel, un salon d’une incroyable richesse, mêlant dessins contemporains et rétrospectives, expositions collectives et découvertes singulières. Près de 200 dessinateurs venus du monde entier, cartoonists confirmés et futures vedettes du crayon viendront s’y rencontrer, parler de leur métier, dessiner pour un public nombreux et toujours fidèle.

Nouvel élan pour de nouveaux projets, de nouveaux enthousiasmes, et de nouvelles réussites. Dans le domaine culturel, un jour, Saint-Just-le-Martel a su innover, a véritablement "osé la différence". Depuis, il n’a pas fini d’étonner ! Et il a bien l'intention de continuer... longtemps !

Américains, Russes, Mexicains, Colombiens, Coréens, Indiens, Européens… du monde entier, Les drôles de mines viennent à Saint-Just !
https://www.st-just-humour.fr/

lunedì 11 febbraio 2019

Artefacto 69

Dopo quattro anni di assenza è ritornata la rivista online Artefacto
edita dall'amico Omar Zevallos, che tanto mi ha fatto amare il disegno umoristico, in tutte le sue sfaccettature e conoscere tantissimi artisti.
Buon Humor Omar!


VOLVIÓ ARTEFACTO.
Luego de una larga ausencia, vuelve la revista virtual de todas las artes gráficas. Este número emblemático está dedicado a grandes artistas, ilustradores y creadores, como el gran pintor norteamericano Gil Elgren que recreó a cientos de chicas pin ups; el genio de los muñecos animados Jim Henson y la diseñadora rusa Marina Adamova. Eso y mucho más en esta edición de colección. Si les gustó compartan.
Pueden descargarla gratuitamente desde aquí:
https://revistavirtualartefacto.blogspot.com/

IT RETURNED ARTIFACT.
After a long absence, returns the virtual magazine of all the graphic arts. This emblematic number is dedicated to great artists, illustrators and creators, such as the great American painter Gil Elgren who recreated hundreds of pin-up girls; the genius of the animated dolls Jim Henson and the Russian designer Marina Adamova. That and much more in this collection edition. If you liked, share.

Es una publicación mensual dedicada
al quehacer artístico en nuestro país
y del mundo.
EDITOR:
Omar Zevallos Velarde
COLABORADORES:
Nando (Argentina)
Gabriel Zárate(Perú)
Gabriel Rodríguez (Perú)
Pedro Paredes (Canadá)
Jorge Paco (Arequipa)
Contacto: omarzev@gmail.com


Los amigos de Brazil Cartoon han publicado una nota sobre el relanzamiento de la revista Artefacto.