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mercoledì 9 settembre 2020

Philippe Daverio

Un piccolo omaggio al grande storico dell'arte Philippe Daverio da parte di Fany-Blog e dei disegnatori amici del blog.



Garbo, intelligenza, acume, eleganza, competenza. Philippe Daverio era tutto questo, ed era uno degli ultimi a resistere in qualche modo, in un'Italia dove quelle doti assumono sempre più sembianza di handicap.
Signore fino all'ultimo, non si lasciò andare ad ingiurie nemmeno quando la solita lungimirante Rai chiuse il suo programma Passepartout, uno dei pochi per cui valesse ancora la pena pagare il canone. E da signore, si congeda.

Grazie Philippe, grazie per averci provato. ❤️


Se n’è andato nel modo più lontano da come riempiva la scena: in silenzio, senza preavviso, per un male non curabile di cui fino all’ultimo non ha voluto parlare. Aveva 70 anni: troppo presto per chiunque. Abbastanza per aver lasciato una traccia indelebile. Dandy d’altri tempi, istrionico, europeista sfegatato, appassionato avversario del sovranismo (che lui preferiva chiamare “cretinismo”), eppure amante come pochi dell’Italia di cui ha ereditato la metà di sangue paterno, Philippe Daverio è stato, soprattutto, e prima di tutto, un grande storico dell’arte e divulgatore televisivo e non solo. Chi lo ha potuto conoscere, o anche solo ascoltare, ha in mente l’incanto di quelle lectio ovunque affollatissime in cui l’arte diventava scusa per parlare di noi, delle nostre bellezze e delle nostre miserie. Un viaggio. Eppure, oggi che quel viaggio è concluso, la prima parola che esce fuori spontanea da tutte le persone note o meno note che lo stanno salutando è “simpatia”. La seconda è “garbo”. Perché questo era Philippe Daverio: un gentiluomo. E perché, in fondo, quando cala il sipario, puoi essere anche un gigante della cultura, ma quello di cui si ricordano tutti è chi sei stato e cos’hai lasciato. Spero che un po’ di questo affetto se lo stia gustando, sotto gli occhialini tondi e il suo papillon. Buon viaggio. Lorenzo Tosa





“E' l’essere umano, nella sua essenza ontologica, a essere irrimediabilmente complicato e proprio per questo motivo così curiosamente creativo e degno di nota.”
Philippe Daverio

Grazie...

© Umberto Rigotti



© Roby il pettirosso



© Valerio Marini






© Perazzolli



Daverio





Philippe Daverio , oggi ci ha lasciato l’ultimo divulgatore dell’arte in TV. 
©️Gbeduschi’2020



©Tiziano Riverso



Un saluto al grande Philippe Daverio, ai suoi inconfondibili occhialini tondi e ai suoi coloratissimi papillon; un saluto a quella sua fantastica ed elegante intelligenza. Ciao Philippe! By Chenzo, www.chenzoart.it #philippedaverio #Philippe #passepartout #chenzo
© Lorenzo Bolzani


© Soria


Philippe Daverio
Pier Francesco Uva


2 Settembre 2020
Un piccolo, semplice, ma sincero Omaggio a Memoria di Philippe Daverio, Persona Eccezionale, dal 'Vs' Mike, 
© Mike Comics.




" Con questo disegno Emilio Giannelli, vignettista del Corriere della Sera, fa dell'ironia sul premio «12 Apostoli» che ha ricevuto a Verona nel 2012. Nella vignetta sono presenti lo stesso Giannelli, Philippe Daverio e alcune firme del Corriere, tutti ritratti come nel affresco di Leonardo «L'ultima cena». Ma questa volta, come ha spiegato l'autore, a morire sarà solo il gallo.





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Tra i tanti filmati per ricordare Daverio ho scelto questo dove parla di cose di Parma la mia terra 😏
 
 


E Adesso chi ci resta? Sgarbi? 
Ma Daverio, come potete vedere nel filmato sotto pensa che Sgarbi ...


© Riverso

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I putti della Madonna Sistina dipinta da Raffaello commentano la dipartita del grande critico e con rammarico non trovano un degno successore.
https://www.nicocomix.it/philippe-daverio/
#Nicocomix #PhilippeDaverio #arte #storico #storicodarte #criticodarte #Raffaello #RIP #2settembre #Sgarbi #fumetti #vignette #satira #satirapolitica #drawing #painting #artist
© Nicocomix




martedì 23 luglio 2019

Andrea Camilleri

by Pierfrancesco Uva



Amore mio

Ho vegliato tutta la notte
leggendo i più grandi poeti d’amore
per rubare dai loro versi
le parole più ricche e più rare
per dirti tutto quello che sento per te.
Alla fine queste parole le ho trovate.
Eccole:
ti amo.

Andrea Camilleri



A Camilleri
Mario Magnatti Mariom



È morto a 93 anni Andrea Camilleri, il grande scrittore siciliano papà di Montalbano. Così rispondeva a Gabriella D'angelo, giornalista di Tagadà, nel maggio 2016: 'Se uscisse adesso una mia autobiografia farei in modo di inserire nel titolo 'vita breve e lunga'. Lunga perchè ho superato i 90 anni, e su questo non ci piove, ma breve perchè anche 90 anni sono pochi per chi ha amato la vita e continua ad amarla. La vita è breve anche se muori a 110 anni'
Andrea Camilleri





Tvb Andrea Camilleri
Gianluca Costantini


luca zingaretti
E alla fine mi hai spiazzato ancora una volta e ci hai lasciato. Nonostante le notizie sempre più tragiche, ho sperato fino all’ultimo che aprissi gli occhi e ci apostrofassi con una delle tue frasi, tutte da ascoltare, tutte da conservare.
E invece è arrivato il momento di ricordare. Di cercare le parole per spiegare chi sarà per sempre per me Andrea Camilleri. Un Maestro prima di tutto, un uomo fedele al suo pensiero sempre leale, sempre dalla parte della verita' che ha raccontato tutti noi e il nostro paese.
Mancherai. È inevitabile, è doveroso. Per la tua statura artistica, culturale, intellettuale e soprattutto umana.
Le tue parole resteranno sempre con la stessa semplicità e con l'immensa generosità e saggezza con cui le hai condivise, da mente libera e superba quale sei.
Ma soprattutto mancherai a me perché in tutti questi anni meravigliosi in cui ho incrociato la mia vita con quella del commissario, mi sei stato amico. Ho avuto la strana sensazione che bastasse un tuo tratto di penna a cambiare la mia vita.
Ho vissuto accanto a te, nel tuo mondo, quello che avevi creato, quello che ti apparteneva perché uno scrittore non può che riportare se stesso nelle cose che scrive. E ho imparato tantissimo. Il rispetto per le persone, tutte, per se stessi, e per le persone deboli. Perchè il tuo commissario è così che la pensa.
A volerti bene no. Quello già sapevo farlo dai tempi dell’accademia, quando non ci trattavi da allievi, ma piuttosto da colleghi. Ho imparato che il valore delle persone non c’entra nulla con quello che guadagnano, con le posizioni che ricoprono, con i titoli che adornano il loro cognome: le persone si valutano per quello che sono.
Adesso te ne vai e mi lasci con un senso incolmabile di vuoto, ma so che ogni volta che dirò, anche da solo, nella mia testa, “Montalbano sono!” dovunque te ne sia andato sorriderai sornione, magari fumandoti una sigaretta e facendomi l’occhiolino in segno di intesa, come l’ultima volta che ci siamo visti a Siracusa.
Addio maestro e amico, la terra ti sia lieve! Tuo Luca



Augustin Sciammarella



Andrea Camilleri. #andreacamilleri
La mossa del cavallo.
Corriere della Sera-13 maggio 1999
Fabio Sironi

Kutoshi Kimimo



Paride Puglia


“La felicità è nelle cose ridicole” (Andrea Camilleri)
Tiziano Riverso


CIAO ANDREA!
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Fonte QUA:
http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2019/07/17/andrea-camilleri-e-morto-_2b738047-4a64-4275-8134-d756f42e0b6d.html
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AfNews QUA:
http://www.afnews.info/wordpress/2019/07/17/ciao-andrea/
Moise


Fulvio Fontana



Paolo Lombardi


Rigotti



Quando Montalbano provò a salvare l’onore della polizia, dello stato
Andrea CamilleriIl giro di boa.
Mauro Biani



Gianluca Foglia



Andrea Camilleri riceve il premio satira nel 2001. Qui è alla Capannina con Gian Antonio Stella.
Anche la satira ringrazia e non dimentica.


Ad Andrea Camilleri, il premio per l’Umorismo nella letteratura 2017  


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Lo scrittore Andrea Camilleri è morto il 17 luglio a Roma all’età di 93 anni. Nato il 6 settembre 1925 a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, Camilleri è stato sceneggiatore, regista teatrale e funzionario della Rai. Nella narrativa ha esordito nel 1978 con Il corso delle cose, dopo dieci anni di rifiuti. Nel 1980 uscirono Un filo di fumo e nel 1984 La strage dimenticata, libri che però non attirarono molta attenzione.

Il successo arrivò negli anni novanta con la serie di gialli che ha per protagonista il commissario Montalbano. Da allora Camilleri ha pubblicato più di cento libri, venduto trenta milioni di copie, ricevuto nove lauree honoris causa e rilasciato centinaia di interviste.


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IL CASO È CHUSO
È morto, a 93 anni, Andrea Camilleri
Il papà di Montalbano mi piaceva come autore, oltre a essermi simpatico per motivi estranei alla letteratura. Ne ricordo qui alcuni.
Da giovane era stato cacciato dall’Accademia d’arte drammatica per una storia boccaccesca che non ha mai voluto rivelare.
Svolgeva di buon grado corvée domestiche: «Adoro stirare».
Ha mandato affanculo sia Matteo R. sul famigerato referendum costituzionale, sia Matteo S. sull’accoglienza dei migranti.
Per il coraggio delle sue scelte politiche. «Sono sempre stato comunista. Persino nel 1956, quando molti se ne andarono dal partito per i fatti di Ungheria, rimasi perché pensavo che, in un mondo spaccato in due, , i sovietici facessero bene a tenere sotto controllo la propria parte».
Per il coraggio delle sue scelte etiliche. Fino a pochi anni fa beveva una bottiglia di whisky a digiuno, senza ubriacarsi. «Questo era il guaio, non perdevo né staffe, né sentimenti».
Per essere detestato da tre antipaticissimi siciliani: Francesco Merlo («La letteratura masochista, alla Camilleri, che per divertire il mondo oltraggia la Sicilia»); Pierangelo Buttafuoco («Pulp fiction alle sarde»); Vincenzo Consolo («La cifra linguistica di Camilleri è di tipo folclorico di secondo grado, nel senso che lui usa una lingua mutuata dai mezzi di comunicazione di massa»). Poveretti, quanto devono aver sofferto, questi tre, e quanto soffriranno in queste ore ad ascoltare e leggere delle lodi tributate al papà di Montalbano, all’inventore del geniale «La concessione del telefono». E magari saranno costretti pure loro a scriverne, a denti stretti, mentre ingoiano il boccone amaro di un’invidia impossibile da dissimulare. C’è da capirli: 26 romanzi che hanno venduto 30 milioni di copia sono traguardi irraggiungibili per gli scrittori italiani e fanno schiattare chiunque eserciti il mestiere di scrivere senza aver prima controllato di averne il talento e di saper mantenere il necessario distacco autocritico.
Ivano Sartori

martedì 19 luglio 2016

Turchia: storia di un golpe


martedì 19 luglio 2016
GOLPE A MOLLA
Ammetto che è una delle tante possibili interpretazioni.
In attesa di saperne di più, a me  comunque le liste di proscrizione già pronte
per i magistrati mi hanno abbastanza insospettito (e preoccupato).
SPRING GOLPE
 su CARTOONMOVEMENT
Gianfranco Uber


Oggi facciamo un po' di dietrologia sugli ultimi avvenimenti turchi.

Il colpo di Stato in Turchia 2016 è un fallito golpe militare messo in atto da una parte delle forze armate turche il 15 luglio 2016 per la presa del potere nel Paese.
Alcuni analisti hanno ipotizzato altre versioni sui reali motivi del sollevamento militare. Secondo il presidente turco Erdogan, l'organizzatore sarebbe Fethullah Gülen, che replica indicando invece nello stesso presidente l'ideatore.
Il tentativo di rovesciamento del potere ha portato alla morte di 290 persone e al ferimento di altre 1440. I dati forniti dal Governo riportano inoltre che, alla conclusione dell'evento, sono stati arrestati 2893 golpisti e 2745 giudici sono stati rimossi dall'incarico dall'Alto Consiglio. In particolare nella città di Istanbul, alcune agenzie di stampa hanno riportato il ferimento di molte persone che manifestavano contro i militari sul Ponte sul Bosforo, occupato dalle forze armate.
Le reazioni internazionali al colpo di Stato sono state particolarmente caute, anche se nella notte i principali leader internazionali hanno condannato il tentativo di presa di potere dei militari. (fonte)

Probabilmente il golpe non è stato organizzato direttamente da uomini di Erdogan ma penso che questi non potevano non sapere che migliaia di militari e giudici stessero ordendo un colpo di Stato.
E’ evidente che  Erdogan ed i suoi li hanno lasciati fare, si sono preparati con leggi ben precise, tipo la cancellazione  dell'immunità per i parlamentari dell'opposizione, per poi al momento giusto, intervenire, fermarli schiacciandoli e rendendo la Turchia un Paese ancor più fondamentalista. Ora vogliono ripristinare la pena di morte per i colpevoli di tradimento.
Kerry parla debolmente di mantenere standard di democrazia all'interno del paese, ma lo  stesso Erdogan ricorda che la stessa America ha la pena di morte in molti stati.
Il presidente turco in una intervista alla Cnn fa sapere che reintrodurrà la pena di morte se il Parlamento la varerà. "La pena di morte -ha detto poi in mattinata - c'è negli Stati Uniti, in Russia, in Cina e in diversi Paesi nel mondo. Solo in Europa non c'è". In Turchia era stata eliminata, "ma non ci sono statuti irrevocabili".


domenica 22 maggio 2016
UN BRUTTO SEGNALE
Un emendamento del Governo Turco cancella l'immunità per i parlamentari dell'opposizione.
Gianfranco Uber

Turkish F(a)iled coup d'état    Miguel Villalba Sánchez (Elchicotriste)
erdogame over? Nope.
15 Jul 2016 23:35






vorrei capire
Fogliazza








Erdogan
Bertelli



Military Coup in Turkey
Mohammad Ali Khalaji


Military Coup in Turkey 2016
By: Firuz©Kutal 16/06/2016 00:04


Putsch now    Paolo Lombardi
.
16 Jul 2016




Editoriale a Fumetti su afNews QUA: http://www.afnews.info/wordpress/2016/07/17/non-golpevole/
Su Flickr QUA: https://www.flickr.com/photos/moisevivi/28284349531/
Fonte QUA: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2016/07/15/colpo-di-stato-in-turchia-carri-armati-ed-f16-su-ankara_432c117d-f188-423f-9f72-05260b0cc20c.html
Moise


16 luglio 2016 - Fallito colpo di Stato, Turchia nel caos: centinaia di morti, migliaia i feriti e altrettanti militari arrestati.
© Milko Dalla Battista





Tiziano Riverso


Mario Bochicchio



Bagno turco
Pierfrancesco Uva


La grande bufala del turco più pericoloso del mondo ...
Roberto Mangosi


FALSITA' POLITICHESE
Definire il governo turco
"democraticamente eletto"
è stata la peggior balla
che i governi occidentali
potessero concepire.
Roberto Mangosi


The noose    Cecigian
Erdogan plans to reintroduce the death penalty: a real suicide for Turkey.
18 Jul 2016



ElleKappa


 Nizza emerge dallo stato d’emergenza 
mentre Istanbul fa gol (pe)?!
Nadia Redoglia
La strada era chiusa al traffico automobilistico per i fuochi pirotecnici che partivano dalla spiaggia.
La Francia, Corsica compresa, si trovava al momento dei fatti in stato d’emergenza. Dopo gli attentati del 12 Novembre 2015 il governo francese l’ha dichiarato con ben tre decreti in sinergia con il plan rouge (prefettizio).   Lo stato di emergenza è misura di governo severissima, ovvero con questo s’instaurano forme di restrizioni eccezionali (possono portare persino alla censura di stampa) in quanto si dichiara ufficialmente lo stato di pericolo imminente. Ne consegue che non solo qualsiasi eccezione deve essere autorizzata e preventivamente intercettata, ma comporta anche l’organizzarsi nei casi in cui OGNI fatto anomalo (compresi l’accidentale e l’incidentale) sia “trattato”, dunque “attrezzato” per scongiurarlo in modo differente da ciò che comporta la sicurezza in stato di ordinaria amministrazione. Vedasi europei ove, perciò, non accadde strage.
Domanda: com’è che il carnefice nizzardo, a bordo del suo enorme autoarticolato frigorifero,  è potuto invece (emergere) transitare prima lentamente e poi in accelerazione su quel rettilineo, senza alcun tipo di prevenzione ante?


Mentre il globo era pesantemente coinvolto su Nizza, Ankara e Istanbul (location turche più globalmente conosciute) coglievano l’attimo per un colpo di stato. Umani internazionali di  buona volontà l’hanno pure seguito in diretta elucubrando speranze e timori…

I fatti oggi dimostrano che Erdogan solo in questo modo gliela poteva fare a mettere a rete (a maggior dimostrazione di presa per il culo mondiale: pure su rete internet da lui censurata) ovvero realizzare il suo obiettivo latente da anni. Stiamo parlando di potenza nucleare Nato che oggi, a tutti gli effetti, in persona del suo presidente, può perciò impunemente  dichiarare: ho sconfitto chi mi vuole male, potenzialmente ho diritto di condannare a morte, censurare, eliminare migliaia/milioni di persone che io giudico contro di me. E infatti così sta agendo.

Minchia signor tenente (del potere)…



Attentati e Golpe
Altan

Eventi
Alle ore 22:00 (ora locale) di venerdì 15 luglio 2016, la Jandarma effettua la chiusura di due ponti sul Bosforo con dei carri armati.
Alle ore 22:19, il ministro Binali Yıldırım conferma le voci riguardanti un tentativo di alcuni militari di effettuare un colpo di Stato dopo che alcuni jet ed elicotteri erano stati avvistati a sorvolare, a bassa quota, sia Istanbul che Ankara e dopo aver udito degli spari nei pressi della sede del parlamento turco.
Alle 22:21, l'esercito turco invita la popolazione a rientrare nelle proprie case.
Alle 22:22, viene bloccato qualsiasi accesso ai social network, tra cui Facebook, Twitter, Instagram e Snapchat, ma non alle Virtual Private Network (VPN) che consentono a chiunque di continuare a postare.
Alle 22:25, i militari irrompono nella sede della rete radiotelevisiva turca TRT ad Istanbul vengono interrotte le trasmissioni televisive. I militari si dichiarano appartenenti ad un "Consiglio di Pace Turco" con l'obiettivo di formare un nuovo governo.
Alle 22:41, i militari bloccano con i carri armati gli accessi all'aeroporto Kemal Ataturk di Istanbul dopo aver disarmato gli agenti di polizia addetti alla sicurezza e, inoltre, viene bloccato l'accesso anche all'aeroporto di Ankara.
Alle 22:43, l'esercito mette in atto alcune sparatorie nei pressi del quartier generale della polizia ad Istanbul.
Alle 22:49, i golpisti riescono ad addentrarsi nel quartier generale dell'esercito turco ad Ankara ed a prendere in ostaggio Hulusi Akar, il capo di stato maggiore delle forze armate turche.
Alle 22:56, i militari autori del colpo di stato si dichiarano pronti a mantenere intatte le relazioni con l'estero e che "lo stato di diritto rimarrà una priorità".[12]
Alle 23:02, i voli in partenza e in arrivo dall'aeroporto di Ataturk vengono cancellati dagli occupanti.
Alle 23:13, la televisione di stato turca diffonde dei comunicati delle forze armate che annunciano l'introduzione del coprifuoco e la proclamazione della legge marziale.
Alle 23:18, i golpisti irrompono nella sede del partito AKP e s'impossessano dell'edificio.
Alle 23:20, i militari provocano un'esplosione nei pressi del Centro di formazione delle forze di sicurezza di Gölbasi, in provincia di Ankara.
Alle 23:24, i militari dichiarano alla TV di stato l'intenzione di creare una nuova costituzione garante della democrazia e della laicità.
Alle 23:35, il presidente Erdoğan si collega da un luogo sconosciuto, attraverso FaceTime, con la CNN Turk per denunciare il tentativo di colpo di Stato dei militari e per incitare il popolo turco a "resistere e scendere in piazza". Anche dalle moschee di tutto il Paese sono partiti incitamenti per combattere contro i golpisti. Durante la notte, numerose persone hanno accolto favorevolmente l'appello del presidente ed hanno organizzato dei movimenti di resistenza nei confronti dei militari. In piazza Taksim, a Istanbul, alcuni civili, dopo essersi scontrati con i militari, sono saliti sui carri armati ed hanno fatto capire agli occupanti che non avrebbero mai sostenuto il rovesciamento del governo di Erdoğan.
Alle ore 04:30, riprendono le trasmissioni televisive delle reti occupate precedentemente dai militari.
Alle 05:30, il governo turco riesce a riprendere il controllo del Paese, mentre Erdoğan ritorna ad Istanbul ed il generale delle forze armate Hulusi Akar viene liberato.
Alle 10:32, viene confermata l'uccisione di 104 presunti golpisti, l'uccisione di 47 poliziotti e la morte di 41 civili (poi diventati 265), i quali sono stati definiti "martiri".
Alle ore 11:50 del 16 luglio 2016, viene confermato il fallimento del colpo di Stato anche se un piccolo gruppo di militari (circa 150) rimane asserragliato nel quartiere generale del comando delle Forze armate ad Ankara per cercare di trattare la propria resa.

Conseguenze
Arresti ed epurazioni governative
Il primo ministro, Binali Yıldırım, ha confermato l'arresto di 2839 soldati di vario grado, di 100 militari uccisi e altri 200 arresi, mentre altri sono stati espulsi dall'esercito. Tra i soldati arrestati vi sono almeno 34 tra ammiragli, generali e colonnelli. Tra gli arrestati vi sono:
Erdal Ozturk, comandante della Terza armata, arrestato per presunta complicità.
Akin Ozturk, ex capo di stato maggiore dell'aeronautica.
Adem Huduti, comandante della Seconda armata.
Avni Angun, vicecomandante della Seconda armata.
Nejat Atilla Demirhan, comandante del dipartimento Mediterraneo e della guarnigione di Mersina, per aver comunicato alla gendarmeria dell'area di sua competenza una presa del potere da parte dell'esercito.
Secondo il governo turco, inoltre, alcuni golpisti hanno tentato la fuga dalla Turchia ed è per questo che si sono intensificate operazioni di polizia lungo le frontiere. Otto ufficiali dell'esercito, invece, sono fuggiti, atterrando con un elicottero in Grecia per richiedere asilo politico. Il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu, dopo essersi confrontato con il ministro degli esteri greco Nikos Kotzias, ha richiesto ed ottenuto l'estradizione per i golpisti fuggiti.
I 2.745 magistrati rimossi dall'incarico sono stati arrestati e cinque membri del Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri (HSYK) sono stati destituiti per presunti legami con Fethullah Gulen, considerato da Erdoğan come il responsabile principale del fallito golpe. Sono stati arrestati due giudici della Corte costituzionale, Alparslan Altan e Erdal Tercan, e 58 membri del Consiglio di Stato. Per 140 membri della Suprema corte d'appello sono stati emessi dei mandati d'arresto, 11 dei quali già eseguiti.
Tra gli arrestati vi è anche Bakir Ercan Van, il capo della base militare di Incirlik, accusato di complicità. Secondo il governo turco, infatti, la base sarebbe stata utilizzata per rifornire uno dei caccia utilizzato dai golpisti.
Inoltre, Umit Dundar è stato nominato nuovo capo di stato maggiore per sostituire Hulusi Akar.

Perdite
104 militari uccisi e 2839 arresti
2 UH-60 abbattuti
114 militari uccisi (41 poliziotti e 2 soldati)

domenica 1 maggio 2016

1 maggio 2016



Fogliazza



Mauro Biani


Primo maggio... festa del lavoro... - I Chinson
#primomaggio
Mario Airaghi


Celebramos el día del trabajador y el cumpleaños de Amancio Ortega
Elchicotriste


1 May in Istanbul    Paolo Lombardi
.
01 May 2016
Paolo Lombardi


Darko Drljevic


1 may
Firuz Kutal


1 maggio
Firuz Kutal



Uva P.
http://www.radicifuturemagazine.it/ 



...al lavoro
Perazzolli



Nico Pillinini


1st May    Marco De Angelis
International Workers' Day
01 May 2016



Happy Labor Day to all workers.    Tomas
... getting older every year, while increasing the retirement age.
01 May 2016

Fulvio Fontana



1 maggio!
Per mondine moderne e nuove risaie...
Vanna Vinci




Moise



Buon Primo Maggio! Lo festeggio con un bel racconto di Maurizio Maggiani che ho avuto il privilegio di illustrare con un mio piccolo disegno, sulla scomparsa rubrica "Vivario" del Fatto Quotidiano, ormai alcuni anni fa. 
Marilena Nardi

Su fratelli, su compagneSu venite in fitta schieraSulla libera bandieraSplende il sol dell'avvenir.O vivremo del lavoroO pugnando si morrá.Mio padre si metteva il vestito da sposo, mia madre mi metteva quello della prima comunione e mi mandava con lui, con lui e i suoi compagni lavoratori a sfilare per la città. La città era in festa, era appena passata la sfilata del 25 Aprile, sui fili del tranvai c'erano milioni di bandierine tricolori. È l'Italia che saluta il lavoro, mi diceva mio padre. Dai marciapiedi c'erano qua è là ragazze che lanciavano garofani rossi. Sono le fidanzate dei lavoratori, mi diceva mio padre. E sfilavano quegli uomini che sembravano tutti dei gran signori, sembravano tutti dei re. E io tra loro mi sentivo un principe, il principe legittimo erede di un gran lavoratore. In testa al corteo un camioncino con degli altoparlanti grandi come le trombe del Giudizio annunciava al mondo intero che stavano passando uomini che sarebbero morti se non avessero potuto vivere del loro lavoro. C'è stato un tempo che il Primo Maggio era una festa. Mia madre ci aspettava con due borse di fave e un cartoccio di pecorino, mio padre passava a prendere una bottiglia di vino e ce ne andavamo nei prati in collina. Eravamo tutti là, le famiglie dei lavoratori, a passare il pomeriggio a sgranare fave e inzupparle nel sale. Primo maggio, fave e formaggio. Fave tenere e odorose, verdi lucenti come smeraldi. Nel caso non ve ne fregasse più niente del lavoro, ricordatevi almeno delle fave, che sono buone anche solo con due grani di sale.Maurizio Maggiani