e GRAZIE se sono qui a scrivere su questo blog è anche merito Tuo!!!
Se nella storia del nostro Paese c'è una cosa sicura e inamovibile, che culturalmente e politicamente unisce tutti (tranne il rebus del Quirinale...) questa è la Settimana Enigmistica, che proprio oggi compie 90 anni! Auguri.
Molti anni fa mi ha ispirato questo disegno.
Marco De Angelis
Marco De Angelis
Riflessioni a ridosso del 23/1/22: in sintesi, GRAZIE
Oggi, in questa serata ormai al confine con la notte, voglio ringraziarvi.
Voglio ringraziare tutti per le belle parole che avete avuto verso la Settimana Enigmistica, che domani compirà ufficialmente i suoi 90 anni. Lo faccio a nome di tutta la redazione e di tutti i nostri collaboratori. I vostri auguri, le cento testimonianze di come la rivista sia "di famiglia" sono uno stimolo in più a cercare di dare il meglio di noi, ogni giorno.
Sono entrato in redazione il giorno 1 ottobre del 1982 (per me un primo giorno di scuola), dunque quest'anno saranno 40 anni che lavoro per la rivista, e mi sembra una specie di sogno a cui ancora non voglio credere: ma come, è già passato tutto questo tempo? Quando sono arrivato in redazione la Settimana aveva appena compiuto 50 anni, per me -allora ventitreenne- sembrava un'età già venerabile, adulta, l'età in cui tutto si è già compiuto e stabilito. Il tempo si è incaricato di mostrarmi che non era per niente così.
A lavoro tutto è cambiato, ricordo ancora quando usai per la prima volta il termine compact disc, e per dimostrare che esisteva mi toccò scendere al negozio di dischi sotto, prenderne uno, portarlo su e mostrarlo, nessun vocabolario ancora registrava la voce. Ora, i cd sono quasi tramontati. Il primo fax che acquistammo... ora lo si usa così sporadicamente.
E poi, c'era Brighenti, il mio maestro preferito. C'era Bruno Bozzoli, così paziente, uno zio benigno e sorridente sempre chino sui suoi fogli, le mangiate di tortellini a casa sua e le vacanze insieme con la sua famiglia. E Attilio Ghilardi, entusiasta, gioviale. C'era mio papà, che con la coda dell'occhio mi lasciava crescere e a ogni gioco che gli sottoponevo trovava sempre una magagnetta "perché al posto di questa vocale un po' stupidina non provi a mettere una j? Non vedi come ti aiuta?" e io a bocca aperta, mi aveva fregato ancora una volta.
Mille cose sono cambiate, ora abbiamo giochi che i nostri maestri non videro, la Sinfonia, i Triplici, il Rompicapo Incernierato, gli Insuperabili, e tanti altri. E in quei giochi c'è stato sempre il mio zampino, che cosa strana: sono tutti venuti così, naturali, come se fossero figli del tempo che passava. Sono cambiate tante cose, il linguaggio, il modo di disegnare, il modo di concepire l'impaginazione della rivista. Una cosa bella, che mi affascina, è che tante voci hanno detto la loro, hanno partecipato a questa continua trasformazione per cui la rivista sembra sempre la stessa ma cambia, oh se cambia, e lo fa costantemente.
Dunque questa volta sono io che ringrazio, con profonda riconoscenza, il mio direttore ed editore che mi ha permesso di crescere così e con cui ho l'onore di costituire un tandem alimentato da affetto e grandissimo rispetto. Ringrazio tutti i nostri redattori, il nostro gruppo perché senza di loro io sarei un microbo. Ringrazio tutti i collaboratori esterni appassionati e insostituibili. Ringrazio la vita che mi sta permettendo di vivere questa avventura fantastica, impegnativa, divertente, sempre capace di sorprendermi.
Infine, ringrazio tutti coloro che ci leggono e ci risolvono, ringrazio voi carissimi amici. senza di voi non saremmo arrivati a questo incredibile traguardo. Grazie.
Tenendoci per mano, verso il futuro, insieme.
Alessandro Bartezzaghi
Alessandro Bartezzaghi
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