Marilena Nardi vince il Secondo Premio al Concorso Internazionale Norvegese 2022:“Rifiuta di tacere”
“Gridando per fermare la violenza contro le donne in tutto il mondo”
Intervista di Francisco Punal Suarez
Speciale per Fany Blog
La traiettoria della fumettista italiana Marilena Nardi è inarrestabile.
I suoi disegni sono sempre inquietanti, critici, intelligenti.
Prof di illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha disegnato per molti periodici quali Diario, Corriere della Sera, L’Antitempo e Il Fatto Quotidiano. Collaborazioni recenti sono quelle per SinéMadame, il settimanale Left, le riviste francesi Espoir, Zélium, Domani e, online, con CartoonMovement, e altri.
Molti i premi internazionali ricevuti per la sua attività grafica ed editoriale.
Fra questi: il Primo Premio al World Press Freedom Cartoon, Ottawa, 2011, e il Premio Forte dei Marmi per la Satira politica per il Disegno Satirico, 2013.
Nel 2018, ha ricevuto la più alta distinzione al World Press Cartoon, Caldas da Raínha, Portogallo: il Grand Prix e nel contempo il Primo Premio per la categoria Disegno Editoriale. Era la prima volta di una donna durante le 13 edizioni del festival. Quest'anno, Menzione d'Onore nel World Press Cartoon.
Fa parte di Cartooning for Peace, United Sketches, France Cartoon e Cartoon Movement.
Ora ha vinto il Secondo Premio, al Concorso Internazionale Contro l'abuso delle donne, in Norvegia, organizzato dal Cartoon Home Network International, diretto da Fadi Abou Hassan. Il primo premio è andato all'illustratrice polacca Izabela Kowalska - Wieczorez, e il terzo è andato all'ucraino Oleksiy Kutovsky (Kusto).
La mostra di questo concorso aprirà il 26 novembre 2022 presso la Norwegian Cartoonist Gallery, nella città di Drøbak, a 36 km da Oslo.
Marilena ha risposto alle nostre domande.
Perché nel tuo lavoro gráfico tieni sempre a mente i problemi che le donne devono affrontare nella vita quotidiana?
Le donne esistono: sono persone e come tali sono importanti. È importante raccontare della loro vita, dei ruoli spesso imposti, indotti, e non scelti, di cose che accadono soprattutto ai margini. Se si danno i nomi alle cose, queste escono dal buio in cui sono confinate ed iniziano ad esistere. Nel mio caso, non uso le parole ma le immagini: dò una forma grafica e racconto visivamente delle donne e di che cosa accade nella loro e nella mia vita. Senza racconto, non c’è esistenza.
Nel mio lavoro metto l’attenzione su diversi problemi ed è vero che spesso mi concentro, più di altri colleghi, su temi che mi sono cari. Per esempio, capita che la violenza sulle donne sia pensata dagli uomini come un problema “delle donne”. E di conseguenza come un argomento minoritario, di serie B, di cui si parla mal volentieri o con un certo fastidio. Preferiscono disegnare di politica, di economia, di guerre, ecc. di cose importanti, vivaddio! (…lo dico con ironia, ovviamente!)
Per molti, la violenza contro le donne è considerata un argomento marginale, un problema inesistente quando in realtà, non conoscendolo, sottostimano la portata del fenomeno.
Ecco che io mi impegno a raccontarlo, sperando di correggere, di riequilibrare questa disparità.
Come ti è venuta l'idea per questo disegno?
Cercavo un’immagine sintetica e ho ragionato su diversi piani simbolici. Volevo che il messaggio arrivasse al lettore senza troppe deviazioni. Il concorso puntava sull’aumento della violenza ai danni delle donne, durante il periodo di confinamento da Covid. Quindi serviva fare capire che la violenza era agita da un uomo (la cravatta è un indumento prettamente maschile) e durante il Covid (da cui il pattern). La violenza si accompagna spesso al silenzio di chi subisce e all’indifferenza/immobilità di chi gli vive accanto.
Perciò la cravatta doveva coprire solo parzialmente i lividi ma chiudere completamente la bocca, spegnere la voce.
Però non volevo che la mia protagonista fosse ancora una vittima. Per questo la figura sta in piedi, è carica della sua sofferenza (gli arti segnati) ma non si piega e ci guarda. Guarda tutti noi per dirci che serve agire, oltre che resistere: se non agiamo collettivamente contro la violenza saremo complici anche noi.
In Italia quante donne sono state uccise dai loro partner l'anno scorso? e quest'anno?
Nel 2021, solo in Italia, sono stati commessi 116 femminicidi, senza contare che, a volte, vengono uccisi anche i (propri) figli per punire la madre.
(Attenzione, non si tratta di una percezione personale. Sono dati offerti dalla Polizia Criminale: https://www.agi.it/cronaca/news/2021-12-27/femminicidi-116-donne-uccise-nell-anno-15040810/)
Quest’anno, dal report della Polizia, alla data del 3 luglio 2022, si parla di “61 vittime donne, di cui 53 uccise in ambito familiare/affettivo”. (https://www.interno.gov.it/sites/default/files/2022-07/settimanale_omicidi_4_luglio_2022.pdf)
Le fumettiste donne hanno le stesse opportunità degli uomini?
Purtroppo no. Le opportunità variano molto da paese a paese. Da quanto uno stato e la società che lo abita siano realmente democratici e inclusivi.
Cosa succede in molti paesi del mondo dove la violenza contro le donne è in aumento?
Che le donne vivono una vita indegna di questo nome, soffrono, e infine muoiono. Non solo in senso figurato, ma proprio in senso fisico.
Come evitare che ciò accada? Con più istruzione e pari condizioni per le donne?
Sarebbe auspicabile, sì. Pari condizioni e rispetto fin dall’infanzia. Una migliore istruzione per le donne ma – dovrei dire - per tutti, perché tutti i generi siano rispettati e perché gli uomini (maschi) si rendano conto che c’è una ricchezza diversa in ognuno di noi e solo nell’autentico rispetto reciproco possiamo godere di una convivenza civile e umana.
Cosa ne pensi dell'attività di Cartoon Home Network International, di dare voce a chi non ha voce?
Trovo che abbiano fatto uno sforzo immenso ed encomiabile. Un’attività meritevole, oltre che necessaria. Ringrazio Fadi Abou Hassan che è il responsabile di Cartoon Home Network International ed è l’ideatore di questo concorso. Ringrazio la giuria che l’ha aiutato nella scelta e, per quanto mi concerne, per l’assegnazione di questo secondo premio. Ma soprattutto lo ringrazio per la sua sensibilità e per il suo impegno personale nel fare luce su questi temi.
E ringrazio anche te Francisco per mantenere un’attenzione costante su queste tematiche che, ripeto, non sono “delle donne” ma riguardano la società tutta.
Grazie mille, Marilena, per la tua attenzione e il tuo eccellente lavoro.
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