Nani e poltrone
L'uscita della Turchia dalla Convenzione di Istanbul è solo di pochi giorni fa ma Erdogan non perde l'occasione per ribadirne le motivazioni.
Risalta però purtroppo la mancanza di una reazione da parte di Charles Michel, Presidente del Consiglio europeo, che evidentemente ha considerato normale la plateale mancanza di una poltrona per Ursula Von der Leyen.
Gianfranco Uber - 7 aprile 2021
Fa molto discutere la sedia non concessa alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen mentre il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel invece si godeva il suo posto d’onore con il sultano turco Recep Tayyip Erdoğan. Quello sgarbo è stata però l’occasione di ricordare al mondo come il leader turco stia progressivamente riducendo i diritti delle donne nel suo Paese, partendo da quel 2016 in cui disse che le donne fossero “da considerarsi prima di tutto delle madri”, relegandole al loro medievale scopo riproduttivo e poi fino ai giorni scorsi in cui il suo governo ha annunciato il ritiro dalla Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
Erdogan lascia von der Leyen senza sedia. Polemiche anche su Michel (che non ha protestato)
Lo sgarbo del presidente turco alla presidente della Commissione europea, al vertice di Ankara
Durando
Amorim 8 April 2021
Sofas
Gender equality issues took center stage Wednesday in Brussels a day after Ursula von der Leyen, one the EU’s most powerful executives, was treated like a second-rank official during a visit to Ankara. Only two chairs had been laid out in front of the EU and the Turkish flags for three leaders, and Ursula von der Leyen was forced to sit on the sofa to the side.
https://cartoonmovement.com/cartoon/sofas
Già non si capiva la motivazione politica che aveva indotto Ursula von der Leyen e Charles Michel a recarsi in visita da Erdogan, un tiranno spregiatore dei diritti umani, che continua a praticare - nel silenzio ormai complice dell'Europa - una politica di repressione del dissenso interno e di espansione egemonica in Libia e nel Mediterraneo. Ma la scena della Presidente della Commissione europea lasciata in piedi e senza sedia (e poi costretta ad accomodarsi su un divano laterale) davanti al Sultano e al presidente del Consiglio europeo, seduto con sorriso ebete accanto al primo, è stata sconvolgente e la dice lunga sull'atteggiamento servile dei massimi rappresentanti di due delle tre istituzioni dell'Unione Europea e, quindi, di quest'ultima di fronte alla Turchia di oggi. Una scena umiliante e offensiva per le istituzioni europee alla quale la stessa von der Leyen, come politica e come donna, si è colpevolmente prestata senza reagire. Se ne sarebbe potuta andare denunciando la situazione, vendicando così anche le donne turche, i cui diritti sono oggi calpestati. Come ha già annunciato il nostro capodelegazione, Brando Benifei, dovremo impegnarci "affinché il Parlamento Europeo si opponga a qualunque miglioramento dell'unione doganale e del regime dei visti UE-Turchia senza un chiaro cambiamento sul fronte dei diritti umani e del rispetto della dignità delle donne". Sottraendoci - aggiungo io - al ricatto migratorio e al "business as usual" che vede il nostro Paese tra i maggiori partners della Turchia nelle forniture di armi.
Franco Roberti https://www.facebook.com/francorobertieu/
Ivano Sartori
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