lunedì 30 maggio 2022

Il progetto Ucraina del Centro Librexpression, Fondazione Giuseppe Di Vagno

da  LIBEX CULTURA




Il progetto Ucraina del Centro Librexpression, Fondazione Giuseppe Di Vagno

di THIERRY VISSOL 

L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, i bombardamenti e la conseguente distruzione di edifici, scuole, ospedali e infrastrutture, l’uccisione di civili, la violenza e l’esodo di persone, non solo stanno distruggendo proprietà e vite umane, ma impediscono a molte persone di lavorare e quindi di provvedere ai propri bisogni.

Queste tragedie umane non risparmiano giornalisti e vignettisti di stampa. Il loro lavoro è indispensabile perché l’ironia è un mezzo indispensabile di resistenza alla sopravvivenza di fronte all’orrore. È fondamentale anche perché il lavoro dei vignettisti di stampa nella guerra dell’informazione che caratterizza i conflitti armati di queste guerre ibride è anche un’arma. È un mezzo per sensibilizzare tutti coloro che si sentono coinvolti e che potrebbero aiutare questa popolazione martirizzata.

Così, alcuni vignettisti ucraini, membri della rete del Centro Librexpression/Libex della Fondazione Giuseppe Di Vagno, hanno chiesto a Libex di aiutarli a far conoscere le loro opere e, pubblicandole, di aiutarli a continuare il loro lavoro e la loro battaglia. Sette di loro hanno inviato decine di vignette, a volte in bassa definizione, perché spesso internet non funziona e possono comunicare solo con i loro telefoni. I sette sono: Alexander Dubovsky, Valerii Momot, Oleksiy Kustovsky, Oleg Gutsol, Vladimir Kazanevsky, Leonid Storozhuk, Viktor Holub.

Abbiamo quindi lanciato un progetto chiedendo a giornali italiani, francesi, belgi, catalani, spagnoli, olandesi, tedeschi e argentini di pubblicare una o due pagine delle loro vignette e di pagarne i diritti d’autore. Il primo giornale a rispondere positivamente è stato il quotidiano italiano Domani che nell’edizione di sabato 28 maggio ha pubblicato due intere pagine con 9 vignette.

Il Centro Librexpression/Libex ha anche chiesto a due di loro, Kazanevsky e Dubovsky, che sono regolarmente pubblicati su questa rivista come vedono il loro lavoro in questi tempi di guerra.


Un vignettista politico può sopravvivere in tempo di guerra? E come?

  • È molto difficile in piena guerra di pensare ad altro che alla guerra. Dal primo giorno della guerra ho disegnato vignette ogni giorno, solo sul tema della guerra. È impossibile per me creare vignette divertenti su altri temi come quelli sociali, per esempio, in questi giorni. Considero che è il mio compito. Quindi per guadagnare soldi non ho potuto disegnare niente. (Vladimir Kazanevsky)
  •  Naturalmente, disegnare su temi universali è più interessante e piacevole. Tuttavia, la guerra lascia le sue impronte nella vita di tutti i giorni. Pertanto, ognuno deve cambiare le sue priorità di vita e partecipare alla lotta contro il male! È molto difficile lavorare, perché spesso non funziona internet, spesso è impossibile diffondere nostro lavoro, ma ci proviamo lo stesso. (Alexander Dubovsky)

 In che modo pensa che le vignette satiriche possano aiutare la popolazione, sono una forma di resistenza o un sostegno morale?

  • Le vignette politiche fanno parte della guerra dell’informazione. La guerra dell’informazione è importante nel mondo moderno con azioni militari. Un vignettista politico in tempo di guerra è un soldato. Le vignette politiche sono più una forma di resistenza che un supporto morale. (Vladimir Kazanevsky)
  •  A volte una vignetta satirica che prende in giro i moderni dittatori diventa un’arma. E noi vignettisti dobbiamo contribuire a comunicare a tutto il mondo civilizzato questa tragedia, che purtroppo ha luogo nel XXI° secolo. Speriamo che tutto questo finisca presto e che tutti noi si possa tornare ad avere un cielo sereno sopra le nostre teste per tornare a disegnare l’umorismo! (Alexander Dubovsky)

 Vladimir Kazanevsky, è vignettista ucraino di fama mondiale, pubblica i suoi disegni in tutto il mondo. Ha 72 anni ed è fuggito con la famiglia in Slovacchia.

Alexander Dubovsky, caporedattore di diversi giornali satirici e vincitore di numerosi concorsi internazionali, ha 60 anni, è rimasto a Kiev.


Grazie ai nostri amici ucraini per la loro fiducia e speriamo che altri media si impegnino a favorire la circolazione di questo progetto.

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La vignetta che accompagna l’articolo è di Alexander Dubovsky

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