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sabato 15 gennaio 2022

Per il Presidente David Sassoli

 Per il Presidente David Sassoli


© Marco De Angelis *


A TE CARO DAVID


amico dal cuore tenero e dallo spirito forte, dedichiamo ancora le parole di José Martì.


Hanno scadenzato i nostri passi e accompagnato le nostre vite.

Grazie per la tua fedeltà, per la tua libertà, per il tuo buon coraggio, per la trasparenza del tuo sguardo, per la determinatezza del tuo impegno, per i tuoi abbracci, per il tuo sorriso avvolgente,

per essere sempre stato con noi e… lo sarai per sempre!!



Le amiche e gli amici della Rosa Bianca.



“Coltivo una rosa bianca,

in luglio come in gennaio,

per l’amico sincero

che mi porge la sua mano franca.

E per il crudele che mi strappa

il cuore con cui vivo,

né il cardo né ortica coltivo:

coltivo la rosa bianca.”



" RAGAZZI DELL'EUROPA ".
"Tu ragazzo dell'Europa
Tu non pianti mai bandiera...".
(Gianna Nannini, 'Ragazzo dell'Europa)
A David Sassoli Mauro Biani

DavidSassoli Un esempio. 
Mauro Biani


David Sassoli per me era la Politica con la P maiuscola, una persona gentile e garbata, pulita, ma non per questo meno determinata, anzi, non le mandava a dire, arrivava diretto al punto, una politica che fa, la sua, che se la prende a cuore, I CARE come diceva Don Milani, tutto questo in netto contrasto con la politica che urla per legittimarsi, che infonde odio per darsi un valore, una politica vuota, piena di nulla.
Paolo Lombardi

RIP
Mario Airaghi




David Sassoli morto, addio al presidente del Parlamento Ue.
"L'Europa saluta David Sassoli"
by Chenzo, www.chenzoart.it 


..un pensiero per un grande professionista, un gentiluomo ed un orgoglio italiano.

RIP Presidente

Gianni Fioretti



Silvia Tortora, David Sassoli
siete sicuri di essere stati chiamati?
Gianni Soria



A David Sassoli.

Umberto Romaniello



Buona Strada David..
Franco Bianco

Umberto Rigotti




Dietro l'angolo

Difficile compito per Angela Merkel alla Presidenza del Consiglio Europeo che deve cercare di far desistere il Presidente del Parlamento che chiede che vengano ripristinati i fondi del piano NGEU tagliati per le insistenze dei paesi frugali. 

Una miseria nei confronti delle cifre stanziate nel bilancio dell´Unione ma soprattutto una questione di prestigio del Parlamento che deve mandar giú i rebates a favore dei paesi frugali e chiudere un po´ gli occhi nei confronti di Ungheria e Polonia sul rispetto dei diritti civili.

Fa bene David Sassoli a tener duro,  non é solo l´Italia che dovrá presto fare i conti con l´incombente crisi economica. 

Gianfranco Uber 16/10/2020


“Un’Europa di “Rose Bianche” 
“La Resistenza di Sassoli” 
Mauro Biani



© Marco De Angelis * = Nel giorno dei funerali di David Sassoli, voglio salutarlo con una rosa bianca: è il mio disegno che fu utilizzato dal 1982 come logo dell'associazione Rosa Bianca, fondata dal compianto amico Paolo Giuntella e alla quale David aderì con entusiasmo. Non possiamo che ringraziarlo per quanto ha fatto per l'Italia e per l'Europa, indicandolo come esempio a coloro che vogliono impegnarsi al servizio del proprio Paese, e ricordandolo quando era ancora un giovane collega e bella promessa del giornalismo.


venerdì 6 novembre 2020

Gigi Proietti

 Roma perde con la scomparsa di Gigi Proietti uno dei suoi più cari figli, un grande attore di  teatro, tv e cinema.

Un piccolo omaggio : alcune vignette, caricature e l'intervista di Antonio Gnoli.

Un abbraccio alla famiglia.

GRANDE PERSONA
 di Riccardo Mannelli

Gigi Proietti: "Sono un esibizionista allegro. Volevo solo una cosa: la luna"

Antonio Gnoli (2/01/2016)


Ha iniziato suonando nei night. Poi il teatro, gli incontri con Bene, Lerici, Gassman, il cinema e la televisione. Il grande attore si racconta

Vuole un caffè? Così magari lo prendo anch'io. Che problema c'è? Chiedo. C'è che sto in regime salutista: un caffè e un sigaretta al giorno. Dice lui. Lui sarebbe Gigi Proietti che vado a trovare in una Roma costernata dal clima. Vive in fondo alla Cassia. Scorgo, in un angolo del salone dove ci accomodiamo, un contrabbasso. Chi lo suona? Lo suono io, ogni tanto. Ero il bassista col botto. Col botto? Sì col botto: bumbumbum. Non sapevo fare altro. La mano destra ancora, ancora. Ma la sinistra imprevedibile. Come se non avessi un braccio. Erano gli anni in cui suonavo in un complessino tirato su, senza pretese. Guadagni scarsi. Ma sufficienti per non pesare sui genitori che non navigavano nell'oro e immaginavano per me un futuro diverso.

Gigi di MariaGrazia Quaranta/GIO


Cosa immaginava suo padre?

"Quello che di solito hanno in testa i padri di quella generazione: studia, laureati e trova un impiego, possibilmente statale. Sa perché noi italiani abbiamo spesso tollerato la burocrazia e i suoi misfatti?"



No, mi dica.

"Perché la burocrazia era la mamma, il ventre molle e accogliente nel quale sparire e riemergere il 27 di ogni mese. Tra coloro che ce l'avevano fatta c'era la granitica convinzione che ogni cosa che accadesse fuori non li riguardava. Non credo che mio padre vivesse così lo stato delle cose. Lui pensava a una carriera onorevole".




Di cosa si occupava?

"Aveva fatto parecchi mestieri, il boscaiolo, il cameriere, prima di trovare a Roma un impiego come uomo di fiducia in un'azienda. Ho sempre ammirato la sua onestà. Era umbro, figlio di contadini. Con la mamma vennero a Roma negli anni della guerra. Sono nato nel 1940. I miei alloggiarono prima in una casa davanti al Colosseo, fummo sgombrati dalle forze dell'ordine perché l'edificio era pericolante; andammo a vivere in uno scantinato di un albergo; infine ci assegnarono un alloggio alla borgata Tufello".

Li mortacci...
Tiziano Riverso


Come vive le sue origini?

"Penso che le origini di una persona non sono la sua condanna. Ognuno di noi, se ha determinazione e un po' di fortuna, può decidere la propria strada".



Diceva della prima orchestrina.

"Ci chiamavamo "Gigi e i Soliti Ignoti". A Roma, parlo del 1960, c'erano i dancing. Io cantavo. Poi facemmo il salto di qualità: ci chiamarono a suonare nei night club. Entravamo alle sette di sera e uscivamo, disfatti, alle cinque del mattino. Mi ero anche iscritto a giurisprudenza. Non era facile affrontare insieme gli esami e il pubblico notturno".



Erano gli anni della Dolce vita.

"La Dolce vita stava finendo e già si intravedeva l'agonia di via Veneto".

Giggi
Pare de piombo er cielo dapertutto
E er sole nun accenna a sorti’ fòra
Da quanno Roma s’è svejata a lutto
E, insieme a Roma, er monno s’addolora.
Era un artista enorme, e soprattutto
Era un amico, un padre, e tanto ancora,
Una risata aperta e ammaliatora
Che er monno te pareva meno brutto.
Proprio oggi faceva er compleanno,
Che de li morti c’è la ricorrenza.
Otto decenni avrebbe festeggiato.
Come si er calendario de quest’anno
Volesse di’, co’ questa coincidenza,
Che l’urtimo gigante se n’è annato.


Chi frequentava il night?

"Allora era uno status symbol. Venivano il generone romano, un po' di malavita e parecchi turisti. Questi ultimi di solito arrivavano grazie a un'organizzazione, "Rome by Night", che li guidava. Pagavano un biglietto di ingresso che gli dava diritto a una consumazione e ad assistere a uno spettacolo di streap-teese".



Cos'altro accadeva?

"Le entreneuse tenevano compagnia ai clienti. Alcune poi si appartavano nei separé. Noi suonavamo di tutto in tutte le lingue. Usando, in realtà, un gramelot, inventato per l'occasione. L'atmosfera cominciava sonnacchiosa e poi cresceva di tono. I clienti si eccitavano, le ballerine si contorcevano, le spogliarelliste si denudavano. Ce n'era una che faceva lo spettacolino con una porta".


Una porta?

"Sì, la trovata consisteva che alla fine il pubblico vedeva lei, che si spogliava, dal buco della serratura!".

Gastone
Antonio Gallo


Meraviglioso.

"Era un altro mondo dove i fiumi di champagne erano sostituiti dai fiumi di imprecisati liquidi. Una volta un cliente, mi pare un americano, scrutò attentamente l'etichetta della bottiglia: c'era scritto grande "Rouge et Noire" e sotto, piccolo piccolo, "Fratelli Capocci, Genzano". Lo champagne lo preparavano nel retro delle cucine. Scoppiò il putiferio".


Le manca quel mondo?

"Appartiene a un periodo della mia vita. È stato fondamentale in molti sensi. In quegli anni incontrai la donna che sarebbe stata la compagna della vita: Sagitta, una svedese che faceva la guida turistica. Stiamo insieme da mezzo secolo. Non ci siamo mai sposati. Ogni tanto dico: vedi, anche se volessi, non potrei neanche divorziare. Abbiamo due figlie che adoriamo".

Gigi Proietti
Marco Martellini

Circondato da donne.

"Non è poi così male".


E il teatro?

"Ci arrivai per caso. Non ero abitato dal fuoco sacro, semmai dal fuoco fatuo. Avevo fatto dei provini. Ma non è che avessi una cultura teatrale. Feci piccole cose. Erano gli anni in cui a Roma c'erano le famose cantine e si faceva molta avanguardia. Restai folgorato da Carmelo Bene che recitava in Caligola di Albert Camus. Carmelo curò anche la regia e i costumi. Lo guardai con ammirazione. Aveva solo tre anni più di me. Ma era come se tra di noi ci fossero secoli di distanza".


Cosa la colpiva?

"Penso che la sua grande capacità innovativa si nascondesse nelle pieghe della tradizione. Me lo presentò Roberto Lerici, altro personaggio straordinario, e diventammo amici da subito. Mi propose di lavorare a uno spettacolo che poi non si fece. Ripiegò sulla Cena delle beffe , mi offrì il ruolo di coprotagonista e accettai felice di poter lavorare con quel mostro sacro".

Ciao grande Gigi, adesso facce ride da lassù!
 By Chenzo, www.chenzoart.it #gigiproietti #gigi #Proietti #chenzo


Non era un uomo facile da trattare.

"Era istrionico, provocatorio ma anche geniale. Un poeta che a volte si lasciava andare alla sua vena più aggressiva. Trovo però difficile definirlo. A volte decadente. Altre ancora futuribile. Le maschere non gli mancavano. Negli ultimi anni parlava solo di Schopenhauer, di Nietzsche, degli amici francesi che lo avevano scoperto. Dissipò il suo talento in mille rivoli. Cominciò a dire Io non esisto . Si carmelobenizzò. Ma è stato un grande artista".


Accennava a Roberto Lerici, se non ricordo male aveva una casa editrice culturalmente agguerrita.

"La Lerici editore. L'aveva ereditata dalla famiglia e rilanciata assecondando i suoi gusti raffinati. Ma Roberto non era solo un intellettuale astratto o sofisticato. Possedeva un formidabile senso dello spettacolo. Tanto è vero che insieme allestimmo A me gli occhi please e prima ancora Fatti e fattacci .


Come spiega il successo clamoroso di "A me gli occhi, please"?

"Non lo spiego, non sarei in grado di farlo. Esordimmo a Sulmona e poi arrivammo a Roma, un po' per caso. Nei due anni che lo tenemmo in cartellone fu visto da mezzo milione di persone. Perché? Boh. Piaceva la contaminazione dei generi, il comico e il drammatico che si alternavano e poi era come se quella grande tenda, dove si svolgeva lo spettacolo, fosse diventata una sorta di isola felice. Eravamo alla metà degli anni Settanta. Anni orribili, segnati dai morti e dal fanatismo, non così diversi da quelli odierni. Allora, la gente trovò rifugio in quel teatro. Nessuno avrebbe scommesso una lira sul suo successo. Forse l'unico a crederci davvero fu Lerici. Aveva visto lungo".

Giannelli

Divenne così un attore affermato.

"Il primo successo lo ottenni con Alleluja, brava gente ".


Poi ci fu Petrolini.

"Arrivò più tardi. Mi incapricciai di questo attore immenso. Non era solo comico. Era inquietante. Tutti dicono che parlava a raffica. No. Era il Dio della pausa. Riempiva il silenzio con le sue smorfie".


Che cos'è il tempo comico?

"Glielo spiego così: se uno racconta una barzelletta e sbaglia il tempo della battuta finale, la barzelletta non ha più senso. La pausa non è silenzio, è una forma di pienezza. Guida il ritmo dell'attore. Guai sbagliarla. Una sera recitavo Il Dio Kurt di Alberto Moravia. Il teatro era un po' malmesso. Pioveva. A un certo punto nel bel mezzo di una pausa sentiamo: toc, toc, toc. Era una goccia d'acqua che batteva su un banchetto. Sfalsò tutti i nostri tempi".


Cosa accadde?

"Immaginando la scena in cui il nazista si sarebbe seduto sul banchetto e la goccia che gli avrebbe martellato la testa, cominciammo a ridere furiosamente. Toc, toc, toc. Lo spettacolo ne risentì. Il pubblico non capiva che cosa stesse accadendo. Si alzò un brusio. Lì capii che il tempo della pausa è un tempo di convenzione, di complicità con il pubblico. Se non lo cogli si interrompe la magia".

Lupini


Cosa vuol dire magia?

"Sostengo spesso che il teatro si fa tra il falso e il finto. La magia è trovare il vero che vi è nascosto".


E il cinema?

"Cerca il verosimile. Dopotutto, veniamo dalla grande stagione neorealista".


Lei ha girato parecchi film e alcuni di grande successo. Ma il pubblico non l'ha mai identificata nell'attore cinematografico.

"E forse è stato un bene. Mi annoierei a fare un solo mestiere. E poi ti devi divertire. Ho lavorato a un paio di film con Tinto Brass. Feci il protagonista insieme a Tina Aumont ne L'urlo , film che rimase in censura per nove anni".

Se ne è andato un GRANDE del Teatro Italiano 😢 E adesso come glielo dico a mia madre?!
Vanessi

Un film erotico?

"No, no. C'era qualche scenetta di nudi, i figli dei fiori, quelle robe lì. Brass ce l'aveva con quegli attori che definiva esibizionisti tristi. A lui piaceva il sesso come gioia. Come dargli torto? E poi, ogni artista ha le proprie ossessioni".


Le sue quali sono?

"Non sono un artista, forse sono soltanto un esibizionista allegro. Però c'è una cosa che mi ha ossessionato per anni. È una battuta di Carmelo nel Caligola : "Io voglio solo la luna"".


Come dire: prendere l'impossibile o il meglio dalla vita?

"Ma forse anche il peggio chi lo sa. Carmelo venne a Roma convinto di fare il tenore. Divenne un'altra cosa. Forse più grande. Certamente diversa. Ho capito che la mia luna era un'idea di teatro che fosse una specie di comunità. Qualcosa che il cinema non ti può dare".

Mike Comics

Neppure la televisione?

"Neanche quella. Sono riconoscente alla Tv che mi ha regalato un successo incredibile e anche inaspettato. Dicevano: bravo Proietti, ma non buca lo schermo. E invece ha visto, no?".


Come vive il grande successo?

"La prima volta mi sconvolse. In anni in cui non ero così convinto che la popolarità fosse un bene, arrivò la notorietà con Alleluja, brava gente . Poi ho capito che molto dipende da come sei fatto. E mi sono reso conto che non ho i desideri di una star che insegue solo quello. Il successo deve essere il risultato del tuo lavoro e quando lo ottieni devi essere responsabile per ciò che dici e fai".

Rattristato dalla scomparsa di un grande mattatore del palco. Mi emozionava la sua bravura. Ricordandolo..... sempre a modo mio.
Pierpaolo Perazzolli


Parola di Mandrake?

"Parola".


Si aspettava che "Febbre da cavallo" diventasse un film cult?

"Per niente. All'inizio venne considerato un prodotto dozzinale. La verità è che Steno è stato un grande. Pubblico e critica scoprirono la leggerezza, l'ironia, la comicità di quel film".

OMAGGIO A GIGI PROIETTI
Mario Bochicchio

Era una serie di meravigliosi sketch.

"La comicità dello sketch si fonda su alcuni schemi essenziali. Per esempio ne La figlia del cassamortaro prevale l'elemento dell'ingiustizia. La ragazza non riesce a fidanzarsi perché il padre costruisce bare; oppure ne La signora delle camelie c'è il suggeritore che non è in grado di suggerire; o ne La sposa e la cavalla la storia si basa su un equivoco. Ricordo che con Gassman improvvisammo uno sketch sul set di A Wedding di Robert Altman. Cazzeggiammo liberamente. Fu esilarante, come riconobbe lo stesso regista che conservò integralmente la scena. Con Vittorio passammo insieme un mese sul lago Michgan".


Gassman fu un altro compagno di strada.

"Straordinario e pieno di vita. Ho il rimpianto di non aver mai lavorato a teatro con lui. Anche se l'occasione ci fu con Otello . Avrei dovuto interpretare Jago. Mi tirai indietro. Convinto che dal confronto uno dei due avrebbe perso. Scatenando le invidie dell'altro. Peccato".

"Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ridere mi insospettisce".
Addio Gigi Proietti
Rigotti


So che Eduardo De Filippo le offrì di lavorare con lui.

"In quel momento ero impegnato. Eduardo era venuto a sentirmi in A me gli occhi, please. Poi bussò in camerino, che era una roulotte. Aveva il volto segnato, da due righe profonde e inconfondibili. Mi strinse la mano e disse "bravo!" Era il 1977. Era vecchio ma emanava ancora un fascino straordinario".


E la sua vecchiaia?

"Cerco di darle una logica, ma è quasi impossibile. Faccio un mestiere che abitua a pensare alla propria fisicità. Ma non è più quella di una volta. Ora dirigo il Globe Theatre di Roma. Per ora sono riuscito a non recitarvi. Ogni tanto mi dico: Gigi, nun te preoccupà, tanto una parte da vecchio per te c'è sempre".



Gigi Proietti - Er Cavaliere Nero
Mauro Biani



sabato 17 agosto 2019

Campionato Italiano 2019 La Bugia: i premiati della sezione grafica

La Bugia 2019

L’edizione 2019 del Campionato italiano della bugia è stata dedicata ai 50 anni dello sbarco dell’uomo sulla luna, avvenuto – così si dice – il 20 luglio 1969.

Non ne sono del tutto convinti gli Accademici della Bugia de Le Piastre (Pistoia) che hanno deciso di dedicare i 5 concorsi dell’edizione 43 del Campionato italiano a “La bugia tra le stelle: incredibili racconti dallo spazio”.

“I nostri studiosi – spiegano infatti il Magnifico rettore e l’ideatore del campionato, Emanuele Begliomini e Giancarlo Corsini – sono dubbiosi: fu un grande passo per l’umanità o la più grande bufala della storia, con tanto di filmati girati negli studios di Hollywood? Il nostro parere uscirà dal voto della nostra piattaforma online, la Renò, alla quale invitiamo tutti a collegarsi per dire la vostra. Gli aspiranti disegnatori e scrittori bugiardi, e i raccontatori,si sono confrontation questo affascinante tema. La sera di domenica 4 agosto, al termine del Campionato, ci sono state le premiazioni”.

Come al solito Fany-Blog qui sotto riporta i vincitori e i segnalati della sezione grafica:

SEZIONE GRAFICA ITALIANA



Marco De Angelis – Bugiardino d’oro

Gianfranco Tartaglia – Bugiardino di argento



Lamberto Tomassini – Bugiardino di bronzo


Emilio Guazzone – Premio Popolare “Pitillo”


Doriano Solinas – Autore Segnalato


Friedrich Tasser – Autore Segnalato


Franco Bianco – Autore Segnalato


Simone Togneri – Autore Segnalato



Andrea Pecchia – Autore Segnalato


LE PIASTRE – I tre disegnatori più bugiardi d’Italia sono romani. Il Bugiardino d’oro va a Marco De Angelis. Ha disegnato un astronauta intento a tirare la tenda dell’universo.

Quello d’argento se lo aggiudica Gianfranco Tartaglia (Passepartout) che ha raffigurato due astronauti innamorati che dal suolo lunare lunare contemplano una terra piatta. Terzo classificato Lanfranco Tomassini. Si è inventato un cane che dal suolo lunare abbaia alla terra. Il fiesolano Emilio Guazzone si aggiudica il premio Pitillo ritraendo due sconsolati astronauti che, seduti su una luna piatta, confessano a Houston di avere un problema.



Sezione Grafica Internazionale:



Primo posto Elena Ospina


terzo posto KOSTANTIN KAZANCHEV

Vince la colombiana Elena Ospina e ha disegnato un marinaio che osserva una particolare costellazione. Al secondo e al terzo posto due vignettisti ucraini. Ben sette i segnalati. Arrivano da Cina, Serbia, Argentina, Australia, e Iran.

LE PIASTRE (Pistoia) venerdì 2 agosto 2019 – È colombiana e donna la disegnatrice più bugiarda del mondo. Si chiama Elena Ospina e ha disegnato un marinaio incline all’alcol che osserva un’inedita costellazione a forma di bicchiere.

Ha convinto la giuria, composta da 8 esperti nominati dall’Accademia della Bugia de Le Piastre, che l’hanno issata sul gradino più alto del podio. A farle da “valletti” due colleghi maschi, entrambi ucraini. Si tratta di Alexander Dubovskyi e di Kostantin Kazanchev.

Il primo ha raffigurato un astronauta non dolcemente allunato, ma atterrato dal puntatore Google manovrato da un selenita. Il secondo ha ritratto un bagno particolare in cui un astronauta adopera l’ugello di un razzo come asciugamani.

“Anche quest’anno – spiega il responsabile della sezione grafica del Campionato italiano e internazionale della Bugia, Marco Fusi – abbiamo avuto una partecipazione davvero straordinaria. A Le Piastre ci sono arrivate vignette e disegni da 33 Paesi di tutti e 5 i continenti. La qualità complessiva è stata davvero notevole, come chiunque può constatare venendo a Le Piastre dove tutti i disegni che si sono contesi il titolo rimarranno appesi nelle vie del paese fino al 31 agosto”.

Tra i segnalati un altro colombiano, Alberto Barreto, che ha immaginato un particolare razzo a forma di naso di Pinocchio. Ancora il burattino e ancora un ucraino, Sergio Riabokon che ha ritratto 4 astronauti che piantano sul suolo lunare il naso di Pinocchio. L’iraniano Ali Miraee ha disegnato un astronauta accolto da una manifestazione di seleniti anni Settanta che rivendicano peace and love. Arriva dall’australiano Luis Pol la conferma che lo sbarco sulla luna é quantomeno dubbio: il suo astronauta proietta sul suolo lunare l’ombra di un naso molto allungato. Stessa opinione anche per il serbo Sasha Dimitrijevic che presenta una donna delle pulizie che si lamenta di dover spazzare a fina sabbia lunare sparsa dal set allestito per simulare l’allunaggio. Surreale la tavola dell’argentino Santiago Cornejo che ha immaginato un astronauta che festeggia tentando di spegnere le candeline di una torta sulla luna impedito dallo scafandro che indossa. C’é infine il cinese Jing Shan Li che ha colorato uno smartphone capace di proiettare un pezzo di universo da cui cadono alcune stelle.


segnalato alberto barreto



segnalato Sergii Riabokon


segnalato ali miraee


segnalato luis pol


segnalato sasha dimitrijevic


segnalato santiago cornejo


segnalato jing shan li


Congratulazioni a tutti i vincitori e congratulazioni agli organizzatori in particolar modo a Emanuele Begliomini e Marco Fusi.

Per chi volesse conoscere i vincitori delle altre sezioni eccovi il Link: https://www.labugia.it/

martedì 10 novembre 2015

Vatileaks 2015


Corvi viaggiatori
Bochicchio



IL CORVO SANTO
Scoperti gli autori delle spifferate sugli imbrogli vaticani. Saranno processati per il furto e la diffusione di atti segreti sulle attività della Curia romana. Ora però il vero problema è: hanno venduto frottole oppure no.
Uber

Bianco

Tullio Boi



Vatileaks per corvi e volpi, il resto è per l’uomo

di Nadia Redoglia
Se quelli son corvi, i due giornalisti scrittori alla Dan Brown (almeno quanto a pubblicità)  sarebbero volpi?  Tanto per richiamare le favole di Esopo, Fedro e de la Fontaine, ché altrimenti non si spiegherebbe da dove arrivi ‘sto conclamato bisogno morboso d’identificare gli umani in ogni specie animale (colombe, falchi, gufi, corvi, serpenti, gattopardi, leopardi e felini in genere, talpe, canguri, lupi  e via così andare)…tranne che nell’uomo. Consideriamo l’uomo troppo eccelso per accettare certi suoi comportamenti e dunque risolviamo il tutto definendo animale (ritenuto) inferiore chi non è ad altezza umana oppure, data la conclamata bassezza umana, ipocritamente ci mascheriamo parafrasando inferiori (invece nobilissimi) fratelli di specie?

Papa Bergoglio (che parla di demonio, non già d’animali esseri!) al momento fornisce buoni elementi per comprendere qualcosa. L’assumere il nome del poverello d’Assisi così amorevole fratello di tutti gli animali  terreni fa ben sperare quanto a rivelazione d’ autentica natura tra  “altezza” e “bassezza”.

Vatileaks ovvero fuga di notizie dal Vaticano. Già successe tre anni fa e subito dopo il papa Benedetto (sedicesimo) si dimise. Il papa Francesco I è arrivato per tentare di districare (che non vuole dire risolvere!) il marcio inanellato fin dalla dipartita di papa Pietro (primo e ultimo).

Ricordate la sera in cui fu eletto e si affacciò al balcone? Ci augurò “buonasera” e immediatamente dopo si qualificò come il “vescovo di Roma” ben prima che papa…

La Chiesa cattolica è la Chiesa cristiana che riconosce il primato di autorità proprio al vescovo di  Roma  perché successore di quel Pietro (primo e ultimo).
Chi ha orecchie per intendere, intenda…

4 novembre 2015


Moise
Trovate il MoisEditoriale di oggi anche su afNews QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2015/11/05/corvi-serpenti/

Fabio Magnasciutti

La Micela

Ultimo viene il Corvo
MASSIMO GRAMELLINI
Una delle ossessioni ingigantite dai social consiste nel privilegiare il retroscena alla scena, le modalità con cui si è venuti a conoscenza di un fatto rispetto al fatto vero e proprio. Ogni volta che affiora un’intercettazione non si discute tanto del suo contenuto ma della sua liceità e del chi l’ha fatta uscire e perché. Lo stesso meccanismo si applica alle gole profonde del Vaticano, i famosi Corvi. Dei primi due scandali che squassarono il Cupolone è rimasto nella memoria il maggiordomo del Papa che passò le carte alla stampa. Non che in quelle carte ci fosse scritto che Giulio Andreotti aveva nella sua disponibilità un conto di sette miliardi di lire presso la banca vaticana.

Lo schema si replica in queste ore. È tutto uno svolazzare di pennuti, un proliferare di allusioni sul monsignore spagnolo offeso col Papa per un mancato scatto di carriera, sulla giovane italo-francese issata senza alcuna ragione apparente ai vertici di un ente della Chiesa, sulle loro feste in terrazza riservate ai potenti. Ma il fumo delle chiacchiere rischia di togliere visibilità all’arrosto, ovvero ai documenti che la strana coppia avrebbe messo in circolo, da cui si scopre che il Vaticano possiede 4 miliardi (in euro) di patrimonio immobiliare soltanto a Roma e che valanghe di denaro raccolte per scopi benefici servono a finanziare la bella vita di qualche cardinalone allergico ai costumi evangelici di papa Francesco. Se ci si può permettere una garbata ingerenza nei confronti di uno Stato confinante che notoriamente non se n’è permesse mai, invece di chiudere in gabbia i corvi, il nuovo corso vaticano farebbe meglio a liberarsi degli sciacalli.


Francesco Basile




Misericordia
Vatileaks 2Papa Francesco
Mauro Biani





Riverso



Mannelli




Darix

... Tra Potere Temporale e Potere Spirituale...
Mario Airaghi

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Nota:

SOSTENTAMENTO DEL CLERO
Certo che non fa piacere scoprire che chi dovrebbe destinare il denaro alle opere di carità in realtà lo utilizza per il proprio benessere.
Capisco quanto Francesco possa essere amareggiato per la fuga di notizie ma ritengo che tutto sommato questo non possa che favorire la sua voglia di pulizia.
Potrebbe approfittare ad esempio chiedendo allo Stato Italiano che l'8 per mille venga trasformato da un "di cui" delle imposte dovute ad una aliquota aggiuntiva e volontaria.
Un grosso pericolo di scoprire i tanti finti cattolici odierni ma il piacere di scoprirne tanti nuovi e sinceri in futuro.
Uber