mercoledì 5 agosto 2015

Intervista a Carlo Gubitosa, autore di "Satira al telefono"


Satira al telefono di Carlo Gubitosa, 
ebook di Quintadicopertina, casa editrice digitale.

L'ebook (che utilizza la tecnologia di sincronizzazione audio/testo) raccoglie telefonate  a partiti politici, istituzioni e sedi del potere, registrate da Carlo Gubitosa all'insaputa degli interlocutori e poi pubblicate su Il Male di Vauro e Vincino, dall’autunno 2011 alla primavera 2012. Le domande erano scomode, paranoiche, paradossali, ma le risposte erano ancora peggio.
Ne esce un ritratto dell'Italia commissariata dalla Troika, fatto di domande spiazzanti e surreali, arricchito dalle vignette ed illustrazioni di Vauro, Vincino, Flaviano Armentaro, Mauro Biani, Maurizio Boscarol, Makkox, Marco Pinna, Marco Scalia, Alessio Spataro, Marco Tonus e Filippo Ricca.
La prefazione è di Vincino e la copertina che potete vedere qui sotto di Vauro.


Fany  raggiunge Carlo e gli pone qualche domanda:

Da cosa è nato questo progetto Carlo? una tua idea originale o frutto della redazione de Il Male?

E' nato per caso: sentendo Bossi parlare di secessione per l'ennesima volta, e vivendo a Bologna, mi e' venuto in mente di telefonare alla Lega Nord per scoprire se la mia citta' di adozione sarebbe rientrata nella padania. Nel mio telefono c'era un programma per registrare le chiamate che usavo per tenere traccia delle interviste telefoniche, e cosi' ho cominciato per gioco a registrare telefonate che inizialmente condividevo solo con amici e parenti. Poi c'e' stata la seconda casualita': l'incontro con Vincino Gallo che e' sfociato in una bella collaborazione con la riedizione dello storico settimanale di Satira "Il Male", riportato in edicola da Vincino assieme a Vauro Senesi. E fu cosi' che la curiosita' si e' trasformata in una rubrica settimanale.

Ti sei divertito a fare queste telefonate?

Moltissimo. E' bastato fare due chiacchiere con i terminali del potere per capire che il re e' davvero nudo: il partito di Berlusconi per la sua sede di Avellino metteva sul sito i numeri di telefono della cartoleria di fronte, nemmeno nella sede nazionale del PD sapevano che pesci pigliare quando e' stata calata dal cielo la premiership di Mario Monti. Era ridicolo e tragico al tempo stesso guardare che dietro la faccia autorevole e ufficiale del paese c'era un caravanserragio di cialtroneria che non risparmiava niente e nessuno.

La tua preferita?

Ce ne sarebbero tante: una che ricordo con piu' affetto e' quella fatta al webmaster del PD di Firenze, che aveva pagato di tasca sua per un sito che poi fu abbandonato dal partito. Una ennesima umiliazione inflitta ai militanti di una sinistra che non esiste piu'.

Perchè consigli di leggere ed ascoltare l'ebook?

Perche' mi sono divertito molto a realizzarlo e in piu' puo' essere utile rileggere con gli occhi della satira la stagione del potere montiano, che non abbiamo ancora analizzato e metabolizzato a sufficienza.

In Parlamento vorrebbero rendere illegali le autointercettazioni, tu nel frattempo ci hai fatto un libro con tanto di audio delle telefonate, cosa ne pensi?

Che fino a quando non verra' detto il contrario, il diritto di cronaca e di libera espressione del pensiero satirico continuano a essere in vigore, e sara' molto difficile impedire ai cittadini di registrare le proprie telefonate. Lo stesso presidente del Senato Pietro Grasso ha dichiarato che le registrazioni delle telefonate tra privati sono "legittime e utili contro la corruzione".

Chi sei Carlo? 

Su Wikipedia sono indicato come scrittore e giornalista, attualmente sbarco il lunario come informatico, ma mi sento semplicemente una persona curiosa e logorroica. 

I tuoi desideri?

Mi piacerebbe che in Italia si leggesse di piu', che si potesse vivere di scrittura, che l'editoria ritorni ad essere un settore dove al centro c'e' la cultura e non il profitto.

E per finire perchè Carlo, tu che sei stato insieme a Mario Biani il fondatore di Mamma, meglio di qualsiasi altro mi puoi rispondere, la satira in Italia è morente?

La satira e' un termometro della vivacita' culturale di un paese, della distanza tra il popolo e il potere, della diffusione del pensiero libero. E in questa stagione di pensiero unico purtroppo non gode di ottima salute. Ma e' una ragione di piu' per praticare questo linguaggio libero, libertario e liberatorio.

Ps: mi ha un po' ricordato la zanzara di Cruciani, non è che ti hanno copiato l'idea?
http://fany-blog.blogspot.it/2013/09/la-zanzara-punge-guido-barilla.html

Credo di no

Grazie Carlo, gentilissimo!


Articolo tratto dal audio ebook di Quintadicopertina, Satira al telefono di Carlo Gubitosa

Dialogo con il Ministero delle Finanze:

CARLO G.: Salve, mi scusi, volevo un’informazione, io sono un semplice cittadino...
MINISTERO: Deve chiamare l’ufficio relazioni, questa è la segreteria particolare del capo di gabinetto...
CG: Magari lei mi può rispondere in un secondo... io ho visto che questo famoso spread è sceso a 300, ma adesso come si riflette questa cosa sui nostri conti correnti...
M: Ma che domanda, mi perdoni, non lo sappiamo, non è una pratica d’ufficio, non so che dirle, siamo tutti uguali...
CG: Non è che ci alzano i tassi sui conti correnti? Che beneficio c’è?
M: Non lo so, stiamo nella stessa barca, anche se lavoriamo nello stesso ufficio siamo tutti nella stessa barca...
CG: No, perché abbiamo fatto tutti questi sacrifici per lo spread, però adesso che ci torna? gubitosa
M: Eh lo so, ma qui bisogna andare in Parlamento non qui.
CG: Mi consola, quindi non sono il solo a brancolare nel buio...
M: Certo, è la conferma, siamo tutti stipendiati, come lei.
CG: Quindi anche lei non sa che benefici arriveranno?
M: No, macché, non lo so, sarei una maga.
CG: E tutte queste lacrime e sangue? Abbiamo abbassato lo spread e mo’ manco ci dicono che sò, uno zerocinque per cento in più sui conti correnti.
M: Deve parlare con loro direttamente, chiami la segreteria di Monti che fa prima.
CG: Ma non ci abbassano neanche la benzina?
M: Ma che... mi perdoni... guardi... [Ride]
CG: Ma allora qual era lo scopo di tutto questo?
M: Senta, non è che posso stare al telefono, io la capisco, la capisco, sono nelle stesse condizioni sue, io prendo milleduecento e sto qui dentro, mi levano l’inps, tutto quello che levano a lei, uguale e identico, abbiamo i figli, non lo so come andremo avanti, che le devo di’? Non so che dirle, siamo tutti nella stessa barca.
CG: Allora le esprimo la mia solidarietà, e speriamo che ci dicano qualche cosa magari a livelli più alti.
M: Tanto non ce lo diranno, le cose cattive non ce le dicono tutte.
CG: Speriamo di vedere la luce in fondo al tunnel.
M: Appunto, appunto.


QUI potete comprare il libro digitale in promozione

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disegno di Vincino dalla prefazione di "Satira al Telefono"



Codice deontologico dell’attività giornalistica:
Il Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica parla chiaro: “Il giornalista che raccoglie notizie (...) rende note la propria identità, la propria professione e le finalità della raccolta”.
E deve farlo tutte le volte che “nell’ambito dell’attività giornalistica e per gli scopi propri di tale attività” intende attuare “l’esercizio del diritto dovere di cronaca, la raccolta, la registrazione, la conservazione e la diffusione di notizie su eventi e vicende relativi a persone, organismi collettivi, istituzioni, costumi, ricerche scientifiche e movimenti di pensiero”.
Ma allora perché tutti i contenuti di questo libro sono stati ottenuti registrando telefonate a insaputa dei miei interlocutori, millantando le identità, le professioni e le motivazioni più varie, e usando le reti telefoniche per infiltrarmi all’interno di sedi di partito, uffici della Banca d’Italia, compagnie ferroviarie, parrocchie, uffici SIAE, Università private, alberghi, ospedali, moschee, negozi di dischi usati, uffici Digos, procure, organizzazioni militanti di estrema destra, ministeri, redazioni di quotidiani nazionali e centri di ricerca?
Lo spiega lo stesso codice deontologico quando aggiunge che l’obbligo del giornalista di giocare a carte scoperte resta in vigore “salvo che ciò comporti rischi per la sua incolumità o renda altrimenti impossibile l’esercizio della funzione informativa”. Escludendo i rischi per la mia incolumità, resta da chiedersi se c’erano altri modi per raccogliere le stesse informazioni con strumenti diversi dalle telefonate sotto mentite spoglie.
Carlo Gubitosa

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