Francesco Di Giacomo di InkyJohn |
Omaggio a Francesco
Arcangelo Carrera
...
l' avrò incontrato due o tre volte in tutta la vita.
la prima avevo sedici anni, al piper di viareggio. rimasi folgorato.
ero a mezzo metro dalla sua mole, ( non c'era il palco al piper )
e ieri sera appena saputo della sua morte me lo sono rivisto in testa
nel ricordo nettissimo di quella notte. e me lo sono disegnato. dopo il concerto rimanemmo a parlare per ore, ricordo che gli chiesi perchè beveva tanta coca cola e lui rispose: perchè fa ruttà.
poi ci avrò riparlato in un altro paio d'occasioni, già a roma. niente di più. ma Francesco di Giacomo per me ha rappresentato una enormità di cose e di sogni .m' è sparito un pezzo di vita.
Riccardo Mannelli
"Nacque... visse...
...e si contraddisse!" (Francesco Di Giacomo)
Non mi svegliate ve ne prego
ma lasciate che io dorma questo sonno,
sia tranquillo da bambino
sia che puzzi del russare da ubriaco.
Perché volete disturbarmi
se io forse sto sognando un viaggio alato
sopra un carro senza ruote
trascinato dai cavalli del maestrale,
nel maestrale... in volo.
Non mi svegliate ve ne prego
ma lasciate che io dorma questo sonno,
c'è ancora tempo per il giorno
quando gli occhi si imbevono di pianto,
i miei occhi... di pianto. ....
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Era la grande voce del progressive italiano, il simbolo di un'epoca aurea del rock italiano. Francesco Di Giacomo, imponente cantante del Banco del Mutuo Soccorso, è morto oggi per le conseguenze di un grave incidente stradale accaduto a Zagarolo, in Via Valle Del Formale, nei pressi del centro sportivo.
Secondo le prime ricostruzioni il cantante, che viaggiava da solo, sarebbe stato colto da un malore che gli avrebbe fatto perdere il controllo dell'auto: dopo aver invaso l'altra corsia, la vettura si è schiantata contro una Rover che viaggiava in senso opposto. Vana la corsa in ospedale.
Nato a Siniscola, in provincia di Nuoro, nel 1947, Francesco Di Giacomo è stato uno dei più significativi rappresentanti della scena progressiva italiana. Fisico corpulento, barba e voce da tenore, fu contattato dal tastierista Vittorio Nocenzi durante il Festival Pop di Caracalla del 1971. Insieme al fratello di Vittorio, Gianni, al chitarrista Marcello Todaro, al bassista Renato D'Angelo e al batterista Pierluigi Calderoni fondò il Banco del Mutuo Soccorso, che fin dal primo, omonimo album, pubblicato nel 1972, stabilì i nuovi confini del pop italiano. Il disco, salutato da unanimi da parte della critica, divenne celebre anche per l'inedita copertina a forma di salvadanaio.
Il Banco, insieme ad altri gruppi come la Premiata Forneria Marconi, gli Area e le Orme, contribuì in maniera decisiva a una delle rare stagioni in cui la scena rock italiana è riuscita a stare al passo con quella anglosassone. La voce di Di Giacomo, potente e ricca di sfumature, era il segno distintivo di una band che riuscì a imporsi anche all'estero, al punto di firmare un contratto con la Manticore, l'etichetta di Emerson, Lake & Palmer, e di partecipare come supporter al tour europeo dei Gentle Giant.
Di Giacomo era anche l'autore di gran parte dei testi del gruppo: immaginifici, carichi di suggestione e assolutamente inediti, come il timbro della sua voce. I primi tre album del Banco ("Banco del Mutuo Soccorso" del 1972, "Darwin" dello stesso anno e "Io sono nato libero" del 1973) sono profondamente segnati dalla sua creatività. Le performance live di Francesco erano lo specchio della sua personalità: potenti, oniriche, cariche dei suoi umori, a volte anche cupi. Ma proprio l'autenticità dei quelle interpretazioni ha fatto di lui un antidivo senza epigoni, capace di creare uno stile canoro ineguagliabile e suggestivo.
Di Giacomo ha sempre rifiutato qualsiasi forma di divismo: viveva in campagna e coltivava la sua passione per la cucina regionale, ma non ha mai abbandonato la musica. Negli ultimi anni, insieme al Banco, aveva ripreso una intensa attività live, accompagnata anche dalla ripubblicazione dei primi, storici album.
Nella sua lunga carriera, Di Giacomo aveva anche recitato con Federico Fellini, prendendo parte a film celeberrimi "Satyricon", "Roma" e "Amarcord".
Anche nei momenti meno felici della sua carriera (specie negli anni Ottanta, quando il progressive aveva perso gran parte del suo appeal e la creatività del Banco era un po' appannata), Di Giacomo aveva mantenuto integrità e passione. "Quando ha un'anima vera, la musica scavalca tempi e momenti", sosteneva. Suona strano pensare come il brano più celebre del disco del salvadanaio si intitolasse "R.I.P.". Adesso, come chiedeva in "Non mi rompete", altro capolavoro del Banco, nessuno arriverà più a disturbare: potrà dormire il suo sonno da bambino. Pieno di sogni silenziosi.
(fonte)
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R.I.P. - Banco Del Mutuo Soccorso
http://www.bancodelmutuosoccorso.it/index.html
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