Locandina
Nella sede della Famija Pramzana è stata allestita la mostra per «Disegni in dialetto» di
Francesco Soncini, meglio conosciuto come «Soncio».
Quattordici disegni raffiguranti caricature di mestieri cari all’autore, tutti accompagnati da un titolo in dialetto.
Soncini Francesco
Francesco Soncini nasce il 13 agosto 1935 in b.go Onorato a Parma. Uno degli ultimi "pramzan dal sass".
Elementari, medie, Istituto Tecnico per ragionieri (per evitare il latino). Dopo 4 anni di sofferenze scolastiche si è accorge che c'era incompatibilità fra lui e la burocrazia contabile. Passa all'Istituto d'Arte Paolo Toschi dove si diploma in scenotecnica in un anno, tre mesi e venti giorni. Lavora come cartografo e come disegnatore pubblicitario, meccanico ed edile sino ad arrivare, quasi per caso, all'abilitazione dell'insegnamento. Insegnerà in scuole di ogni ordine e grado sempre facendo contemporaneamente il pittore e lo scrittore. Frequenta a Cinecittà un corso per aiuto regista diretto da Luchino Visconti. Lavora al Vittorioso dove conosce Jacovitti, Landolfi, Caesar.
Tra le sue numerose iniziative per la scuola i bambini, lo sport e la città spicca la Presidenza del Palio di Parma.
Per una decina d'anni ha dipinto i drappi per i premi, creato il manifesto, i simboli delle cinque porte ; il gioco della dama in costume; la Cena dei Capitani e la benedizione in cattedrale dei Palii dipinti. Collabora con diversi giornali con illustrazioni, novelle e saggistica varia in special modo con la Gazzetta di Parma. Ha fatto diverse mostre e pubblicato libri di varie tematiche. Sposato con la pittrice Gianna Monti, ha due figlie e due nipoti.
Francesco Soncini nelle sue vesti di presidente del Palio,
il primo a sinistra.(da Gazzetta di Parma)
Conservo fin dalle scuole medie questo disegno del caro prof
e mi rammarico di aver saputo della mostra solo ad avvenimento concluso.
Ringrazio la Famija Pramzana di avermi gentilmente messo a disposizione le note biografiche del professore.
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PS:
La Famija Pramzana è un'associazione culturale fondata nel 1947 per iniziativa di alcuni amici a seguito di una discussione svoltasi nel bar Pepén di Borgo Sant'Ambrogio. Si racconta che alla maniera di un proclama fosse stato esposto un foglio su una colonna e chi intendeva partecipare apponeva la firma.
Si propone lo scopo di tenere vivo l'amore per le arti, per le tradizioni, il folklore e per ogni iniziativa che elevi il prestigio della città. Negli anni ha incentivato anche un'attività di solidarietà, beneficenza e assitenza, la quale ampliandosi sempre di più è giunta alla distribuzione di mille pacchi natalizi, il Cesten 'd Nadal per i più poveri. Sono da ricordare inoltre gli interventi per i terremotati del Friuli e per i sinistrati del Vajont.
Nel 1951 stampò il primo numero del periodico Al pont ad mez, pubblicazione che continua con il contributo di prestigiosi collaboratori. Negli anni cinquanta creò una propria compagnia dialettale tuttora in attività.
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